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L'ora del jazz


Lacatus

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  • 2 weeks later...

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Nel 1959, Sonny Rollins "scompare" dalla scena jazzistica di NY; l'intenzione è quella di studiare fisso per migliorare il suo linguaggio con il sax. Vivendo in un piccolo appartamento e non avendo un luogo dove provare, inizia a frequentare fino a 15 ore al giorno il Ponte di Williamsburg, che congiunge ancora oggi la parte orientale di Manhattan con Brooklyn, attraversando l'East River (sempre grande fantasia con i nomi, gli amici americani).

Furono tre anni di note sopra il fiume, al termine del quale Rollins ritornò sulla scena e registra per la RCA l'album "The Bridge". La critica e il pubblico si aspettavano un rientro fantascientifico da parte di Rollins, dopo tre anni di studio, invece ne rimasero parzialmente delusi.
Delusione a mio avviso - e ad avviso dei posteri - fuori luogo, visto che il disco ha di tradizionale ben poco, se non la scelta dei brani. In realtà con The Bridge, Rollins aveva compiuto l'ennesimo passo avanti e regalato al mondo jazzistico un suono di sassofono tenore che per equilibrio e compattezza improvvisativa, si era sentito poco o niente prima di lui.

Tra i musicisti ad accompagnarlo citerei il perfidamente vellutato Jim Hall alla chitarra, fenomenale nell'inserirsi tra le trame di Rollins; credo uno dei dischi più belli da sentire anche nell'ambito di come si accompagna un solista.
Hall avrebbe inciso nello stesso anno un altro grande album, con un altro eroe dell'understatement "Undercurrent" con Bill Evans.

 

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2 hours ago, echoes said:

Che trio della maronna! Bella, ma non è troppo "ECM" per i tuoi gusti?

 

No no, di Jarrett si ascolta tutto; musicista imprescindibile, uno di quelli che proprio vorresti sentire ogni nota che ha suonato...

Per quanto riguarda la ECM; sinceramente la detesto per quanto abbia reso il jazz una macchietta da mood languido, in un tentativo di "seriezzare" la musica jazz. Tuttavia ci sono molti titoli ecm che mi piacciono, al netto du questo; anche se è un peccato vedere certi interpreti con le ali tarpate da quel pirla di Manfred Eicher. 

Fortunatamente con Jarrett non c'è riuscito.

Ricordo comunque che negli anni 70/80 la ECM era molto più avventurosa; ma comunque ogni anno c'è qualche titolo ecm che mi interessa. Sarà che hanno un roster impressionante, quindi Eicher nulla può. 

 

 

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15 hours ago, Lacatus said:

Weather Report . When It Was Now 

(citata da Faso degli Elio e Le Storie Tese come uno dei brani più avanti di sempre)

 

Ieri ho letto un articolo su jazzitalia che parlava di un fantomatico disco d'archivio di Wayne, rifiutato dalla Blue note e datato 1970. In realtà fantomatico per niente: esiste e girano i master reel. Sarebbe la primissimissima protoincarnazione dei WR, con McCoy Tyner al piano (!) e Vituos - primo bassista dei WR -  al basso

In realtà credo sia più corretto definirlo come disco di un estemporaneo quintetto

https://traccedijazz.com/2023/05/22/il-disco-scomparso-di-wayne-shorter/

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6 minutes ago, Wanderer said:

Ieri ho letto un articolo su jazzitalia che parlava di un fantomatico disco d'archivio di Wayne, rifiutato dalla Blue note e datato 1970. In realtà fantomatico per niente: esiste e girano i master reel. Sarebbe la primissimissima protoincarnazione dei WR, con McCoy Tyner al piano (!) e Vituos - primo bassista dei WR -  al basso

In realtà credo sia più corretto definirlo come disco di un estemporaneo quintetto

https://traccedijazz.com/2023/05/22/il-disco-scomparso-di-wayne-shorter/

Minchia bellissimo! 

Come il disco di Battiato pre-L' Era del Cinghiale Bianco con Pio, Camisasca, ecc... mai pubblicato: l'anello di congiunzione tra Battiato-sperimentale e Battiato-pop. Sarebbe dovuto uscire nel 1978.

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Sentendo giusto a spizzichi e bocconi, mi sembra vicino alle ultime cose di Wayne per la BN (Odissey of Iska e compagnia); però è anche vero che pure i primissimi WR riprendevano un po' l'ultimo Shorter.

E' con Sweetnighter che sono diventati la band fusion per eccellenza.

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On 12/2/2022 at 11:00 AM, Wanderer said:

Ormai brad fa stabilmente due album all'anno. (speriamo sia meglio di JL)

 

Qualche disco jazz di quest'anno che mi è piaciuto. Uno secondo me spettacolare, gli altri interessanti/buoni. 

 

Anders Koppell, Scott Conley, Benjamon Koppell, Brian Blade - The mulberry street symphony: epico lavoro third stream con l'orchestra sinfonica di Odense, uno dei lavori più belli in ambito jazz che sento da tanto. 

The 7h Hand, Immanuel Wilkins - Il giovinastro altosassofonista ci sa fare e registra una ottima suite in 6 parti dai richiami spirituali, ma senza certa retorica di altri sassofonisti "spiritual" che vanno per la maggiore; qui il fraseggio è decisamente più tagliente e le composizioni sinuose. Finale con la settimana parte che è una traccia free dai spaori albert ayleriani. Non tutto è a fuoco, ma qui c'è molto del jazz contemporaneo, secondo me. 

Tigran Hamasyan - StandArt. Togran o lo si ama o lo si odia e io personalmente lo amo.  quindi sentire gli standard jazz rimodellati alla maniera di Tigran - ovvero fuorisi, veloci, pestati - è un piccolo piacere. Non tutto è perfetto e ogni tanto la grammatica sonora di Hamasyan non aiuta far volare le improvvisazioni e l'interplay; però è bello vedere come queste canzoni immortali del canzoniere USA possano essere stravolti in mille modi e non perdano una goccia di bellezza...

Bill Frisell - Four Un buon disco di interplay molto sotterraneo; il sound di Frisell è sempre incredibol. In compagnia di ottimi strumentisti contemporanei: Jonathan Blake, Gerald Clayton e George Tardy. Niente di trascendentale ma un bell'ascolto.

Ndzuzo Cognonmeimpossibile - In The Spirit Of Ntu: prima scita della Blue Note Africa (in questo senso è un disco storico), riunisce tra i migliori musicisti della scena sudafricana, per un disco dalle forti influenze tyneriane ma che nel menu ci mette qualche richiamo ben fatto e pensato a certi spiritualismi del continente nero. 

Poi ci sarebbe da aprire la questione Mary Harvoloson, che ha fatto due dischi della madonna e che è la chitarrista più ispirata della sua generazione, ma che ora che li capisco, ci vediamo nel 2025.... 

Se dovessi scegliere un album di Tigran hamasyan da cui partire?

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  • 1 month later...
18 hours ago, Wanderer said:

certo che il disco di floating points con sanders era davvero un gran bel disco,...

Lo è tuttora! Personalmente non l'ho mai perso di vista.
Tra l'altro, vogliamo parlare del live stratosferico all'Hollywood Bowl di qualche settimana fa?
Tra i musicisti invitati a performare Promises: Shabaka Hutchings, Kieran Hebden (Four Tet), Dan Snaith (Caribou), Kara-Lis Coverdale, Hinako Omori, Jeffrey Makinson, John Escreet, Lara Serafin, la Sun Ra Arkestra.

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