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A Moon Shaped Pool


Lacatus

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Come ho detto fin dall'inizio questo è un disco fintamente semplice, in realtà ha diversi livelli di lettura ed ha un'osticità latente che lo rende, almeno alle mie orecchie, interessantissimo. Di certo non è Kid A, Third o 100thWindow [cioè non è spiazzante] ma ha un altro scopo e altri pregi: io lo trovo profondo, ricercato, raffinato, bello. Mi basta e mi avanza.

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30 minutes ago, On a Friday said:

Edit @Lacatus in ogni discussione sui singoli pezzi ci sei te che o lo esalti, oppure lo dichiari clamorosamente in rimonta:D. Non è che stai cercando di mantenere la coerenza sulla discussione generale, e sugli altri topic, ma poi sotto sotto sto disco ti sta conquistando?

Sto scherzando eh:P

Quasi tutte le canzoni, diciamo 7/8 su 11, prese singolarmente, le ascolto spesso e non mi dispiacciono affatto.

Il problema è che il percorso cominciato con The King Of Limbs e proseguito coi lavori solisti degli ultimi anni è stato completamente rinnegato, nel metodo e nello spirito, proprio quando invece mi aspettavo tirassero fuori un disco "world", ancora più caldo e speziato (del quale rimane qualcosa Present Tense e Desert Island Disk sicuramente...forse anche Identikit e The Numbers)

Non mi aspettavo si sentire timbri così classici, colti, europei, perdippiù con umore uggioso e senile. Ma è un problema mio, che sono su tutto un altro piano, essendoci stati di mezzo i Rami, Amok, Tomorrow's, Inherent Vice e Junun, pensavo che pure i nostri fossero su tutt'altro piano.
Se questo disco fosse uscito nel 2011, al posto di TKOL, probabilmente lo avrei osannato

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1 minute ago, On a Friday said:

Io comunque Tomorrow's Modern Boxes non lo vedo molto distante dalle sonorità di A moon shaped pool. Sarà...

Esatto, è il ponte tra TMB e i Radiohead.

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2 minutes ago, On a Friday said:

Io comunque Tomorrow's Modern Boxes non lo vedo molto distante dalle sonorità di A moon shaped pool. Sarà...

No, sono completamente diversi. Magari è simile l'umore (o il malumore), non certo le sonorità.

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43 minutes ago, On a Friday said:

Alla fine tutto sta in cosa ti lascia l'album, a me sta lasciando una sensazione argentata piuttosto che grigia

Questa è un' ottima osservazione...il colore del disco musicalmente più che grigio direi che è quasi perlaceo.

I testi però mi sembrano abbastanza scuri; mi sembra che ci sia una dicotomia tra saggezza e però pure un po' di distaccata rassegnazione in questo disco..di certo sono cambiate tante cose rispetto al 2011.

Poi come ha rilevato laca, ha un'atmosfera molto "europea". 

Non voleva essere una critica: è un ottimo disco, ben fatto, che si rivela meglio nei dettagli come dici tu...io spero solo che tenga nel tempo, perchè aldilà dei dettagli il "grosso" è abbastanza inquadrabile subito; come ha più o meno fatto In Rainbows (aldilà delle critiche che, per quanto mi riguarda, non si riferiscono al disco in sè, ma "come è visto" quel disco).

E' comunque un album che ci sta nella loro discografia, come tutti gli altri, e questo va bene..magari qualche azzardo in più l'avrebbe elevato a rango ancora più alto: ma è anche vero che i Radiohead stanno attraversano un'altra fase, un altro periodo della loro carriera. E devo dire che lo stanno affrontando molto bene...

Spero solo che avere un precedente simile come filosofia non porti allo stancarsi nell'ascolto e nella percezione del disco.

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Si, ho detto argentato perchè, mi perdonerete per l'accostamento non altissimo (ma d'altronde io ci sono cresciuto quindi lo adoro), ho avuto l'impressione di entrare nel pensatoio di Silente quando ho ascoltato l'album:stik:

Che è questo, per chi non lo sapesse:

http://i47.tinypic.com/30wmlpy.jpg

Più in generale non ho una conoscenza dell'inglese che mi permette di tradurre il testo (anche capendo Thom) al volo mentre ascolto, quindi mi lascio guidare dalle sensazioni. E per me più che grigio pioggia questo è appunto un album argento/bianco. Cambia molto..

In questo senso la copertina sembra chiara...lo stagno a forma di luna è la parte bianca, luminosa, il nero e il grigio sono all'esterno della pozza (alcuni sprazzi dentro), quindi questo disco è veramente un'immersione in uno stagno..Mi ricorda gli indiani:blink:, e le notti d'estate, altro che grigiore, depressione e pioggia. Ovviamente questo è fortemente soggettivo per ognuno di noi..chissà quali sensazioni lascia ai Radiohead, spero che prima o poi ne parlino

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13 minutes ago, TomThom said:

Meglio un disco che si smascheri subito nella sua bellezza piuttosto che un papocchio cerebrale e mal assortito, necessitante 456 ascolti per rivelarsi nella sua pochezza.

Ovviamente non serve citare i due album in questione...:fischia:

Dai smettila di ascoltare musica per tetraplegici e muovi il corpo :dance: 

Ecco cosa faceva Lucio Battisti a 50 anni, invece di Daydreaming e True Love Waits.

 

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12 minutes ago, On a Friday said:

Si, ho detto argentato perchè, mi perdonerete per l'accostamento non altissimo (ma d'altronde io ci sono cresciuto quindi lo adoro), ho avuto l'impressione di entrare nel pensatoio di Silente quando ho ascoltato l'album

Ahahah grande :D

In effetti ci sta alla grande, nel senso che in molti l'hanno definito distaccato: Thom che canta mentre guarda il vecchio Thom fare cose. È proprio così.  

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13 minutes ago, On a Friday said:

questo disco è veramente un'immersione in uno stagno..Mi ricorda gli indiani:blink:, e le notti d'estate, altro che grigiore, depressione e pioggia.  E per me più che grigio pioggia questo è appunto un album argento/bianco. Cambia molto..

boh; a me questo disco dà una forte impressione autunnale...infatti questo periodo contrasta parecchio con l'ascolto

con una nerdata geografica direi che questo disco lo ascolterei bene in normandia o in UK:rolleyes::D

 

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Quoto On a Friday. Anche per me Lacatus questo disco ti piace ma siccome e' lontano dalle tue aspettative (e nn dire che non ti avevo avvisato che sarebbe stato meglio non averne ;) ) lo tieni a "distanza"... lasciatene conquistare e non te ne pentirai: e' pieno di cura, di cuore (anche se è quello "freddo" e "britannico" tipico dei nostri), e di tantissimi bei pezzi.

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9 minutes ago, @li said:

Quoto On a Friday. Anche per me Lacatus questo disco ti piace ma siccome e' lontano dalle tue aspettative (e nn dire che non ti avevo avvisato che sarebbe stato meglio non averne ;) ) lo tieni a "distanza"... lasciatene conquistare e non te ne pentirai: e' pieno di cura, di cuore (anche se è quello "freddo" e "britannico" tipico dei nostri), e di tantissimi bei pezzi.

"Va sopra i mari d'Africa la mia vela atlantica, la stessa che hai in mente tu, stupida!"

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La mia impressione è che su AMSP le uniche cose di nuove siano: 1 l'aggiunta dell'orchestra 2 qualche bel suono. 

Su questo piano la prima parte di TKOL era molto più interessante (e mi dispiace molto perché sono convinto che non abbiano terminato il percorso con l' Lp8). 

Se su AMSP togliamo i due elementi citati sopra cosa resta? ...un repertorio, un riassunto...che comunque ci sta alla grande. Lo considero il loro best of di inediti in chiave orchestrale

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30 minutes ago, clak said:

La mia impressione è che su AMSP le uniche cose di nuove siano: 1 l'aggiunta dell'orchestra 2 qualche bel suono. 

Su questo piano la prima parte di TKOL era molto più interessante (e mi dispiace molto perché sono convinto che non abbiano terminato il percorso con l' Lp8). 

Se su AMSP togliamo i due elementi citati sopra cosa resta? ...un repertorio, un riassunto...che comunque ci sta alla grande. Lo considero il loro best of di inediti in chiave orchestrale

Io credo che la sorpresa di questo disco sia proprio nel non andare dove molti si aspettavano che andasse (cioè continuare in direzione TKOL o verso i percorsi solisti di Yorke e Atoms). Per alcuni versi potrebbe apparire come un passo indietro, un ritorno al classico, ma in realtà la regressione è solo apparente perché ci sono molte idee nuove e mai sperimentate prima (penso a pezzi come Ful Stop e Present Tense, all'utilizzo dei cori o agli arrangiamenti orchestrali pensati in un certo modo).
Credo anche che come per Ok Computer abbiano concepito un lavoro che voglia suonare come un instant classic, qualcosa che non ha tempo, totalmente fuori dalle mode e che quindi suonerà benissimo adesso come tra 50 anni. Non so se tutto questo sia stata fatto volutamente o se semplicemente Johnny Greenwood abbia convinto tutti della bontà del suo operato, mettendoci dentro molto del suo.
Non penso sia il primo lavoro orchestrale dei Radiohead, già dentro In Rainbows c'era il germe (in pezzi come Nude, Arpeggi, Faust Arp, Reckoner) di quello che con AMSP è stato ampiamente sviluppato. Ma se andiamo a ritroso l'orchestralità era già presente anche in Amnesiac (Pyramid Song, You and Whose Army), Kid A (Motion Picture, How to Disappear), perfino Ok Computer (Exit Music), lavoro con pochissimi archi ma che suona in realtà estremamente sinfonico.

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1 hour ago, clak said:

Se su AMSP togliamo i due elementi citati sopra cosa resta? ...un repertorio, un riassunto...che comunque ci sta alla grande. Lo considero il loro best of di inediti in chiave orchestrale

Io credo che la sensazione "best of" venga dal fatto che su 11 pezzi non ce n'è uno debole.

Oltre a questo, bisogna considerare anche che i pezzi meno convincenti ("Burn the witch", "The numbers"?) sono comunque degli ottimi brani, mentre quelli più riusciti ("Decks dark", "Ful stop", "Identikit", "Present Tense") sono da olimpo radioheadiano. Capisco quando dici che quest'album sia in parte un ritorno al passato e una rinuncia alla sperimentazione, ma il lavoro di scrittura, arrangiamento e produzione su questo disco sono a livelli assolutamente alti. Altroché TKOL, mi viene da dire.

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