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Tribuna Politica


Scassato

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38 minutes ago, echoes said:

Premesso che ho perfettamente capito cosa intendi ma ignoro come si faccia a creare l'identità di un popolo dal nulla (perché è questo che manca all'Italia per ragioni storiche principalmente) vieni qui e scendi in piazza che devo dirti.

Per usare la tua retorica: facile parlare da Parigi con la cittadinanza in Italia e il portafogli in Francia.

Si tratta meno di identità (anzi, tutto il contrario, quello identitario non è che un discorso farlocco delle destre da bar del villaggio) quanto piuttosto di diverso temperamento e differente propensione all'inculata.
Già che siamo in quattro gatti a rimuginare sullo stato delle cose, se in più non siamo d'accordo manco sul come (non) agire... :(

PS. Se proprio dovesse avere una qualche importanza: sono anche cittadino francese, e posso dirti che se un giorno dovessi rinunciare ad una delle due nazionalità non esiterei un solo secondo a scegliere la parte che reagisce rispetto a quella che vive di fiabe.

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6 hours ago, modifiedbear said:

Tra un pescivendolo e un borghese da salotto svizzero ci passa l'intellettuale (non per forza bianco) proveniente dal ceto medio–basso. Si tratta di ambiente, non di Bocconi o non Bocconi.
Parlami di una giusta rivoluzione guidata da un intellettuale borghese da salotto, sono curioso.

 

Ti butto lì i primi casi emblematici che mi vengono in mente.

 

 La rivoluzione francese tutta e la dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, ad esempio, le dobbiamo agli illuministi.

Montesquiet? Era figlio di giuristi e da giovanissimo era già nel parlamento. Nacque in un castello. In pratica un figlio di papà ricco sfondato facente parte dell'elite più dominante.

Voltaire? Figlio di ricchi borghesi: il padre era un notaio della nobiltà. Altro figlio di papà che dalla vita aveva tutto.

 

Ma andiamo avanti, magari nel Novecento.

Rosa Luxemburg, fondatrice del pensiero socialista e rivoluzionaria in prima persona, era figlia di una ricchissima famiglia ebraica. Il padre era uno studioso della Torah e la madre una esperta di letteratura. Come la Schlein al soldo di Soros ante litteram.

Cosa dire allora del battagliero Che Guevara dotato di bandana e giacca militare? Proveniente da una famiglia ricchissima di commercianti di bestiame: famiglia già atea, anticlericale e femminista all'epoca. Fin da ragazzino scriveva poesia e leggeva Salgari, Jung e Freud. Quindi in piena regola un fighetto di prim'ordine che si atteggiava a fare l'intelluale mentre la povera gente si spacca la schiena.

Martin Luther King? Beh per come era messa la sua etnia all'epoca non se la passava male. Figlio di pastori della Chiesa, vissuto in quartieri borghesi e con accesso agli studi. Addirittura in adolescenza era già direttore di un giornale. Quindi un piccolo Lewis Hamilton che grida "Black Lives Matter".

Vogliamo poi parlare del Mahatma Gandhi? Figlio di commercianti e banchieri (forse già all'epoca PIDDINIIII). Era forte a scuola tanto che lo mandano a studiare in Inghilterra al college (quindi un Elly Schlein abbronzato ancora più fighetto).

E Nelson Mandela? Udite udite il padre era consigliere del monarca, cioè in pratica una specie di Vittorio Emanuele di Savoia, addirittura con discendenze reali dirette.

 

 

Devo continuare?

 

 

 

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12 minutes ago, echoes said:

.

E Nelson Mandela? Udite udite il padre era consigliere del monarca, cioè in pratica una specie di Vittorio Emanuele di Savoia, addirittura con discendenze reali dirette.

mi sono appena immaginato Mandela che canta "Sudafrica amore mio" con Pupo e Luca Canonici:prego::prego::prego:

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5 hours ago, modifiedbear said:

Si tratta meno di identità (anzi, tutto il contrario, quello identitario non è che un discorso farlocco delle destre da bar del villaggio) quanto piuttosto di diverso temperamento e differente propensione all'inculata.
Già che siamo in quattro gatti a rimuginare sullo stato delle cose, se in più non siamo d'accordo manco sul come (non) agire... :(

PS. Se proprio dovesse avere una qualche importanza: sono anche cittadino francese, e posso dirti che se un giorno dovessi rinunciare ad una delle due nazionalità non esiterei un solo secondo a scegliere la parte che reagisce rispetto a quella che vive di fiabe.

No ma attenzione: non è un problema di "identità" o di "patria", queste cose non c'entrano nulla, ma è una questione legata proprio al riconoscersi come "popolo" che nel caso dei francesi è un sentimento nato dal sangue della Rivoluzione francese. Qui siamo, per ragioni storiche, totalmente incapaci di essere diversi da essere "solo un' espressione geografica" in quanto siamo stati dominati ininterrotamente. In più la fantomatica unità d'Italia è stata in realtà una operazione coloniale con gran parte dei mezzadri che hanno vissuto i Savoia come degli usurpatori e con forme di reazione più o meno velata (brigantaggio) che per anni parte del sud Italia ha vissuto come una vera e propria mini-resistenza. L'Italia è ancora oggi un non-paese, una non-Nazione e un non-popolo con un divario spaventoso Nord-Sud, con città del meridione che letteralmente non si sentono italiane e con gran parte dei cittadini del nord che vivono il sud come una palla al piede.

Se non si capiscono questi antefatti, al di là del discorso destra-sinistra, è impossibile capire a fondo la natura del Paese e le ragioni che stanno dietro a questa atavica ricerca del capo o della leadership. "Francia o Spagna purché se magna" era un detto molto in voga nell'entroterra italiano fino a pochi decenni fa, come retaggio dei periodi delle dominazioni.

Riguardo la tua cittadinanza faresti bene. Solo occhio a non cadere nella retorica del "non può parlare perché ha studiato in Svizzera / perché è borghese / perché è figlia di papà" perché da expat predicante rivoluzioni del popolo italiano che però versa le tasse altrove, lavora altrove ed è cittadino altrove a beccarsi il boomerang si fa presto.

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25 minutes ago, echoes said:

da expat a beccarsi il boomerang si fa presto

Perché, dici?

(penso mi sia inutile commentare la tua idolatria per la borghesia illuminata e per le grandi guide del passato – di cui i due terzi guarda caso lascia l'eredità alle estreme destre di oggi, – o la dis-unità d'Italia come scusa per l'inazione.
Ma questa sorta di nazionalismo sui cittadini di serie A e quelli di serie B, invece?
L'elettorato di """sinistra""" :))

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Just now, modifiedbear said:

Perché, dici?

(penso mi sia inutile commentare la tua idolatria per la borghesia illuminata e per le grandi guide del passato – di cui i due terzi guarda caso lascia l'eredità alle estreme destre di oggi, – o la dis-unità d'Italia come scusa per l'inazione.
Ma questa sorta di nazionalismo sui cittadini di serie A e quelli di serie B, invece?
L'elettorato di """sinistra""" :))

Perché sono argomentazioni che non stanno in piedi. Chi se ne frega della provenienza delle persone, contano le idee che hanno (in prima istanza) e i fatti che portano in seconda.

Io non ho alcuna "idolatria" per la borghesia illuminata, ho riportato alcuni fatti peraltro su tua richiesta. Sei tu che sembri invece odiarla per principio a me non frega nulla. Riguardo la Serie A e la Serie B non so a cosa ti riferisci: tu hai attaccato la Schlein in quanto borghese, io ti ho dimostrato che non è un'argomentazione valida. Stop.

Dopodiché, torno a dirlo, delle persone giudico le idee e i fatti, del resto mi interessa men che zero. 

 

Torna in Italia e scendi in piazza, non capisco cosa fai ancora lì.

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1 minute ago, modifiedbear said:

Scendo in piazza lì dove vivo.
Non capisco questo tuo dar importanza ad una bandiera, francamente.

Veramente chi dà importanza alle bandiere sei tu: "ha studiato in Svizzera e poi negli USA - noi qui scendiamo in piazza - voi lì seguite i leader".  

E' molto semplice: invece di criticare da lì vieni qui e dimostraci come si scende in piazza e si è veri elettori di """sinistra""". Altrimenti evitiamo le prediche inutili e focalizziamoci sulle argomentazioni.

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8 hours ago, jimy84 said:

non ho votato, infatti non ho nemmeno seguito molto il dibattito delle primarie. Dato che non l´avevo mai sentita parlare prima, ho visto la scorsa settimana l´intervista di breaking italy alla Schlein e mi sono abbastanza cadute le braccia. l´ho trovata molto retorica, vaga, non entrava mai nei dettagli ma parlava spesso per slogan. altro che novitá, una politica molto "vecchia" come stile, una supercazzola dietro l´altra. tipo:

domanda: "Elly, come facciamo a recuperare il voto delle fabbriche?"

Schlein:"favorendo la transizione ecologica. ad esempio, lo sapete che il lago Ciad é quasi sparito a causa dei cambiamenti climatici?"

domanda: "si é vero, ma non so se sia abbastanza per convincere i precari a non votare per FdI e tornare a sinistra. Cosa si puó fare in concreto?"

Schlein: "Ci servono grandi battaglie di civiltá. ad esempio, lo sapete che Apple lo scorso anno ha pagato lo 0,005% di tasse in Irlanda?"

e cosí via per due ore. una delusione, dato che diverse persone me ne avevano parlato con grande entusiasmo. E onestamente, non capisco nemmeno come potrá essere una segretaria di rottura, dato che ha dietro il grosso della classe dirigente fallimentare (Franceschini! Orlando, Boccia, Zingaretti, Provenano, Letta e chi piú ne ha piú ne metta) che ha portato il PD all´irrilevanza attuale. 

 

Questo lascia perplessa anche me: sembra di sentire le tipe che facevano la “predica” di andare alla “mani” prima dei concerti al Leonka.

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22 minutes ago, @li said:

Questo lascia perplessa anche me: sembra di sentire le tipe che facevano la “predica” di andare alla “mani” prima dei concerti al Leonka.

A me sembra la classica universitaria "zecca" intellettualoide con l'aggravante del femminismo. Per quello dico che non potrà mai vincere a livello nazionale. Non riuscirà mai a parlare alla maggioranza del paese.

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2 hours ago, echoes said:

evitiamo le prediche inutili e focalizziamoci sulle argomentazioni.

 

10 hours ago, modifiedbear said:

l'unico argomento che possiamo utilizzare sono i risultati ottenuti negli ultimi decenni.
Quelli del popolo li vediamo qui, quelli degli intellettuali da salotto li vediamo dove stai tu.


Chi in piazza, chi a compiacersi di un leader.

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comunque, solo per dire, le piazze italiane non sono esattamente vuote: continui scontri per cospito e il 41bis, centinaia di lavoratori e imprenditori incazzati in tutte le parti d'italia, gli attivisti per il clima sempre più incalzanti... non è la rivoluzione, ma la situazione è parecchio agitata (e potrebbe peggiorare).

Per quanto riguarda la "fiducia nei leader" io non ne vedo molta in verità, anzi il sentimento più generalizzato mi sembra di totale sfiducia e rassegnazione verso qualsiasi classe politica (da cui l'astensionismo record).

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17 hours ago, Gasba said:

comunque, solo per dire, le piazze italiane non sono esattamente vuote: continui scontri per cospito e il 41bis, centinaia di lavoratori e imprenditori incazzati in tutte le parti d'italia, gli attivisti per il clima sempre più incalzanti... non è la rivoluzione, ma la situazione è parecchio agitata (e potrebbe peggiorare).

Per quanto riguarda la "fiducia nei leader" io non ne vedo molta in verità, anzi il sentimento più generalizzato mi sembra di totale sfiducia e rassegnazione verso qualsiasi classe politica (da cui l'astensionismo record).

Riguardo la gente in piazza: sì ma sono purtroppo sempre movimenti marginali. Guarda rispetto ai primi '00 anche il mondo "pacifista" quanto non sia più in grado di scendere in piazza nonostante la gran parte dell'opinione pubblica sia contraria alla strategia in atto.

Sì esatto, non c'è proprio nessuna fiducia nei leader in questa fase (a parte qualcuno a destra e qualcuno nei confronti di Conte). Il sentimento generalizzato è proprio totale assenza di partecipazione sfiducia totale. Alle regionali ha votato il 37% degli aventi diritto. Gomez ha fatto l'esempio della rana bollita: ecco noi in questo momento siamo rane bollite ovvero non in grado di reagire in quanto cotti a fuoco lento.

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  • 3 weeks later...

Intanto in Francia gli scontri per la riforma delle pensioni stanno raggiungendo un livello di intensità molto alto. Temo che alla fine purtroppo non si otterranno risultati ma già vedere un popolo che reagisce è qualcosa di bello in questi tempi di sodomizzazione e lobotomizzazione collettiva.

@modifiedbear dici che alla fine si otterranno dei risultati? Qui stanno smantellando quel poco di stato sociale che c'era nell'indifferenza collettiva. L'ultima è che si tasseranno di meno i ricchi e si premieranno gli evasori fiscali.

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3 hours ago, echoes said:

Intanto in Francia gli scontri per la riforma delle pensioni stanno raggiungendo un livello di intensità molto alto. Temo che alla fine purtroppo non si otterranno risultati ma già vedere un popolo che reagisce è qualcosa di bello in questi tempi di sodomizzazione e lobotomizzazione collettiva.

@modifiedbear dici che alla fine si otterranno dei risultati? Qui stanno smantellando quel poco di stato sociale che c'era nell'indifferenza collettiva. L'ultima è che si tasseranno di meno i ricchi e si premieranno gli evasori fiscali.

Semplificando all'estremo, gli scenari sono due: o Macron viene sfiduciato internamente (lunedì sapremo), o crolla per l'esplosione sociale. In un caso o nell'altro, la rivolta cittadina avrà segnato un punto - la città è nel caos generale e brucia da giorni, letteralmente, non si tratta di una semplice protesta burn-and-go.

Personalmente non sono contrario alla riforma in sé (anzi), ma le imputo lacune di connessione dei piani superiori con quelli inferiori, che fanno sì che ancora una volta si decida di agire in cima ai problemi e non alla radice.

Sto seguendo gli orrori giornalieri del governo Meloni, il cui ritratto di famiglia somigli sempre più ad una via di mezzo tra un film di fantascienza e una foto di Toni e Bepi che giocano a briscola al bar.
Ma come si fa a lasciar gli affari in gestione dei coglionazzi simili?
Un popolo più inattivo del pisello di un cadavere.

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1 hour ago, modifiedbear said:

Semplificando all'estremo, gli scenari sono due: o Macron viene sfiduciato internamente (lunedì sapremo), o crolla per l'esplosione sociale. In un caso o nell'altro, la rivolta cittadina avrà segnato un punto - la città è nel caos generale e brucia da giorni, letteralmente, non si tratta di una semplice protesta burn-and-go.

Personalmente non sono contrario alla riforma in sé (anzi), ma le imputo lacune di connessione dei piani superiori con quelli inferiori, che fanno sì che ancora una volta si decida di agire in cima ai problemi e non alla radice.

Sto seguendo gli orrori giornalieri del governo Meloni, il cui ritratto di famiglia somigli sempre più ad una via di mezzo tra un film di fantascienza e una foto di Toni e Bepi che giocano a briscola al bar.
Ma come si fa a lasciar gli affari in gestione dei coglionazzi simili?
Un popolo più inattivo del pisello di un cadavere.

Purtroppo il popolo italiano non è inattivo ma è colluso, certo non tutto ma una buona parte sì. L'evasione fiscale da record significa che ci sono tanti evasori fiscali pronti a votarti se gli dai il condono, il consumo di suolo record ci dice che c'è un esercito di cementari pronti a votarti se gli prometti che possono continuare impunemente a devastare il territorio e così via.

E' un paese nelle mani di industriali, corrottini vari, amici degli amici, aspiranti schiavisti, evasorini e ladruncoli ecco perché non si riesce a fare manco una legge sul salario minimo che nei paesi civili è la norma o un serio contrasto all'evasione. Non è che siano tutti così ma mancando totalmente il popolo inteso come tale alla fine vincono solo gli interessi dei pochi in grado di fare pressione. Gli onesti e persone per bene sono mediamente schiacciate in un paese che le vessa di continuo, non le valorizza, non le calcola, non le rappresenta e ad un certo punto se ne sbattono anche cercando di tirare avanti nonostante il contesto. La Meloni e il suo governo altro non sono che il prodotto di queste dinamiche oltre ad essere palesemente imbarazzanti.

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3 hours ago, echoes said:

Purtroppo il popolo italiano non è inattivo ma è colluso, certo non tutto ma una buona parte sì. L'evasione fiscale da record significa che ci sono tanti evasori fiscali pronti a votarti se gli dai il condono, il consumo di suolo record ci dice che c'è un esercito di cementari pronti a votarti se gli prometti che possono continuare impunemente a devastare il territorio e così via.

E' un paese nelle mani di industriali, corrottini vari, amici degli amici, aspiranti schiavisti, evasorini e ladruncoli ecco perché non si riesce a fare manco una legge sul salario minimo che nei paesi civili è la norma o un serio contrasto all'evasione. Non è che siano tutti così ma mancando totalmente il popolo inteso come tale alla fine vincono solo gli interessi dei pochi in grado di fare pressione. Gli onesti e persone per bene sono mediamente schiacciate in un paese che le vessa di continuo, non le valorizza, non le calcola, non le rappresenta e ad un certo punto se ne sbattono anche cercando di tirare avanti nonostante il contesto. La Meloni e il suo governo altro non sono che il prodotto di queste dinamiche oltre ad essere palesemente imbarazzanti.

Vero, ma i palazzinari evasori corrotti & amici dirigenti mangiamerda formano una porzione trascurabile di popolazione. Al popolo è lasciata incontrastabile la possibilità di mettere l'intero sistema in ginocchio a suo piacimento – la formula è semplice: no ordine = no ricchezza.

Ora, lasciando da parte i toni da rivoluzionario brufoloso da liceo classico, quello che è preoccupante non sono né Meloni né Toni e Bepi, ma il posto che questi personaggi metafisici riescono ad occupare senza che alcun movimento popolare ne contesti in maniera rilevante la posizione. I sindacati come gli allegri organizzatori della sagra del fagiolo.

Non si è neppure capaci di tenere il coltello internet/social dalla parte del manico ed utilizzarlo nella sua funzione di incubatore di movimenti di rivolta (a differenza addirittura degli iraniani o dei fottuti americani del #MeToo).

Perché mai reclamare i propri diritti o difendere lo stato sociale, quando c'è Netflix o quando gioca la Juve?
Perché mai sentirsi poveri quando con le Crocs edizione Gucci, il BigMac con Asiago DOP ed il priority boarding nei voli low cost possiamo essere ricchi tutti?
Life is cool.

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18 hours ago, modifiedbear said:

Vero, ma i palazzinari evasori corrotti & amici dirigenti mangiamerda formano una porzione trascurabile di popolazione. Al popolo è lasciata incontrastabile la possibilità di mettere l'intero sistema in ginocchio a suo piacimento – la formula è semplice: no ordine = no ricchezza.

Ora, lasciando da parte i toni da rivoluzionario brufoloso da liceo classico, quello che è preoccupante non sono né Meloni né Toni e Bepi, ma il posto che questi personaggi metafisici riescono ad occupare senza che alcun movimento popolare ne contesti in maniera rilevante la posizione. I sindacati come gli allegri organizzatori della sagra del fagiolo.

Non si è neppure capaci di tenere il coltello internet/social dalla parte del manico ed utilizzarlo nella sua funzione di incubatore di movimenti di rivolta (a differenza addirittura degli iraniani o dei fottuti americani del #MeToo).

Perché mai reclamare i propri diritti o difendere lo stato sociale, quando c'è Netflix o quando gioca la Juve?
Perché mai sentirsi poveri quando con le Crocs edizione Gucci, il BigMac con Asiago DOP ed il priority boarding nei voli low cost possiamo essere ricchi tutti?
Life is cool.

Non mi lancio nell'ennesima filippica che tu certamente condivideresti ma nelle frasi in grassetto c'è proprio l'essenza del problema.

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Per chi avesse tre minuti una disamina, a parer mio strepitosa, sul PD. Sulla Schlein ci andrei più cauto ma in generale mi ritrovo in pieno in questa analisi.

 

Commentare l’ascesa della nuova stella nel firmamento della “sinistra”, E.S., è in gran parte una perdita di tempo, ma siccome la tipologia di commenti critici che prevalgono sui social si sofferma, inappropriatamente, su tratti di natura biografica e personale, due parole sono opportune.

Che la biografia personale e politica della nuova segretaria del PD sia emblematica è vero, ma il punto da rimarcare è storico e politico, non personale. La vittoria alle primarie aperte – per quanto sia un sistema di elezione del segretario ridicolmente manipolabile – ha dato un responso che è perfettamente in linea con la storia del Partito Democratico.

Il PD è una degenerazione storica progressiva il cui ruolo odierno nella politica italiana è di permettere a una significativa parte dell’elettorato di continuare a mentirsi. C’è infatti una parte di popolazione che è cresciuta all’interno dello schematismo oppositivo destra-sinistra, che si vagheggia alla lontana “erede del grande PCI e della Resistenza”, che vuole continuare a tutti i costi ad immaginarsi “di sinistra”, e che tuttavia ha interessi di classe e orientamento ideologico coincidente al millimetro con le istanze liberali che sono state il primo obiettivo polemico del socialismo e del comunismo storici. A queste persone il PD fornisce da anni un preziosissimo alibi. Grazie al PD essi possono muoversi a braccetto con gli eredi di quel movimento storico che ha massacrato Allende, violentato il Vietnam, promosso il maccartismo, demolito senza pietà diritti sociali e servizi pubblici, sfruttato colonialmente e neocolonialmente mezzo mondo, svenduto i servizi sanitari alle multinazionali, costruito un’oligarchia finanziaria tecnocratica con capitale Davos, ecc. e possono farlo sentendosi “de sinistra” perché tengono appesi nelle stanche sedi qualche ingiallito poster di Gramsci o Che Guevara.

La ragione per cui l’unica buona notizia che può provenire dalle fila del PD sarebbe la notizia del suo scioglimento non ha a che fare con un qualche rancore particolare, ma con la constatazione oggettiva che il PD ha solo questa funzione storica: quella di permettere il sussistere di una vernice di falsa coscienza buonista a copertura di una sostanza di completa aderenza all’agenda del potere liberalcapitalista.

Ma qual è questa agenda? Il nucleo centrale di questa agenda è molto semplice: si tratta di smantellare ogni forma di identità (individuale, storica, politica, naturale) che faccia resistenza alla tendenza generale del capitale. E qual è questa tendenza generale? È la tendenza a favorire l’assoluta liquidità delle relazioni (flessibilità, mobilità territoriale, precarietà, adattamento illimitato alle esigenze della produzione), in modo da permettere all’unica finalità dell’autoriproduzione del capitale di imporsi senza resistenze. 

Ciò che crea problemi a questa tendenza sono tutte le strutture di radicamento e appartenenza: famiglie, comunità, stati-nazione, religioni, ideologie classiche, visioni del mondo strutturate in generale. Chiunque ponga al vertice dei propri valori una qualunque di queste istanze tende a creare una matrice di resistenza nei confronti del meccanismo guida del capitale, che esige l’assoluta disponibilità a trasformarsi internamente e spostarsi esternamente in ogni modo che possa risultare funzionale al macchinario mondiale della produzione-consumo.

Il gioco cui si è prestato il PD in modo esemplare (ma non solo il PD, ovviamente) è esattamente questo. Se infatti uno volesse andare alla ricerca di cosa hanno in comune politiche così diverse come il sostegno alla globalizzazione, le politiche di apertura dei confini, l’introduzione di agende mercatiste nell’istruzione e nella sanità, il supporto a ogni iniziativa biopolitica che mini le forme famigliari a base naturale, la rivendicazione di ogni minoranza salvo quelle di rilevanza politica, la distruzione delle tutele del lavoro dipendente e delle garanzie per il lavoro indipendente, ecc., tutto ciò e molto altro non ha niente di comune salvo alimentare il processo di liquefazione delle relazioni. L’orizzonte cui il meccanismo complessivo tende è la riduzione di ogni gruppo sociale a somma di individui, e di ogni individuo a somma di obiettivi variabili, dettati dalla propaganda o dalla pubblicità del momento: la liquefazione e liquidazione del mondo.

Ecco, se si comprende questa dinamica fondamentale, si comprende bene perché la nuova segretaria del PD è semplicemente lo sbocco coerente (e direi terminale) del processo degenerativo nato nel novembre 1989 alla Bolognina. Non è colpa sua. Fa semplicemente inconsapevolmente parte di quei Young Global Leaders (come li chiama Schwab: da Trudeau a Sanna Marin) che, essendo nati e vissuti integralmente nell’atmosfera culturale del neoliberalismo, ed essendo stati nutriti culturalmente di giornalettismo progressista, non hanno semplicemente accesso a nulla di ciò che il mondo e l’umanità sono stati (e fuori dall'Occidente ancora sono). Perciò la loro aderenza alle agende del potere costituito, finanziario e tecnocratico, è sincera e senza remore. Donde il fascino della loro serena semplicità, che li rende telegenici e appetibili alle nuove generazioni.

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