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Codex


max [idioteque.it]

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2 minutes ago, frasky said:

All'inizio del tour AMSP speravo che tornasse...ma alla fine ha attirato nel dimenticatoio pure quelle nuove :(

E' stato il pezzo di TKOL meno suonato nel tour di TKOL (Staircase, The Daily Mail e Supercollider sono state suonate più di lei addirittura)...era chiaro non sarebbe mai più tornata.

Fortunatissimo chi c'era a Nimes.

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Se non fosse esistita Daydreaming sarei ancora dell'opinione che Codex è la degna erede di Sail To The Moon e Pyramid Song. Poi suoni degni della minimal più colta e un piano ossessivo hanno spazzato via la povera traccia di TKOL che, come quasi tutto il disco ad eccezione di Bloom, è ormai chiuso a chiave nel dimenticatoio.

Resto dell'idea che sia un grande pezzo e che segua una interessante direzione, quella dell'ambient, con grande eleganza. Purtroppo paga l'essere finita nel disco sbagliato. :bye:

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8 minutes ago, Wanderer said:

Codex sta a tkol come htdc sta a kid a

Centri emotivi e tematici dell' opera. ^_^

Ma infatti... dire che Codex non c'entra niente in TKOL è come dire che How To Disappear Completely non c'entra niente con Kid A... Tutti i dischi dei Radiohead sono variegati musicalmente, non ci vedo niente di strano, anzi secondo me la variazione in TKOL fatta da Codex e Give Up The Ghost è molto ben studiata. Mi piace proprio come si smorzano i toni... non è un piacere dell'orecchio, ne' del cuore, ma proprio del corpo. 

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Ma vedi purtroppo il problema non è Codex ma quello che le sta intorno. How To Disappear è l'introspezione nichilista prima dell'apnea di Treefingers e dopo l'inferno di National Anthem...Cos'è Codex? Bere un po' d'acqua dopo i cocktail tagliati male di Lotus Flower e prima di farsi una dormita post sbornia? :laugh: 

So che non volete accettarlo ma TKOL è un disco fatto a caso e con ben poca ispirazione e zero profondità: sono una serie di pezzi che avevano a disposizione e che hanno messo insieme, alcuni sono più riusciti altri meno. Purtroppo, rispetto ad altri dischi, stavolta quelli riusciti sono di meno di quelli trascurabili.

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TKOL è un disco enorme, la cosa più immersa nello status quo che abbiano mai fatto. L'album pars construens della loro discografia. Parla e propone soluzioni ai problemi della contemporaneità in modo intelligentissimo e non prevaricatore. Un inno all'incontro e all'integrazione, al dialogo e all'inclusione. 

echoes io ti consiglierei di ascoltarti un po' di musica etnica (su questo Lacatus ha ragione da vendere),  altrimenti non uscirai mai dalla rigidezza mentale che non ti fa accedere ad un diverso tipo di sensibilità rispetto alla solita occidental-centrica, che indubbiamente influisce sua tua ricezione del disco. 

Poi se non vuoi farlo un altro discorso, a quel punto diventa un tuo problema... 

 

PS. Il fatto che ancora litighiamo per 'sto disco, dopo 6 anni dalla sua pubblicazione e un altro LP nel frattempo è un altro indice dell' enormità di The King of Limbs! 

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Ahahaha mi fate sempre ridere con 'sta roba di tirare fuori la musica etnica e il "non puoi capire". Lotus Flower è il pezzo più modaiolo e occidentale che esista, idem Separator. Give Up The Ghosts una menestrellata come tante, Codex la apprezzo e ho già spiegato ma è una canzone made in radiohead normalissima. Le prime quattro, quelle "etniche e poco "occidentalocentriche" (che poi stronzata, ci sono influenze più o meno marcate ma nulla di più, sentiti Matana Roberts se vuoi sentire etnicità contemporanea seria) sono le tracce che apprezzo di più il problema è che un pastrocchio senza senso, poco ispirato e che sperimenta a metà.

Stiamo parlando di nulla da anni, ma veramente.

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A me fa ridere che si debba dare del somaro a uno "...perché non recepisce TKoL a causa della sua rigidezza mentale e al fatto che non abbia in camera tutta la collezione di musica per avorio e orchestra". Ma di che parliamo? Riferirci solamente alle canzoni, in quanto tali, e non ai suoni, vi fa schifo? La verità è che TKoL pecca proprio in questo, non c'ha i pezzi: tolte Bloom e Codex, il nulla. Due perle buttate in un mare rigido e drammaticamente metallico, che vengono rimbalzate e tornano indietro lasciando una sensazione di incompiutezza totale. Poi sulle influenze, lo stile compositivo, etc, possiamo parlare pure altri sei anni, ma la verità è che il disco non ha i numeri per aspirare a qualcosa di più di un'occasione mancata. Chiedo scusa per l'intervento, ora torno ad ascoltare il best of di Pupo, io che non apprezzo TKoL.

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Just now, notlivingjustkillingtime said:

Ma no è un discorso molto più ampio! Un giorno vorrei buttare giù un bell'articolo come ho fatto con AMSP... 

Tu però intanto prova a fare lo sforzo di ascoltare TKOL spegnendo il cervello... Lasciati andare insomma... ^_^

Il problema è proprio se lo ascolto spegnendo il cervello: dietro ai quattro loop strafighi e i suoi alla moda ci resta veramente poco. Zero sostanza ragazzi, mi spiace, infatti credo sia in assoluto il loro disco più ignorato tout court...Poi per carità Bloom epocale, le seguenti tre fanno muovere il culo e ci sono spunti apprezzabili, peccato che tutto si perda nella mediocrità da Lotus Flower inclusa in poi.

Poi oh contento per voi che lo consideriate un discone ma evitate di dare oggettività alla vostra posizione con ridicolezze tipo "TKOL opera massima" e "non lo potete capire" perché all'inizio fate sorridere poi iniziate a farmi innervosire.

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4 minutes ago, TomThom said:

A me fa ridere che si debba dare del somaro a uno "...perché non recepisce TKoL a causa della sua rigidezza mentale e al fatto che non abbia in camera tutta la collezione di musica per avorio e orchestra". Ma di che parliamo? Riferirci solamente alle canzoni, in quanto tali, e non ai suoni, vi fa schifo? La verità è che TKoL pecca proprio in questo, non c'ha i pezzi: tolte Bloom e Codex, il nulla. Due perle buttate in un mare rigido e drammaticamente metallico, che vengono rimbalzate e tornano indietro lasciando una sensazione di incompiutezza totale. Poi sulle influenze, lo stile compositivo, etc, possiamo parlare pure altri sei anni, ma la verità è che il disco non ha i numeri per aspirare a qualcosa di più di un'occasione mancata. Chiedo scusa per l'intervento, ora torno ad ascoltare il best of di Pupo, io che non apprezzo TKoL.

Ma quello che mi fa inviperire e che in TKOL tutta questa sperimentazione di cui parlano loro NON ESISTE. C'è qualche influenza etnica (tipo in Little by Little, parzialmente in Bloom e in Feral) ma lì finisce. Il resto sono pezzi classical a volte belli (Codex) altre usciti male (Separator/Give Up), robe modaiole degne degli ultimi Arcade Fire (Lotus Flower :laugh: ). Insomma io sarei il primo a spellarmi le mani se fosse il loro disco "world" ma purtroppo la sperimentazione c'è a metà, le canzoni per 2/8, l'ispirazione va e viene, il finale è il più anonimo ever della loro storia. 

A me i "tkollini" ricordano terribilmente i grillini. :lol:

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26 minutes ago, TomThom said:

A me fa ridere che si debba dare del somaro a uno "...perché non recepisce TKoL a causa della sua rigidezza mentale e al fatto che non abbia in camera tutta la collezione di musica per avorio e orchestra". Ma di che parliamo? Riferirci solamente alle canzoni, in quanto tali, e non ai suoni, vi fa schifo? La verità è che TKoL pecca proprio in questo, non c'ha i pezzi: tolte Bloom e Codex, il nulla. Due perle buttate in un mare rigido e drammaticamente metallico, che vengono rimbalzate e tornano indietro lasciando una sensazione di incompiutezza totale. Poi sulle influenze, lo stile compositivo, etc, possiamo parlare pure altri sei anni, ma la verità è che il disco non ha i numeri per aspirare a qualcosa di più di un'occasione mancata. Chiedo scusa per l'intervento, ora torno ad ascoltare il best of di Pupo, io che non apprezzo TKoL.

Guarda che è echoes che ha cominciato con "non volete accettarlo ma è secondo dei criteri oggettivissimi un disco mediocre"! È allora io potrei rispondere quali sarebbero questi criteri, al quale lui ha già risposto con "mancano di sostanza" e allora io potrei chiedere cosa sarebbe questa sostanza etc. Insomma razionalmente andremmo avanti all'infinito... Insomma siamo arrivati ad un vicolo cieco basandoci su paradigmi esclusivamente post-illuministi (col colonialismo e la sinfonica in mezzo). TKOL riprende il discorso anche da qua, sulla scia della figura di Byrne e i Talking Heads a cui il disco è anche ispirato. 

Poi c'è tutto un discorso da fare su cosa sia il ritmo, il rapporto elettronica occidentale e poliritmi extra-occidentali, il buddhismo: che è un tema fondamentale ma per niente considerato, per quanto concerne la struttura del disco e la parte b dell'album. Una traccia si chiama proprio Lotus Flower! 

Adesso non posso esaurire gli argomenti in questa sede ma prometto che ci ritorneremo senz'altro! Comunque intanto spero di aver dato degli spunti! 

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18 minutes ago, echoes said:

Cos'è Codex? Bere un po' d'acqua dopo i cocktail tagliati male di Lotus Flower e prima di farsi una dormita post sbornia? :laugh: 

Sai allora che dormita con True Love Waits (Again) :zzz::zzz::zzz:

18 minutes ago, echoes said:

So che non volete accettarlo ma TKOL è un disco fatto a caso

Questo sicuramente: e Bloom è il pezzo più aleatorio che hanno mai fatto: viva il caso!

23 minutes ago, echoes said:

con ben poca ispirazione

Non direi, anzi avevano ben chiaro fin da subito cosa volevano fare: mettere al centro il ritmo e in secondo piano tutto il resto. Thom poi era talmente ispirato in questo senzo che parallelamente concepì Amok, seguendo lo stesso criterio.

28 minutes ago, echoes said:

zero profondità:

Per me è profondissimo un disco che parla di natura, di corpo, di spirito, di sesso, senza sovrastrutture sentimentali, amorose o socio-politiche. I testi sono fra i più belli scritti da Thom.
Se ti riferisci alla musica: è chiaro che se metti al centro il ritmo, la melodia e soprattutto armonia risultano appiattite. Ma da un'altra prospettiva, pensando al ritmo si potrebbe dire che tutti gli altri album dei Radiohead hanno zero profondità perché Phil si limita semplicemente a tenere il tempo.

33 minutes ago, echoes said:

sono una serie di pezzi che avevano a disposizione e che hanno messo insieme. Purtroppo, rispetto ad altri dischi, stavolta quelli riusciti sono di meno di quelli trascurabili., alcuni sono più riusciti altri meno.

Volendo fare i pignoli, sia In Rainbows che Hail To The Thief presentano un numero maggiore di brani scritti/arrangiati/registrati/mixati male. In The King Of Limbs penso che solo Separator abbia qualche neo dal punto di vista tecnico.

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9 minutes ago, Lacatus said:

Sai allora che dormita con True Love Waits (Again) :zzz::zzz::zzz:

Questo sicuramente: e Bloom è il pezzo più aleatorio che hanno mai fatto: viva il caso!

Non direi, anzi avevano ben chiaro fin da subito cosa volevano fare: mettere al centro il ritmo e in secondo piano tutto il resto. Thom poi era talmente ispirato in questo senzo che parallelamente concepì Amok, seguendo lo stesso criterio.

Per me è profondissimo un disco che parla di natura, di corpo, di spirito, di sesso, senza sovrastrutture sentimentali, amorose o socio-politiche. I testi sono fra i più belli scritti da Thom.
Se ti riferisci alla musica: è chiaro che se metti al centro il ritmo, la melodia e soprattutto armonia risultano appiattite. Ma da un'altra prospettiva, pensando al ritmo si potrebbe dire che tutti gli altri album dei Radiohead hanno zero profondità perché Phil si limita semplicemente a tenere il tempo.

Volendo fare i pignoli, sia In Rainbows che Hail To The Thief presentano un numero maggiore di brani scritti/arrangiati/registrati/mixati male. In The King Of Limbs penso che solo Separator abbia qualche neo dal punto di vista tecnico.

Magari fosse davvero un disco ritmico e sperimental-world come dite voi. La realtà è che, al netto di qualche spunto, è un disco molto tradizionale anche più di IR. Ma non ha manco le canzoni, differentemente da questo.

Come ho sempre detto TKOL nelle prime 4 è interessante, nelle ultime 4 inutile. Fai una media e tutto viene fuori tranne che un disco memorabile.

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5 minutes ago, echoes said:

Magari fosse davvero un disco ritmico e sperimental-world come dite voi. La realtà è che, al netto di qualche spunto, è un disco molto tradizionale anche più di IR. Ma non ha manco le canzoni, differentemente da questo.

Come ho sempre detto TKOL nelle prime 4 è interessante, nelle ultime 4 inutile. Fai una media e tutto viene fuori tranne che un disco memorabile.

Ha ragione @notlivingjustkillingtime : spegni il cervello (e io aggiungo, il cuore) e lascia acceso solo l'animale :bongo:

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Le dicotomie da disambiguare sono:

- Intelligenza e sensibilità sono due cose differenti. Uno può essere il massimo conoscitore di musica seriale ma avere (anzi direi proprio per questo motivo) preclusioni importanti su cosa sia il concetto di musica che non risponda alle sue. 

- Ritmo non significa rave e sesso senza limiti al rave al lago di Martignano. Può significare anche pulsazione, respiro della natura, sistole e diastole, lentezza del cambiamento delle stagioni. Qui forse il più grande equivoco su Codex e GUTG, sono pezzi di pulsazione, di ampio respiro. Di sottrazione più che accumulazione. Da qui anche il punto seguente. 

- Mancanza di sostanza non significa mediocrità. C'è tutta un'arte (per limitarci all'ambito estetico) fatta di sottrazione, di cancellazione, di leggerezza, di apofatismo. Un film di Ozu può essere un ottimo esempio. C'è della sostanza? Non in senso classicamente drammaturgico, sicuramente. 

Ed eccoci alla questione forma: il lato a e il lato b sono fatti in modo da intersecarsi a vicenda, da compenetrarsi, l'addizione e la sottrazione, l'occidente e il non occidente, lo yin e lo yang, la radice e la chioma. Ed è questo di cui parla il disco con la musica: dei problemi che ci ha lasciato in eredità il Novecento. TKOL ci parla di possibilità di esistenza. Lontani i tempi dell'alienazione e basta (fondamentale pure quella però: è la fase analitica, la pars destruens). È coraggiosissimo in questo senso, in tempi violenti come quelli che stiamo attraversando. 

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13 minutes ago, notlivingjustkillingtime said:

Le dicotomie da disambiguare sono:

- Intelligenza e sensibilità sono due cose differenti. Uno può essere il massimo conoscitore di musica seriale ma avere (anzi direi proprio per questo motivo) preclusioni importanti su cosa sia il concetto di musica che non risponda alle sue. 

- Ritmo non significa rave e sesso senza limiti al rave al lago di Martignano. Può significare anche pulsazione, respiro della natura, sistole e diastole, lentezza del cambiamento delle stagioni. Qui forse il più grande equivoco su Codex e GUTG, sono pezzi di pulsazione, di ampio respiro. Di sottrazione più che accumulazione. Da qui anche il punto seguente. 

- Mancanza di sostanza non significa mediocrità. C'è tutta un'arte (per limitarci all'ambito estetico) fatta di sottrazione, di cancellazione, di leggerezza, di apofatismo. Un film di Ozu può essere un ottimo esempio. C'è della sostanza? Non in senso classicamente drammaturgico, sicuramente. 

Ed eccoci alla questione forma: il lato a e il lato b sono fatti in modo da intersecarsi a vicenda, da compenetrarsi, l'addizione e la sottrazione, l'occidente e il non occidente, lo yin e lo yang, la radice e la chioma. Ed è questo di cui parla il disco con la musica: dei problemi che ci ha lasciato in eredità il Novecento. TKOL ci parla di possibilità di esistenza. Lontani i tempi dell'alienazione e basta (fondamentale pure quella però: è la fase analitica, la pars destruens). È coraggiosissimo in questo senso, in tempi violenti come quelli che stiamo attraversando. 

Giuro avevo preparato una lunga risposta ma non riesco a non rispondere con un semplice: :lol:

 

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