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una poesia al giorno


kid b

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Oggi tra le discussioni del gruppo di lettori di poesie di anobii ho trovato questa perla, io l'ho trovata semplicemente meravigliosa, quindi ve la posto

Ho aggiunto un corpo trasparente alla casa

Vedendolo giocare con la palla e osservando la fluttuazione

scheletrica della sua anima sotto forma di ombra circostante agli svoli - alle orbite rosse, ai campanili

della palla sull'ampio

schedario terrestre - la bambina gli disse ma tu sei uguale

a me!: inginocchiato, semplice e colpito al cuore - come la terra

sorvolata dal guizzo delle sfere

riveli il tuo costrutto di animale innalzato.

Ma io credo che dritto sulle gambe

tornerai - perché avanzavi (con la borsa

leggera, quasi vuota) costantemente verso una misura

domestica. Io

sono in pace, data

la luce verso la quale piego il tuo silenzio.

Davanti al tuo silenzio

io ricordo, io sono consumata dalla fratellanza.

Tu adesso sei corpo che non vedo ma che è stato

certamente. E' bello come l'amore che contempla

il proprio resoconto di violenza e di pace, a cose fatte capire

di avere costruito il visibile e l'invisibile insieme

come una torre che porta in cima una torre, l'intera fabbrica

del mondo.

- Maria Grazia Calandrone

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Oggi tra le discussioni del gruppo di lettori di poesie di anobii ho trovato questa perla, io l'ho trovata semplicemente meravigliosa, quindi ve la posto

Ho aggiunto un corpo trasparente alla casa

Vedendolo giocare con la palla e osservando la fluttuazione

scheletrica della sua anima sotto forma di ombra circostante agli svoli - alle orbite rosse, ai campanili

della palla sull'ampio

schedario terrestre - la bambina gli disse ma tu sei uguale

a me!: inginocchiato, semplice e colpito al cuore - come la terra

sorvolata dal guizzo delle sfere

riveli il tuo costrutto di animale innalzato.

Ma io credo che dritto sulle gambe

tornerai - perché avanzavi (con la borsa

leggera, quasi vuota) costantemente verso una misura

domestica. Io

sono in pace, data

la luce verso la quale piego il tuo silenzio.

Davanti al tuo silenzio

io ricordo, io sono consumata dalla fratellanza.

Tu adesso sei corpo che non vedo ma che è stato

certamente. E' bello come l'amore che contempla

il proprio resoconto di violenza e di pace, a cose fatte capire

di avere costruito il visibile e l'invisibile insieme

come una torre che porta in cima una torre, l'intera fabbrica

del mondo.

- Maria Grazia Calandrone

Wow, ho dovuto leggerla 4 volte per riuscire a recepire qualcosa! Non so chi sia l'autrice ma mi tiro giù il cappello di fronte a lei! Sa giocare con il fuoco della parola! Un crescendo che trasporta instantaneamente attraverso tempo, spazio, realtà e ricordi, con un finale in cui i sentimenti riescono finalmente a far luce per un istante sullo sguardo dell'autrice, in un finale davvero dolce e calorosamente accogliente...

E' bello come l'amore che contempla

il proprio resoconto di violenza e di pace, a cose fatte capire

di avere costruito il visibile e l'invisibile insieme

come una torre che porta in cima una torre, l'intera fabbrica

del mondo. :wub:

Visto che siamo in tema: mi piace più questa poesia di quasi tutte quelle di Raboni che ho letto...anche se non mi dispiace il signore! Grazie Vì! :clapclap:

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grazie a te per il commento, Voyant,

in effetti è una poesia complessa, io ho "percepito" prima la fine, la parte ri-citata da te, e da lì sono risalita all'inizio, rileggendola più volte finchè ho completamente messo a fuoco il concetto (o meglio, come accade sempre per le poesie, quello che per me è e sarà il significato di questa poesia, filtrato dalla mia esperienza e allo stesso tempo filtro di sentimenti ed esperienze finora difficilmente spiegabili a parole),

ma davvero, alla fine, la sensazione di dolcezza accogliente che anche io ho provato non avrei saputo esprimerla meglio di te! ;)

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Oggi tra le discussioni del gruppo di lettori di poesie di anobii ho trovato questa perla, io l'ho trovata semplicemente meravigliosa, quindi ve la posto

Ho aggiunto un corpo trasparente alla casa

Vedendolo giocare con la palla e osservando la fluttuazione

scheletrica della sua anima sotto forma di ombra circostante agli svoli - alle orbite rosse, ai campanili

della palla sull'ampio

schedario terrestre - la bambina gli disse ma tu sei uguale

a me!: inginocchiato, semplice e colpito al cuore - come la terra

sorvolata dal guizzo delle sfere

riveli il tuo costrutto di animale innalzato.

Ma io credo che dritto sulle gambe

tornerai - perché avanzavi (con la borsa

leggera, quasi vuota) costantemente verso una misura

domestica. Io

sono in pace, data

la luce verso la quale piego il tuo silenzio.

Davanti al tuo silenzio

io ricordo, io sono consumata dalla fratellanza.

Tu adesso sei corpo che non vedo ma che è stato

certamente. E' bello come l'amore che contempla

il proprio resoconto di violenza e di pace, a cose fatte capire

di avere costruito il visibile e l'invisibile insieme

come una torre che porta in cima una torre, l'intera fabbrica

del mondo.

- Maria Grazia Calandrone

Wow, ho dovuto leggerla 4 volte per riuscire a recepire qualcosa! Non so chi sia l'autrice ma mi tiro giù il cappello di fronte a lei! Sa giocare con il fuoco della parola! Un crescendo che trasporta instantaneamente attraverso tempo, spazio, realtà e ricordi, con un finale in cui i sentimenti riescono finalmente a far luce per un istante sullo sguardo dell'autrice, in un finale davvero dolce e calorosamente accogliente...

E' bello come l'amore che contempla

il proprio resoconto di violenza e di pace, a cose fatte capire

di avere costruito il visibile e l'invisibile insieme

come una torre che porta in cima una torre, l'intera fabbrica

del mondo. :wub:

Visto che siamo in tema: mi piace più questa poesia di quasi tutte quelle di Raboni che ho letto...anche se non mi dispiace il signore! Grazie Vì! :clapclap:

(Voyant, noto con piacere che la tua vena poetica non si è estinta ^_^ )

Grazie per averla postata, è intensissima.

Ribatto con Stéphane Mallarmé:

Il sole, o lottatrice sulla sabbia assopita,

Nell'oro dei capelli un bagno languoroso

Ti scalda e ardendo incenso sulla gota nemica

Mescola con i pianti un incanto amoroso.

Quest'immobile calma e la fiamma del cielo

T'ha rattristata, o baci miei timorosi, e dici:

"Noi non saremo mai un sarcofago solo

Sotto il deserto antico e le palme felici!"

Ma la tua chioma fulva è un tiepido ruscello

Dove affondare fermi l'anima che ci assilla

E trovare quel Nulla che tu saper non puoi.

Io gusterò il belletto pianto dagli occhi tuoi:

Forse al cuor che colpisti esso donar saprà

Dell'azzurro e dei sassi l'insensibilità.

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Le tue mani

Queste tue mani a difesa di te:

mi fanno sera sul viso.

Quando lente le schiudi, là davanti

la città è quell’arco di fuoco.

Sul sonno futuro

saranno persiane rigate di sole

e avrò perso per sempre

quel sapore di terra e di vento

quando le riprenderai.

Vittorio Sereni

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Purgatorio De L'Inferno 10

questo è il gatto con gli stivali, questa è la pace di Barcellona

fra Carlo V e Clemente VII, è la locomotiva, è il pesco

fiorito, è il cavalluccio marino: ma se volti pagina, Alessandro,

ci vedi il denaro:

questi sono i satelliti di Giove, questa è l’autostrada

del Sole, è la lavagna quadrettata, è il primo volume dei Poetae

Latini Aevi Carolini, sono le scarpe, sono le bugie, è la scuola di Atene, è il burro,

è una cartolina che mi è arrivata oggi dalla Finlandia, è il muscolo massetere,

è il parto: ma se volti foglio, Alessandro, ci vedi

il denaro:

e questo è il denaro,

e questi sono i generali con le loro mitragliatrici, e sono i cimiteri

con le loro tombe, e sono le casse di risparmio con le loro cassette

di sicurezza, e sono i libri di storia con le loro storie:

ma se volti il foglio, Alessandro, non ci vedi niente

Edoardo Sanguineti

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  • 2 weeks later...

Ho ripreso in mano Raboni...

"<<Orribile a dirsi, in un certo modo

io sono comunista>> - talismano

passato, perduto in mano,

cruenta, arrugginita reliquia, chiodo

storto nel muro della storia..."

Un'altra poesia:

"L'autunno ha a volte luci così terse

e, sugli alberi, rossi di così

atroce dolcezza che il cuore si

spezzerebbe vedendoli. In diverse

più innocue incombenze dunque si finge

assorbito e lascia che siano gli occhi

a incantarsene, a imprigionarsene, sciocchi

e intrepidi come sono... Poi stinge

a poco a poco o forse trascolora

come fa, salendo, la luna, quel

tetro fulgore, scrudelisce nel

pulviscolo del tempo, e solo allora

uno ha il coraggio di dire quant'era

bello - più bello della primavera."

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" Se il sonno fosse (c'è chi dice) una

tregua, un puro riposo della mente,

perché, se ti si desta bruscamente,

senti che t'han rubato una fortuna?

Perché è triste levarsi presto? L'ora

ci deruba d'un dono inconcepibile,

intimo al punto da esser traducibile

solo in sopore, che la veglia dora

di sogni, forse pallidi riflessi

interrotti dei tesori dell'ombra,

d'un mondo intemporale, senza nome,

che il giorno deforma nei suoi specchi.

Chi sarai questa notte nell'oscuro

sonno, dall'altra parte del tuo muro? "

Jorge Luis Borges - Il Sogno -

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...ancora Borges

Sempre ciascun tramonto è commovente,

per indigente o misero che sia

ma ancor più commovente, tuttavia,

lo scintillio finale e disperato,

ruggine sulla pianura,

dopo che l'ultimo sole è sprofondato.

Ci duole sostenere quella luce tesa e definita,

un'allucinazione imposta sullo spazio

dalla paura unanime dell'ombra,

che cessa all'improvviso

quando riconosciamo ch'essa è falsa,

come cessano i sogni

quando sappiamo di sognarli.

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L'Albatros di Charles Baudelaire

Souvent, pour s'amuser, les hommes d'équipage

prennent des albatros, vastes oiseaux des mers,

qui suivent, indolents compagnons de voyage,

le navire glissant sur les gouffres amers.

A peine les ont-ils déposés sur les planches,

que ces rois de l'azur, maladroits et honteux,

laissent piteusement leurs grandes ailes blanches

comme des avirons traîner à côté d'eux.

Ce voyageur ailé, comme il est gauche et veule!

Lui, naguère si beau, qu'il est comique et laid!

L'un agace son bec avec un brûle-gueule,

L'autre mime, en boitant, l'infirme qui volait!

Le Poète est semblable au prince des nuées

Qui hante la tempête et se rit de l'archer;

exilé sur le sol au milieu des huées,

ses ailes de géant l'empêchent de marcher

tratta da Les Fleurs du Mal - 1857

traduzione

Spesso, per dilettarsi, gli uomini della ciurma

catturano gli albatros, grandi uccelli marini

che seguono, indolenti compagni di viaggio,

la nave che scivola sugli amari flutti .

Appena deposti sulle assi della tolda

questi re dell'azzurro, maldestri e vergognosi

lasciano pietosamente le grandi ali bianche

trascinarsi come remi accanto a sè.

Quant'è goffo e fiacco questo viaggiatore alato!

Lui, prima così bello, quant'è comico e brutto!

Uno tormenta il suo becco con un mozzicone acceso,

l'altro mima, zoppicando, l'infermo che volava.

Il Poeta assomiglia al principe delle nubi

che sfida la tempesta e sbeffeggia l'arciere;

esiliato al suolo in mezzo al baccano

le sue ali di gigante gli impediscono il cammino.

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L'Albatros di Charles Baudelaire

Souvent, pour s'amuser, les hommes d'équipage

prennent des albatros, vastes oiseaux des mers,

qui suivent, indolents compagnons de voyage,

le navire glissant sur les gouffres amers.

A peine les ont-ils déposés sur les planches,

que ces rois de l'azur, maladroits et honteux,

laissent piteusement leurs grandes ailes blanches

comme des avirons traîner à côté d'eux.

Ce voyageur ailé, comme il est gauche et veule!

Lui, naguère si beau, qu'il est comique et laid!

L'un agace son bec avec un brûle-gueule,

L'autre mime, en boitant, l'infirme qui volait!

Le Poète est semblable au prince des nuées

Qui hante la tempête et se rit de l'archer;

exilé sur le sol au milieu des huées,

ses ailes de géant l'empêchent de marcher

tratta da Les Fleurs du Mal - 1857

traduzione

Spesso, per dilettarsi, gli uomini della ciurma

catturano gli albatros, grandi uccelli marini

che seguono, indolenti compagni di viaggio,

la nave che scivola sugli amari flutti .

Appena deposti sulle assi della tolda

questi re dell'azzurro, maldestri e vergognosi

lasciano pietosamente le grandi ali bianche

trascinarsi come remi accanto a sè.

Quant'è goffo e fiacco questo viaggiatore alato!

Lui, prima così bello, quant'è comico e brutto!

Uno tormenta il suo becco con un mozzicone acceso,

l'altro mima, zoppicando, l'infermo che volava.

Il Poeta assomiglia al principe delle nubi

che sfida la tempesta e sbeffeggia l'arciere;

esiliato al suolo in mezzo al baccano

le sue ali di gigante gli impediscono il cammino.

Eh, grazie tante... :wub::)

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  • 3 weeks later...

Psalm

Niemand knetet uns wieder aus Erde und Lehm,

niemand bespricht unsern Staub.

Niemand.

Gelobt seist du, Niemand.

Dir zulieb wollen

wir blühn.

Dir

entgegen.

Ein Nichts

waren wir, sind wir, werden

wir bleiben, blühend:

die Nichts-, die

Niemandsrose.

Mit

dem Griffel seelenhell,

dem Staubfaden himmelswüst,

der Krone rot

vom Purpurwort, das wir sangen

über, o über

dem Dorn.

(Paul Celan)

traduzione:

Salmo

Nessuno ci impasta più di terra e argilla,

nessuno infonde alla polvere parole.

Nessuno.

Sia lode a te, Nessuno.

Per amor tuo vogliamo

fiorire.

Incontro

a te.

Un niente

eravamo, siamo, saremo,

fiorendo:

la rosa di niente, di

nessuno.

Con

lo stilo chiaro come l’anima,

il filamento deserto come il cielo,

la corolla rossa

della parola purpurea, che cantammo

sopra, oh sopra

la spina.

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famosissima ma stupenda secondo me

mi sembrava giusto postarla in francese

la musicalità non sarebbe la stessa nella traduzione italiana

"Chanson d'automne"

Les sanglots longs

Des violons

De l'automne

Blessent mon coeur

D'une langueur

Monotone.

Tout suffocant

Et blême, quand

Sonne l'heure,

Je me souviens

Des jours anciens

Et je pleure

Et je m'en vais

Au vent mauvais

Qui m'emporte

Deçà, delà,

Pareil à la

Feuille morte.

(Paul Verlaine)

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famosissima ma stupenda secondo me

mi sembrava giusto postarla in francese

la musicalità non sarebbe la stessa nella traduzione italiana

"Chanson d'automne"

Les sanglots longs

Des violons

De l'automne

Blessent mon coeur

D'une langueur

Monotone.

Tout suffocant

Et blême, quand

Sonne l'heure,

Je me souviens

Des jours anciens

Et je pleure

Et je m'en vais

Au vent mauvais

Qui m'emporte

Deçà, delà,

Pareil à la

Feuille morte.

(Paul Verlaine)

:wub: ...Peccato che dopo aver incontrato Rimbaud sia diventato una specie di Mario Luzi molto più cattolico...poeticamente quella vicenda lo ha cremato...

Volevo postare una poesia di Celan che lessi alle superiori, si chiama "Iride" credo...ma non la trovo, ho perso le fotocopie...Ho trovato questa però, che merita senza dubbio uno sguardo.

CORONA

L'autunno mi bruca dalla mano la sua foglia: siamo amici.

Noi sgusciamo il tempo dalle noci e gli apprendiamo a

camminare:

lui ritorna nel guscio.

Nello specchio è domenica,

nel sogno si dorme,

la bocca fa profezia.

Il mio occhio scende al sesso dell'amata:

noi ci guardiamo,

noi ci diciamo cose oscure,

noi ci amiamo come papavero e memoria,

noi dormiamo come vino nelle conchiglie,

come il mare nel raggio sanguigno della luna.

Noi stiamo allacciati alla finestra, dalla strada ci

guardano:

è tempo che si sappia!

È tempo che la pietra accetti di fiorire,

che l'affanno abbia un cuore che batte.

È tempo che sia tempo.

È tempo.

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Verifica d'italiano di oggi:

L'assiuolo

Dov’era la luna? ché il cielo

notava in un’alba di perla,

ed ergersi il mandorlo e il melo

parevano a meglio vederla.

Venivano soffi di lampi

da un nero di nubi laggiù;

veniva una voce dai campi:

chiù...

Le stelle lucevano rare

tra mezzo alla nebbia di latte:

sentivo il cullare del mare,

sentivo un fru fru tra le fratte;

sentivo nel cuore un sussulto,

com’eco d’un grido che fu.

Sonava lontano il singulto:

chiù...

Su tutte le lucide vette

tremava un sospiro di vento:

squassavano le cavallette

finissimi sistri d’argento

(tintinni a invisibili porte

che forse non s’aprono più?...);

e c’era quel pianto di morte...

chiù...

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di celan ho studiato l'anno scorso todesfuge... ancora più bella (se così si può dire) letta da lui http://www.lyrikline.org

Schwarze Milch der Frühe wir trinken sie abends

wir trinken sie mittags und morgens wir trinken sie nachts

wir trinken und trinken

wir schaufeln ein Grab in den Lüften da liegt man nicht eng

Ein Mann wohnt im Haus der spielt mit den Schlangen der schreibt

der schreibt wenn es dunkelt nach Deutschland dein goldenes Haar Margarete

er schreibt es und tritt vor das Haus und es blitzen die Sterne und er pfeift seine Rüden herbei

er pfeift seine Juden hervor lässt schaufeln ein Grab in der Erde

er befiehlt uns spielt auf nun zum Tanz

Schwarze Milch der Frühe wir trinken dich nachts

wir trinken dich morgens und mittags wir trinken dich abends

wir trinken und trinken

Ein Mann wohnt im Haus der spielt mit den Schlangen der schreibt

der schreibt wenn es dunkelt nach Deutschland dein goldenes Haar Margarete

Dein aschenes Haar Sulamith wir schaufeln ein Grab in den Lüften da liegt man nicht eng

Er ruft stecht tiefer ins Erdreich ihr einen ihr anderen singet und spielt

er greift nach dem Eisen im Gurt er schwingts seine Augen sind blau

stecht tiefer die Spaten ihr einen ihr andern spielt weiter zum Tanz auf

Schwarze Milch der Frühe wir trinken dich nachts

wir trinken dich mittags und morgens wir trinken dich abends

wir trinken und trinken

ein Mann wohnt im Haus dein goldenes Haar Margarete

dein aschenes Haar Sulamith er spielt mit den Schlangen

Er ruft spielt süsser den Tod der Tod ist ein Meister aus Deutschland

er ruft streicht dunkler die Geigen dann steigt ihr als Rauch in die Luft

dann habt ihr ein Grab in den Wolken da liegt man nicht eng

Schwarze Milch der Frühe wir trinken dich nachts

wir trinken dich mittags der Tod ist ein Meister aus Deutschland

wir trinken dich abends und morgens wir trinken und trinken

der Tod ist ein Meister aus Deutschland sein Auge ist blau

er trifft dich mit bleierner Kugel er trifft dich genau

ein Mann wohnt im Haus dein goldenes Haar Margarete

er hetzt seine Rüden auf uns er schenkt uns ein Grab in der Luft

er spielt mit den Schlangen und träumet der Tod ist ein Meister aus Deutschland

dein goldenes Haar Margarete

dein aschenes Haar Sulamith

Fuga di morte (fuga nel senso musicale del termine)

Nero latte dell'alba lo beviamo la sera

lo beviamo a mezzogiorno e al mattino lo beviamo la notte

beviamo e beviamo

scaviamo una tomba nell'aria là non si giace stretti

Nella casa abita un uomo che gioca con i serpenti che scrive

che scrive all'imbrunire in Germania i tuoi capelli d'oro Margarete

lo scrive ed esce dinanzi a casa e brillano le stelle e fischia ai suoi mastini

fischia ai suoi ebrei fa scavare una tomba nella terra

ci comanda ora suonate alla danza.

Nero latte dell'alba ti beviamo la notte

ti beviamo al mattino e a mezzogiorno ti beviamo la sera

beviamo e beviamo

Nella casa abita un uomo che gioca con i serpenti che scrive

che scrive all'imbrunire in Germania i tuoi capelli d'oro Margarete

i tuoi capelli di cenere Sulamith scaviamo una tomba nell'aria là non si giace stretti

Lui grida vangate più a fondo il terreno voi e voi cantate e suonate

impugna il ferro alla cintura e lo brandisce i suoi occhi sono azzurri

spingete più a fondo le vanghe voi e voi continuate a suonare alla danza

Nero latte dell'alba ti beviamo la notte

ti beviamo a mezzogiorno e al mattino ti beviamo la sera

beviamo e beviamo

nella casa abita un uomo i tuoi capelli d'oro Margarete

i tuoi capelli di cenere Sulamith lui gioca con i serpenti

Lui grida suonate più dolce la morte la morte è un maestro tedesco

lui grida suonate più cupo i violini e salirete come fumo nell'aria

e avrete una tomba nelle nubi là non si giace stretti

Nero latte dell'alba ti beviamo la notte

ti beviamo a mezzogiorno la morte è un maestro tedesco

ti beviamo la sera e la mattina beviamo e beviamo

la morte è un maestro tedesco il suo occhio è azzurro

ti colpisce con palla di piombo ti colpisce preciso

nella casa abita un uomo i tuoi capelli d'oro Margarete

aizza i suoi mastini contro di noi ci regala una tomba nell'aria

gioca con i serpenti e sogna la morte è un maestro tedesco

I tuoi capelli d'oro Margarete

I tuoi capelli di cenere Sulamith.

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l'estate si avvicina, e come sempre quando arriva questa stagione riscopro sempre la bellezza di essere senese. ricomincio a guardare video di vecchi palii, vado più spesso in contrada... e poi ritrovo sonetti in vernacolo come questi:

L'ARIA PURA

Ci so' cascato anch'io, ci so' cascato.

Tutti a dimmi "Vedrai che posticino,

c'è l'aria bona, un pezzo di giardino..."

Ora è già un anno che ci so' tornato

e passo il tempo a maledi' il destino

e a rimpiange' la casa che ho lasciato.

Forse dipenderà che c'ero nato,

che ho passato l'infanzia nel chiassino,

ma un posso sta' se un sento il Campanone.

L'ho avuta, un dubita', la fregatura!

Accident' alla casa, al su' padrone,

all'erba, ai fiorellini, alla natura...

Me, fatemi torna' nel mi' rione:

poi l'ho bell'e trovata l'aria pura.

L'AMICI

Ho ricercato 'n quella vecchia strada

'ndove so' nato, tutti i vecchi amici

e so' tornato ne la mi 'ontrada

per ri'odare i tempi più felici;

ma a ruzzare nel prato un c'erano più,

era tutto silenzio... e i rami torti

del pino mi dicevan di lassù:

"ma che li cerchi a fa'... so' tutti morti!"

"Anch'io sto per morire, ocché un lo vedi?

guarda i mi' rami 'ome so' spaccati,

guardali bene, tocca se un ci 'redi!"

M'arrivò 'l gelo de la tramontana

e mentre l'occhi s'erano annebbiati,

l'uni'a voce ami'a: la 'ampana!

:wub:

che bello.

non riuscirei a vivere da nessun'altra parte

:wub::wub::wub:

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Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale

e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.

Eugenio Montale

Noooo, la più bella poesia di Montale merita di essere completa!

Una delle più belle dai...certo una delle migliori di "Satura"...è di "Satura" mi sembra, dedicata alla moglie scomparsa..."Ossi di Seppia" comunque stacca tutto il resto.

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