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Lacatus

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Posto che per me quello che voleva dire kinetic è altro, ovvero voleva porre l'accento sulla scarsa attività dei radiohead in quanto tali negli ultimi anni (e per me su alcune cose non ha torto, ma va sempre considerato che c'è stato un tour di mezzo e non è da tutti scrivere in tour). Detto questo prendo la palla al balzo per rispondere ad una polemica che mi sta veramente a cuore, perchè l'ho letta, sentita e udita spesso anche fuori di qui:

La questione del numero delle tracce è quindi tutta la noiosa questione del "è un cd! no è un ep! no è niente" è un semplice retaggio della case discografiche che devono per forza di cose vendere un disco con un certo numero di tracce per autoconvincere l'ascoltatore di essere di fronte ad un disco "con tutti i crismi" (confezionamento dell'arte insomma).

Prima ci liberiamo di questi preconcetti meglio è, a mio avviso. A chi si lamenta della scarsa lunghezza di tkol sono solito dire che:

a. In Rainbows dura solo cinque minuti (cinque) in più di tkol (lasciamo stare il secondo disco, consideriamo In Rainbows come progetto di un disco, come l'ha inteso la band) e non ho visto problemi di sorta, ha una lunghezza da lp appunto (lp inteso in senso storico) e nessuno si è mai lamentato. Forse perchè ha 10 tracce allora inconsciamente va bene? Idem Amnesiac.

b. I dischi dei 50/60/70 che duravano 30-35-40 min sono dischi pure quelli no? O per loro vale la scusa che c'è il limite di tempo del vinile? Quanti capolavori avete che durano quel tempo (risposta: un sacco)

Io sta ossessione veramente non la colgo, sarà un mio limite: ma sarà importante quello che vuole fare un gruppo che non il numero di tracce? Se domani esce un disco con due tracce da 10 minuti l'una non è un disco? Certo che lo è, se l'artista l'ha inteso cosi.

Il resto non conta.

Ve lo dice uno che con la sua scalgagnata band misura al secondo la durata del disco per favorire un ascolto unitario, ma li sono mie preferenze ed è un'altra storia :timido:

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Posto che per me quello che voleva dire kinetic è altro, ovvero voleva porre l'accento sulla scarsa attività dei radiohead in quanto tali negli ultimi anni (e per me su alcune cose non ha torto, ma va sempre considerato che c'è stato un tour di mezzo e non è da tutti scrivere in tour). Detto questo prendo la palla al balzo per rispondere ad una polemica che mi sta veramente a cuore, perchè l'ho letta, sentita e udita spesso anche fuori di qui:

La questione del numero delle tracce è quindi tutta la noiosa questione del "è un cd! no è un ep! no è niente" è un semplice retaggio della case discografiche che devono per forza di cose vendere un disco con un certo numero di tracce per autoconvincere l'ascoltatore di essere di fronte ad un disco "con tutti i crismi" (confezionamento dell'arte insomma).

Prima ci liberiamo di questi preconcetti meglio è, a mio avviso. A chi si lamenta della scarsa lunghezza di tkol sono solito dire che:

a. In Rainbows dura solo cinque minuti (cinque) in più di tkol (lasciamo stare il secondo disco, consideriamo In Rainbows come progetto di un disco, come l'ha inteso la band) e non ho visto problemi di sorta, ha una lunghezza da lp appunto (lp inteso in senso storico) e nessuno si è mai lamentato. Forse perchè ha 10 tracce allora inconsciamente va bene? Idem Amnesiac.

b. I dischi dei 50/60/70 che duravano 30-35-40 min sono dischi pure quelli no? O per loro vale la scusa che c'è il limite di tempo del vinile? Quanti capolavori avete che durano quel tempo (risposta: un sacco)

Io sta ossessione veramente non la colgo, sarà un mio limite: ma sarà importante quello che vuole fare un gruppo che non il numero di tracce? Se domani esce un disco con due tracce da 10 minuti l'una non è un disco? Certo che lo è, se l'artista l'ha inteso cosi.

Il resto non conta.

Ve lo dice uno che con la sua scalgagnata band misura al secondo la durata del disco per favorire un ascolto unitario, ma li sono mie preferenze ed è un'altra storia

​standing ovation

Mi permetto di aggiungere: i Radiohead non sono una S.p.A. e noi i loro clienti.

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io sono zen :)

sono sicuro che LP9 sarà un bel disco

non so se mi piacerà piuù o meno di The King Of Limbs e Tomorrow's Modern Boxes (per me saranno i metri di paragone)

non smanio per il capolavoro (quello ce l'abbiamo già: KidAAmnesiac) ma se capolavoro sarà, benvenga!

non riesco a immaginarmi che musica conterrà...forse come sostiene Echoes sarà variegato... mi immagino Ful Stop con gli archi pizzicati greenwodiani, The Present Tense Anima Latina, forse un brano mischierà archi, folk e India come Friends dei Led Zeppelin...

queste sono, in sintesi, le mie aspettative

PS oggi sono in campagna, vediamo a che punto è la fioritura dei mandorli (ma già vi anticipo che ci vorrà almeno una settimana ancora) yawn-flower-smiley.gif

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Anche io ho ottime sensazioni, non so perché: forse l'attesa e i silenzi prolungati hanno inevitabilmente incrementato le aspettative o magari è la voglia di riscatto dopo il parto del topolino TKOL. Credo [e spero] che assisteremo ad un ritorno della canzone in piena regola ma con tante robe fighe a livello di suoni e arrangiamenti. Come dicevo mi piacerebbe un disco caleidoscopico, magari con 10-12 tracce, che esplori diversi mondi [very old/very new] con meno indecisione rispetto a TKOL e sopratutto con più ispirazione nel songwriting.

Ripeto che gli unici timori che ho sono un disco elettronico usa e getta [tipo le cagate di Jamie XX] o qualcosa di troppo classico à la Spectre. Vorrei il songwriting di IR mischiato all'eleganza di Codex e alla cerebralità di Feral. :mad: O in alternativa una decina di Bloom.

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A questo punto la strategia è evidente.

Uscita LP9 ora con minitour nei festival estivi...

LP10 in uscita in autunno 2016 con tour ufficiale estate 2017.

Kid A/Amnesiac

Chiaro

Quoto, se fanno solo festival anche in America , significa che posticipano il tour vero e proprio magari per promuovere LP9+LP10

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Posto che per me quello che voleva dire kinetic è altro, ovvero voleva porre l'accento sulla scarsa attività dei radiohead in quanto tali negli ultimi anni (e per me su alcune cose non ha torto, ma va sempre considerato che c'è stato un tour di mezzo e non è da tutti scrivere in tour). Detto questo prendo la palla al balzo per rispondere ad una polemica che mi sta veramente a cuore, perchè l'ho letta, sentita e udita spesso anche fuori di qui:

La questione del numero delle tracce è quindi tutta la noiosa questione del "è un cd! no è un ep! no è niente" è un semplice retaggio della case discografiche che devono per forza di cose vendere un disco con un certo numero di tracce per autoconvincere l'ascoltatore di essere di fronte ad un disco "con tutti i crismi" (confezionamento dell'arte insomma).

Prima ci liberiamo di questi preconcetti meglio è, a mio avviso. A chi si lamenta della scarsa lunghezza di tkol sono solito dire che:

a. In Rainbows dura solo cinque minuti (cinque) in più di tkol (lasciamo stare il secondo disco, consideriamo In Rainbows come progetto di un disco, come l'ha inteso la band) e non ho visto problemi di sorta, ha una lunghezza da lp appunto (lp inteso in senso storico) e nessuno si è mai lamentato. Forse perchè ha 10 tracce allora inconsciamente va bene? Idem Amnesiac.

Infatti. Il punto non è l'album in sé. Poteva pure avere 10 tracce e durare 50'.

Parlo di attività,produzione,idee e sforzo. Anche di comunicazione,volendo.

Comprendo che in loro questo non è cambiato in intensità ma nei modi. Rimpiango però altri periodi della loro storia;rimpiango quando dopo Ok Computer,il tour e la crisi della band in poco tempo hanno creato e pubblicato 28 canzoni una meglio dell'altra. Nonostante tutto e mettendosi di concerto.

Esperienza che non ho indirettamente vissuto o percepito con TKOL. Dai,tutti ad aspettarci a breve il disco successivo ("entro fine 2011!!") non perché fossero poche 8 tracce per un album,ma perché ci hanno abituati diversamente.

A me degli album e degli impegni dei singoli,frega poco e nulla,sto parlando di Radiohead ripeto. E considero solo le 8 tracce e la manciata regalata negli anni.

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Infatti. Il punto non è l'album in sé. Poteva pure avere 10 tracce e durare 50'.

Parlo di attività,produzione,idee e sforzo. Anche di comunicazione,volendo.

Comprendo che in loro questo non è cambiato in intensità ma nei modi. Rimpiango però altri periodi della loro storia;rimpiango quando dopo Ok Computer,il tour e la crisi della band in poco tempo hanno creato e pubblicato 28 canzoni una meglio dell'altra. Nonostante tutto e mettendosi di concerto.

Esperienza che non ho indirettamente vissuto o percepito con TKOL. Dai,tutti ad aspettarci a breve il disco successivo ("entro fine 2011!!") non perché fossero poche 8 tracce per un album,ma perché ci hanno abituati diversamente.

A me degli album e degli impegni dei singoli,frega poco e nulla,sto parlando di Radiohead ripeto. E considero solo le 8 tracce e la manciata regalata negli anni.[/quote

Quoto, non fa una piega

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Son d'accordo parola per parola con Lacatus, che cito:

Sarà un bel disco, forse non un capolavoro ma c'est pas grave.

TKOL e TMB i metri di paragone.

Archi, samba e drum machines, boh?

E per chi sta a contare i numeri, i 'quante tracce' in 'quanti anni' di 'quanti minuti': siete dei poveracci. Qui si parla d'arte. Non solo la quantità non conta nulla, ma a volte sono proprio i tempi ridotti a concorrere alla definizione di un capolavoro.

Less is more, ragazzi carissimi, è una lezione universale, e si applica a tutto: scelta accurata di quali e quanti pezzi. Poche tracce per brano (vedere TMB: un synth, una drum composta da due samples, una voce centrale nel mix, un basso talvolta. Ed il capolavoro c'è). È così via.

Quindi non venite a lamentarvi per l'assenza del buffet illimitato: qui siamo al ristorante. Tornatevene al vostro MacDonalds ad abbuffarvi di chili di junk food che la vostra sete di 'quantità' vi domanda.

Ciò che gioca in quantità è POMPOSO. È sempre privo di gusto. È ignoranza nella sua essenza.

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Son d'accordo parola per parola con Lacatus, che cito:

Sarà un bel disco, forse non un capolavoro ma c'est pas grave.

TKOL e TMB i metri di paragone.

Archi, samba e drum machines, boh?

E per chi sta a contare i numeri, i 'quante tracce' in 'quanti anni' di 'quanti minuti': siete dei poveracci. Qui si parla d'arte. Non solo la quantità non conta nulla, ma a volte sono proprio i tempi ridotti a concorrere alla definizione di un capolavoro.

Less is more, ragazzi carissimi, è una lezione universale, e si applica a tutto: scelta accurata di quali e quanti pezzi. Poche tracce per brano (vedere TMB: un synth, una drum composta da due samples, una voce centrale nel mix, un basso talvolta. Ed il capolavoro c'è). È così via.

Quindi non venite a lamentarvi per l'assenza del buffet illimitato: qui siamo al ristorante. Tornatevene al vostro MacDonalds ad abbuffarvi di chili di junk food che la vostra sete di 'quantità' vi domanda.

Ciò che gioca in quantità è POMPOSO. È sempre privo di gusto. È ignoranza nella sua essenza.

È possibile andare al ristorante, mangiare poco e non per questo mangi automaticamente bene... non ci vuole mica un genio per capirlo..
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Son d'accordo parola per parola con Lacatus, che cito:

Sarà un bel disco, forse non un capolavoro ma c'est pas grave.

TKOL e TMB i metri di paragone.

Archi, samba e drum machines, boh?

E per chi sta a contare i numeri, i 'quante tracce' in 'quanti anni' di 'quanti minuti': siete dei poveracci. Qui si parla d'arte. Non solo la quantità non conta nulla, ma a volte sono proprio i tempi ridotti a concorrere alla definizione di un capolavoro.

Less is more, ragazzi carissimi, è una lezione universale, e si applica a tutto: scelta accurata di quali e quanti pezzi. Poche tracce per brano (vedere TMB: un synth, una drum composta da due samples, una voce centrale nel mix, un basso talvolta. Ed il capolavoro c'è). È così via.

Quindi non venite a lamentarvi per l'assenza del buffet illimitato: qui siamo al ristorante. Tornatevene al vostro MacDonalds ad abbuffarvi di chili di junk food che la vostra sete di 'quantità' vi domanda.

Ciò che gioca in quantità è POMPOSO. È sempre privo di gusto. È ignoranza nella sua essenza.

Ed aggiungo pure: chi pensa, come ho appena letto, che la produttività materiale di un genio sia direttamente proporzionale al tempo trascorso, è un gran FESSO.

Sei un troll vero? È che così ti fai sgamare subito. Te lo dico
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io sono zen :)

sono sicuro che LP9 sarà un bel disco

Anche io ho ottime sensazioni, non so perché:

positiva anche io: non credo ci deluderanno ne' in termini di qualita' ne' di quantita'

qualche scontento ci sara' per forza come sempre ma è normale cosi.

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io sono zen :)

sono sicuro che LP9 sarà un bel disco

non so se mi piacerà piuù o meno di The King Of Limbs e Tomorrow's Modern Boxes (per me saranno i metri di paragone)

non smanio per il capolavoro (quello ce l'abbiamo già: KidAAmnesiac) ma se capolavoro sarà, benvenga!

non riesco a immaginarmi che musica conterrà...forse come sostiene Echoes sarà variegato... mi immagino Ful Stop con gli archi pizzicati greenwodiani, The Present Tense Anima Latina, forse un brano mischierà archi, folk e India come Friends dei Led Zeppelin...

queste sono, in sintesi, le mie aspettative

PS oggi sono in campagna, vediamo a che punto è la fioritura dei mandorli (ma già vi anticipo che ci vorrà almeno una settimana ancora) yawn-flower-smiley.gif

Lacà, grazie per questa immagine, la vita continua fregandosene del LP9, i mandorli fioriranno quando sarà il momento.

Idem sarà per il lavoro dei nostri. Siamo zen.

(però cazzo si diano una smossa eh!)

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sono d'accordo anche io con Lacatus: i geni pubblicano un album senza contare il tempo intercorso tra un disco e l'altro. Quello lo fanno altre band che vogliono fare i megaconcertoni negli stadi e che puntano solo alla quantità e non alla qualità. Lasciamo fare queste cose agli U2 e ai Coldplay. I Radiohead sono altro

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sono d'accordo anche io con Lacatus: i geni pubblicano un album senza contare il tempo intercorso tra un disco e l'altro. Quello lo fanno altre band che vogliono fare i megaconcertoni negli stadi e che puntano solo alla quantità e non alla qualità. Lasciamo fare queste cose agli U2 e ai Coldplay. I Radiohead sono altro

Non che i festival non siano megaconcertoni eh...

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Sono anche io d accordo con modfied bear. I diacorsi sulla quantità hanno il tempo che trovano. Il musicista non de e per forza pubblicare ogni tot e sempre in un certo modo: nom é una catena di montaggio. Ha poco senso dire che il materiale é poco visto il tempo trascorso: io piu unilmente guardarei a cosa ha voluto dire l artista, un album è un concetto non un contenitore di brani.

Per lo stesso motivo non ho mai capito chi fa i discorsi come: "dovevano mettere questa canzone e togliere questa" e via di tracklist alternative (fenomeno sempre piu frequente nell'era mp3). Che senso ha? Un disco per fortuna é molto di piu di una raccolta di brani migliori. i prodotti cosi già esistono e si chiamano "best of" (abomini delle case discografiche). Ma un disco è molto altro e a volte dentro ci trovi canzoni magari minori ma che sono essenziali nello spirito dell'opera (ricordate il mio discorso sul contesto?).

Viriamo sempre di piu sul lato del disco come prodotto da fabbrica che non un opera (grazie musica digitale....)

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È possibile andare al ristorante, mangiare poco e non per questo mangi automaticamente bene... non ci vuole mica un genio per capirlo..

Già. Così come non è che perché sia un disco dei Radiohead allora significa che sarà un capolavoro, ma si può star certi di partire da un certo livello di discorso IN OGNI CASO.

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Provo anche io a condividere due riflessioni sulle cose che avete scritto ultimamente.

Secondo me quantità e qualità non sono necessariamente in antitesi o in correlazione.

Forse confondiamo l’aspettativa con l’impazienza, pretendendo di avere 16 canzoni perché sono passati tot anni dall’ultimo lavoro.

La creazione può essere febbrile o necessitare di sospensione e meditazione, dipende da che materiale si lavora, dalla “confidenza” del materiale trattato, dall’obiettivo che ci diamo, dalla nostra vita…

In effetti io non preferirei alcunché tra le ipotesi, ma semplicemente mi piacerebbe/desidererei/sarei curiosa di ascoltare un nuovo album dei RH.

Quel che stiamo osservando in questo periodo – ad alcuni piace, ad altri meno, ad altri ancora importasega – è il modo di fare marketing dei nostri.

Leggo a volte che i RH sarebbero anti-mercato (ho anche letto da qualche parte in rete che sarebbero anticapitalisti) solo perché han mandato a cagare la Emi o pubblicato un album con la formula “paywhatyouwant”, o sparato contro Spotify o Youtube...

Lungi da me sminuire le direzioni e le riflessioni sul mercato discografico che i nostri musicisti scelgono di fare, ma tutto questo, comunque, che avrebbe a che vedere con l’anti-mercato?

Nel momento in cui chiedi dei soldi per un tuo lavoro questo è creare un mercato, mediato dal denaro che ne è la figura essenziale.

Non saprei, quindi, quale differenza dovrebbe intercorrere tra i “cattivi” u2 e i buoni RH, se non che i primi han finito molti anni fa di fare buona musica. Megaconcerti? Stadi pieni? Parliamo di una band che ha venduto milioni di dischi…

L’obiezione è che fanno musica per se stessi e non per i fans.

Non sono d’accordo. Penso che tendano a non divaricare troppo la tensione tra il loro desiderio (umano e onesto!) di sperimentare e le aspettative intorno al loro nome. Ciascuno, forse non solo per respirare, sceglie di lavorare in solitudine per nutrire i propri interessi/inclinazioni musicali, anche per evitare di dover ogni volta mediare con quelle aspettative tipiche che ha ogni band.

I RH non sarebbero mainstream. Vero? Dipende.

Bisogna vedere cosa intendiamo per mainstream. Sono dominanti musicalmente, ovvero creano una corrente-tendenza-“scuola” musicale?

Sono dominanti “per fama”?

Sono dominanti “per scelte di mercato”?

Sono dominanti “per numero di copie vendute”?

Si fa marketing solo vendendo album e non "vendendo" notizie?

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Forse confondiamo l’aspettativa con l’impazienza, pretendendo di avere 16 canzoni perché sono passati tot anni dall’ultimo lavoro.

In effetti io non preferirei alcunché tra le ipotesi, ma semplicemente mi piacerebbe/desidererei/sarei curiosa di ascoltare un nuovo album dei RH.

Quel che stiamo osservando in questo periodo – ad alcuni piace, ad altri meno, ad altri ancora importasega – è il modo di fare marketing dei nostri.

Leggo a volte che i RH sarebbero anti-mercato (ho anche letto da qualche parte in rete che sarebbero anticapitalisti) solo perché han mandato a cagare la Emi o pubblicato un album con la formula “paywhatyouwant”, o sparato contro Spotify o Youtube...

Lungi da me sminuire le direzioni e le riflessioni sul mercato discografico che i nostri musicisti scelgono di fare, ma tutto questo, comunque, che avrebbe a che vedere con l’anti-mercato?

Nel momento in cui chiedi dei soldi per un tuo lavoro questo è creare un mercato, mediato dal denaro che ne è la figura essenziale.

Non saprei, quindi, quale differenza dovrebbe intercorrere tra i “cattivi” u2 e i buoni RH, se non che i primi han finito molti anni fa di fare buona musica. Megaconcerti? Stadi pieni? Parliamo di una band che ha venduto milioni di dischi…

L’obiezione è che fanno musica per se stessi e non per i fans.

Non sono d’accordo. Penso che tendano a non divaricare troppo la tensione tra il loro desiderio (umano e onesto!) di sperimentare e le aspettative intorno al loro nome. Ciascuno, forse non solo per respirare, sceglie di lavorare in solitudine per nutrire i propri interessi/inclinazioni musicali, anche per evitare di dover ogni volta mediare con quelle aspettative tipiche che ha ogni band.

Ecco, la penso anche io così......

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