Jump to content

L'ora del jazz


Lacatus

Recommended Posts

Siete credenti?

No perchè dopo aver sentito "John Coltrane Quartet: The Complete Village Vanguard Recordings" non lo sarete più.

Box di quattro dischi con le registrazioni integrali del quartetto di Trane (plus Dolphy e altri) dei concerti tenuti al Vanguard a Novembre del 1961

Non preoccupatervi se troverete più o meno gli stessi pezzi tra un giorno e l'altro: i temi sono solo viatici per improvvisazioni di fuoco, diverse da sera a sera. Qualita audio magistrale e beh, sulla qualità dei musicisti neanche vi parlo...

Prendetevelo, procuratevelo, fate qualcosa per averlo insomma

Link to comment
Share on other sites

  • Replies 1.8k
  • Created
  • Last Reply

Top Posters In This Topic

Piccolo OT:

April in Paris - Count Basie

Giant Steps - John Coltrane

Let's Get Lost - Chet Baker

Moanin' - Art Blakey and The Jazz Messengers

Move - Miles Davis

Night and Day - Charlie Parker

Snap Crackle - Roy Haynes

St. Thomas - Sonny Rollins

Ma che ficata è giocare a GTA IV con questi pezzoni in sottofondo quando sei in auto? Grandissima Jazz Nation Radio! :laugh:

Link to comment
Share on other sites

Siete credenti?

No perchè dopo aver sentito "John Coltrane Quartet: The Complete Village Vanguard Recordings" non lo sarete più.

Box di quattro dischi con le registrazioni integrali del quartetto di Trane (plus Dolphy e altri) dei concerti tenuti al Vanguard a Novembre del 1961

Non preoccupatervi se troverete più o meno gli stessi pezzi tra un giorno e l'altro: i temi sono solo viatici per improvvisazioni di fuoco, diverse da sera a sera. Qualita audio magistrale e beh, sulla qualità dei musicisti neanche vi parlo...

Prendetevelo, procuratevelo, fate qualcosa per averlo insomma

Ormai sei una garanzia W. ,

favoloso . .

Link to comment
Share on other sites

Ah ah allora qualcuno l'ha ascoltato il completo di Trane al village vanguard!

Tra l'altro inserito come tra i migliori tre live di jazz mai registrati

Non è la migliore versione che c'è nel live (quella della quarta serata la supera, completamente folle)

ma

http://www.youtube.com/watch?v=ztDKYI6tVjk

un ascolto va' dato

Link to comment
Share on other sites

  • 2 weeks later...

Bisogna partite dalle basi

la sfiga è anche che la musica di Coleman la conosco poco...

Comunque fa specie pensare che questo disco è uscito nel 1959 (stesso anno di Giant Steps e Kind Of Blue)

Invece se volete un bel disco, anche questo pianoless, uscito di recente, vi consiglio caldamente il debuttto degli Endangered Blood, con Chris Speed, Trevor Dunn e Jim Black tra gli altri

Uscito nel 2011 è uno dei migliori cd Jazz che ho sentito di recente

Per descriverlo in una sola parola: crudo

Link to comment
Share on other sites

Beh altri dischi del quartetto di Stanko (conosco solo Lontano e l'ho sentito tanto tempo fa) e il trio del pianista di Stanko, Marcin Wasileski (January/Faithful).

In generela se ti piace questo sound "confort" ti piacerà quasi tutto il Jazz dell'etichetta ECM, che predilige produzioni leccate e patinate di Jazzisti europei.

Altri nomi (questi due da recuperare assolutamente) i geniali Jan Garbarek (il doppio Rites) e John Hassell (il secondo un pò diverso, ma dovrebbe piacerti, ne ho parlato nelle pagine precedenti).

Di John Hassell prova "Last Night The Moon Came With His clothes Off The Streets"

Va detto che a me questo tipo di Jazz dopo un breve entusiasmo inziale piace poco, perchè tropo bolso

Hassell escluso, ma lui è tutt'altra roba

Link to comment
Share on other sites

Beh altri dischi del quartetto di Stanko (conosco solo Lontano e l'ho sentito tanto tempo fa) e il trio del pianista di Stanko, Marcin Wasileski (January/Faithful).

In generela se ti piace questo sound "confort" ti piacerà quasi tutto il Jazz dell'etichetta ECM, che predilige produzioni leccate e patinate di Jazzisti europei.

Altri nomi (questi due da recuperare assolutamente) i geniali Jan Garbarek (il doppio Rites) e John Hassell (il secondo un pò diverso, ma dovrebbe piacerti, ne ho parlato nelle pagine precedenti).

Di John Hassell prova "Last Night The Moon Came With His clothes Off The Streets"

Va detto che a me questo tipo di Jazz dopo un breve entusiasmo inziale piace poco, perchè tropo bolso

Hassell escluso, ma lui è tutt'altra roba

Grazie moltissimo.

Di Hassell avevo ascoltato Vernal Equinox ma, ehm, uhm, con scarsi risultati. :divano: Riproverò con Last Night etici etici.

Sto cercando Garbarek - trovato.

Link to comment
Share on other sites

Hassell può essere difficile come approccio, però penso che nel suo ultimo disco puopi trovare quello che cerci, anche se molto meno ritmico e amnbientale

Stasera Lenny White a Vicenza...e mi becco il secondo componente di Bitches Brew live nel giro di poche settimane

Link to comment
Share on other sites

Beh altri dischi del quartetto di Stanko (conosco solo Lontano e l'ho sentito tanto tempo fa) e il trio del pianista di Stanko, Marcin Wasileski (January/Faithful).

In generela se ti piace questo sound "confort" ti piacerà quasi tutto il Jazz dell'etichetta ECM, che predilige produzioni leccate e patinate di Jazzisti europei.

Altri nomi (questi due da recuperare assolutamente) i geniali Jan Garbarek (il doppio Rites) e John Hassell (il secondo un pò diverso, ma dovrebbe piacerti, ne ho parlato nelle pagine precedenti).

Di John Hassell prova "Last Night The Moon Came With His clothes Off The Streets"

Va detto che a me questo tipo di Jazz dopo un breve entusiasmo inziale piace poco, perchè tropo bolso

Hassell escluso, ma lui è tutt'altra roba

Di Garbarek ho letto un gran bene specialmente di Dis che a quanto pare è composto con il contributo di uno strumento particolare che suona da solo se esposto ai venti. Una roba concettualmente molto affascinante, tu lo hai ascoltato?

Link to comment
Share on other sites

Per la serie dei "Cornerstone" che non possono assolutamente mancare, uno è assolutamente questo:

Bill Evans Trio - The Complete Village Vanguard Recordings, 1961

Che cosa dire su Bill Evans se non che è stato uno dei più grandi pionieri della forma d'arte americana per eccellenza, ovvero il Jazz? Timido, introverso, profondo e sopratutto bianco come il latte (notazione che all'epoca aveva rilevanza notevole) Bill Evans ha completamente formato il piano Jazz, assieme a veri maestri dei tasti come Monk, Lennie Tristano, Bud Powell, McCoy Tyner e Horace Silver giusto per citarne pochi. Il punto è che il modo di suonare di Evans è completamente rivoluzionario: uno stacco nettissimo rispetto ai boppers e i pianisti blues.

Con un nutritissimo bagaglio classico che si fa sentire in ogni sua nota (Debussy chiaramente, poi Chopin e Ravel e Satie) e che lo pone all'avanguardia nel suo strumento (mai un pianista aveva suonato cosi poco "negro", appunto!), Evans si fa notare "in città" licenziando un bellissimo disco in Trio, che rimarrà la sua formazione preferita per sempre. Partecipando (molto più attivamente di quello che si potrebbe pensare) a quell'incredibile capolavoro della musica tutta che risponde al nome di "Kind of Blue" di Miles, Evans getta le basi per l'utilizzo della musica modale (teorie di George Russell) nel Jazz. E sempre di più cercherà di scoprine i meccanismi più remoti, di quella musica e di quell'ensemble che è il Piano Trio.

Si può dire che il punto più alto della sua "spontanea mibuziosa ricerca" sia arrivata proprio in queste registrazioni, che documentano il live che il Trio stabile di Evans, con Scott La Faro al contrabbasso e Paul Motian alla batteria, tenne al Village Vanguard il 25 Giugno 1961. E da allora niente saràò come prima!

L'interplay che scaturisce da questo live (di 3 set: due al pomeriggio e uno alla sera) è qualcosa di ineguagliato, la summa di tutto quello che vuol dire improvvisare assieme su un tema. Un trio completamente telepatico, con tre entità musicali una al servizio dell'altra. Il lirismo del piano di Evans, la cui ricerca melodica è fitta e continua e arriva a punti che non si pensava si potesse toccare, unito al suo magistrale tocco intinto di lirismo; la cavata del contrabbasso di La Faro, che scardina per la prima la volta il contrabbasso dal ruolo di semplice accompagnatore e lo trasforma in strumento lirico, grave, alla pari del piano appunto. E che dire del sublime lavoro alla batteria di Paul Motian, maestro indiscusso dell'uso delle "brushes" anche lui figuriamoci se semplice accompagnatore: creatore di intelaiature ritmiche di raffinatezza ineguagliata. Si può dire che anche grazie a lui la batteria Jazz in triocomincia a vivere una nuova stagione: non più merò accompagnamento swing, ma utilizzo creativo del set al sertvizio dell'interplay. Tutte cose che per noi ora sono scontate, ma grazie al lavoro di questi singori!

E dire che era tutto iniziato storto: alla prima canzone un blackout aveva interrotto per qualche secondo la registrazione! Fortuatamente la cosa si sitemò nel giro di pochi secondi e la storia potè proseguire il suo corso. Tra splendide ballate (My Foolish Hearth", "Some Other Time" - Evans aveva la reputazione di essere "quello delle ballad" perchè poteva infilarne anche 3 di fila!), valzer dal sapore Chopiniano (Waltz For Debby") e improvvisazioni in bilico tra lirismo e swing (All Of You e Gloria Step ne sono un esempio), il quadro si completa in una giornata e il capolavoro è presto fatto (non che i tre si rendessero pienamente conto della cosa...).

Un lavoro su armonie e melodia profondissimo cosi come sul ritmo, mai come qui libero e armonioso, una ricerca all'innovazione costante (ed è incredibile pensare che il tutto sia avvenuto in modo tanto spontaneo), un interplay probabilemente mai più raggiunto da qualsiasi altro Piano Trio (e forse gruppo stabile...), lavoro mirabile sui rispettivi strumenti e - sopratutto - un intensità e una lucidità emozionanti, da togliere il fiato. E sarà anche l'ultima esibizione del Trio, perchè da li a dieci giorni La Faro morirà in un incideente stradale, lasciando un vuoto incolmabile (tanto che Evans pensò di ritirarsi dalle scene)

Questo box raccoglie le registrazioni integrali del concerto; in "Sunday At Village Vanguard" e "Waltz for Debby" si possono trovare soltanto alcune delle tracce qui presenti. Consiglio l'acquisto del box oltre che per l'integralità, anche per il lavoro sul suono (ottimo, un pò il prototipo della registrazioneal Jazz Club, con le voci dei clienti che si amalgamo con gli strumenti) e, perchè no, anche per le belle note di copertina del produttore Orrin Keepnews.

Curiosità: è stato votato miglior live di tutti i tempi di musica Jazz su allaboutjazz.com

Prendetevelo!

Link to comment
Share on other sites

http://www.youtube.com/watch?v=hykgV1Ms-hM

Da Meditations (1965), probabilmente l'album più estremo di Coltrane (ben più di Ascension!). Quartetto classico più Rashied Ali (batteria) e Pharoah Sanders (sax tenore). Meditations è una "spiritual free jazz suite" ed è l'ultimo lavoro che Coltrane vedrà pubblicato. Vorrei segnalarvi una fantastica analisi tecnico-musicale del sassofinista Dave Liebman su "Meditations": se cercate su google "coltrane meditations liebman" trta i risultati trovere un pdf che riproduce questa analisi, assolutamente competente e affascinante.

Di Meditations ho poco da dire, se non è che è per me il disco più ostico di Coltrane, disco nel quale sto cercando di "perdermi" definitivamente, ma che lascia già intravedere bagliori di splendore unico (non di certo al primo ascolto!). La traccia che ho postato è probabilmente quanto di più intenso Trane abbia mai mai composto.

Link to comment
Share on other sites

Tante novità in questi giorni

- Domani esce il nuovo disco del trio di Mehldau (quindi presumo ci saranno date...vi consiglio di non perderli), il primo del pianista americano con il trio in composizioni originali dal 2005

- Ad aprile esce il nuovo disco di Kenny Garrett, altosassofinista rinomatissimo che anche lui torna dopo un bel periodo di assenza..(consiglio di non perderlo neanche questo...3 date in italia tutte nel meridione a Salerno e Foggia e Goia del Colle)

- E' uscito da poco un nuovo disco di Zorn che mi dicono molti essere notevolissimo, con il quartetto di Cyro Baptista (a chi interessa di Zorn ne già uscito un altro in sti giorni)

Link to comment
Share on other sites

  • 2 weeks later...

I Medeski Martin And Wood saranno a Roma in Aprile se non sbaglio...ecco, per tutti voi amanti delle jam groovose ma che non disdegnano il free e gli "svasi" sonori; ecco un motivo per non perderseli

http://www.youtube.com/watch?v=-ISA9nTgXYw

Veramente andate, questi 3 signori sono quanto di meglio si possa trovare per interplay e sterminata conoscenza dei propri strumenti (andate anche se non vi piace il Funk)

e

poi costa 10 euro quindi anche se vi farà schifo non ci perdete troppo

Link to comment
Share on other sites

E sempre riguardo i Medeski, sono ancora in ascolto quindi il mio è un giudizio in divenire, ma pigliatevi l'Electric Live al Tonic

un live completamente improvvisato che dimostra che il Jazz non è solo quel genere da salotto stnantio e ammuffito come alcuni dicono...

Quando lo ascolterò per bene vi dirò se mantiene le promesse di queste prime tracce (ovvero: live sonico, allucinato e groovoso)

Link to comment
Share on other sites

Create an account or sign in to comment

You need to be a member in order to leave a comment

Create an account

Sign up for a new account in our community. It's easy!

Register a new account

Sign in

Already have an account? Sign in here.

Sign In Now
  • Recently Browsing   0 members

    No registered users viewing this page.


×
×
  • Create New...