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Baustelle


streetspirit

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oh io sarò completamente rincoglionito ma "il corvo joe" secondo me a livello testuale e musicale è un pezzo della madonna incoronata eh...

ma son completamente andato lo ammetto. :bye:

Di quell'album la mia preferita è "i provinciali", stupendo affresco della provincia italiana, su una melodia coi controcazzi.

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Di quell'album la mia preferita è "i provinciali", stupendo affresco della provincia italiana, su una melodia coi controcazzi.

quoto, carina anche a vita bassa, però meno...

comunque il difetto dei provinciali è il disuso che una ragazzina di 14 anni può farne perchè la mamma non la fa uscire il sabato sera a causa del 4 in matematica.

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Sarò di parte, ma penso che Bianconi sia uno degli autori più interessanti che abbiamo oggi in Italia, riesce ad essere incredibilmente moderno ed originale nel linguaggio. Inoltre musicalmente parlando i Baustelle pescano a piene mani dalla tradizione italiana, senza cercare di scimmiottare un'ispirazione anglosassone, come molti gruppi italiani fanno.

Il nuovo singolo mi sembra valido, anche se aspetto il disco prima di giudicare, ma considerando che ultimamente hanno tirato fuori un gran pezzo come Piangi Roma assieme a Valeria Golino per la colonna sonora del film Giulia non esce la sera, credo che la vena creativa di Bianconi sia lontana dall'essere eseurita.

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Oggi, all’uscita del singolo dei Baustelle, siamo felici di affermare con assoluta convinzione che, è stato bello non “andarsene per sempre”. Spietatamente coinvolgente. Colpisce proprio, come pistole di un film western di Clint Eastwood, da cui prende il nome. Ci sono treni senza ritorno, altri presi con tutti gli sbarellamenti tipici di un viaggio carnale. Fazzoletti bianchi da sventolare alla stazione. Baci in bianco nero alla Doisneau. Tetaniche passioni imperfette, nel passato sempre presente. C’è un ritmo cardiaco inatteso, extrasistole sonore che, avviluppano il corpo di ricordi vividi che si riposano e poi ricominciano, come stazioni di scambio, pronte a svuotarsi e nuovamente a riempirsi. E’ tutto questo e molto di più, Gli Spietati che, anticipa l’uscita dell’album I Mistici dell’Occidente. Se questo è l’inizio, i Baustelle non ci faranno rimpiangere il loro Sussidiario, anche perché, adesso, non siamo più tanto giovani.

righeIndie

ma che lingua è ? :lol: :lol: :lol:

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Oggi, all’uscita del singolo dei Baustelle, siamo felici di affermare con assoluta convinzione che, è stato bello non “andarsene per sempre”. Spietatamente coinvolgente. Colpisce proprio, come pistole di un film western di Clint Eastwood, da cui prende il nome. Ci sono treni senza ritorno, altri presi con tutti gli sbarellamenti tipici di un viaggio carnale. Fazzoletti bianchi da sventolare alla stazione. Baci in bianco nero alla Doisneau. Tetaniche passioni imperfette, nel passato sempre presente. C’è un ritmo cardiaco inatteso, extrasistole sonore che, avviluppano il corpo di ricordi vividi che si riposano e poi ricominciano, come stazioni di scambio, pronte a svuotarsi e nuovamente a riempirsi. E’ tutto questo e molto di più, Gli Spietati che, anticipa l’uscita dell’album I Mistici dell’Occidente. Se questo è l’inizio, i Baustelle non ci faranno rimpiangere il loro Sussidiario, anche perché, adesso, non siamo più tanto giovani.

righeIndie

ma che lingua è ? :lol: :lol: :lol:

:prego:

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  • 2 weeks later...

Per chi gli interessa..varie interviste a Bianconi:

La promozione del nuovo disco sta iniziando, così come le uscite sulla stampa del gruppo. Ecco due prime interviste a Francesco Bianconi, una ad AffariItaliani.it e una al quotidiano torinese de La Stampa. A seguire l’articolo di Andrea Laffranchi sul Corriere della Sera di stamattina.

Da AffariItaliani.it

“I mistici dell’Occidente” è un titolo che fa pensare a un disco molto spirituale…

“Dal mio punto di vista non si tratta certamente di un album religioso. Io non credo in Dio. Il misticismo non va inteso in senso letterale. Per misticismo intendo un invito a guardare oltre, visto che viviamo in una società in cui sempre più si pensa ai bene materiali. E’ anche un invito a pensare che ci possano essere altre realtà possibili, altre verità, altri valori… Il disco, quindi, nasce proprio dalla voglia di seguire un’aspirazione ad andare oltre i modelli culturali che ci vengono propinati quotidianamente. I mistici del passato andavano oltre la realtà, ma ciò non vuol dire ignorarla, anzi. Il loro era un atto di coraggio. E anche noi Baustelle non rifiutiamo snobisticamente la realtà. E non penso neppure che i brani che scriviamo siano pessimisti e rassegnati come si sente dire…”.

Da dove nasce questo nuovo album?

“Dalle domande sul senso dell’esistenza e sul mondo che mi circonda che mi pongo ogni giorno, e dalla lettura dell’antologia di scritti di mistici del passato curata da Elémire Zolla, dal titolo omonimo ‘I mistici dell’Occidente’, che ho scovato per caso in libreria. Leggerla mi ha dato parecchi spunti. Testi scritti molti secoli fa, certo, ma fin troppo attuali…”.

Pensa ancora di volersi autoesiliare dall’Italia come aveva ‘minacciato’?

“La mia era una provocazione. Sono convinto che chi, come il sottoscritto, ha la possibilità di dire la sua e di essere ascoltato dai media, dovrebbe lanciare messaggi forti. Quando un paio di anni fa ho espresso la mia rabbia verso un paese, la mia Italia, che culturalmente non mi piace, speravo che altri intellettuali non allineati seguissero il mio esempio”.

Musicalmente “I mistici dell’Occidente” è un disco più chitarristico e meno ‘prodotto’ rispetto al precedente “Amen”. Come mai?

“E’ stato anche per avere un disco meno ‘compresso’ del solito standard italiano che abbiamo cercato un produttore anglosassone. La Warner ci ha aiutato a incontrare il grande Pat McCarthy che, nonostante la fama, si è dimostrato umile e aperto nei nostri confronti. Certo, ogni tanto dava qualche scappellotto a Rachele Bastreghi (voce femminile del gruppo che, presente all’intervista, annuisce sorridendo…). Volevamo un album dinamico, non il solito muro di suono all’italiana, ed è la prima volta che, riascoltando un nostro disco dall’inizio alla fine, non saltiamo neppure una canzone, perché ci piacciono tutte!”.

Cosa ne pensa dei talent show? A proposito, prenderebbe il posto di Morgan a X Factor?

“Non lo farei mai sia perché non ne sarei capace sia perché non mi interessa… Non condanno i talent show, sono certamente una strada per chi vuol fare l’interprete, non certo per una band. Il problema è che oggi il modello del talent impera e conquista anche i ragazzi, attratti dalla rapidità con la quale può portare al successo. Alla lunga, però, il risultato sarà catastrofico”.

E la musica indipendente non ha futuro, quindi?

“Il sistema discografico, non solo mainstream, è crollato. Oggi non esistono più nè le etichette indipendenti nè i club dove andare a suonare. Penso che noi Baustelle siamo dei miracolati a essere sotto contratto con una major che ci garantisce la massima libertà in un periodaccio come questo…”.

Dopo quella del film “Giulia non esce la sera”, altre colonne sonore in vista?

“Intanto abbiamo imparato cosa vuol dire scrivere una colonna sonora. Appena ci sarà un’altra occasione, saremo ben lieti di accettare”.

E un film da regista lo dirigerebbe? Come Zampaglione, ormai (anche) un affermato regista horror, e un altro suo collega che ammira, Battiato…

“In effetti parlano tutti bene del nuovo film di Zampaglione… Per ora fare il regista non è tra le mie priorità, ma non me la sento di escluderlo in futuro. Resta il fatto che dirigere un film non è affatto semplice come si pensa”.

E con “Un romantico a Milano”, il suo primo libro che sarà pubblicato da Mondadori, a che punto siamo?

“Questa domanda non ci voleva… sono un po’ indietro e con la promozione del disco diventa difficile trovare il tempo per finirlo, ma devo darmi assolutamente da fare. E’ un romanzo, con tante storie che si incrociano”.

Domenica ci sono le Regionali. Per chi votano i Baustelle?

“Rispondo a titolo personale: sono molto scettico e non so se andrò a votare. La teoria del votare per il male minore mi ha stancato. Ho tendenze anarchiche, ma allo stesso tempo vorrei sentirmi rappresentato. Ci tengo che la mia nuova città, Milano, e la stessa Lombardia, siano ben governate. Il mio non vuol essere un discorso qualunquista. Sono in crisi, come tanti altri credo…”.

Da La Stampa:

Bianconi, ma delle vostre canzoni al pubblico arriva il ritornello o il messaggio?

«Si parte dall’orecchiabilità, certo, ma poi a forza di cantare ogni tanto si finisce per pensare. Essere oscuri dà a chi ascolta il compito di cercare il senso nascosto».

Il brano che dà il titolo all’album ricorda De André: un caso o una scelta?

«La strofa ha un giro armonico da ballata popolare, che De André adoperava spesso, e anche il mio timbro vocale è simile».

E l’ispirazione mistica arriva da Battiato?

«Non esattamente, anche se Battiato è per noi un riferimento. Nell’album il misticismo è una metafora: si parte dalla vita terrena e si afferma che la verità è un’altra. Ma per me, laicamente, questa esperienza significa interpretare il presente come se non fosse tutto qui e ora, ma esistesse un’altra prospettiva. Nella cultura come nella politica».

A proposito di politica, lei parla di un Presidente: chi è?

«Oggi Silvio Berlusconi ed è per lui che è nata I mistici dell’Occidente. Nel testo non compare il suo nome perché, da buon anarchico, considero il potere sempre negativo in sé, quindi spero che il riferimento rimanga universale. Dall’altra parte, però, mi auguro che questa canzone possa essere presto superata dalla storia che avanza».

Lei canta testualmente: «questo branco di coglioni sparirà». Lo crede davvero?

«Non so, ma anche solo dirlo è liberatorio».

Avete collaborato con Valeria Golino per Giulia non esce la sera e ne è nata Piangi Roma, che ha vinto il Nastro d’argento. Ci sarà ancora cinema nel futuro dei Baustelle?

«Mi piacerebbe fare cinema come attore, ma mi accontenterei anche di comporre musica. È bene confrontarsi con i tempi e le strutture del cinema, perché chi scrive colonne sonore deve mettere da parte l’ego. Per questo la musica da film è colta come l’avanguardia ma meno autoreferenziale e più capace di emozionare: è il caso di Ennio Morricone, ad esempio».

Ma il vostro è ancora pop?

«È un pop barocco, orchestrale, creato a tavolino. Il nuovo album nasce dal silenzio e non dalle improvvisazioni, tagliano e incollando le idee di tutti e tre col computer».

E dal vivo?

«Sul palco saremo con l’Orchestra dei Mistici dell’Occidente, un coro maschile, una sezione di archi: in tutto, una ventina di persone».

Nel 2007 lei ha scritto per Irene Grandi Bruci la città e per l’ultimo Sanremo La cometa di Halley: c’è qualcun altro cui affiderebbe le sue canzoni?

«Celentano, mi piacerebbe molto scrivere per lui».

Dal Corriere della sera, l’articolo di Laffranchi intitolato Ritornano i Baustelle con il rock spirituale :

MILANO — Da Sanremo, per interposta persona, a san Francesco, per interposta canzone. I Baustelle, una delle realtà più solide del rock italiano, a Sanremo non ci sono andati. Li volevano ma hanno detto no perché, dice il cantante Francesco Bianconi, «non mi piace né come spettacolo televisivo né come vetrina che rappresenta soltanto un pezzetto della musica italiana e credo che come band possiamo farne a meno». Lui però c’era come autore di «La cometa di Halley», la canzone di Irene Grandi. «Mi ha fatto impressione, fosse solo per i ricordi di quando ero bambino, per poter dire “mamma, vedi che faccio un lavoro serio”. Però il televoto… », aggiunge. «San Francesco» è invece il titolo di una delle canzoni del quinto album del trio, «I mistici dell’Occidente», che esce venerdì e che verrà lanciato da tre concerti (17 aprile Roma, 19 Milano, 27 Firenze). «È una figura molto moderna, anche presa laicamente. È interessante la sua storia di abbandono del materialismo», dice Bianconi. Dopo il precedente «Amen», ancora un riferimento spirituale. «Il disco però non è un invito alla religione», precisa. Il titolo arriva da una raccolta di scritti del filosofo Elémire Zolla: «Non lo conoscevo. Appena l’ho visto ho pensato che sarebbe stato ottimo per un disco. Magari di Battiato. Poi l’ho comprato, racconta dei mistici dall’antica Grecia alla modernità, e ci ho trovato spunti e stimoli per applicarlo alla realtà di oggi». Realtà che Bianconi e soci trovano poco interessante. Ma l’analisi non è un invito alla fuga. «Il mistico non è uno che scappa dal mondo perché è brutto, il suo rivolgersi a Dio è il principio del suo agire. Nel disco semplifichiamo il concetto. Diciamo che sarebbe rivoluzionario adottare anche solo una parte di quel comportamento, cioè capire che quella che vediamo non è l’unica realtà possibile», analizza il cantante. Ma la realtà italiana è meglio o peggio? «Non siamo in sintonia con l’attuale governo, non tanto politicamente, ma per i danni culturali che provoca.

E tutto è cominciato prima che il presidente Berlusconi facesse politica». Il disco è stato prodotto da Bianconi con Pat McCarthy (già in studio con i REM): «Lavorare con un orecchio che non fosse italiano era uno sfizio che volevamo toglierci. E poi sentivamo anche la necessità di cambiare». Cosa? Risponde il chitarrista, Claudio Brasini: «Volevamo fare una cosa più diretta e con meno fronzoli ». Il primo singolo, in radio da qualche giorno con la voce di Bianconi e Rachele Bastreghi, è «Gli spietati». «Parla della possibilità di vivere felici distaccandosi dalle passioni. Ma alla fine vincono ancora i sensi », racconta Bianconi. Il videoclip omaggia Andy Warhol. Ci sono rimandi alle sue opere (con il logo Baustelle al posto di quelli della zuppa Campbell’s e delle pagliette Brillo) e c’è un personaggio con i capelli argentati come quelli dell’artista pop. Nelle sequenze anche dei cameo di Carolina Crescentini, Valentina Lodovini, Corinne Clery e Vinicio Marchioni. Un rapporto sempre più stretto quello dei Baustelle con il cinema. Nei loro album ci sono sempre stati rimandi a Morricone e ai polizieschi anni 70 e l’anno scorso hanno fatto la colonna sonora di Giulia non esce la sera di Picconi: «Scrivere per il cinema è molto affascinante, lo rifaremmo con Sorrentino, Garrone, Piccioni, Dario Argento».

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Su you tube sono state pubblicate tutte le canzoni del nuovo album; a primo impatto questa è quella che mi ha colpito più di tutte:

Baustelle - L'Ultima Notte Felice del Mondo

La voce di Rachele è davvero stupenda, e il testo anche, secondo me...

Un'altra degna di nota è: Baustelle - L'indaco

Le altre invece devo ancora assimilarle...

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Su you tube sono state pubblicate tutte le canzoni del nuovo album; a primo impatto questa è quella che mi ha colpito più di tutte:

Baustelle - L'Ultima Notte Felice del Mondo

La voce di Rachele è davvero stupenda, e il testo anche, secondo me...

Un'altra degna di nota è: Baustelle - L'indaco

Le altre invece devo ancora assimilarle...

grazie, ascoltiamo!

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dopo tre-quattro ascolti, il primo giudizio è abbastanza negativo.

Insomma, non proprio schifoso, però decisamente inferiore ad Amen (che pure non ho trovato un album 'colossale').

Staremo a vedere se crescerà con gli ascolti.

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