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un libro....ogni tanto


lift

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Ora capisco. Il mio aspetto ordinario gli trasmette ascolti deplorevoli.

Ma io lo so chi è Mark Lanegan, arrogante bottegaio indegno della roba che vendi qui dentro, alternativo dei miei coglioni che quando io ascoltavo i Dead Kennedys tu nemmeno ti facevi le pippe

Sento una bella canzone e gli chiedo chi è che canta. Con la solita faccia mi risponde col suo tono metallico standard e dice rassegnato: "è Mark Lanegan", poi un lampo di vita. Si ridesta dai suoi pensieri troppo alti e scollegati e mi comunica deciso: "non credo che tu lo conosca: era il cantante degli Screaming Trees"

:clapclap:

morale della favola:

brutta bestia..brutta bestia...l'invidia

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ho sentito parlare di dogmatico risentimento. non so cosa significhi. peraltro non sono granché risentito (annoiato?) ma dogmaticamente cosa significa?

Il "dogmatico risentimento" è la reazione che ha il cultore di una qualunque materia quando la vede divulgata alle masse.

Ora vedo che piangeresti di gioia se tutti avessero letto i fratelli Karamazov, ma dal tuo post precedente, credimi, non sembrava.

Sono contento di essermi sbagliato, ma resta un fatto, che pongo in via del tutto generale: fino a quando la cultura produrrà in chi ne fruisce un aumento incontrollabile della spocchiosità, del settarismo, io non la chiamerò cultura; se invece è questa, la cultura, preferisco andare a zappare la terra con umiltà e restare simpatico.

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Più che altro mi sembra sensibile il rischio di "inquinamento": con una larga conoscenza d'un autore, si incorre in approssimazioni, banalizzazioni: quello che è successo con Borges. I Promessi Sposi sono, ad esempio, un romanzo dinamico, spiritoso, finissimo, però passa per tuttaltro.

La qualcosa non è di certo dannosa, però un po' fastidiosa sì, specie se uno ama Manzoni con tutto il cuore.

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ho sentito parlare di dogmatico risentimento. non so cosa significhi. peraltro non sono granché risentito (annoiato?) ma dogmaticamente cosa significa?

Il "dogmatico risentimento" è la reazione che ha il cultore di una qualunque materia quando la vede divulgata alle masse.

Ora vedo che piangeresti di gioia se tutti avessero letto i fratelli Karamazov, ma dal tuo post precedente, credimi, non sembrava.

Sono contento di essermi sbagliato, ma resta un fatto, che pongo in via del tutto generale: fino a quando la cultura produrrà in chi ne fruisce un aumento incontrollabile della spocchiosità, del settarismo, io non la chiamerò cultura; se invece è questa, la cultura, preferisco andare a zappare la terra con umiltà e restare simpatico.

:)

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io quando so di qualcuno che ha VERAMENTE letto i Karamazov SO che fa parte di una ristretta cerchia di

posso dirlo? è un po' la rivoluzione ignorante, o almeno sembra, quella di chi difende a spada tratta la propria condizione, invece di ammettere la necessità di un miglioramento. sembra - potrebbe - che io sia snob, su queste pagine, in realtà mi vergogno della mia ignoranza con tantissime persone, pure su questa MB esistono persone coltissime, un tre anni fa mi ricordo qualcuno mi diede consigli freschi su un libro di musil (i dolori del giovane Torless), mica ciccia.

.

forse sono stata io! :lol:

la cosa mi fa davvero molto ridere!

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Più che altro mi sembra sensibile il rischio di "inquinamento": con una larga conoscenza d'un autore, si incorre in approssimazioni, banalizzazioni: quello che è successo con Borges. I Promessi Sposi sono, ad esempio, un romanzo dinamico, spiritoso, finissimo, però passa per tuttaltro.

La qualcosa non è di certo dannosa, però un po' fastidiosa sì, specie se uno ama Manzoni con tutto il cuore.

oh no! "i promessi sposi" è l'opera più esilarante della letteratura italiana!

ma dove mettiamo i personaggi come "il vecchio malvissuto" o il sarto che risponde a borromeo "si figuri" o il griso che si prende la peste rubando gli averi di don rodrigo?l'ho letto 3 volte, e mi sa che lo rileggerò ancora!

comunque, consiglio "le braci" di sandor marai, forse uno dei "trattati"più intelligenti sul significato dell'amicizia e della tensione amore-odio. background: antico castello immerso nei boschi dell'ungheria.

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il paradosso involontario della frase di Rubbish con cui mi si dà dell'alternativo a tutti i costi è evidente. io amo i classici, leggo i classici e consiglio i classici. se sembro alternativo il problema è di chi mi vede così. io più tradizionale non potrei essere nemmeno a forza.

i repeat: non è che leggere i classici escluda leggersi il Piccolo Principe, o Borges, o Bulgakov, o Brizzi (tiè).

posso dirti (e qualcuno degli utenti di questa board potrebbe confermarti) che tra i libri più belli che io abbia mai letto ci sono, oltre ai Karamazov e ai Promessi Sposi, anche la ricerca del tempo perduto (tutti e sette i volumi, probabilmente LA mia opera preferita), L'educazione sentimentale di Flaubert, La coscienza di Zeno di Svevo, Il nome della rosa di Eco, La schiuma dei giorni di Boris Vian... e potrei continuare oltre.

però, per avvicinarmi a tali e tanti libri, a sedici-diciassette-diciotto anni mi son letto degli autori che posso considerare "tappe intermedie" (Brizzi per l'appunto, ma anche Salinger, Kerouac, Saint-Exupéry solo per citarne alcuni) ma che non sento di dover rinnegare. anzi, che non VOGLIO rinnegare.

e il fatto che io ci sia passato a quell'età e qualcun altro ci passi a venticinque, trenta, trentacinque, per me non è un problema. anzi. sono felice se fanno un percorso come il mio, anche se lo fanno dopo di me, perché è già un elevarsi notevole rispetto ai Moccia, ai Coelho, ai Dan Brown, ai Baricco e ai Faletti che infestano il panorama letterario d'oggidì.

comunque sono contento che tu abbia cambiato i toni: sulla sostanza possiamo venirci incontro.

peace :)

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solo, trickster, cercando di essere per trenta secondi serio: non condivido la dicotomia tradizionalismo - alternatività.

non l'ho mai considerata seriamente. l'ho estrapolata dalle parole di chi - forse rinvenendo nei miei discorsi un certo fastidio per la massificazione di Borges, o che ne so - mi dà dell'alternativo a tutti i costi.

partiamo allora dalle cose semplici, senza addentrarci nella disputa di chi sia alternativo o di chi sia figo.

esistono i classici del libro, i super-classici, i proust, diciamo. i russi, i francesi dell'800, manzoni e platone.

esistono poi benni, yamamoto, pennac, de carlo bla bla bla. sono alternativi questi? boh, forse ai nomi sacri sì. in realtà mi sembrano ampiamente mainstream, e la cosa non mi disturba più di tanto.

mi scoccia chi legge benni e pontifica. ho spiegato dettagliatamente il perché di questo mio - trascurabile - malore.

quanto ai percorsi personali di chi si avvicina alla lettura, beh, ognuno è libero di fare cosa vuole all'età che vuole.

ho l'impressione che sia rimasto praticamente inascoltato il mio provvido esempio sui MUSE, che pure mi sembrava costruito ad arte, e pituttosto semplice.

un'altra provocazione? se sembro ansioso di alternatività, nonostante legga Heinrich Boll o Arbasino, il sospetto un po' mi viene. Chi legge è alternativo, agli occhi di chi non legge (granché).

per chiudere, una dichiarazione personale. qualora anche alcune mie piccole e ridicole manie mi possano rendere auspicabile la condotta "alternativa", questo non avviene con i libri. leggo i testi delle antologie delle medie, e sono felice. cerco i libri i cui passi sono nelle antologie dele medie. e sono felice di averli letti.

magari mi perdo qualche stella bruciante contemporanea, ma so di non perdere il mio tempo. sono un tradizionalista, un lettore avverso al rischio.

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io quando so di qualcuno che ha VERAMENTE letto i Karamazov SO che fa parte di una ristretta cerchia di

posso dirlo? è un po' la rivoluzione ignorante, o almeno sembra, quella di chi difende a spada tratta la propria condizione, invece di ammettere la necessità di un miglioramento. sembra - potrebbe - che io sia snob, su queste pagine, in realtà mi vergogno della mia ignoranza con tantissime persone, pure su questa MB esistono persone coltissime, un tre anni fa mi ricordo qualcuno mi diede consigli freschi su un libro di musil (i dolori del giovane Torless), mica ciccia.

.

forse sono stata io! :lol:

la cosa mi fa davvero molto ridere!

No.

:D

era VAgabond, poco sopra. ma ho apprezzato il tuo appunto, illo tempore.

e, peraltro, tre anni fa già mi lamentavo dell'appiattimento culturale della board.

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solo, trickster, cercando di essere per trenta secondi serio: non condivido la dicotomia tradizionalismo - alternatività.

non l'ho mai considerata seriamente. l'ho estrapolata dalle parole di chi - forse rinvenendo nei miei discorsi un certo fastidio per la massificazione di Borges, o che ne so - mi dà dell'alternativo a tutti i costi.

partiamo allora dalle cose semplici, senza addentrarci nella disputa di chi sia alternativo o di chi sia figo.

esistono i classici del libro, i super-classici, i proust, diciamo. i russi, i francesi dell'800, manzoni e platone.

esistono poi benni, yamamoto, pennac, de carlo bla bla bla. sono alternativi questi? boh, forse ai nomi sacri sì. in realtà mi sembrano ampiamente mainstream, e la cosa non mi disturba più di tanto.

mi scoccia chi legge benni e pontifica. ho spiegato dettagliatamente il perché di questo mio - trascurabile - malore.

quanto ai percorsi personali di chi si avvicina alla lettura, beh, ognuno è libero di fare cosa vuole all'età che vuole.

ho l'impressione che sia rimasto praticamente inascoltato il mio provvido esempio sui MUSE, che pure mi sembrava costruito ad arte, e pituttosto semplice.

un'altra provocazione? se sembro ansioso di alternatività, nonostante legga Heinrich Boll o Arbasino, il sospetto un po' mi viene. Chi legge è alternativo, agli occhi di chi non legge (granché).

per chiudere, una dichiarazione personale. qualora anche alcune mie piccole e ridicole manie mi possano rendere auspicabile la condotta "alternativa", questo non avviene con i libri. leggo i testi delle antologie delle medie, e sono felice. cerco i libri i cui passi sono nelle antologie dele medie. e sono felice di averli letti.

magari mi perdo qualche stella bruciante contemporanea, ma so di non perdere il mio tempo. sono un tradizionalista, un lettore avverso al rischio.

Quoto ancora.

Potrebbe essere un mio feick, non fosse che mi son limitato alla parte di Swann, per non proseguire.

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mi son limitato alla parte di Swann, per non proseguire.

e perché, poi? :)

Anche io mi sono fermato presto.

E dico il mio perché.

Perché non mi piaceva. A quel punto c'è da decidere se uno legge per sè o per gli altri. E c'è quel sentimento che ti dice tu questo lo devi leggere. Perché è Proust (ma varrebbe anche per molti altri).

Poi, determinare il motivo profondo è dura. Sarà stato un fatto di sensibilità. O sarà stato il momento. Oppure è perché era ricchione.

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Perché non mi piaceva. A quel punto c'è da decidere se uno legge per sè o per gli altri. E c'è quel sentimento che ti dice tu questo lo devi leggere. Perché è Proust (ma varrebbe anche per molti altri).

:wub::wub::wub:

(ad ogni modo, io NON sono un ricchione. a differenza di prostata)

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mi son limitato alla parte di Swann, per non proseguire.

e perché, poi? :)

Anche io mi sono fermato presto.

E dico il mio perché.

Perché non mi piaceva. A quel punto c'è da decidere se uno legge per sè o per gli altri. E c'è quel sentimento che ti dice tu questo lo devi leggere. Perché è Proust (ma varrebbe anche per molti altri).

Poi, determinare il motivo profondo è dura. Sarà stato un fatto di sensibilità. O sarà stato il momento. Oppure è perché era ricchione.

Perfetto.

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Haruki Murakami:

Tokio blues Norvegian Wood.

tokyo.jpg

Premetto che è il primo giappo che leggo.

Un mio amico me l'aveva straconsigliato...

Mi è piaciuto, ma sinceramente mi aspettavo meglio!!

O più semplicemente non sono abituato io a quel particolare contesto

(Può anche essere letto come un simpatico Elogio della masturbazione, alla Orgasmo da Rotterdam, per intenderci... :P )

Un'altra cosa: ma come minchia è che si suicidano tutti?!?

Alla fine restano solo il protagonista maschile e la maestra di chitarra, in quella che è la scena decisamente più esilarante del libro - il dito nella ruga è da nobel!!

:lol:

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Un'altra cosa: ma come minchia è che si suicidano tutti?!?

Alla fine restano solo il protagonista maschile e la maestra di chitarra, in quella che è la scena decisamente più esilarante del libro - il dito nella ruga è da nobel!!

:lol:

alla faccia dello spoiler.

A quel punto c'è da decidere se uno legge per sè o per gli altri

sacrosanto.

a parte però l'accento sul sé, mi viene in mente un'altra cosa.

secondo me vale la pena anche leggere per gli altri, semplicemente perché gli altri potrei essere io tra qualche tempo.

detto altrimenti un piccolo sforzo su un libro che comunque vale la pena può essermi utile e fonte di piacere, magari in futuro. esattamente come andare in palestra può essere noioso e faticoso, ma poi ti guardi col muscolo e dici ahò ho fatto proprio bbene a fa' li bbicipiti.

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semplicemente perché gli altri potrei essere io tra qualche tempo.

non sto per dire nulla di originale o sconvolgente: ma se rimandassi la lettura di quel libro a un tempo più adeguato? mi è successo diverse volte. così come mi è successo di amare libri che oggi non mi direbbero niente e in qualche modo mi compiaccio di averli letti in quel momento. non so... l'esempio della palestra mi pare poco calzante, per una pura questione di tempi diversi (poi, sarà un problema mio che da due anni sollevo pesi e non vedo tutte 'ste differenze :( mentre, per quanto possa essere pigro, non ci metto due anni per finire un libro).

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mi son limitato alla parte di Swann, per non proseguire.

e perché, poi? :)

Anche io mi sono fermato presto.

E dico il mio perché.

Perché non mi piaceva. A quel punto c'è da decidere se uno legge per sè o per gli altri. E c'è quel sentimento che ti dice tu questo lo devi leggere. Perché è Proust (ma varrebbe anche per molti altri).

Poi, determinare il motivo profondo è dura. Sarà stato un fatto di sensibilità. O sarà stato il momento. Oppure è perché era ricchione.

assolutamente sacrosanto. :)

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Un'altra cosa: ma come minchia è che si suicidano tutti?!?

Alla fine restano solo il protagonista maschile e la maestra di chitarra, in quella che è la scena decisamente più esilarante del libro - il dito nella ruga è da nobel!!

:lol:

infatti ozio,se uno non l'avesse ancora letto................. :rolleyes:

io si,quindi ti perdono ;)

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Stamattina stavo parecchio scioccato...

Purtroppo ora mi ha quotato già mezzo forum, non serve a niente editare!!

(Dai, e poi non era così importante ai fini dell'intreccio; solo il suicidio di Naoko può cogliere un pò alla sprovvista!!)

:lol:

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adesso sto leggendo morte a credito

l'ho appena iniziato ed è il primo che leggo di celine

vi turba il fatto che fosse antisemita e un pò fascistino?

voglio dire, vi influenza nel giudizio?

si lo so che non c'entra niente poi con le opere, che vanno giudicate per quello che sono e non per le convinzioni personali dell'artista... ma insomma bo cosa ne pensate?

io ho deciso di non avere pregiudizi (magari era antisemita perchè pazzo, o per opportunismo, chi può dirlo)

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