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A Moon Shaped Pool


Lacatus

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A me Desks Dark piace moltissimo. State sottovalutando "Uomo / Stronzo/ Sexbeatles/ Soldato / Ladro / Gatto/ Lacatus" che è un pezzo stellare, per non dire clamoroso. Ovviamente mi riferisco a tutti tranne Pan con cui oggi sono in sintonia assoluta, compresa l'oscillazione tra 8 e 5 per The Numbers. :rolleyes:

 

 

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Io credo banalmente che le diverse opinioni sugli album mostrino il livello di eterogeneità che i nostri hanno espresso nella loro carriera. Io li ho conosciuti con The Bends e mi sono innamorato del loro songwriting, delle loro canzoni strappaanima. OKPC mi fece vedere nuovi universi, Kid A inizialmente mi spiazzò, e vorrei vedere. Solo dopo l'uscita di Amnesiac lo apprezzai, retrospettivamente. Lo shock avuto con TKOL invece fu di tutt'altro genere. Semplicemente non stavano facendo musica per me, ma per chi ascolta roba più sperimentale e "Fredda", che probabilmente si innamorò di loro con Kid A. MSP è per me il ritorno con le fanfare dei Radiohead che ho amato. Ma proprio a pugni in faccia, un ritorno che però non è mero rivoltarsi su se stessi, ma uno sguardo di crescita al passato. Che poi credo non sia altro che il sentimento della maturazione di ogni uomo, in certe fasi della vita. Per questo non credo alle quantificazioni numeriche, ai voti alle canzoni, alle dissezioni scientifiche: in quel disco ho sentito tante anime nude, quelle dei loro autori, e in quelle anime ho rivisto la mia. Credo che la musica abbia a che fare con cose del genere.

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Una volta ripulito il cervello dalle mie aspettative, dalle mie previsioni e da ciò che avevo ascoltato nelle varie versioni live – in sostanza, da come la mia mente aveva già sentito il nuovo album dei Radiohead prima ancora che uscisse – sono riuscito ad ascoltare “A Moon Shaped Pool” (processo che ha avuto realmente inizio a partire dal terzo ascolto).

“It’s a work of art” aveva audacemente anticipato Stanley Donwood. Bè, direi che si tratta della definizione più semplice ed esatta per descrivere questo capolavoro sonico. Non si tratta semplicemente di un assemblaggio a regola d’arte di belle canzoni ma di un’opera sonora che va oltre l’ordinaria lettura di un album musicale. Tutto è sapientemente usato (strumenti + studio di registrazione) per costruire atmosfere, scolpire suoni, dipingere sottili sfumature di colore, profilare un insieme complesso di umori e significati, sviscerare emozioni e pensieri.

Abbiamo di fronte 5 musicisti che, nel corso della loro carriera, hanno brillantemente sperimentato con diversi linguaggi musicali, cambiato approcci nella composizione, nell’esecuzione e nella produzione della loro musica e maturato, aldilà di tutto, una propria cifra stilistica chiara e inconfondibile. Con questo disco hanno dimostrato di essere in grado di passare allo stadio successivo e, a detta delle mie sensazioni, finale e definitivo: produrre, attraverso la musica, un’opera d’arte in grado di trasmettere un quadro articolato di emozioni e concetti che trascendono il linguaggio e la tecnica dai quali sono scaturiti. E’ la produzione del Senso artistico che ambisce all’estetica del Bello evocando qualcosa che sta al di sopra della materialità stessa dell’opera. Non si tratta più di constatare con gioia il “senti che ficata questo giro di chitarra”, “che bel suono di tastiere!”, “qui usano la drum machine accostata ad un quartetto d’archi”, “guarda come passano dalla new wave alla classica contemporanea”, etc. Sono tutti tasselli al servizio di qualcosa di più grande e complesso. E’ ciò che, normalmente, viene identificato con il termine “poesia”.

Si potrebbe quindi scendere nei dettagli – ovvero gli aspetti prettamente tecnici e musicali – parlandone per ore e ore ma il punto stavolta è un altro e mi piace credere – sia per il tempo di concepimento impiegato, sia per il modo in cui ci è stato presentato – che la band stessa abbia voluto spostare il focus dell’attenzione su un altro piano. Sicuramente non ha niente a che fare con tutto ciò che avevo immaginato e, per i motivi di cui sopra, va ben oltre le mie aspettative. Se si guarda alla loro discografia, sembra ricollegarsi direttamente al fuoco oscuro di 'Amnesiac' e al crescendo di dischi che lo avevano preceduto saltando a piè pari tutto quello che c’è stato nel mezzo. Al contempo, è altrettanto evidente che quest’opera non sarebbe mai potuta essere concepita senza passare prima da 'In Rainbows', 'The King of Limbs' e i vari progetti solisti che hanno occupato i membri della band negli ultimi anni.

Mi sembra dunque inappropriato, in questo momento, stilare classifiche, fare paragoni o ragionare nei termini del “già sentito vs. mai sentito”. Impossibile e ingiusto liquidare un disco così denso e profondo in meno di 24H. Posso solo dire che si tratta di un’opera meravigliosa, destinata a crescere infinitamente con il tempo.

Ho letto qualcuno citare “2001 Odissea nello Spazio” e l’accostamento mi pare più che azzeccato. Ho anche letto allusioni a un possibile commiato e, se tale fosse, sarebbe indiscutibilmente perfetto.

Non resta che immergermi in questo oceano di suoni, ringraziandoli ancora una volta dal profondo del mio cuore, in attesa di poter appoggiare la puntina del mio giradischi sul vinile.

G R A Z I E

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2 hours ago, echoes said:

Come dicevo sopra ha un'aura quasi sacrale a tratti, per loro i cori sono una gran novità e devo dire che danno un contributo decisivo.

I cori sono una dominante stilistica di tutta la seconda parte del disco, gli archi sono ovunque, mi paiono due elementi importanti che attraversano in qualche modo tutta l'opera. Ah chiaramente anche il piano che è sostanzialmente ovunque

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Just now, Lacatus said:

Avrei voluto un disco tutto come Present Tense.

Non ho nessuna voglia di fare altri commenti, sinceramente. Non mi è piaciuto...troppo pesante, scuro, depresso, un magone così...

Beh, non è che sia un inno alla gioia quel pezzo eh...

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L'uscita non era così programmata probabilmente, dato il video girato all'improvviso e questo:

 

According to insiders, the decision to release Pool on Sunday wasn’t made until Friday, when the principals determined the reaction to “Burn the Witch” and “Daydreaming” was so strong that they wanted to seize the moment. The physical version will arrive as soon as it can be manufactured—probably mid-June. The band and the label wanted to take care of terrestrial retail, which has been extremely good to Radiohead over the years.

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37 minutes ago, molonovo said:

definizione più semplice ed esatta per descrivere questo capolavoro sonico. Non si tratta semplicemente di un assemblaggio a regola d’arte di belle canzoni ma di un’opera sonora che va oltre l’ordinaria lettura di un album musicale. Tutto è sapientemente usato (strumenti + studio di registrazione) per costruire atmosfere, scolpire suoni, dipingere sottili sfumature di colore, profilare un insieme complesso di umori e significati, sviscerare emozioni e pensieri.

Non resta che immergermi in questo oceano di suoni, ringraziandoli ancora una volta dal profondo del mio cuore, in attesa di poter appoggiare la puntina del mio giradischi sul vinile.

G R A Z I E

Grande fratello concittadino ;)

ma cos'è Ful Stop? madonna....

cuore/testa centrifugati a 1000 giri con questo album

 

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Ragazzi, non ci crederete ma io per una serie di peripezie lo devo ancora ascoltare seriamente:P

Ieri sono andato da mio fratello che se lo stava ascoltando in allegria dal pc (è un pazzo, io gliel'ho detto:D), ho pensato di farlo smettere, ma oramai che ci potevo fare, l'ho ascoltato insieme a lui in quel modo abbastanza indecente (la famiglia è la famiglia): è in tutto ciò c'era la mia nipotina che piangeva:D.

 

Quindi l'ho ascolticchiato soltanto - e devo dire che m'ha fatto un impressione orrenda!:fico:

Spero stasera di potermi mettere seriamente!

 

ps. Corsi e ricorsi: TKOL l'ho ascoltato la prima volta con l'altro mio fratello e per poco non bruciavamo casa:lol:

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è un gran bel disco, forse anche troppo bello per me. 

La mia parte incosciente voleva un disco coi chitarroni, lo confesso. Ma la mia parte analitica e razionale riconosce che questo è un signor album. Lo sentirò di più, mi forzerò di ascoltarlo anzi, e magari anche inconsciamente scatterà la scintilla.

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5 minutes ago, Wanderer said:

questa roba che profondità=dolore deve finire:D

Sì è un errore collegato alle arti popolari soprattutto. 

Molto spesso però per i Radiohead è vero - nel senso che danno il meglio in quell'ambito. 
Io questo disco comunque non lo vedo affatto doloroso, direi più distaccato e spettrale/mistico che doloroso

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3 minutes ago, Wanderer said:

questa roba che profondità=dolore deve finire:D

In questo disco non c'è dolore, o almeno non solo quello. C'è intimismo, riflessione, pennellate impressioniste.

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1 minute ago, echoes said:

In questo disco non c'è dolore, o almeno non solo quello. C'è intimismo, riflessione, pennellate impressioniste.

appunto. E anche quando c'è è trattato con relativo distacco. Unica eccezione la strofa "commossa" in true love waits ma almeno un momento ci sta, ed è catartico proprio perché unico

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Al quarto ascolto penso che ci sia una buona parte del disco che ha una qualità infinita, tale da portare l'album dritto dritto nell'olimpo insieme alla sacra triade (mi riferisco a ful stop, PRESENT TENSE, numbers, identikit e true love waits), e l'altra metà di buon livello incastonata quasi come a far prendere il fiato dopo i pezzoni clamorosi. Al momento dico miglior loro disco a mani basse dai tempi di amnesiac. Ricordo ancora la sensazione di repulsione ai tempi di tkol, poi mitigata successivamente dopo gli ascolti delle versioni live dei pezzi, ma mai andata via del tutto. Ancora ad oggi penso sia il loro disco meno riuscito. Qui siamo decisamente su di un altro pianeta. Per me è il disco del loro ritorno.

P.S: sono l'unico a non impazzire per daydreaming??

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