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2023: "C'è roba gustosa in arrivo"


Lacatus

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7 minutes ago, Wanderer said:

@Lacatus ti segnalo un concerto di Sting in sardegna:prego:

Grazie! Ho saputo... Tra l'altro mi sono incazzato perché anni fa Stingone suonò all'Anfiteatro Romano di Cagliari, ora chiuso agli eventi per colpa della soprintendenza :martel: , per cui, non essendoci altri spazi per la musica dal vivo d'estate, si esibirà alla Forte Arena, uno spazio moderno di pertinenza del resort Forte Village... Una mezza porcheria insomma...

Parlando sempre di Police, qualche anno fa Stewart Copeland si è esibito al tempio punico-romano di Antas, con questa cornice, decisamente meglio:

Dettaglio - Sardegna Digital Library

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56 minutes ago, @li said:

@edo quello delle Boygenius è un dischetto però ha dentro due o tre pezzi davvero appicicosissimi 

@Wanderer il riassunto del disco te lo fa la ali. io ho un debole per la Bridgers, anche perché è una fanatica di Elliott Smith - il suo ultimo disco Punisher (per me fondamentale durante il primo lockdown) è ricco di omaggi e citazioni. Le altre due le conoscevo meno, ma nel complesso mi pare che si integrano bene, soprattutto dal punto di vista delle armonie vocali. 

E' un disco leggero leggero, ma è pop fatto bene e nei primi mesi dell' anno - diciamo fino all' estate - l'ho ascoltato tantissimo. 

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Castaldo scrive una banalità che non è più una banalità

Un cantante non si giudica da quanti biglietti vende
L'ossessione per la statistica, per gli streaming fatti, per i dischi venduti, per i sold-out rende impossibile parlare di valore musicali o di validità di un progetto

Che passione i numeri, o meglio che disastro. Sembra la nuova ossessione di questi tempi barbarici, l’unico e definitivo criterio di valutazione per ogni aspetto dell’attività umana. Il tema è ovviamente generale, riguarda vari aspetti della nostra società, ma in musica è diventato addirittura paradossale, con punte che rasentano la comicità. Le informazioni che riguardano gli artisti partono oggi tutte o quasi da cifre, prima di qualsiasi altra forma di descrizione.

Le formule più usate sono: l’artista da 10 milioni di streaming, l’artista che ha riempito due stadi, il cantante più suonato questa settimana in radio, l’artista più giovane che sia arrivato al primo posto della classifica in una sola settimana, il primo artista che ha fatto sold-out in soli sette minuti e mezzo, e così via dicendo. Le varianti si sprecano, la fantasia almeno in questo settore sembra effettivamente illimitata, l’importante è che ci sia qualche numero altisonante, altrimenti non si è nessuno.

Altri criteri un tempo validi, tipo il senso del progetto, il valore musicale, gli argomenti, contano sì, ma sempre dopo una bella sparata di dati che già devono darci l’impressione corretta. Non è colpa dei singoli, è ormai una modalità diffusa, una regola che è diventata talmente normale da non essere quasi più notata. È una malattia che viene da lontano, si parte dagli indici d’ascolto tv, un tempo presi, si diceva, come semplice aggiuntiva indicazione, poi diventati una mannaia che decide destini di programmi, ma il guaio è che questa logica è tracimata ovunque, ha aggredito la musica e ne ha condizionato la natura, i processi creativi, il mercato, si finisce per confondere la quantità per la qualità.

Ho fatto i numeri, allora ho ragione. I numeri contano, per carità, hanno sempre contato, fa piacere a tutti accumulare consensi, basterebbe ricordarsi che insieme ai numeri nella vita c’è anche qualcos’altro.

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5 minutes ago, Wanderer said:

Castaldo scrive una banalità che non è più una banalità

Un cantante non si giudica da quanti biglietti vende
L'ossessione per la statistica, per gli streaming fatti, per i dischi venduti, per i sold-out rende impossibile parlare di valore musicali o di validità di un progetto

Che passione i numeri, o meglio che disastro. Sembra la nuova ossessione di questi tempi barbarici, l’unico e definitivo criterio di valutazione per ogni aspetto dell’attività umana. Il tema è ovviamente generale, riguarda vari aspetti della nostra società, ma in musica è diventato addirittura paradossale, con punte che rasentano la comicità. Le informazioni che riguardano gli artisti partono oggi tutte o quasi da cifre, prima di qualsiasi altra forma di descrizione.

Le formule più usate sono: l’artista da 10 milioni di streaming, l’artista che ha riempito due stadi, il cantante più suonato questa settimana in radio, l’artista più giovane che sia arrivato al primo posto della classifica in una sola settimana, il primo artista che ha fatto sold-out in soli sette minuti e mezzo, e così via dicendo. Le varianti si sprecano, la fantasia almeno in questo settore sembra effettivamente illimitata, l’importante è che ci sia qualche numero altisonante, altrimenti non si è nessuno.

Altri criteri un tempo validi, tipo il senso del progetto, il valore musicale, gli argomenti, contano sì, ma sempre dopo una bella sparata di dati che già devono darci l’impressione corretta. Non è colpa dei singoli, è ormai una modalità diffusa, una regola che è diventata talmente normale da non essere quasi più notata. È una malattia che viene da lontano, si parte dagli indici d’ascolto tv, un tempo presi, si diceva, come semplice aggiuntiva indicazione, poi diventati una mannaia che decide destini di programmi, ma il guaio è che questa logica è tracimata ovunque, ha aggredito la musica e ne ha condizionato la natura, i processi creativi, il mercato, si finisce per confondere la quantità per la qualità.

Ho fatto i numeri, allora ho ragione. I numeri contano, per carità, hanno sempre contato, fa piacere a tutti accumulare consensi, basterebbe ricordarsi che insieme ai numeri nella vita c’è anche qualcos’altro.

Dico io una banalità? 

Un cantante non si giudica. Un cantante si ascolta.

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1 minute ago, Lacatus said:

Facessero pure loro musica, invece di criticare...

Veramente: io detesto la critica. Sono riusciti a farmi odiare Iosonouncane, immagina un po'...

Ti capisco. Pure io che un po' di critica, seppur a livello bassissimo, la faccio, reggo poco quel ruolo (non ti dico puoi in questo periodo dell'anno).

Posto che io non sono nessuno, eh. :rolleyes:

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Scoperta sta roba qua: https://okum.bandcamp.com/album/massimo-silverio-hrudja

Massimo Silverio is a songwriter and musician born in 1992 in Cercivento (Udine) in the heart of the historical-geographical region of Carnia. He writes and sings in his native language, a minority language called “carnic” spoken in the Carnic Alps of Friuli Venezia Giulia.

Sono a metà disco e può ricordare: Soap&Skin, Jaar di Cenizas, pure i nostri qua e la

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6 minutes ago, petlifesaver said:

Scoperta sta roba qua: https://okum.bandcamp.com/album/massimo-silverio-hrudja

Massimo Silverio is a songwriter and musician born in 1992 in Cercivento (Udine) in the heart of the historical-geographical region of Carnia. He writes and sings in his native language, a minority language called “carnic” spoken in the Carnic Alps of Friuli Venezia Giulia.

Leggo che fra i collaboratori c'è Vieri Cervelli Montel, della scuderia di Iosonouncane (Tanca Records).

Sono curioso di sentire :music:

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il mio 2023

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Lemon Twigs - Everything Harmony

Homunculus res - Ecco l'impero dei doppi sensi

The Waeve 

Blue - Ballad of darren

Peter Gabriel - I/O

 

VERY GOOD

Everything but the girl - Fuse

Dave Newhouse - Autobiographie

Rascal Reporters - The strange case of Steve

Storm (o) - endocannibalismo

Aether

Blonde Redhead - Sit down for dinner

PRETTY GOOD

Luciano Margorani e Dario D'Alessandro - Dieci pezzi facili

Iosonounacagna - Spira

Calcutta - relax

 

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