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A Moon Shaped Pool


Lacatus

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1 hour ago, Wanderer said:

A MOON SHAPED POOL - A FUCKIN' DRUM REVIEW

 

Questo è il post dedicato agli zii Phil e Clive. Cercherò di aggiornarlo man mano che noto cose in più durante gli ascolti

 

Burn The Witch

Iniziamo subito dalle cose più inutili: non lo posso dire con certezza, visto che il mix nasconde un po' le cose, ma sul ritornello potrebbero esserci due batterie. Per il resto c'è questa ritmica suonata su un pad (il roland sp di Clive?) o è un sequencer (la drummachine di thom per tmb? i suoni paiono quelli). Ad ogni modo, tempo molto funkeggiante e "nero"! abbastanza inedito per loro. 

Daydreaming

Bene. ottimo lavoro, bravi, bis (I)

Decks Dark

Inizia con un altro suono che viene da un pad/ o thom TMB style. Poi entra la batteria "naturale": il tempo è un funk/soul dritto ma con qualche accento che smuove la situazione, per rendere la situazione più sinuosa e sensuale quasi; è un groove semplice, ma che ci sta. Interessanti i fill e quei radi colpi sulla campana del ride (si Laca, qui un piatto c'è). Io che conosco un pochino Clive anche fuori dai Radiohead, tendo a dire che sia un tempo suo, lo dico sopratutto per i fill che fa che paiono poco "Philleschi". Ma può essere benissimo anche phil a suonare. Dal vivo la sentiremo con due batterie? Con Phil alla batteria e Clive al Roland sp? Chissà.

Desert Island Disc

Qua siamo ad una delle vette del disco. Intanto vi faccio notare quando entra la batteria: in mezzo ad un cambio di accordi, abbastanza "strano" (non chiedetemi altro, non so una mazza di accordi); l'effetto è molto interessante, nei primi due secondi sembra tutto sospeso, con il ritmo che si deve ancora assestare, molto bello. Il ritmo poi si assesta ed è un latin tipo mambo (come scritto prima anche tumbao). Fatto molto bene, jazzato, pulito. Accompagnamento sul ride e distribuzione dei colpi su tom, timpani e sidestick sul rullante, tipico dei latin. Interessante notare come, per l'entrata phil dia il primo colpo direttamente sul ride (evidentemente un crash ride) e non su un crash.

Ful Stop

Krautrock e tutti a casa. Ritmicamente è il brano più kraut insieme a TAMTW dei Radiohead (oddio, anche Cuttooth non scherza). Inizia con un ritmo sul pad con accento sui quattro e un levare (adesso non ricordo dove dovrei risentirla). Quando la batteria entra, il tempo è come detto molto krautrock però con molti accenti spostati (cosa che nel kraut...anche no), giochi di accenti sul rullante e il ride. Tipico Clive al 100%. C'è un altra batteria, ma non ho ancora capito bene che fa. 

Glass Eyes

Bene. ottimo lavoro, bravi, bis (II)

Identikit

Inizia per due battute come una sorta di bossanova con l'ultimo quarto tirato indietro (ma palesemente non voluta la bossa), poi parte come un funk dalle dinamiche basse. Rispetto alla versione live il ritmo è meno aggressivo complice gli accenti non sul rullante ma sul sidestick del rull. E' comunque una delle tracce con la ritmica più funkeggiante dei nostri. Non sento un altra batteria qui ma credo che Clive la farà dal vivo. 

The Numbers

Funk leggerissimo e jazzato, accompagnato sul ride. Tempo molto largo e rilassato. Bello il primo fill in entrata in controtempo. Anche qui, dalle parti di Amnesiac

The Present Tense

Il ritmo è una samba e non una bossanova (non dite ad un brasiliano che sono uguali). Tra i ritmi samba questo mi sembra un choro. Inizia con un tempo di spazzola (una mano) e una bacchetta (altra mano) sul bordo rullante, cassa che sta sui quattro. In generale questo è un effetto che già molti batteristi jazz avevano sgamato per cercare di ricreare l'effetto  del percussionista nelle orchestre brasiliane (che fa un ritmo simile magari sulle timbales, sulla cuica..ecc). A metà brano si sovrappone un altra batteria (a sto punto dal vivo Clive Phil si divideranno le parti) che semplicemente ripete lo stesso ritmo però spostandolo su altri punti del set (in questo caso ride/rullante). E' un bel tempo, ma come detto un po' scoloastico, magari far uscire meglio le sincopi avrebbe dato un effetto un po' più morbido e ricco, meno "schematico" (insomma qui manca un po' di feeling e di "ghost notes".

Tinker Tailor Stocazzo

Per me, una delle vette. Anche qui il ritmo diviso su ride e rullante, è tipico di phil, dall'incedere lento e ipnotico. Mi ha ricordato qualcosina di Miles Runs The Voodoo Down di Miles Davis. Bella la parte centrale con passaggi ripetuti sui tom. Anche qui, una linea jazzata (che, spiego, non significa jazz: semplicemente abbastanza ariosa e con la mano destra che accompagna sul ride). Per tutto il pezzo c'è un suono percussivo ogni quattro. Lo fara Clive? Io non credo. Questo brano però si aprirebbe ad interessanti scenari con la doppia batteria. 

True Love Waits

Bene. ottimo lavoro, bravi, bis (I)

Torno a casa e trovo questo!

Che bello! :)

Però ora apri proprio un topic apposito e piano piano fai lo stesso per i Rami, gli Arcobaleni, il Ladro, l'Amnesia, ecc... :batteria: TI PREGO! 

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21 hours ago, myxo said:

potresti tradurmi in breve please?

Che non vedeva l'ora di mostrare alla band il frutto del suo lavoro con Penderecki, di sapere la loro reazione e di come anni di tour con loro abbia permesso di arrivare a questo.

Comunque le varie esperienze d'ascolto m'inducono a pensare che questo sia il disco più triste della band. In passato brani come Lucky, Motion Pitcure Soundtrack e via dicendo tendevano a far fiorire le tensioni dei dischi a loro relativi e a donare una spiritualità marcata ad essi, ma sopratutto i vari elementi tra il caustico e il romantico di Yorke venivano interpretati in contrapposizione a ciò che diceva il testo, e questo donava molteplici interpretazioni e fascino eterno a moltissimi brani.

Ora è come se l'incubo di Bullet Proof si sia trasformato in una centrifuga dolce e ipnotica, tranne Desert Island Disk non noto vie di fuga, Present Tense sembra che pian piano venga trascinata nella malinconia del disco, dettata da una produzione tesa a dare una fisionomia sonora fin troppo sottile e cristallina, con un rapporto musica e testi quasi lapalissiano, il che è inusuale per la band.

Poi oh, facciamoci pure i pipponi sui pezzi kraut, ritmi jazzati, folk,  Penderecki e Dreamer, però è dura ascoltarlo tutto sto A Moon Shaped Pool. True Love Waits sembra l'album di famiglia di Yorke, anzi credo che il problema emotivo del disco sia tutto nel come approcciarsi all'ultima traccia.

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8 minutes ago, Sleepyhead said:

Che non vedeva l'ora di mostrare alla band il frutto del suo lavoro con Penderecki, di sapere la loro reazione e di come anni di tour con loro abbia permesso di arrivare a questo.

Comunque le varie esperienze d'ascolto m'inducono a pensare che questo sia il disco più triste della band. In passato brani come Lucky, Motion Pitcure Soundtrack e via dicendo tendevano a far fiorire le tensioni dei dischi a loro relativi e a donare una spiritualità marcata ad essi, ma sopratutto i vari elementi tra il caustico e il romantico di Yorke venivano interpretati in contrapposizione a ciò che diceva il testo, e questo donava molteplici interpretazioni e fascino eterno a moltissimi brani.

Ora è come se l'incubo di Bullet Proof si sia trasformato in una centrifuga dolce e ipnotica, tranne Desert Island Disk non noto vie di fuga, Present Tense sembra che pian piano venga trascinata nella malinconia del disco, dettata da una produzione tesa a dare una fisionomia sonora fin troppo sottile e cristallina, con un rapporto musica e testi quasi lapalissiano, il che è inusuale per la band.

Poi oh, facciamoci pure i pipponi sui pezzi kraut, ritmi jazzati, folk,  Penderecki e Dreamer, però è dura ascoltarlo tutto sto A Moon Shaped Pool. True Love Waits sembra l'album di famiglia di Yorke, anzi credo che il problema emotivo del disco sia tutto nel come approcciarsi all'ultima traccia.

Bravissimo!
Hai sintetizzato un altro dei motivi per cui le mie orecchie rifiutano questo album (oltre a "Jonny Stucchevole").: la deprimenza o come diceva quel tale la malinconoia.

lpmasinimalinco.jpg

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Sì, probabilmente era necessario un disco come AMSP per riportarmi a scrivere su un forum dopo tanti anni. Nonostante segua fedelmente i Radiohead da quella meravigliosa estate del '96 in cui mi passarono una cassetta di The Bends e nonostante segua Idioteque.it da ormai diversi anni, l'esistenza di questo forum mi era del tutto sfuggita. Ed è stato un piacere scoprirlo.
Vi leggo ormai da qualche giorno, non sono andato a rileggermi tutti i 300 messaggi di questa discussione ma li ho letti più o meno tutti dall'uscita del disco in poi, appassionandomi alla questione. E concordo con quella che mi sembra l'opinione ormai comune, almeno per il momento, su questo lavoro, con quanti cioè sostengono che AMSP sia una tappa fondamentale del percorso Radiohead, di certo una delle più clamorose e importanti. Per quanto abbia amato ogni loro lavoro, compreso il tanto chiacchierato TKOL, credo che stavolta ci sia un quid in più, che ancora non riesco nemmeno io bene a decifrare, so solo che da 5 giorni non riesco praticamente ad ascoltare altro, sono stato completamente risucchiato da questa sorta di galassia lunare, dai suoi suoni, dalle sue sospensioni, dal suo espandersi in tutte le direzioni.
Qualcuno di voi parlava di un disco acquatico, la mia percezione è invece di qualcosa di etereo, minimale, fluttuante, molto più dei precedenti lavori... ricordo che qualche giorno fa dopo i primi ascolti lo definii onirico e credo che l'aggettivo sia assolutamente calzante. Se dovessi scegliere quindi un elemento al quale associarlo sarebbe senz'altro l'aria, l'impressione generale, dopo aver letteralmente consumato i lavori precedenti, è che stavolta la band abbia lavorato sul rendere tutto più attenuato, meno invasivo. Dalla voce di Yorke, divenuta quasi un sussurro in molti pezzi, agli archi mai barocchi ma sempre calibrati tra elegantissimi crescendo e diminuendo (eccezion fatta per "Burn the witch" ovviamente), alle chitarre minimali, fino alle ritmiche ben strutturate ma mai predominanti come in tutti gli ultimi lavori (in particolare TKOL costruito secondo me quasi intorno alle ritmiche).
Trovo che in AMSP ci sia molta eleganza, molta ispirazione e ancora tantissimo da dire da parte di una band che non mostra per nulla segni di stanchezza ma ancora tanta voglia di seguire un percorso con coerenza e grandissima padronanza dei mezzi e degli strumenti.
Ci sarebbe molto altro da dire ma non voglio ammorbarvi subito con un pippone infinito, penso che per il momento possa bastare :)

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Cose varie piú o meno interessanti scritte su Reddit in sti giorni:

"http://newth.net/eirik/wp-content/uploads/2015/08/Pangea-ultima.jpg

Someone said in another post that the cover looked like Pangea, the big supercontinent that existed 255 million years ago before SPLITTING in the modern continents. I found that it really looks more like Pangea Ultima, which is what scientists believe will happen in 250 million years in the future. The continents will become one, again. If this is a metaphor, then it is amazing and sums up everything the album talks about. The world falling apart, love falling apart, and the need of going back in time."

Secondo quest'utente la cover del cd potrebbe rappresentare la Pangea Ultima: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Pangea_Ultima. Quantomeno affascinante.

Non so se qualcuno se lo ricorda ma qualche giorno prima dell'uscita di AMSP mi ero chiesto cosa potesse significare il nome (hrbg.png) dato a quello che poi si sarebbe rivelata l'immagine con i colori invertiti della cover del cd. Ebbene ora sappiamo che significa "harbinger": http://www.amoonshapedpool.com/imgof/harbinger.png.

Ultima notizia: ieri son scomparse TUTTE le registrazioni studio dei RH su Youtube, persino quelle di Pablo Honey. Tutto quello che è rimasto sono le registrazioni live e i video del canale ufficiale della band. https://www.reddit.com/r/radiohead/comments/4j65o9/studio_recordings_disappearing_off_youtube/

Cosa accadrà adesso? Chissà :uhm:

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Tutto il disco è pervaso dalla volontà di allentare la tensione: Desert Island dopo l'apnea di Daydreaming / Decks Dark, Glass Eyes tra Ful Stop e Identikit, The Numbers tra Identikit e Present Tense. Invece il terzetto finale è un percorso inesorabile, non c'è spazio per le soste.

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2 hours ago, Valderrama said:

Cose varie piú o meno interessanti scritte su Reddit in sti giorni:

"http://newth.net/eirik/wp-content/uploads/2015/08/Pangea-ultima.jpg

Someone said in another post that the cover looked like Pangea, the big supercontinent that existed 255 million years ago before SPLITTING in the modern continents. I found that it really looks more like Pangea Ultima, which is what scientists believe will happen in 250 million years in the future. The continents will become one, again. If this is a metaphor, then it is amazing and sums up everything the album talks about. The world falling apart, love falling apart, and the need of going back in time."

Secondo quest'utente la cover del cd potrebbe rappresentare la Pangea Ultima: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Pangea_Ultima. Quantomeno affascinante.

Non so se qualcuno se lo ricorda ma qualche giorno prima dell'uscita di AMSP mi ero chiesto cosa potesse significare il nome (hrbg.png) dato a quello che poi si sarebbe rivelata l'immagine con i colori invertiti della cover del cd. Ebbene ora sappiamo che significa "harbinger": http://www.amoonshapedpool.com/imgof/harbinger.png.

Ultima notizia: ieri son scomparse TUTTE le registrazioni studio dei RH su Youtube, persino quelle di Pablo Honey. Tutto quello che è rimasto sono le registrazioni live e i video del canale ufficiale della band. https://www.reddit.com/r/radiohead/comments/4j65o9/studio_recordings_disappearing_off_youtube/

Cosa accadrà adesso? Chissà :uhm:

Bella la storia di Pangea :) 

Brutta quella di youtube...praticamente hanno levato via tutto per via di spotify...operazione analoga a quella riguardo alla musica dei Beatles... Mah...a me spotify continua a non convincere...comunque, contenti loro...

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1 minute ago, Ggiskin said:

Il tallone d'achille è la mancanza di un brano d'apertura del peso specifico di una bloom o una eiirp. Per me è il difetto più macroscopico dell'album ad oggi.

Concordo, opener deboluccia, sopratutto perché fuori contesto, rispetto al resto. 

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