Ateismo / Agnosticismo

[ale]

uhm, il mondo è un po' più complesso. Certo, tu puoi adottare un linguaggio in cui vi è la regola per cui "la verità è una sola" ma ciò non implica che la proposizione "la verità è una sola" possa essere verificata attraverso un contatto con il mondo!

il mondo è complesso se ne vedi la complessità, oppure la complessità risiede nella mente umana ?

Da ciò non si deve trarre la conclusione che il mondo (epistemico) sia instabile, quanto che la sua "stabilità" deriva dall'adozione di una grammatica costruttiva che genera i significati di ciò che facciamo e diciamo. Quando ci illudiamo che il significato di ciò che conosciamo deriva da "come è fatto il mondo" piuttosto che da come sviluppiamo la nostra interazione con esso, ecco che sorge l'idea che la verità è una sola perchè il mondo è, per così dire, identico a se stesso. Ma senza questa caratteristica illusione, non saremmo mai arrivati ad affermare che la verità è una sola...

ma quindi noi esistiamo perché il linguaggio che utilizziamo prevede che la parola "esistere" sia espressione dei nostri cuori che battono? no, non è questo che intendevi.

Quindi ciò che è veramente autentico è ciò che non ha bisogno di essere espresso a parole?

[Thomyorke]

ma quindi noi esistiamo perché il linguaggio che utilizziamo prevede che la parola "esistere" sia espressione dei nostri cuori che battono? no, non è questo che intendevi.

Quindi ciò che è veramente autentico è ciò che non ha bisogno di essere espresso a parole?

Io non dico affatto che il linguaggio determina come è fatto il mondo. Dico solo che per dire come è fatto il mondo è necessario l'uso del linguaggio. C'è un senso ovvio per il quale i nostri cuori battono a prescindere dal linguaggio e per cui noi esistiamo anche senza sapere "che noi esistiamo" (ovvero senza che sia stabilito l'uso del termine "esistere" all'interno di un linguaggio). Ma, chiediamoci, nel momento stesso in cui diciamo di noi stessi che esistiamo, che cosa sappiamo? Non facciamo semplicemente luce su un qualcosa (il battito del cuore, il respiro ecc.) che era già disponibile prima che fossimo in grado di parlare ma che non eravamo in grado di "cogliere". Il linguaggio istituisce dei significati, non allaccia semplicemente relazioni fra entità linguistiche e entità extralinguistiche.

Il respiro, il battito del cuore sono processi fisici di cui sono consapevole non semplicemente in quanto sono un essere vivente che respira e che ha un cuore che batte. Allo stesso modo per essere in grado di conoscere gli oggetti verdi non basta vederli. Per riconoscere un oggetto verde è necessario disporre del concetto di "verde"! Per riconoscersi come esseri viventi esistenti dobbiamo sapere un sacco di altre cose: che qualcosa esiste, che può non esistere (andare incontro alla morte), che il battito del cuore è il sintomo di un essere esistente, che qualcosa vale come "il battito del cuore"...

Da ciò si evince che il mondo fisico fornisce al massimo un contributo causale ai nostri resoconti conoscitivi e non può in nessun caso sostituire il gioco aperto del dare e richiedere ragioni che presiede ciò che noi chiamiamo conoscienza giustificata.

Non quindi, come da te scritto, "noi esistiamo perché il linguaggio che utilizziamo prevede che la parola "esistere" sia espressione dei nostri cuori che battono", bensì, al massimo, noi possiamo dire di noi stessi che siamo esseri esistenti perché il linguaggio che utilizziamo prevede che la parola "esistere" sia espressione dei nostri cuori che battono.

Il linguaggio non genera il mondo ma genera (è alla base de) la conoscenza del mondo.

[ale]

grazie thom, anche se era messa giù alla "provocation", hai chiarito bene il concetto.

Qualcos'altro da dire?

[franz k]

http://www.paolobrosio.it/content/?p=7265