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Iosonouncane


TomThom

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Ecco perché IRA non ha funzionato come dovrebbe. Perché non è immerso nel quotidiano, Jacopo cerca di riprendere tutto ciò che è andato perso con l'era post-industriale, dalla perdita del rito e della ripetizione come forma arcaica di preghiera e spiritualità. IRA è sacro immerso nel profano di quest'epoca basata sul neo-liberismo e nel capitalismo. 
Spiriti più sensibili e con le orecchie attente se ne accorgono. Ma la massa, la comunità così corrotta e persa no. I ragionamenti che fa in questa intervista sono profonda filosofia moderna. 

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1 hour ago, principles said:

Ecco perché IRA non ha funzionato come dovrebbe. Perché non è immerso nel quotidiano, Jacopo cerca di riprendere tutto ciò che è andato perso con l'era post-industriale, dalla perdita del rito e della ripetizione come forma arcaica di preghiera e spiritualità. IRA è sacro immerso nel profano di quest'epoca basata sul neo-liberismo e nel capitalismo. 
Spiriti più sensibili e con le orecchie attente se ne accorgono. Ma la massa, la comunità così corrotta e persa no. I ragionamenti che fa in questa intervista sono profonda filosofia moderna. 

Eh sì, c'è qualcosa che stona: quando mai dovremmo incensare un artista completamente fuori dallo spirito dei tempi, dallo zeitgesit? Chi ha detto soprattutto che lo zeitgesit attuale fa cagare? I generazione X o i millennials vecchi? 

Oggi lo spirito dei tempi è nelle mani della generazione Z, quelli che oggi hanno 18-20 anni e non si sognano di ascoltare Iosonouncane manco sotto tortura, come noi a 18-20 anni non ascoltavamo Memo Remigi.

Ira purtroppo non anticipa nulla, ma segue tutto quello che già c'è stato. Un disco di retroguardia pura, visto che torna indietro non di decenni, ma di secoli. E' musica pre-industriale, in tutti i sensi, radicalmente pre-industriale.

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53 minutes ago, Lacatus said:

Eh sì, c'è qualcosa che stona: quando mai dovremmo incensare un artista completamente fuori dallo spirito dei tempi, dallo zeitgesit? Chi ha detto soprattutto che lo zeitgesit attuale fa cagare? I generazione X o i millennials vecchi? 

Oggi lo spirito dei tempi è nelle mani della generazione Z, quelli che oggi hanno 18-20 anni e non si sognano di ascoltare Iosonouncane manco sotto tortura, come noi a 18-20 anni non ascoltavamo Memo Remigi.

Ira purtroppo non anticipa nulla, ma segue tutto quello che già c'è stato. Un disco di retroguardia pura, visto che torna indietro non di decenni, ma di secoli. E' musica pre-industriale, in tutti i sensi, radicalmente pre-industriale.

Io penso che Jacopo faccia parte di una grande resistenza sotterranea. Dal mio punto di vista è invidiabile e apprezzabile. Sono dal lato suo. Nulla toglie che anche i post nebbia siano efficaci, pur abbracciando delle logiche musicali che vanno a pescare qua e la negli ultimi 50 anni, rimodernando il tutto. Il cantante è intelligente, ha una bella cultura e una bella visione ed è un grande furbacchione perché canta come tanti furbacchioni che fanno musica letteralmente vuota. In questo modo sta al di qua e al di la della soglia, proprio come canta nell’ultimo pezzo dell’album. 
Entrambi hanno fatto un album estremamente liturgico.

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…e aggiungo: IRA non anticipa ma ci fa capire di cosa avremo bisogno per ritrovare gli antichi rituali che creavano comunità e ascolto. 
 

e sono il primo che ha ascoltato IRA molto poco. Ma è l’affascinante del complesso che mi attira e lo rende alle mie orecchie un album irresistibile, irripetibile ed epocale. 

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  • 2 weeks later...
On 6/2/2022 at 4:58 PM, principles said:

…e aggiungo: IRA non anticipa ma ci fa capire di cosa avremo bisogno per ritrovare gli antichi rituali che creavano comunità e ascolto. 
 

e sono il primo che ha ascoltato IRA molto poco. Ma è l’affascinante del complesso che mi attira e lo rende alle mie orecchie un album irresistibile, irripetibile ed epocale. 

Bravo.

Peraltro suona a Cinecittà a settembre e sono molto tentato.

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  • 2 weeks later...

Che funziona?
Esatto. Che è un’espressione terribile, perché cos’è che funziona? Funziona ciò che nasce con uno scopo pratico, ossia fare numeri su Spotify, mentre la musica è evidentemente un’altra cosa. Io sono un vecchio superstite, perché ho cominciato parecchi anni fa e quello che faccio in qualche modo funziona nonostante ciò che è. Ma non è che ho lavorato affinché i miei dischi funzionassero, altrimenti non avrei fatto Die dopo La macarena su Roma e non avrei fatto Ira dopo Die; mi sarei messo a cercare di replicare Stormi all’infinito. La verità è che sono convinto ci siano ancora persone che hanno voglia di creare un rapporto di fiducia con musicisti che seguono questo approccio. Ricordo che da ragazzino ero malato di OK Computer e quando uscì Kid A non avevo gli strumenti per comprenderlo, perché non conoscevo il minimalismo, Mingus e via dicendo, e le poche cose che conoscevo mi portavano a dare una lettura folle di ciò che stavo ascoltando. Però il rapporto di fiducia con i Radiohead era tale che sapevo di dover essere io a fare un passo in avanti verso la comprensione di quel disco, così mi ci sono scornato e questo ha fatto sì che la relazione tra me e quella band diventasse durevole e rigogliosa.

Hai sentito l’album degli Smile, il nuovo progetto di Yorke e Greenwood con Tom Skinner dei Sons of Kemet?
Solo due volte. Ci sono delle cose che mi sono sembrate sul solco degli ultimi Radiohead, con tanto mestiere, ma qua e là non mancano momenti spiazzanti e il livello di produzione e di ricerca dei suoni è sempre magistrale. Lo riascolterò, ma adesso sono nella bolla degli anni ’50 e ci voglio restare ancora per un po’.

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1 hour ago, Wanderer said:

Che funziona?
Esatto. Che è un’espressione terribile, perché cos’è che funziona? Funziona ciò che nasce con uno scopo pratico, ossia fare numeri su Spotify, mentre la musica è evidentemente un’altra cosa. Io sono un vecchio superstite, perché ho cominciato parecchi anni fa e quello che faccio in qualche modo funziona nonostante ciò che è. Ma non è che ho lavorato affinché i miei dischi funzionassero, altrimenti non avrei fatto Die dopo La macarena su Roma e non avrei fatto Ira dopo Die; mi sarei messo a cercare di replicare Stormi all’infinito. La verità è che sono convinto ci siano ancora persone che hanno voglia di creare un rapporto di fiducia con musicisti che seguono questo approccio. Ricordo che da ragazzino ero malato di OK Computer e quando uscì Kid A non avevo gli strumenti per comprenderlo, perché non conoscevo il minimalismo, Mingus e via dicendo, e le poche cose che conoscevo mi portavano a dare una lettura folle di ciò che stavo ascoltando. Però il rapporto di fiducia con i Radiohead era tale che sapevo di dover essere io a fare un passo in avanti verso la comprensione di quel disco, così mi ci sono scornato e questo ha fatto sì che la relazione tra me e quella band diventasse durevole e rigogliosa.

Hai sentito l’album degli Smile, il nuovo progetto di Yorke e Greenwood con Tom Skinner dei Sons of Kemet?
Solo due volte. Ci sono delle cose che mi sono sembrate sul solco degli ultimi Radiohead, con tanto mestiere, ma qua e là non mancano momenti spiazzanti e il livello di produzione e di ricerca dei suoni è sempre magistrale. Lo riascolterò, ma adesso sono nella bolla degli anni ’50 e ci voglio restare ancora per un po’.

Perfetto...

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6 hours ago, Wanderer said:

non è bello il fatto che esistano entrambi? :D 

6 hours ago, echoes said:

Perfetto...

Min. 13:43

"Strapparmi le vesti per Iosonouncane non lo farò mai. Ma perché sei razzista nei confronti degli italiani? No: perché il disco di Iosonouncane è un disco che ha degli spunti molto interessanti, ma è di una rottura di palle sovraumana (per me, per il mio gusto). Non ha sintesi, è un disco che mi spacca i coglioni."

Enrico Silvestrin

 

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Ricordo che da ragazzino ero malato di OK Computer e quando uscì Kid A non avevo gli strumenti per comprenderlo, perché non conoscevo il minimalismo, Mingus e via dicendo, e le poche cose che conoscevo mi portavano a dare una lettura folle di ciò che stavo ascoltando. Però il rapporto di fiducia con i Radiohead era tale che sapevo di dover essere io a fare un passo in avanti verso la comprensione di quel disco, così mi ci sono scornato e questo ha fatto sì che la relazione tra me e quella band diventasse durevole e rigogliosa.
 

 

bellissima e verissima questa cosa che ha detto

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1 hour ago, Lacatus said:

Min. 13:43

"Strapparmi le vesti per Iosonouncane non lo farò mai. Ma perché sei razzista nei confronti degli italiani? No: perché il disco di Iosonouncane è un disco che ha degli spunti molto interessanti, ma è di una rottura di palle sovraumana (per me, per il mio gusto). Non ha sintesi, è un disco che mi spacca i coglioni."

Enrico Silvestrin

 

ambe, proprio un opinione molto argomentata

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10 hours ago, Lacatus said:

Min. 13:43

"Strapparmi le vesti per Iosonouncane non lo farò mai. Ma perché sei razzista nei confronti degli italiani? No: perché il disco di Iosonouncane è un disco che ha degli spunti molto interessanti, ma è di una rottura di palle sovraumana (per me, per il mio gusto). Non ha sintesi, è un disco che mi spacca i coglioni."

Enrico Silvestrin

 

Grandi argomenti. Credo che questa dichiarazione di Silvestrin dimostri proprio quanto IRA sia un disco selettivo.

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3 minutes ago, echoes said:

Grandi argomenti. Credo che questa dichiarazione di Silvestrin dimostri proprio quanto IRA sia un disco selettivo.

silvestrin usa toni spesso irritanti ma ancora piu' irritante è chi si sente unto dall'illuminazione divina in esclusiva.

quel disco puo' anche nn piacere: fatevene una ragione :D

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24 minutes ago, @li said:

silvestrin usa toni spesso irritanti ma ancora piu' irritante è chi si sente unto dall'illuminazione divina in esclusiva.

quel disco puo' anche nn piacere: fatevene una ragione :D

Esattamente.

Ragà, al netto di toni irritanti, Silvestrin ha ragionissima: Ira è un disco che può essere considerato capolavoro solo in un paese musicalmente provinciale come l'Italia. Non c'è nulla da osannare. 

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Il disco può tranquillamente non piacere, ma dalla critica sarebbe bello si usassero degli argomenti di critica; se ci si ferma al "è lungo e mi spacca i coglioni" io penso di poter passare oltre. 

Poi dopo ci si lamenta dell'appiattimento della critica tutta, ma noi siamo i primi a dividerci in tifoserie. 

9 minutes ago, Lacatus said:

Esattamente.

Ragà, al netto di toni irritanti, Silvestrin ha ragionissima: Ira è un disco che può essere considerato capolavoro solo in un paese musicalmente provinciale come l'Italia. Non c'è nulla da osannare. 

Ma basta Nico dai. :D Fatti anche tu una ragione che sto disco è piaciuto. 

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11 minutes ago, Lacatus said:

Non c'è nulla da osannare. 

Poi dopo passiamo le ore a scrivere di quanto la musica italiana sia indietro; esce uno che fa una roba un po' fuori da certe cose e ti pianti con "Beh, ma all'estero queste cose le fanno da millenni" (A parte che anche no, ma vabbè. E che anche se fosse, sticazzi). Decidetevi, perchè il punto pare che avere uno che ha una libertà - ma pure un talento -  meglio declinato rispetto al panorama in cui è inserito sia una colpa da espiare. 

(Sulla base di cosa non lo so. Ah si, siccome ne parlano bene in tanti, dev'essere per forza una merda..ma dai. Allora quello dei Fontane DC cosa dovrebbe essere? La montagna di merda del triceratopo di Jurassick park? L'hype da fastido, ma dovrebbe dare fastidio per tutto, allora)

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8 minutes ago, Wanderer said:

Il disco può tranquillamente non piacere, ma dalla critica sarebbe bello si usassero degli argomenti di critica; se ci si ferma al "è lungo e mi spacca i coglioni" io penso di poter passare oltre. 

Poi dopo ci si lamenta dell'appiattimento della critica tutta, ma noi siamo i primi a dividerci in tifoserie. 

 

Questo è assolutamente odioso e un professionista nn dovrebbe mai farlo (anche se devo ammettere che quando spala merda senza pieta sugli ultimi U2 o sugli ultimi PJ mi faccio delle crasse risate :) )

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32 minutes ago, Wanderer said:

Il disco può tranquillamente non piacere, ma dalla critica sarebbe bello si usassero degli argomenti di critica; se ci si ferma al "è lungo e mi spacca i coglioni" io penso di poter passare oltre. 

Poi dopo ci si lamenta dell'appiattimento della critica tutta, ma noi siamo i primi a dividerci in tifoserie. 

Beh, io ho estrapolato una frase, ma guardati tutto il video (dura un quarto d'ora), in cui Silvestrin espone il concetto.

32 minutes ago, Wanderer said:

Ma basta Nico dai. :D Fatti anche tu una ragione che sto disco è piaciuto. 

Lo so che ho rotto, ma Silvestrin in quei 15 minuti entra proprio in quel discorso che io sto cercando di fare su questo topic praticamente da quando è uscito Ira: tutti i nostri migliori autori osannati in patria, compreso Battisti -e dico BATTISTI- non hanno avuto alcun riconoscimento fuori dall'Italia e Jacopo Incani si incastra perfettamente in quella scena lì.

La musica italiana non gioca in Champions, gioca i campionati provinciali da sempre e, nonostante gli sforzi di Incani di partorire un disco internazionale (parola d'ordine durante la lavorazione di Ira), non ci si schioda dalla cadetteria. Ira rimane un disco di super nicchia, bello, anzi bellissimo, ma per gli standard italiani e stop. Perché poi se dovessi andare a scandagliare i "fondali rocciosi" (cit.) della musica underground portoghese, neozelandese o sudafricana, troverò decine di Ira pure lì e nella stessa scena italiana è pieno di artisti del sottosuolo che fanno musica per loro stessi con risultati altrettanto eclatanti (non dimentichiamo Laszlo De Simone, praticamente costretto dagli amici a pubblicare Uomo Donna...disco che altrimenti sarebbe rimasto nel giro di qualche decina di persone tra Torino e il Piemonte).

28 minutes ago, Wanderer said:

Poi dopo passiamo le ore a scrivere di quanto la musica italiana sia indietro; esce uno che fa una roba un po' fuori da certe cose e ti pianti con "Beh, ma all'estero queste cose le fanno da millenni" (A parte che anche no, ma vabbè. E che anche se fosse, sticazzi). Decidetevi, perchè il punto pare che avere uno che ha una libertà - ma pure un talento -  meglio declinato rispetto al panorama in cui è inserito sia una colpa da espiare. 

Non è una colpa: il bello rimane bello e Ira è nel novero del bello. Ma non c'è nulla da osannare. E' un disco antico, che sarebbe dovuto uscire 50 anni fa, ai tempi del progressive. E' un accozzaglia di stilemi musicali triti e ritriti. Mentre Die era molto più calato nello zeitgeist. 

Tu dici: "fatevene una ragione: questo disco è piaciuto". Io dico: "fatevene una ragione, questo disco è un passo indietro rispetto a Die".

28 minutes ago, Wanderer said:

(Sulla base di cosa non lo so. Ah si, siccome ne parlano bene in tanti, dev'essere per forza una merda..ma dai. Allora quello dei Fontane DC cosa dovrebbe essere? La montagna di merda del triceratopo di Jurassick park? L'hype da fastido, ma dovrebbe dare fastidio per tutto, allora)

Infatti in Fontaines vanno bene per i pischellini che non conoscono nulla della musica britannica degli anni '80 e '90.

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