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Iosonouncane


TomThom

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Qui si scava nella lava del vulcano, si sviscera la terra alla scoperta di occulte stratigrafie, paragonabili appunto a delle vere e proprie suite iperstrutturate come fossero caverne sconosciute e ancora da esplorare

 

Un qualcosa di unico nel suo genere, non insondabile, ma che come una montagna, forte della sua stratigrafia millenaria, ci manifesta i segni dello scorrere del tempo. Ed è il tempo a raccontare dell’uomo più di qualunque altra cosa. 

 

Non avrei saputo descrivere meglio la sensazione che mi ha dato ad un veloce ascolto delle prime tre.

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On 5/13/2021 at 11:18 AM, Lacatus said:

Recensione ed ennesima intervista. Questa volta Rockit

https://www.rockit.it/intervista/iosonouncane-ira-disco-intervista

Bella questa recensione perché si concentra sulle sensazioni e sui paesaggi che evoca più che sugli inflazionati riferimenti citati da Ondarock.

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3 minutes ago, modifiedbear said:

Chi ha parlato di jazz e di musica afro-marocchina andrebbe defenestrato, comunque.
E un'altra cosa è sicura: ci sono più Mellotron in IRA che peli in un orso.

Non saprei, delle tre che ho ascoltato di jazz non ve n'è ombra mentre uno spirito un po' primitivista ce lo leggo. Ma ripeto opinioni inutili dopo tre pezzi, mi ha fatto un po' l'effetto di Third comunque: monolite ritmico di rara profondità e violenza.

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3 minutes ago, Wanderer said:

Hiover, come ho scritto, è di una raffinatezza soprendente. 

Non vedo l'ora arrivi stasera per spararmi il secondo brano.

 

Si lo so, sono pazzo.

Ma sto disco voglio viverlo...

E quando mi ricapita...

Invece hai ragione, è anche il motivo per cui sono voluto partire con solo tre tracce. Però ti dirò che secondo me bisogna spararselo tutto o una buona parte per averne una minima percezione complessiva tanto l'ho percepito come qualcosa di stratificato.

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Dopo un primo ascolto direi prima di tutto che non l'ho trovato ostico. Si è lasciato ascoltare: dà tantissimo spazio all'ascoltatore per apprezzare i dettagli, ma anche per viaggiare lasciando la musica come sfondo.

E' un disco di Iosonouncane 100%, cioè le uniche influenze che ci sento sono Tanca, Mandria, Buio: in fondo i 17 pezzi di Ira rimasticano le intuizioni di Tanca, Mandria e Buio, dilatandole e privandole del punto riferimento linguistico dell'idioma italiano (chiaramente con questo disco Incani si rivolge a una platea internazionale, non italiana, quindi compie all'inverso il percorso di certi musicisti come Giorgio Poi che hanno cominciato da "internescional", per poi diventare portabandiera dell'it-pop più zuccheroso).

Spariscono Stormi e Carne, i momenti più melodici di Die.

Resta, a mio avviso, la luce abbagliante, il sole che spacca le pietre, i paesaggi da agorafobia e da tragedia greca di Die. Non ci vedo il buio pesto della copertina.

Questo a grandi linee; per i dettagli serviranno numerosi ascolti, ma ho già individuato qualche pezzo che mi piace più degli altri.

A metà strada tra opera sinfonia e rito sciamanico.

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1 hour ago, Gasba said:

Prenditi due ore e ascoltalo intero... fatti sto favore.

Per forza.

Nel frattempo non ho resistito e me ne sono sparate altre 3.

Che roba è Ojos?  Nuit da lacrime disperate....

Ho capito, mi rifermo e mi prendo 'ste dannate due ore.

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1 hour ago, modifiedbear said:

Sulla luce: a me appare tutto più come un viaggio notturno. Inverno, notte, prigione, petrolio, grido.. La ricorrenza di un suono ovattato.
Proverò a fare l'esercizio di ascolto con proiezione mentale luminosa.

Nettamente, identica impressione.

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2 hours ago, echoes said:

Nettamente, identica impressione.

Uno spiraglio di luce in Hiver, e poi buio pesto. Naufragi notturni, lotte per rimanere a galla, prigioni abitate dagli ultimi, tanta rabbia, pochi barlumi di speranza.
In ashes nasce il kid-a dei nostri giorni, da una madre che ha attraversato il deserto ed il mare.

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