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L'ora del jazz


Lacatus

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ascoltatevelo il cd di Ornette, consigilato.

Riguardo dischi alla Davis elettrico, ti conviene continuare sualla scia di dischi sempre suoi (In a silent way/On the corner e sopratutto A Tribute To Jack Johnson) cvhe però non arrivano alla bellezza di BB

da li però puoi muovertti verso il jazz rock e la fusion, se ti piacciono le sonorità

tipo Mahavisnu Orchestra, Weather Report, Chick Corea Return To Forever, Tony Williams Lifetime, Billy Cobham ecc ecc

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ascoltatevelo il cd di Ornette, consigilato.

Riguardo dischi alla Davis elettrico, ti conviene continuare sualla scia di dischi sempre suoi (In a silent way/On the corner e sopratutto A Tribute To Jack Johnson) cvhe però non arrivano alla bellezza di BB

da li però puoi muovertti verso il jazz rock e la fusion, se ti piacciono le sonorità

tipo Mahavisnu Orchestra, Weather Report, Chick Corea Return To Forever, Tony Williams Lifetime, Billy Cobham ecc ecc

no il fusion in realtà non mi piace affatto...adoro bitches brew perchè è pura psichedelia primitivista, non credo troverò mai qualcosa di simile

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L'EST è uno delle formazioni più interessanti del jazz europeo. In realtà sono parecchio sperimentatori, davvero apprezzabili. Il Live In Hamburg è davvero un gioiellino, cosi come altre release in studio

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Peccato che Svensson sia scomparso un paio di anni fa...

sì sì lo so che sono parecchio interessanti, ho ascoltato gran parte della loro discografia! beh già il pezzo che ho postato è una specie di jazz-orchestrale quindi proprio ordinario non è...loro sono tra i pochissimi trio contemporanei che si sono meritati il mio interesse :ok:

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  • 3 weeks later...

scusate l'intromissione off-topic, ma echoes grande avatar! archigram :prego:

:clapclap:

non pensavo che qualcuno lo avrebbe notato...

beh le città utopiche degli archigram sono davvero fighissime, walking city poi :wub:

anche tu architetto?

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  • 3 weeks later...

Bellissimo, come quasi tutti i cd di Hassell

Ti posso consigliare questo che hai postato, poi Fascinoma (l'unico suo disco acustico, davvero splendido dove suona standard, ma alla sua maniera "quartomondista") e poi se ti piacciono le svisate e le commistioni ambient jazz Power spot e Fourth World con Eno

(l'ultimo sopratutto)

Un vero pionere.

Estate

Chasm - Hassell/Eno

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  • 3 weeks later...
  • 1 month later...

L'altroieri ero ad Umbria jazz a sentire Herbie Hancock, Wayne Shorter e Marcus Miller in "Tribute To Miles", in cui i tre "studenti" eologiviano il Maestro Miles.

Sono partiti con un pezzo di 30 minuti in cui dentro hanno infilato tutti temi davisiani, ma rivisditandoli poi, nello sviluppo, in maniera molto diversa, più elettrica, non disdegnando per altro qualche bullata per il pubblico.

Tipo ricordo che Hancock ha improvvisato con gli effetti voice della tastiera sul riff di Bitches Brew.

Poi hanno fatto, separate, Tutu e altri cavalli di battaglia di Miles

Detto cosi sembrerebbe il concerto del secolo e invece vi dirò..,.ovviamente bellissimo vederli e sentire che arrangiamenti paurosi hanno fatto e sopratutto vedere come suonano, ma l'impressione finale è stata questa: si davvero bellissimo in certi momenti, ma alcune cose non hanno convinto del tutto

Per onore a loro, musicisti con pella cubiche, e hanno tirato fuori più di qualche chicca, ma a livello imprtovvisativo mi sono sembrati molto tirati, forse perchè chiusi all'interno della categoria "canzone unica da unirew in molte parti" e del "tributo a Miles"

Cioè concerto notevole, ma poteva essere memorabile

Intanto, quella che per me è la canzone più bella di Coltrane

After The Rain

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  • 2 weeks later...

Per chi voleva un pò di Jazz fuori di testa, questo è immancabile

Eric Dolphy - Out To Lunch! (Blue Note, 1964)

L'unica uscita di Dolphy per la Blue Note è anche il disco più riuscito della sua breve carriera. Alto sassofonista, clarinettista basso e flautista, Dolphy è una delle figure chiave di quell'avant grade jazz che nei primi anni 60 si accostò alla scena modale allora dominante.

La sua musica non ha molti paragoni nel panorama jazzistico dell'epoca, a parte forse rispetto a quella del contrabbassistsa Charles Mingus (che infatti lo volle con sè in una tournèè euroepa successivamente): entrambi ideatori di un jazz fuori dagli schemi, ponte ideale per il passaggio dal modale alle rivoluzione Free di Coleman, che sarebbe avvenuta di li a poco.

Tra l'altro, va anche detto che Dolphy era uno dei sassofonisti preferiti di Coltrane, e i due si trovarono più volte ad incidere assieme (memorabili le registrazioni dal vivo del quartetto di Trane+Dolphy al Village Vanguard nel 1961)

L'ensemble che dà vita a questo Out To Lunch è dei migliori: stiamo parlando di uno dei migliori trombettisti di casa Blue Note, Freddie Hubbard, di Tony Williams (già dentro il quintetto di Miles) alla batteria, di Richard Davis al contrabbasso e di Bobby Hutcherson al vibrafono, oltre a Dolphy stesso, naturalmente.

L'assenza del pianoforte è fondamentale; non dano riferimenti di accordi la musica si sviluppa libera, ma senza mai arrivare alla cacofonia, anzi, liberando un equilibriio imrpovvisativo che poche altre volte si era sentito.

La traccia Hat & Beard è dedicata a Monk, mentre la traccia "Gazzelloni" è dedicata al flautista italiano Severino Gazzelloni, maestro di Dolphy per qualche tempo.

Purtroppo, poco dopo l'uscita del disco, Dolphy, in quel momento in tour in Europa con Mingus (tour necessario visto il poco successo che aveva in USA) scomparve prematuramente per diabete.

Hat And Beard

Something Sweet, Something Tender

Gazzelloni

Out To Lunch 1

Out To Lunch 2

Straight Up And Down

(intero cd sul Tubo :prego: )

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  • 1 month later...

Per chi voleva un pò di Jazz fuori di testa, questo è immancabile

Eric Dolphy - Out To Lunch! (Blue Note, 1964)

L'unica uscita di Dolphy per la Blue Note è anche il disco più riuscito della sua breve carriera. Alto sassofonista, clarinettista basso e flautista, Dolphy è una delle figure chiave di quell'avant grade jazz che nei primi anni 60 si accostò alla scena modale allora dominante.

La sua musica non ha molti paragoni nel panorama jazzistico dell'epoca, a parte forse rispetto a quella del contrabbassistsa Charles Mingus (che infatti lo volle con sè in una tournèè euroepa successivamente): entrambi ideatori di un jazz fuori dagli schemi, ponte ideale per il passaggio dal modale alle rivoluzione Free di Coleman, che sarebbe avvenuta di li a poco.

Tra l'altro, va anche detto che Dolphy era uno dei sassofonisti preferiti di Coltrane, e i due si trovarono più volte ad incidere assieme (memorabili le registrazioni dal vivo del quartetto di Trane+Dolphy al Village Vanguard nel 1961)

L'ensemble che dà vita a questo Out To Lunch è dei migliori: stiamo parlando di uno dei migliori trombettisti di casa Blue Note, Freddie Hubbard, di Tony Williams (già dentro il quintetto di Miles) alla batteria, di Richard Davis al contrabbasso e di Bobby Hutcherson al vibrafono, oltre a Dolphy stesso, naturalmente.

L'assenza del pianoforte è fondamentale; non dano riferimenti di accordi la musica si sviluppa libera, ma senza mai arrivare alla cacofonia, anzi, liberando un equilibriio imrpovvisativo che poche altre volte si era sentito.

La traccia Hat & Beard è dedicata a Monk, mentre la traccia "Gazzelloni" è dedicata al flautista italiano Severino Gazzelloni, maestro di Dolphy per qualche tempo.

Purtroppo, poco dopo l'uscita del disco, Dolphy, in quel momento in tour in Europa con Mingus (tour necessario visto il poco successo che aveva in USA) scomparve prematuramente per diabete.

Hat And Beard

Something Sweet, Something Tender

Gazzelloni

Out To Lunch 1

Out To Lunch 2

Straight Up And Down

(intero cd sul Tubo :prego: )

avevo questo disco da parecchio tempo, ma non l'avevo mai ascoltato con troppa attenzione, e l'avevo abbandonato.

quest'estate ho letto questo tuo post e mi sono incuriosito, sono andato a ripescarmelo e l'ho consumato. davvero immenso.

comunque anche per me l'estate è jazz. un giorno mi son messo ad ascoltare karma di sanders in terrazza alle 2 del pomeriggio, zero arieggiato, quindi con almeno 59 gradi percepiti. fantastico!

dopo un quarto d'ora ero in piscina però :laugh:

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brubeck_timef.jpg

Dave Brubeck Quartet - Time Out

Questo lo trovo molto un album jazz estivo, infatti viene catalogato nel filone cool jazz. Molti questo filone lo snobbano, perchè quello di marca "nero" è quello originale, ma il cool jazz, è stato qualcosa che andava fuori dagli schemi imposti, che cercava di allontanarsi da quello che si faceva nella Grande Mela.

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