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Un film al giorno Vol. 2


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American Hustle - figo, punto. Concordo con Tom: storia in sè sciapa se non fosse per gli attoroni, soprattutto Bale (dio), Lawerence e Cooper. Però non si dimentica in breve tempo, secondo me.

Lo hobbit 2 - checché ne diciate voi nerd, a me (che non ho letto il libro) è piaciuto.

La mafia uccide solo d'estate - Bello. Sono di parte perché amo Pif, comunque è da vedere, a prescindere da tutto.

Batman begins - Ho ripreso la trilogia finalmente. Bale dio come sempre, peccato per quella cagna della Holmes.

Io credo di avere una cotta gay per Ryan Gosling.

Ti credo. 2%20(7).gif

Io Drive stasera, non vedo l'ora.

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Carino il film di Pif, più che altro perchè è il primo che cerca un pochino, a tratti, in modo ingenuo, di analizzare il rapporto tra società e mafia, invece di buttare lì i soliti clichè. Purtroppo, anzi, purtroppo stocazzo, per fortuna noi privilegiati cresciuti nei pochi quartieri sani e civili nella fogna di civiltà che è la Sicilia abbiamo avuto una visione parzialissima e ingenua del fenomeno; fosse cresciuto a Tommaso Natale "ne avrebbe viste di cose" e avrebbe osato molto, molto, molto di più.

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Pareri sull'ultimo di Virzì?

Complessivamente, bello. Le prove di recitazione migliori le danno la Bruni Tedeschi e Bentivoglio senz'ombra di dubbio. Il film poi è diviso in tre capitoli, e il terzo forse è quello che mi è parso meno curato e un po' più "forzato" rispetto agli altri, ma nel complesso la storia è abbastanza verosimile, una buona rappresentazione del degrado umano.

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Io credo di avere una cotta gay per Ryan Gosling.

Versione adulta. No, sai com'è.

grazie per aver specificato :P

comunque, ieri notte The wolf of wall street

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voto: 8

ho riso come un pazzo per gran parte del tempo - 3 ore che sono volate via abbastanza veloci.

molto scorsese, quasi autocitazionista fin dall'inizio - citazione palese di goodfellas, con di caprio-belfort che dice :"ho sempre voluto diventare ricco", così come ray liotta diceva "ho sempre voluto fare il gangster".

sesso e droga i veri protagonisti del film, con alcune scene di perversione clamorose, altre forse esagerate ma funzionali alla storia in un certo senso.

mi è piaciuto molto il fatto che il regista non giudica mai, non condanna o almeno non direttamente gli eccessi di belfort e la sua mancanza di moralità. è compito dello spettatore decidere se ci troviamo di fronte ad un personaggio con cui simpatizzare o se godere della sua inevitabile caduta. unico momento in cui ho intravisto il punto di vista del regista è la discussione tra belfort e la prima moglie... sotto la tramp tower. anche questo tipico scorsese direi, la storia deve scorrere via, non va appesantita con riflessioni e attacchi - espliciti - a wall street e al consumismo in stile oliver stone.

ovviamente la regia è eccellente, tipicamente scorsesiana - ho trovato notevoli gli slow motion e le scene di massa. solita grande colonna sonora (nonostante questa), ma col buon martino c'è da stare tranquilli da quel punto di vista.

la critica che mi sento di fare è che lo story telling... è un po' debole. nel senso, si passa da un eccesso all'altro, da una festa all'altra, ma sembra mancare un po' di trama. ad esempio, mi sarebbe piaciuto se il film avesse trattato più dei crimini compiuti da belfort e company, ma chiaramente, come dicevo prima, il film non parla tanto della carriera e delle tecniche (criminali) della boiler room, quanto della vita da rock star folle che quel gruppo di delinquenti ha vissuto per qualche anno, con i soldi ottenuti così facilmente e così velocemente alle spalle di tanti poveracci.

di caprio è immenso nella sua interpretazione. inizia come un ambizioso ma un po' imbranato broker in una famosa banca d'affari (addirittura strepitoso il cameo di mcconaughey, che gli da una "lezione di vita" da broker), e piano piano si trasforma in un mostro assetato di soldi, droga e sesso. dimostra un talento comico inaspettato, probabilmente facilitato dal fatto di avere una spalla come jonah hill. addirittura tira fuori una scena quasi slapstick -stile buster keaton, quando in preda agli effetti del qualudes non è in grado di camminare. l'ho trovato credibile e chiaramente ispirato. oh, per me se non vince l'oscar manco stavolta è un'ingiustizia.

molto bravi anche gli altri attori - in particolare come ho già detto jonah hill, meno memorabile l'interpretazione di dujardin. nota di merito alla seconda moglie di belfort. quando è apparsa come mamma l'ha fatta (che donna!) un ragazzo dietro di me si è lasciato scappare un "holy shit", che ha causato una certa ilarità in sala :laugh:

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Hype galattico per Il Lupo. :bacio:

Per me intanto trittico cinematografico da weekend: ieri C'era Una Volta a New York.

Formalmente e stilisticamente ineccepibile, quasi un film d'altri tempi: mélo che non straborda nella lacrimata facile, anzi. Bravo Gray, che si conferma dopo l'ottimo Two Lovers. Stasera The Counselor e domani Nebraska.

Ci vivrei, al cinema.

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Recuperato "La Grande Bellezza", a me è piaciuto moltissimo e, "Le conseguenze dell'amore" a parte, non sono certo un fan di Sorrentino. Film pretenzioso, tra monumentalismo e grottesco, in alcuni passaggi anche fuori fuoco e ingenuo, ma nel complesso mi ha lasciato molto ed è questo quello che conta. Lo lascio sedimentare ancora un po'.

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Visto La vita di Pi e... boh. :huh:

Non ho ancora capito se mi sia piaciuto o meno, ma in generale l'ho trovato alquanto irrilevante.

Recuperato anche L'ultima ruota del carro: filmetto piacevole, Ricky Memphis è sempre una garanzia in quanto a risate.

Domani forse Nebraska, sono molto curiosa..

Ma invece com'è The counselor? Ne avevate già parlato?

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mamma mia che cagata the great gatsby.

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purtroppo non sapevo che il regista fosse lo stesso di moulin rouge e romeo + juliet, altro filmaccio che fui costretto a vedere nei primi anni di liceo. stesso identico stile irritante, inserire elementi di modernità in una storia ambientata 100 anni fa. che cazzo c'entrano i rapper super negroni o lana del rey con la new york ruggente di fitzgerald? sembra quasi che abbia voluto fare il film solo per girare le scene dei party. e poi tutti gli sfumati, e le vedute di new york in cgi... ho avuto la spiacevole sensazione che luhrmann abbia frainteso il senso della storia...

kitsch oltre ogni limite, poi tobey maguire è sempre così moscio... speravo che si mettesse la maschera e saltasse giù da una finestra, urlando "your friendly neighoborhood spider-man!", ma niente. di caprio sprecato, buona interpretazione ma resa inutile da un film così fastidioso.

domanda: riusciranno mai a fare una versione decente di quel libro? perché questa è riuscita a farmi rivalutare la versione degli anni 70....

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Visto ieri finalmente, con notevole ritardo, "La Dolce Grande Vita Bellezza".

Sicuramente non si può dire che Sorrentino non ci stia provando. Lodevole lo sforzo, l'intenzione di dare al cinema italiano una bella spolverata, ma a mio avviso proprio non ci siamo. Complessivamente è di una banalità disarmante. I personaggi sono macchiettistici fino all'estremo del sopportabile, caricaturali, deformi, a testimonianza del fatto che Sorrentino non "mostra la realtà" come dicono alcuni, nient'affatto. La enfatizza, ma il risultato non è né carne né pesce, né onirico né straniante, soltanto forzato. I personaggi corrispondono più o meno a varie personalità della fauna nostrana, ma vengono esagerati quel tanto che basta per renderli inverosimili ed assolutamente fuori luogo (la puttanella di Verdone; il cardinale esperto di cucina - imbarazzante; i vari radical-chic borghesi e via dicendo...). Il talento visivo è innegabile (se gli togliamo pure quello a Sorrentino poveraccio non gli rimane proprio nulla), ma non basta minimamente a compensare la totale mancanza di grazia. Il talento visivo è nulla senza un buon sostegno formale, strutturale. Sorrentino prova a dipingere come fa la bambina incazzata nel suo film (momento molto bello per altro): spinto dalle emozioni getta macchie di colore, ma poi gli manca la seconda parte, gli manca lo spessore artistico, intellettuale e spirituale per far sì che quei colori caotici si trasformino in qualcosa di armonioso e coerente. L'armonia, anche in musica, nasce dal rigore strutturale, compositivo. manca la poesia, intesa come costruzione, come composizione in senso stretto. Nel complesso sembra che voglia sublimare le sue mancanze abusando della fluidità della macchina da presa: il manierismo va bene per la pittura, va bene per il Parmigianino, ma per il cinema è un altro paio di maniche...

Inoltre: non venitemi a dire di non tirare in ballo Fellini, perché credo che Sorrentino sia il primo che ti invita a farlo! Troppi richiami presuntuosi all'immaginario del riminese, il che conferma ancora una volta una carenza anche nel campo della fantasia. Sembra che Sorrentino non abbia un mondo interiore, non abbia un proprio personalissimo immaginario, ma si limiti a rubacchiare e a risistemare alla meglio peggio l'immaginario di qualcun altro - evidentemente voleva andare sul sicuro con pubblico e critica, si sa che Fellini odora di oscar.

Le intenzioni narrative sono chiare: S. voleva scardinare la narrazione, come se la coltre di chiacchiericcio fosse talmente spessa da non permettere alla bellezza, alla narrazione, di venire alla luce. La narrazione dunque si richiude su sé stessa, costretta a risolversi in una serie di episodi di vita sempre più disarticolati e rarefatti; una narrazione soffocata dalla vacuità "dell'uomo miserabile ecc. ecc.". Ebbene, grazie Sorrentino, grazie dello sforzo, ma La Dolce Vita e L'avventura bastano e avanzano, davvero, non c'è alcun bisogno di scopiazzare. Inoltre in generale non posso che ribadire quel che ho detto tempo fa: dire certe cose 50 anni fa era un conto; dire le stesse cose adesso è scoprire l'acqua calda. Voi direte: "eh, ma metterle sotto forma di arte è un'altra questione, le vie dell'arte sono infinite e tutte da esplorare". Sì, se si fosse esplorato qualcosa. Qui si è fermi alle forme già collaudate, scopiazzate in malo modo e banalizzate per le masse. L'arte non abita qui. Certo, se poi mi venite a dire " ad avercene di film così in Italia" non posso che essere d'accordo, ma il mio discorso si basa soprattutto sul fatto che questo filmetto - perché di filmetto trattasi, e nulla più - ha fatto gridare al capolavoro sia pubblico che critica.

E dunque: vi bastano le inquadrature-capogiro-effetto-Malick per farvi dire "ooooooh, Sorrentinoèungenio!!!" ? Dov'è che vedete la bellezza, la poesia? Dov'è che vedete le grandi invenzioni registiche? L'attuale Sorrentino è un italiano che fa cinema americanoide rubacchiando dal grande cinema italiano di un tempo. Il risultato è un ibrido di dubbio gusto, e lui ne esce come un bimbetto che vuol stupire mamma e papà imparando la filastrocca a memoria. D'altronde, perché prendersi la briga di "creare" quando si può tranquillamente e comodamente imparare le poesie già scritte da qualcun altro? Lo sforzo è minimo, il risultato è grandioso!

Bravo Sorrentì, mamma e papà so tanto fieri che ti stanno per fare un regalo...Indovina cos'è?

Indizio: è d'oro, e ti entra perfetto nel culo.......

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Se non sapete cosa fare domani devo introdurre e commentare dal punto di vista della storia della memoria "Shoah" di Lanzmann. Venite a Reggio, che vi offro del lambrusco!..

...il film dura nove ore e mezza. Lo guardiamo integralmente dalle 20 fino alle 6 circa. Lo so, lo so, ma il giorno dopo andiamo a Fossoli per tirarci su!

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