Jump to content

un libro....ogni tanto


lift

Recommended Posts

  • Replies 4.3k
  • Created
  • Last Reply

Top Posters In This Topic

Edgar Lee Masters - Antologia di Spoon River

(che me lo sto portando avanti un pò alla volta - e non poteva essere altrimenti, sia perchè le raccolte di poesie in genere le leggo così, sia per le caratteristiche particolari di questa raccolta - ogni poesia racconta la vita di una delle persone sepolte nel cimitero di questa cittadina della provincia americana... e quindi una dose eccessiva potrebbe avere effetti indesiderati...:blink: )

Spettacolo.

Fletcher McGee

Mi prese la forza minuto per minuto,

mi prese la vita ora per ora,

mi prosciugò come una luna accesa dalla febbre

essicca il mondo nel suo giro.

I giorni passavano come ombre,

i minuti rotavano come stelle.

Mi prese la pietà dal cuore,

e la tramutò in sorrisi.

Era un pugno di creta da scultore,

e i miei pensieri segreti erano dita:

volavano dietro la sua fronte pensosa

e la solcavano in profondo con la pena.

Fissarono le sue labbra; afflosciarono le sue gote,

abbassarono i suoi occhi col dolore.

La mia anima aveva penetrato la creta,

lottando come sette demoni.

Non era mia, non era sua;

lei la teneva, ma queste lotte

plasmarono un viso che lei odiava,

e un viso ch'io temevo di vedere.

Colpii le finestre, scossi i paletti.

Mi nascosi in un angolo -

E poi lei morì e mi perseguitò col suo spettro,

e mi perseguitò finchè non fui morto.

Link to comment
Share on other sites

Margherita Oggero - Così parlò il nano da giardino

Il titolo incricca...

Di che parla? (il libro, non il nano! o anche tutti e due, fai te...)

E' un libretto di 90 pagine:una specie di favola moderna. La stotia di una comunità di gerbilli che sono costretti a lasciare il loro gerbido perchè nella casa vicina i proprietari decidono di costruire una pensione per cani, e cani e gebilli non vanno molto d'accordo.

E così Gongolo(un nano da giardino) li indirizza in un nuovo gerbido: dopo un viaggio lungo e avventuroso riescono a raggiungere il loro paradiso, solo che questo è abitato da uno spaventapasseri depresso...

Libretto simpatico e si legge in poche ore

Link to comment
Share on other sites

scusa scusa..sto ancora ridendo..no perchè "daghe" è un 'espressione veneta che vuol dire pressapoco "dacci dentro". immaginati kundera che scrive un libro intitolato "daghe" no ti preeeego... :lol:

scusa june ho risposto per te ma non potevo resistere :)

Link to comment
Share on other sites

I miei autoregali di natale, presi ieri, sono stati invece:

Alice nel paese delle meraviglie - Attraverso lo specchio, di L. Carrol (era una vita che me lo volevo leggere  ), che ho già cominciato oggi, e

Non si muore tutte le mattine, di Vinicio Capossela (il concerto dell'altra sera ha lasciato lo strascico...); qualcuno lo ha già letto??

Bè, Capossela non so se riuscirò a finirlo.

E' un libro troppo allucinato per i miei gusti. :unsure:

O forse lo sto leggendo nel momento sbagliato... boh!!

Comunque ci sono spunti molto, molto interessanti. Scrive davvero bene:

''L'acqua calda, le piastrelle sbiadite, il vapore che le copre, la carne che si scioglie dentro.

La vasca. L'impero della vasca! I pensieri galleggiano assieme al corpo deformato dalla lente azzurrata dell'acqua, e si muovono dentro mani e piedi, vestiti di acqua, accuditi dall'acqua, finchè non può più durare e si toglie il tappo.

Non è una cosa immediata. Pare di averne di acqua, di sotto, e quella piano piano, andandosene, mangia le gambe. L'aria inizia a tagliarle, ma ci si è ancora dentro. E' una cosa lenta... comunque succede. Il corpo svuotato finalmente della sua placenta liquida affiora miserabile quale è, mentre il risucchio dell'acqua nello scarico produce come un rumore di starnazzo d'anatra. Fino all'ultimo succede. E poi basta, le nostre gambe si devono abituare a non averne più di acqua, come fossero rimaste buone soltanto per l'aria. Non sguazzano più in niente, inerti e col freddo che mano a mano gli si attacca addosso. Che miseria rimane la pelle sdraiata nella vasca vuota. L'acqua se n'è andata e noi non abbiamo fatto niente per fermarla.

Così, anche il canto della carne se n'è andato. Certo, ne rimane lo stesso di carne, a tutto si sopravvive, a tutto ci si abitua, all'asperità, alla crudezza dell'aria, alla sua carezza d'ammoniaca. Carne però resta, lessata senza condimento.

Asciutta, profumata addirittura. Inerte, senza canzoni che affiorano a filo di vapore. Carne bianca nello smalto della vasca vuota. Bisogna sloggiare, insieme al risucchio d'anatra dei tubi. Alzarsi, asciugarsi e sparire, insieme all'acqua. Ristorati perfino. Ma meglio non soffermarsi, dopo si vedrebbe soltanto carne cruda sullo smalto. Miserabile, forse anche oscena. Triste di sicuro, da far passare la voglia di alzarsi.''

:bong:

Link to comment
Share on other sites

Create an account or sign in to comment

You need to be a member in order to leave a comment

Create an account

Sign up for a new account in our community. It's easy!

Register a new account

Sign in

Already have an account? Sign in here.

Sign In Now
  • Recently Browsing   0 members

    No registered users viewing this page.


×
×
  • Create New...