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beatles


max [idioteque.it]

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On 2/3/2023 at 10:57 AM, Wanderer said:

Occhio che la sparo fortissima e mi aspetto insulti e polemiche.

Nella mia storia di ascoltatore, io ho ascoltato musica rock solo fino ai 17 anni, poi sono partito per il jazz e a me del rock poi ha sempre e solo interessato la parte più sperimentale (Eno, l'ambient music, scuola crucca, l'art rock, tra cui i nostri), facendomi planare poi ad ascoltare poi la musica sperimentale e gli autori che ispirarono quegli sperimentatori rock, tra cui la musica contemporanea del 900. Insomma, io rispetto al rock e alle sue pietre miliari ho avuto sempre un'orecchio assente. 

Detto questo, nonostante non siano sonorità che mi interessano molto, per conoscenza, cultura e per capire le innovazioni di stile e tecnologiche di molti dischi mammuth del rock, ho iniziato a sentire qualcosa dei Beatles e Velvet Underground & Nico. 

La mia impressione è questa: c'è un grandissimo paradosso in questi lavori. Li ritengo avantissimo a livello di conoscenza musicale e di uso delle tecnologie strumentali. Ma a livello di impressione estetica - non saprei esprimermi meglio -  mi sembrano anche lavori terribilmente datati*. E' stranissimo perchè se da un lato la musica dei Beatles é futuristica dall'altro mi sembra una fitografia di quegli anni e se la ascolto oggi, mi sembra passato un'enormità di tempo. Per fare un parallelo è la stessa cosa di ascoltare un disco di Count Basie o  - in minura minore - Ellington. 

Si dice che siano classici senza tempo e in un certo senso è vero ma sono anche lavori assolutamete radicati nella loro epoche e a me sembrano totalmente fuori tempo massimo nell'ascoltarli ora.

Io adoro Basie e sopratutto Ellington perchè sono in effetti ancora moderni, ma sono anche talmente inseriti nel contesto di quando hanno suonato che hanno impresso a fuoco quel periodo: e se metto su Basie sono immediatamente sia trasportato in un archetipo jazzistico che ritrovo anche nel jazz moderno - e non solo, anche nella musica pop... - ma sono anche trasportato in quell'epoca e solo in quella, quella dell'età dell'oro delle big band (Ellington meno perchè per me Ellington è più moderno ancora e ha attraversato un periodo storico anche più ampio; poi la sua musica era decisamente meno legata a certi stilemi di quella di Basie).

Ascolto Vevlet Underground e Nico e capisco - o credo ci capire - quanta influenza ha avuto, ma al tempo stesso m sembra un disco che si è vaporizzato il 31/12/1969 (esagero per farmi capire). 

Forse capiterà lo stesso anche ad Ok Computer, perfetto nel descrivere la società di fine anni 90 e al tempo stesso foriero di novità per gli anni a venire; ma sarà interessante vedere se tra 25 anni mi darà anche lui l'impressione di una fotografia di un momento storico e che, alla fine, no, non ha travalicato il suo tempo. 

Il discorso potrebbe essere liquidato anche banalmente: ogni arte è figlia del so tempo. Vero, ma allora quand'è che qualcosa travalica il suo tempo (e i casi, nella musica, nella letteratura ecc. ci sono eccome)? VU e Beatles in un certo senso l'hanno fatto e in un certo senso no.

Ovviamente opinione mia e curiosità di sentire le vostre risposte:) Mi sembrano dischi fuori e dentro un tempo. 

* Effetto che invece non mi fanno assolutamente i Pink Floyd. Che sia una questione di mero suono, allora?

E' anche una questione di suono. Pero' nel caso dei Beatles considera che tutte le loro profezie prima o poi si sono avverate, alcune subito (Helter Skelter era pesante e sporca quando e' uscita, ma gia' un anno dopo c'era in giro roba molto piu' sporca e molto piu' pesante), altre dopo decenni (per risentire una roba come Tomorrow Never Knows si e' dovuto aspettare gli anni '90, i Chemical Brothers e quell'ambiente li'). A quel punto non suonano piu' come profezie, ma riesci a incardinarle nel tempo.

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Bisogna dare ai Beatles ciò che è dei Beatles: in 30 secondi di qualche brano di Sgt Pepper ci sono più idee che in album interi di altri musicisti. 

Mi sto approcciando a questo lavoro con la curiosità non dell'appassionato o del fan, ma con quella dello "studente" che vorrebbe cercare di viversi una pietra miliare. E devo dire che la cosa che mi colpisce di più (tra le tante) è... il lavoro di Martin alla produzione. In questo hanno ragione Eno e Godrich: prima dei Beatles il concetto di album come opera se stante non esisteva: in questo, il disco è ancora oggi di una modernità soprendente. 

Poi se dovessi dirvi la mia, direi che il disco somiglia ad un tendone da circo di un'epoca imprecisata tra i '20 e i '60, con tutti i suoi personaggi, colori e viavai. 

 

 

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18 hours ago, Wanderer said:

Bisogna dare ai Beatles ciò che è dei Beatles: in 30 secondi di qualche brano di Sgt Pepper ci sono più idee che in album interi di altri musicisti. 

Mi sto approcciando a questo lavoro con la curiosità non dell'appassionato o del fan, ma con quella dello "studente" che vorrebbe cercare di viversi una pietra miliare. E devo dire che la cosa che mi colpisce di più (tra le tante) è... il lavoro di Martin alla produzione. In questo hanno ragione Eno e Godrich: prima dei Beatles il concetto di album come opera se stante non esisteva: in questo, il disco è ancora oggi di una modernità soprendente. 

Poi se dovessi dirvi la mia, direi che il disco somiglia ad un tendone da circo di un'epoca imprecisata tra i '20 e i '60, con tutti i suoi personaggi, colori e viavai. 

 

 

Era esattamente l'impressione che volevano veicolare, le fiere dell'Inghilterra del nord dove hanno iniziato a suonare skiffle (e che nella loro produzione si sentirà solo con I've Just Seen a Face). Era partito con un disco su Liverpool, poi la pubblicazione di Penny Lane e Strawberry Fields Forever come singoli cambiò i piani, con grande cruccio di George Martin che non se l'è mai perdonata.

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Visto get back: suddividerei in tre fasce:

 - per il fans è una sorta di sacro graal

- per il musicista non fan è un documento interessante

- per il non musicista e non fan è una mitragliata sui coglioni

[- per l'appassionato della storia dell'epoca è un documento interessante (anche solo quando leggono gli articoli di giornale)]

 

ps. Per il musicista, più o meno povero pirla che è andato in studio una volta nella vita, o è straniante perchè magari tu, per ovvi motivi, hai dovuto correre come un disperato per fare tutto in 3 giorni (perchè di soldi non ce n'erano), oppure ti ricorda teneramente quelle ore interminabili in sala prove dove non succedeva nulla di nulla. 

Per questo gli artisti non vogliono quasi mai far vedere il backstage delle loro creazioni: il più delle volte è una palla micidiale e, d'altronde, perchè rovinare la magia?

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1 hour ago, Wanderer said:

Visto get back: suddividerei in tre fasce:

 - per il fans è una sorta di sacro graal

- per il musicista non fan è un documento interessante

- per il non musicista e non fan è una mitragliata sui coglioni

[- per l'appassionato della storia dell'epoca è un documento interessante (anche solo quando leggono gli articoli di giornale)]

 

ps. Per il musicista, più o meno povero pirla che è andato in studio una volta nella vita, o è straniante perchè magari tu, per ovvi motivi, hai dovuto correre come un disperato per fare tutto in 3 giorni (perchè di soldi non ce n'erano), oppure ti ricorda teneramente quelle ore interminabili in sala prove dove non succedeva nulla di nulla. 

Per questo gli artisti non vogliono quasi mai far vedere il backstage delle loro creazioni: il più delle volte è una palla micidiale e, d'altronde, perchè rovinare la magia?

https://www.ilpost.it/leonardotondelli/2021/12/03/un-reality-non-e-la-realta-anche-se-ci-suonano-i-beatles/

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26 minutes ago, pandroid said:

me lo ricordo questo articolo e gia' mi aveva infastidito un anno fa.

Grazie a quelli del Post che ci spiegano che il docu è montato ad arte e romanzato (nn per niente lo vediamo su Disney+ e non su RaiStoria) ma quindi? E' un documento bellissimo di musica, amicizia, vita e storia. E chi nn si è emozionato ha un cestino al posto del cuore imho :)

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3 hours ago, Wanderer said:

Visto get back: suddividerei in tre fasce:

 - per il fans è una sorta di sacro graal

- per il musicista non fan è un documento interessante

- per il non musicista e non fan è una mitragliata sui coglioni

[- per l'appassionato della storia dell'epoca è un documento interessante (anche solo quando leggono gli articoli di giornale)]

Aggiungerei:

- per il non musicista tout court, ma che qualcosa suonicchia, e non esattamente super fan ma che comunque li stima per la portata storicaè interessante fino alla fine della prima puntata. Poi vince lo sbuffo e lo abbandoni. 

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Io l'ho trovato interessante, perchè mi è piaciuto vedere un gruppo importante in studio di registrazione in quell'epoca. Diciamo che se anche mi sono annoiato parecchio in diversi punti, rimanevo comunque a guardarlo. Certo il minutaggio, anche spezzato, è titanico ma vabbè è peter jackson. Mi è interessato vedere loro, come si muovevano in studio, che rapporti avevano e poi tutti i macchinari, la produzione ecc.

L'unica roba che mi ha dato davvero fastidio sono certi tagli alle take originali: cazzuuuu ma hai le immagini video di quando regirtano le take finite nel disco e me le tagli? in 8 ore di girato? 

 

Ah bellissima la chitarra di Harrison, sembra acquistata in un negozio Barbie

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5 hours ago, @li said:

me lo ricordo questo articolo e gia' mi aveva infastidito un anno fa.

Grazie a quelli del Post che ci spiegano che il docu è montato ad arte e romanzato (nn per niente lo vediamo su Disney+ e non su RaiStoria) ma quindi? E' un documento bellissimo di musica, amicizia, vita e storia. E chi nn si è emozionato ha un cestino al posto del cuore imho :)

Si è emozionato anche Tondelli, che è uno dei massimi esperto in materia (almeno perché s'è sciroppato tutta la letteratura disponibile), ma bisogna sempre ricordarsi che dei tre protagonisti della vicenda solo uno è ancora tra di noi, e Get Back filtra tutto sotto la lente McCartney. E' solo un caveat che non sminuisce affatto l'impatto emotivo dell'opera.

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io non faccio testo perché sono sicuramente fan. Ma ho davvero apprezzato essere una mosca sul muro durante le registrazioni, in quanto nerd e appassionato di musica.

poi oh, sono un sacco di ore, ma da quel che ricordo in ogni episodio c´era almeno un momento wow. e poi sí, é fatto palesemente dal punto di vista di McCartney, ma chi se ne frega. senza di lui i Beatles sarebbero finiti ancora prima, in quel momento teneva la baracca lui praticamente da solo, perché John era preso da Yoko e droga, e George non aveva il carisma per rimpiazzarlo. E Ringo...vabbé, era Ringo. Paul era bossy? assolutamente si, ma Allen Klein nel gruppo ce lo portarono John e Yoko.

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