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A Moon Shaped Pool


Lacatus

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19 minutes ago, Sig.Bakke said:

Che disco, mamma mia, non ci speravo proprio in una roba del genere. Spazza via tutta la produzione post 2001 con leggerezza e si infila subito sotto la sacra triade lasciando lecito sospetto che possa essere un sacro poker.

Spazza via tutto il post 2001 no, ma sono sostanzialmente d'accordo con te. Per me non è un sacro poker ma un pokerissimo (ma non vi diró qual è il mio quinto della lista :laugh: )

8 minutes ago, principles said:

Io sto fatto di "che chiudano qui" scritto da un po' di voi non lo capisco per niente. 

A questo punto, vorrei che non chiudessero mai, cristoiddio. 

Quotissimo.

(Anche se molto probabilmente il prossimo è davvero il canto del cigno :bye: )

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6 hours ago, echoes said:

Kid A

Ok Computer 

Amnesiac 

 

Moon Shape Pool / In Rainbows [solo il tempo mi dirà chi vince]

 

Hail To The Thief

The Bends

TKOL

 

Pablo Honey

Esatto. Al più HTTT molto vicino a questo e IR. Il re dei rami dischetto scialbo a confronto

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1 hour ago, kidfabio said:

Dopo tre giorni di ascolti, un difetto l'ho trovato: mi manca tanto un pezzo rockeggiante e ritmato. Insomma, un brano rockettaro alla Bodysnatcher. 

A me no.

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Decks Dark in salita vertiginosa, top 3. In crescita Glass Eyes perché è un filtro perfetto tra Ful Stop e Identikit ma beninteso che non la metterei mai su da sola.

Più lo ascolto, più mi convince.

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Due cazzate che mi vengono subito:

 - troppo disomogeneo, ma si capisce che loro lo volevano cosi

 - quando han deciso la tracklist erano mbriaghi? Perchè per me non funziona, inizia, rallenta, accelera, frena, ecc.

queste due cose assieme rappresentano un grosso difetto. Se lo fai disomgoneo la tracklist deve essere perfetta. Qua ci sono troppi salti.

 - nigel sei un dio. Ad ogni modo la sua produzione più barocca, forse ogni tanto troppo sopra le righe, ma è un grande. Ha comunque dato una pasta sonora comune a pezzi cosi diversi

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5 minutes ago, Wanderer said:

 

 - nigel sei un dio. Ad ogni modo la sua produzione più barocca,

d'accordo sul dio. per niente sulla produzione barocca. anzi per me è il contrario... pensa a cosa poteva essere vista l'orchestra (e invece alti molto poco accentuati e preminenza dei bassi e degi archi, percussioni in secondo piano, spesso anche la voce, quasi come fosse tutto "ovattato")

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D'accordo sui complimenti a Nigel che ha fatto un lavoro strepitoso, a differenza di The King Of Limbs dove in alcuni momenti volevo strozzarlo.
E' un disco volutamente disomogeneo, ogni storia è un micromondo, un genere, un mood.
Tra qualche tempo, quando l'avrò digerito proverò a tirar giù una tracklist non alfabetica.

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E' sempre difficile stilare una graduatoria convincente sugli album dei radiohead, ma quest'album registrato da ultraquarantenni è un prodigio.

Io lo metterei al quarto posto dietro Kid A, Ok computer e Amnesiac perché sono riusciti a trasportare l'ascoltatore in un'altra dimensione: in molti passaggi si sente una ricerca interiore intima...

Per quanto riguarda gli altri:

  • The bends ci rivelava una band già capace di toccare vette di grande espressività ma non ancora all'apice
  • HTTT segnava un ritorno ad una strumentazione più convenzionale (eccetto backfrits e the gloaming), mantenendo follia e alienazione.
  • In rainbows era un disco con canzoni bellissime ma forse orientate a "suonare bene" dal punto di vista estetico. Era la costruzione di un paradiso in cui qualche forzatura si avvertiva
  • TKOL era più audace dei due precedenti, ma non riuscito al 100%. Alcuni passaggi risultavano un po' noiosi.

AMSP ci conduce altrove

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5 minutes ago, Mr. Wolf said:

E' un disco volutamente disomogeneo, ogni storia è un micromondo, un genere, un mood.
 

la penso allo stesso modo... tra l'altro l'ha notato anche stereogum

It’s full of stylistic excursions, from the paranoid krautrock head-trip “Ful Stop” to the gleaming, samba-infected “Present Tense.” The gracefully off-kilter “Tinker Tailor Soldier Sailor Rich Man Poor Man Beggar Man Thief” keeps soaring higher until it disappears into strings and static, whereas luminescent piano ballad “Daydreaming” plunges ever deeper into beauty below. “Burn The Witch” is a guitar-rock anthem without the guitars, while “Identikit,” the album’s one real lead guitar spotlight, brings the funk to “Reckoner”-style muted melancholy

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Il mio grande, enorme dubbio su questo disco è la disomogeneità, che alla lunga potrebbe portare all'effetto spezzatino con ognuno di noi che ascolta solo i brani e mai il disco intero, col risultato che il disco non esisterà più. 

Ma se riesco a cogliere il filo che lega le canzoni tutto potrebbe tornare a posto.

Certo una tracklist diversa magari avrebbe aiutato. 

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1 minute ago, echoes said:

E' un disco composto da tanti pianeti e galassie diverse ma tutte collocate all'interno dello stesso universo.

secondo me questo spiega anche i ripescaggi (qual'e' il pezzo che possiamo vestire "pop"? burn the witch, ok, quale quello latino? and so on)

e forse spiega anche la tracklist alfabetica

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1 minute ago, Wanderer said:

Il mio grande, enorme dubbio su questo disco è la disomogeneità, che alla lunga potrebbe portare all'effetto spezzatino con ognuno di noi che ascolta solo i brani e mai il disco intero, col risultato che il disco non esisterà più. 

Ma se riesco a cogliere il filo che lega le canzoni tutto potrebbe tornare a posto.

Certo una tracklist diversa magari avrebbe aiutato. 

Beh guarda ti dico che io già dopo i primi due ascolti ho iniziato a sentirmi le tracce singole, è un disco che porta molto facilmente a questo ma non lo vedo come un male. Chiaramente non è Kid A, che sento sempre tutto di fila, ma una specie di Amnesiac: soluzioni diverse ma atmosfera comune. Questo dà densità ma anche la possibilità di ascoltare per singole tracce.

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8 minutes ago, @li said:

secondo me questo spiega anche i ripescaggi (qual'e' il pezzo che possiamo vestire "pop"? burn the witch, ok, quale quello latino? and so on)

e forse spiega anche la tracklist alfabetica

Dovete darmene atto, ci avevo preso in pieno. Sono contentissimo così anzi hanno fatto di più di quanto mi aspettassi perché comunque è un'immersione questo disco, un denso galleggiare tra cosmo e interiorità.

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