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Dischi minori


Captain Yesterday

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I primi 5 album dei Queen marcarono il loro stile pomposo e sinfonico, fatto di orchestrazioni chitarristiche, corali quasi da madrigale cinquecentesco e una sezione ritmica che univa la batteria hardcore (nel senso pornografico del termine) di Taylor con il basso a passo di danza di Deacon...

Appare già chiaro che nel 1976, con punk e derivati che bussano alle porte tutto ciò appariva smaccatamente e sfacciatamente kitsch. Infatti nel 1977 la band di Freddie Mercury registrerà il mediocre News Of The World (memorabile solo in quanto conteneva i singoli da stadio We Will Rock You e We Are The Champions).

Alla fine del 1978, quando gli specialisti osannavano Sex Pistols, il Bowie berlinese, Suicide, Talking Heads, Pere Ubu, Kraftwerk, i Queen fanno un passo indietro e tornano al loro vecchio sound. Il disco verrà letteralmente massacrato dalla critica.

Gli episodi migliori sono a pannaggio di Mercury che da sfogo alle sue stravaganze con il can-can di Bycycle Race e il balletto arabo di Mustapha, scossi da poderosissime armonie corali come ai vecchi tempi (March Of The Black Queen, Ogre Battle, Bohemian Rhapsody). E ancora Jelaousy, una ballata vagamente oscura impreziosita da vere e proprie gemme di basso e batteria.

May mostra i muscoli con l'impetuosa Dead On Time che non a caso si chiude con il rombo di un tuono seguito da un acquazzone. Da non sottovalutare la ballata Leaving Home Ain't Easy, introdotta da un inquietante e spettrale assolo al pedal-steel.

Taylor prorompe con due brani grintosissimi: Fun It e More Of That Jazz, condotti entrambi da riff di chitarra ossessivi, tra gli episodi più sottovalutati di tutta la discografia dei Queen. Mentre Deacon sfoggia una tenera ballata con armonie acustiche ed elettriche, In Only Seven Days. E' l'ultimo disco dei primi Queen, l'ultimo prodotto dal loro storico produttore Roy Thomas Baker... Dal disco successivo, l'interessantissimo The Game, la band avrà come quartier generale Monaco di Baviera e per produttore il tedesco Mack. Il sound verrà asciugato, per la prima volta verranno introdotti i synth, a discapito sopratutto delle chitarre armonizzate di May e dei cori che erano i due marchi di fabbrica della band. Insomma tutta un'altra storia...

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35. Coil - Love's Secret Domain (1991)

Sarà che anche se avessero voluto fare un album brutto John Balance e Peter Christopherson (entrambi r.i.p.) non ci sarebbero riusciti. Fra i tanti picchi della loro discografia (e ce ne sono tanti, tantissimi), Love's Secret Domain termina il suo volo a mezz'aria, guardando i capolavori sopra di esso con occhi speranzosi, ma allo stesso tempo rassegnati. Fra le uscite ufficiali del magico duo, questo episodio del 1991, per forza di cose, risulta essere il loro disco minore. Uno perchè viene dopo Horse Rotorvator (il loro capolavoro anni 80). Secondo perchè dopo il 91, faranno meglio, incredibilmente meglio (i due volumi di Musick Play in The Dark, Astral Disaster, il monumentale Moon's Milk e l'ultimo colpo di coda disperato, The Ape Of Naples, senza dimenticare le decine di raccolte di "scarti" che valgono più di qualsiasi disco uscito in questo 2012).

I due affascinati dalle sonorità house decidono di affidarsi al produttore techno Danny Hyde. Come è prevedibile, tutto il lavoro vira sulle sonorità acid house. Confusionario, caotico, fumoso, allucinato, imprevedibile, pieno di sfumature che danno alla testa. Nel corso del ascolto sembra presentarsi davanti a noi l'ambiente malsano, pregno di eccessi che i due ci "disegnano" con neanche una nota fuori posto. Tutto sembra essere perfettamente dove tutto deve stare. Il passato sembra cancellato, ma degli strascichi si ritrovano (Dark River e la bellissima Titan Arch cantata dal amico Marc Almond). Per il resto: Teenage Lighting e Chaostrophy, sono assolutamente geniali. La prima, fusione di flamenco e elettronica, la seconda orchestrale. Things Happen è pop acido al 100%.

In breve, episodio isolato e non calcolato dai molti. Alla luce di questi anni, un'assoluta gemma da riscoprire o da ascoltare per la prima volta.

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  • 2 months later...

36. Santandrea (1984)

Uno dei prodotti di pop italiano più sottovalutati di sempre.

Rossini e Verdi in salsa synthpop '80.

Intelligente e canticchiabile come La Voce Del Padrone di Battiato, retrofoturista come Tango dei Matia Bazar, provocatorio ed elegante come Don Giovanni di Battisti-Panella.

CONSIGLIATISSIMO.

 

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37. Gianni Morandi - Il Mondo di Frutta Candita (1975)

Negli anni 70 Morandi visse il suo periodo di crisi, sia artistica che di vendite. Decise così di affidarsi per la scrittura delle canzoni di questo suo lavoro, alla coppia fortunata e consolidata composta da Ivano Fossati e Oscar Prudente. Tutte le canzoni tranne la titletrack, scritta da Mogol. Il lavoro, non riuscì a risollevare la carriera di Morandi, anzi fu un vero e proprio flop (soltanto l'aiuto dell'amico Dalla anni dopo gli darà nuova linfa), però non è difficile considerare Il Mondo di Frutta Candita come il suo Lp migliore. Perché è veramente un bel disco, sia nei testi, che negli arrangiamenti ed anche nella prova canora di Morandi. Sbalorditiva, per alcuni versi, per l'immagine che c'è stata da sempre propinata. Su tutti i brani svetta la traccia numero tre, Autostrade,no.

Una bellissima sorpresa.

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37. Gianni Morandi - Il Mondo di Frutta Candita (1975)

Negli anni 70 Morandi visse il suo periodo di crisi, sia artistica che di vendite. Decise così di affidarsi per la scrittura delle canzoni di questo suo lavoro, alla coppia fortunata e consolidata composta da Ivano Fossati e Oscar Prudente. Tutte le canzoni tranne la titletrack, scritta da Mogol. Il lavoro, non riuscì a risollevare la carriera di Morandi, anzi fu un vero e proprio flop (soltanto l'aiuto dell'amico Dalla anni dopo gli darà nuova linfa), però non è difficile considerare Il Mondo di Frutta Candita come il suo Lp migliore. Perché è veramente un bel disco, sia nei testi, che negli arrangiamenti ed anche nella prova canora di Morandi. Sbalorditiva, per alcuni versi, per l'immagine che c'è stata da sempre propinata. Su tutti i brani svetta la traccia numero tre, Autostrade,no.

Una bellissima sorpresa.

interessante, non è che avresti qualcosa da linkare??

ho trovato solo questo di autostrade, no. bello, ma dalla voce forse non è morandi

http://www.incavideos.com/gianni-morandi/autostrade-no/

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  • 1 month later...

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38. Love And Rockets - Seventh Dream Of Teenage Heaven (1985)

Chi sono i Love and Rockets? Molto semplice, i Bauhaus senza l'icona Peter Murphy. Chi pensa che i restanti tre senza il famoso frontman non valgano una cicca, si sbaglia e anche tanto. Non solo i Love and Rockets furono un signor gruppo, ma furono anche in grado di crearsi una personalità rispettabile come quella del gruppo d'origine. Forse quello che gli mancò, fu proprio la dedizione dei fan della band-cult. Non siamo davanti ad un album dark. Il sound si presenta come una psichedelia mischiata a tastiere elettroniche, dove qui e là fuoriescono fascinazioni house (nei 90 si getteranno a capofitto in queste sonorità). Il punto forte del lavoro sono i riff di tastiere ipnotici e i muri di chitarra di sottofondo. I testi non sono sempre all'altezza delle composizioni, ma con queste basi non ci si chiude un occhio solo, ma entrambi. Per me un capolavoro. Il lavoro non stanca, anzi, è veramente irresistibile. Peccato che siano quasi sempre passati inosservati.

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39. Teresa De Sio - Sindarella Suite (1988)

Negli anni 80 Teresa De Sio era la cantautrice più importante in Italia. Dopo i primi due lavori, la pubblicazione dell'album Tre ne decreta il successo indiscusso di pubblico ed anche di critica. I suoi testi, tutti firmati da lei, ricevono decine di riconoscimenti. Dopo Tre la De Sio sente l'esigenza di alzare il tiro. Per creare Africana, ci vogliono due anni. Un'enormità per l'epoca. In Africana appaiono per la prima volta composizioni in lingua italiana (non abbandonando ancora del tutto il dialetto napoletano). Anche la musica cambia. Ora le composizioni sono più vicine al rock. In Africana al suo fianco c'è incredibilmente Brian Eno! La loro profonda amicizia e l'amore per la musica cimentano un legame artistico che continuerà con il passare degli anni. Tralasciando la parentesi di cover napoletane Toledo e Regina, nel 1988 è ora di dare un seguito al fortunato Africana. Esce così Sindarella Suite, un doppio Lp . Nel primo disco troviamo canzoni che non si discostano di molto da quelle di Africana. E' nel secondo disco che troviamo la particolarità di questo lavoro: la De Sio compone insieme a Brian Eno e Michael Brook una suite di 25 minuti (!) intitolata La Vera Storia di Lupita Mendera, dove la cantautrice da sfogo alla sua natura audace e sperimentale. Suggestiva e avvincente, la suite, risulta interessante per tutta la sua lunghezza. Ospite della suite un giovane Piero Pelù reduce dai grandi successi dei primi Litfiba. Si dice che Brian Eno propose alla De Sio proprio Bono Vox in persona per la composizione. Sembra che la cantautrice abbia rifiutato non valutando la timbrica del cantante irlandere giusta abbastanza per la suite. Se ne sarà pentita? Non credo, visto che Pelù fece un ottimo lavoro. Comunque Sindarella Suite è un album che sorprende, sia per le canzoni del disco 1, ma soprattutto per la suite di 25 minuti.

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39. Teresa De Sio - Sindarella Suite (1988)

Negli anni 80 Teresa De Sio era la cantautrice più importante in Italia. Dopo i primi due lavori, la pubblicazione dell'album Tre ne decreta il successo indiscusso di pubblico ed anche di critica. I suoi testi, tutti firmati da lei, ricevono decine di riconoscimenti. Dopo Tre la De Sio sente l'esigenza di alzare il tiro. Per creare Africana, ci vogliono due anni. Un'enormità per l'epoca. In Africana appaiono per la prima volta composizioni in lingua italiana (non abbandonando ancora del tutto il dialetto napoletano). Anche la musica cambia. Ora le composizioni sono più vicine al rock. In Africana al suo fianco c'è incredibilmente Brian Eno! La loro profonda amicizia e l'amore per la musica cimentano un legame artistico che continuerà con il passare degli anni. Tralasciando la parentesi di cover napoletane Toledo e Regina, nel 1988 è ora di dare un seguito al fortunato Africana. Esce così Sindarella Suite, un doppio Lp . Nel primo disco troviamo canzoni che non si discostano di molto da quelle di Africana. E' nel secondo disco che troviamo la particolarità di questo lavoro: la De Sio compone insieme a Brian Eno e Michael Brook una suite di 25 minuti (!) intitolata La Vera Storia di Lupita Mendera, dove la cantautrice da sfogo alla sua natura audace e sperimentale. Suggestiva e avvincente, la suite, risulta interessante per tutta la sua lunghezza. Ospite della suite un giovane Piero Pelù reduce dai grandi successi dei primi Litfiba. Si dice che Brian Eno propose alla De Sio proprio Bono Vox in persona per la composizione. Sembra che la cantautrice abbia rifiutato non valutando la timbrica del cantante irlandere giusta abbastanza per la suite. Se ne sarà pentita? Non credo, visto che Pelù fece un ottimo lavoro. Comunque Sindarella Suite è un album che sorprende, sia per le canzoni del disco 1, ma soprattutto per la suite di 25 minuti.

No vabbé, lo segno e lo ascolto appena posso :prego:

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  • 8 months later...
  • 3 months later...
  • 9 months later...

{sto thread belissimo abbandonato così...ravviviamolo}

42. The Shocking Blue - The Shocking Blue

Il gruppo punta del psych-rock olandese, autore della celeberrima Venus ("she's got it, yeah baby she's got it...") ormai jiingle pubblicitario di creme depilatorie intime femminili, diede alle stampe questo discaccio cattivissimo, che oltre a Venus contiene un altro pezzo celebre, in quanto coverizzato dai Nirvana: Love Buzz

https://www.youtube.com/watch?v=QaPL8UsTR1Q

Influenze indiane a tutto spiano (sopratutto nella facciata B ) e gustose atmosfere west-coast, easy rider e freak...Il piatto è servito :)

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Devo rimediare a questo duopolio, qui dentro ci stanno solo il Capitano e Lac!

43! - Blur - The Great Escape

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È vero, non è il loro lavoro migliore ma è figlio di due problemi: 1. chi cazzo se l'aspettava che Parklife facesse sto successo?! 2. Ci hanno tirato in una battaglia per la collottola, tanto vale spremerci. Ora, evidentemente successo&aspettative non han fatto bene a Damon Albarn, che ha deciso di prendere in mano la band e trascinarla in un album che definirà "un possibile musical". Se Parklife era un ritratto della gioventù media londinese, questo è un ritratto (anche troppo pedissequo) della classe media londinese: c'è la noia quotidiana da esorcizzare in qualche modo (Stereotypes, Mr Robinson's Quango, Entertain Me), oltre a ritratti di chi con la classe media non sa cosa farci (Charmless Man, Ernold Same) e di chi si bea invece di starci (Dan Abnormal, Globe Alone, TOPMAN). Gli episodi migliori sono sicuramente i "lenti", dove invece si valuta la solitudine (He Thought of cars), la nostalgia (Best Days). Poi c'è una canzone semplicemente bellissima: The Universal, forse sull'inganno della speranza (come It could be you, ma molto meno ironica).

Personalmente capisco il problema con quest'album: le musiche hanno qualcosa di stiracchiato, sono simili tra loro e singoli a parte spesso non hanno guizzi di sorta, e il confronto col predecessore (così come con la freschezza del successore) è impari. Ma resta, per me, una prova di come Albarn fosse un attento osservatore, anche se drogato, della società inglese.

P.s: due curiosità. 1. in Ernold Same la voce recitante è quella di Ken Livingstone, allora onorevole del Parlamento inglese, che nel 2000 sarà sindaco di Londra per otto anni; 2. come album è triplo platino, e per un mese restò in vetta alle classifiche dove vendeva più di tutti gli altri album della top 10 messi insieme. Poi sapete tutti cosa successe.

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Che bello, Demos! :yeah:

Uno dei dischi minori dei Blur poiché incastonato tra due capolavori ( "Parklife" e "Blur" ). Secondo me è stato un tentativo di bissare la formula Parklife, nessun album dei Blur è stato uguale al precedente. Il più grande limite è stato questo. Ha ovviamente The Universal, una delle loro più belle canzoni e una delle mie canzoni preferite di sempre.

I pezzi no:

Top Man

Entertain Me

Yuko and Hiro

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44. Francesco De Gregori - Terra di nessuno (1987)

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Quando un artista è capace di scrivere tre dischi siderali come Francesco De Gregori, Rimmel e Bufalo Bill, oltretutto uno dietro l'altro, si è portati a pensare che la sua carriera non abbia più molto da dire perchè è impossibile fare di meglio. Questa la sorte che tocca a molti lavori del "Principe", su tutti De Gregori e Titanic: essere schiacciati dalle quelle tre perle, eternamente messi dietro come è inevitabile che sia. Se poi siamo nella seconda metà degli anni '80, quando il cantautore romano è in piena crisi creativa dopo aver partorito "Scacchi e tarocchi", il suo disco peggiore di sempre, è ovvio che non passi nemmeno per l'anticamera del cervello di ascoltare il suo "nuovo" lavoro. Ecco che invece De Gregori tira fuori il suo disco più oscuro, più doloroso: la nemesi della voce cristallina e degli arpeggi celestiali e onirici di "Alice non lo sa" o di "Rimmel". Dentro almeno 4 pezzi epocali e la manifesta superiorità di sempre.

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45. Jackson C. Frank - Jackson C. Frank (1965)

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Si tratta di un disco veramente bello che, per assurdo, ho scoperto qualche anno fa grazie ai Daft Punk. Sì, perché il brano "I want to be alone" fa parte della colonna sonora di Electroma, il loro film.
Il disco è composto da 10 brani di musica folk, alcuni dei quali sono veramente di rara bellezza.

Molto particolare anche la vita dell'artista, che riassumo brevemente sintetizzando un articolo trovato in rete.

Jackson Carey Frank nasce nel 1943 a Buffalo, New York, all’età di undici anni resta gravemente ustionato nell’esplosione della scuola elementare di Cheektowaga, diciotto ragazzi sono vittime del devastante incendio e il giovane Jackson riporta anche gravi lesioni nel fisico, oltre che nella mente.
La chitarra diventa la sua compagna di vita, le lezioni del suo maestro di scuola, mentre è ricoverato in ospedale, lo aiutano nel difficile e complesso recupero psicologico. Il suo ingresso nei circuiti folk, l’interesse di Eric Andersen e un cospicuo numero di canzoni (un intero progetto sulla guerra civile mai inciso) non sembrano sufficienti al giovane Jackson per affidare il suo futuro all’incognita del successo come musicista, e senza accantonare la sua Gretsch Streamliner si scrive al Gettysburg College per laurearsi in giornalismo, ma il rimborso di 100.000 dollari per le lesioni subite nell’incendio sconvolge i suoi piani.

Ora ventunenne e ricco, con la complicità dell’amico John Kay (Steppenwolf), si dà alla pazza gioia, compra una Jaguar e frequenta i club blues americani incontrando John Lee Hooker, Muddy Waters, Sonny Terry e Brownie McGee; è la passione per le auto e non per la musica il vero motivo che lo spingerà a varcare l’oceano e a portarlo in Inghilterra.

La vitalità di Londra non tarda a contagiare il giovane musicista, l’affascinante amica Judith Piepe gli procura un incontro con Al Stewart e Paul Simon, e quest’ultimo, colpito dalle sue canzoni, gli propone di produrre il suo album. Americano trasferito in Inghilterra come Jackson, Paul Simon è l’amico perfetto a cui affidare la produzione del suo album, che viene registrato in condizioni anomale. Il musicista chiede di incidere nascosto dietro a un pannello perché era molto nervoso e teso: il risultato è un eccellente insieme di grandi canzoni, che unite da un pregevole fingerpicking e una voce calda e profonda danno vita a un mix raro e affascinante per il silenzioso e schivo musicista.

Registrato in sole tre ore in uno studio della Cbs a Londra, l’album è ricco di malinconia ma mai indolente o mellifluo.

Nonostante il successo in Inghilterra e Scozia, l’album non conquista il pubblico americano

Jackson gira nei folk club incrociando i protagonisti dell’invasione musicale americana, ovvero Bob Dylan, Joan Baez, Pete Seeger, Buffy Sainte-Marie, Ramblin' Jack Elliott, Tim Hardin, e Tom Paxton, spende i suoi ultimi soldi aiutando musicisti e amici in difficoltà economica, raccogliendo nuove canzoni per incidere un secondo album che nessuno mai pubblicherà.

Tornato in America, sposa Elaine Sedgwick, un ex-modella inglese, la morte del figlio per fibrosi cistica lo trascina nella depressione: Al Stewart racconta che quando lo incontrò di nuovo in Inghilterra era un uomo distrutto, la sua musica era diventata angosciante e dura, il caos si era impossessato della sua vita. Nel 1975 tenta di ricontattare il suo amico Paul Simon, ma finisce per vagare come un barbone sulle panchine di New York. Comincia il suo calvario psichiatrico: viene curato per una schizofrenia inesistente, ingrassa in modo smisurato e si lascia sopraffare dalla sofferenza fino a che un suo fan, Jim Abbott, non lo rintraccia e lo aiuta a trovare ricovero in un istituto per anziani a Woodstock.
La sfortuna perseguita Jackson, mentre è ancora a New York in attesa di andare a Woodstock, un folle spara all’impazzata sulla folla colpendo a un occhio il musicista che stava seduto su una panchina. Per fortuna Abbott non abbandona il suo amico e idolo, gli dedica la sua vita affinché Jackson C. Frank riesca a trovare la forza per incidere ancora delle canzoni.

Muore nel 1999 a 56 anni.

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Quando un artista è capace di scrivere tre dischi siderali come Francesco De Gregori, Rimmel e Bufalo Bill, oltretutto uno dietro l'altro, si è portati a pensare che la sua carriera non abbia più molto da dire perchè è impossibile fare di meglio.

Infatti, se ricordi, io sostengo (ultra-ortodosso) che avrebbe dovuto suicidarsi subito dopo la collaborazione con Fabrizio De André...quindi con Rimmel inedito (o magari reinterpretato, riarrangiato da Faber assieme alle altre canzoni di Volume 8 )

Sarebbe considerato il cantautore cult per eccellenza... il nostro Nick Drake. :)

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  • 2 weeks later...

46. Sixto Rodriguez . Cold Fact

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Cantautore statunitense di origini messicane (indios), pubblicò Cold Facts nel 1970, senza successo. Nel 1971, dopo un secondo flop si ritirò della musica.

A sua insaputa però Cold Facts trascinato dal brano di apertura, Sugar Man (vero capolavoro psych-folk/soul), divenne un successo nel Sud Africa dell'apartheid, in Botswana, in Rhodesia dove venne addirittura accostato a Bob Dylan. Rodriguez rimane ignaro di tutto ciò fino al 1996, quando sua figlia si imbatte in un sito a lui dedicato (dove Rodriguez viene addirittura dato per morto suicida dopo aver inciso i due album) e scopre di essere famosissimo in Africa.

A questo punto, dopo aver lavorato per 26 come onesto operaio, Rodriguez raccoglie l'abbraccio del grande pubblico con una serie di concerti in Sud Africa.

Nel 2009 Cold Facts viene ristampato.

Nel 2012 il regista Malik Bendjelloul realizza su questa curiosa vicenda il documentario Searching For Sugar Man, trasmesso di recente da RAI 5.

https://www.youtube.com/watch?v=tDw7OqVBT-w

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  • 3 weeks later...

47. Alice Clark - Complete Studio Recordings 1968-72

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Mi manda Mu.

Questa è una perla. Di lei non si sa niente, è una emerita sconosciuta.
Ed è un mistero. Cioè come faccia a non essere arcinota invece.

La vita è ingiusta.

Ma la vostra, se ascoltate questo disco, sarà sicuramente migliore.

Io spero che almeno qualcuno di voi non ignori questo post. Sul serio.

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