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Lacatus

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si lac ma pri nn intendeva dire che ci metteranno sei mesi ma che esiste la possibilita' che quel tweet parlasse di altro e che quindi nn abbiano terminato...

poi io spero vivamente di no., spero davvero che thom parlasse del disco. Anche perche' sono gia' un mese e mezzo in ritardo rispetto alla mia previsione piu' nera fatta l'anno scorso (16 ottobre ormai famoso ;) )

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si lac ma pri nn intendeva dire che ci metteranno sei mesi ma che esiste la possibilita' che quel tweet parlasse di altro...

In ogni caso le registrazioni sono finite, questo non lo dico io, ma Jonny, a fine settembre/inizio ottobre, quindi il calcolo matematico non subisce alterazioni anche volendo interpretare le parole di Thom in altro modo.

Kid A: 19 aprile 2000 (fine registrazioni) ---> luglio 2000 (master)

In Rainbows: 23 aprile 2007 (fine registrazioni) ---> luglio 2007 (master)

The King Of Limbs: 5 novembre 2010 (fine registrazioni) ---> 30 gennaio 2011 (master)

per cui:

Lp9: fine settembre/ inizio ottobre 2015 (fine registrazioni) ---> sicuramente-prima-del-20-marzo-2016 (master)

EDIT Ok Computer fu mixato in 2 mesi (se aggiungiamo un mesetto per il mastering = 3 mesi pure qui)

Nigel Godrich impiega mezza giornata al massimo per mixare un brano: "I generally take about half a day to do a mix. If it's any longer than that, you lose it. The hardest thing is trying to stay fresh, to stay objective."

https://en.wikipedia.org/wiki/OK_Computer

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Lac, una volta mi amavi. Che ti è successo?

Si, @li ha tradotto bene ciò che volevo esprimere.

Io ho capito il calcolo matematico e tutto, penso solamente che il tweet di Tommaso possa riferirsi ad altro.

Cioè, si riferisce al 99% alle registrazioni ma non ha mica detto: "Il mix è finito. Abbiamo scelto la tracklist. Ora a fine gennaio esce l'album".

La stessa cosa riguarda quella battuta sui suoi capelli. Ha semplicemente fatto autoironia. Non significa che si taglierà realmente i capelli al 100% e se lo farà non significa che dovrà girare un video.

Tutto qua.

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Lac, una volta mi amavi. Che ti è successo?

Ma mica ce l'ho con te! Sto solo precisando che se è vero quello che ha detto Jonny, ossia che a fine settembre / inizio ottobre hanno finito le registrazioni, il master sarà pronto sicuramente prima del 20 marzo 2016, sia che il tweet di Thom si riferisca al completamento dei mix, si che si riferisca a tutt'altro. Questo perché, normalmente tra la fine delle registrazioni e il master il tempo necessario di lavoro è quantificato in 3 mesi (poiché comprende i mix finali, la tracklist e l'operazione di mastering stessa). Per quale motivo questa volta dovrebbero occorrere 6 mesi per fare una cosa che si è sempre fatta in 3*?

La stessa cosa riguarda quella battuta sui suoi capelli. Ha semplicemente fatto autoironia. Non significa che si taglierà realmente i capelli al 100% e se lo farà non significa che dovrà girare un video.

Su questo sono d'accordissimo. Tra l'altro la battuta di Thom era in risposta alla battuta di Monibot.

*tranne Hail To The Thief...

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Beh gli chiedono se e' pronto e lui dice di no (ma fa la voce da scemo) e dice che nn puo' parlare, gli chiedono come verra' distributo e lui dice "chiedete al mio manager", gli chiedono se il Torrent e' stato un esperimento riuscito e lui risponde no e che nn si puo' seguire tutta la produzione di un disco da soli. Contando che questa intervista risale a fine ottobre secondo me era gia' quasi finito allora e ora e' pronto o quasi e hanno gia deciso come distribuirlo (vedi domanda su Spotify e Tidal). Conferma che nn ha "dimenticato" l'amore per la chitarra. Di cose ne dice proprio tante IMHO (sicuramente molto più di quelle scritte su Twitter sulle quali ci siamo fatti Mille seghe mentali)

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Intervista a Thom

http://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2015/11/28/news/thom_yorke-128361708/?ref=HRERO-1

Sa che non sarebbe difficile immaginarla nei panni di un politico vero e proprio?
"Non ci penso proprio. Beh, il Green Party mi ha chiesto un aiuto, e in qualche modo gliel'ho dato. Ma non potrei mai candidarmi. Per me le ultime elezioni inglesi sono state uno shock, non pensavo che i Conservatori avrebbero ottenuto percentuali così alte. Ma questo sta già provocando una reazione: ci sono molti giovani che entrano a far parte dei Laburisti per seguire Jeremy Corbyn".

Ha fiducia in lui?
"Ha molto integrità per essere un politico. Ma è pur sempre un laburista... diamogli tempo e vediamo che succede. Ma la vera preoccupazione ora è che i conservatori pensano di avere il diritto di fare quello che vogliono e stanno facendo cose terribili".

Anche Björk è tornata a esporsi in prima persona per la causa ambientalista in Islanda. Non pensa che i musicisti possano fare politica anche attivamente?
"Ma allora secondo questo discorso andrebbe bene anche Kanye West come presidente? "Chi volete? Donald Trump o... Kanye West?". Mah. Il problema della politica è che devi far felici tutti. E io sono pessimo in questo".

Parliamo di musica. Magari cominciando proprio da quel disco di quindici anni fa? Con Kid A i Radiohead hanno cambiato il modo stesso di vedere la musica.
"Ah, sì? Ma no...".

Beh, in qualche modo stavate dicendo che le rockstar possono anche stancarsi del rock...
"... e che possono usare le batterie elettroniche. D'accordo. Ma poi dipende: io ancora oggi amo le chitarre e sono ossessionato da una band metal giapponese, i Boris".

Con i Radiohead sembra vogliate sempre spingervi avanti e rifiutare un approccio nostalgico alla musica.
"In un certo senso è esattamente il contrario. Ci lasciamo liberi di ispirarci a tutto allo stesso tempo. Come quando abbiamo registrato You and Whose Army: nella nostra testa stavamo rifacendo gli Ink Spots, un gruppo vocale nero degli anni Trenta. Almeno queste erano le nostre intenzioni, gli altri non credo lo abbiano capito. Il problema è che quando dici 'voglio fare musica guardando avanti' è già una dichiarazione di intenti che rischia di imprigionarti. E non è necessariamente un buon modo per iniziare a lavorare sulla musica. Noi di solito iniziamo in modo sempre un po' rétro, ma non sappiamo mai dove poi andremo a finire".

Le capita mai di ascoltare la sua vecchia musica?
"Solo quando cerco di ricordarmela. Per ripassare i brani da suonare dal vivo".

E qual è la reazione?
"Chi diavolo sono queste persone? Ero davvero così? Non mi ricordo assolutamente di aver fatto tutto questo. Ma mi succede anche con le cose più recenti. Riascolto il mio primo album solista The Eraser e mi dico: non mi ricordo di questa persona".

C'è ancora possibilità di inventare nella forma canzone?

"È questo che mi interessa della musica dance ed elettronica. Che da una canzone magari prendono un pezzo di una strofa, di una frase melodica e la trasformano, e non è detto che fosse la parte principale della melodia. Delle canzoni oggi mi interessa soprattutto il loro aspetto... la ripetizione, quando riesce a portarti altrove".

Il nuovo album dei Radiohead è pronto?
"Ehm...".

Jonny Greenwood (chitarrista dei Radiohead, ndr) ha detto recentemente di sì ma poi lei lo ha smentito.
"No, non lo ha mai detto, lo hanno solo frainteso alcuni giornalisti".

Quindi non è pronto?
"No, non è ancora pronto. Non ancora (lo ripete con una voce da bambino, ndr). E comunque non potrei dirlo. Mi metterei nei guai. Comunque no, non è pronto".

Alcuni suoi tweet sembrano stralci di testi. Nuove canzoni?
"No, no, erano solo appunti. Ok, forse un paio sono finiti anche nel prossimo album. Per lo più erano cose che avevo scritto quando c'era stata l'ennesima discussione sui social network su Spotify e c'era stato l'intervento di un provocatore. Un troll. Sono stato trollato. E dopo quell'episodio ero... ho iniziato a pensare, a scrivere cose tipo "un altro giorno in ufficio", perché la gente scrive sempre cose così sui social network. Erano tweet che prendevano spunto da questo uso dei social".

La sua battaglia contro Spotify è nota. Non ci sono servizi di streaming che hanno cercato di averla dalla loro parte? Concorrenti di Spotify come Tidal?
"Mmmm... allora... No, non posso rispondere".

Il suo album solista, Tomorrow's Modern Boxes, lo ha pubblicato a pagamento su BitTorrent, la piattaforma di condivisione di file solitamente usata per scambiarsi cose gratis. È stato un esperimento di successo?
"No, non esattamente. Ma, appunto, voleva essere un esperimento. Era una reazione a tutto quello che stava succedendo. Si parlava solo e sempre di Spotify. Volevo dimostrare che in teoria oggi uno può seguire tutta la filiera della produzione discografica, dall'inizio alla fine, per fatti suoi. In teoria. Ma in pratica è molto diverso. Non ci si può accollare tutte le responsabilità della discografia. Ma sono contento di averlo fatto, di averci provato".

Lei come ascolta la musica?
"Soprattutto con Boomkat (negozio online specializzato in musica elettronica, ndr). Non uso certo YouTube. Sebbene... un mio amico mi diceva di questa app per saltare la pubblicità su YouTube. E la cosa bella è... no, non l'accesso alla musica gratuita, la cosa divertente è che YouTube ha detto: 'Ehi, ma così non vale'. Capisci, loro dicono che non vale. Loro che mettono pubblicità prima di qualsiasi contenuto facendo un sacco di soldi e gli artisti non vengono pagati o vengono pagati cifre ridicole - e a quanto pare questo per loro va benissimo. Se invece non ne traggono profitto allora no, non vale".

Oltre ai concerti, tra streaming, download, copie fisiche di cd, radio... Da dove vengono i maggiori profitti oggi per un musicista?
"Non lo so, ditemelo voi. Non ho la soluzione a questi problemi. So solo che si fanno soldi con il lavoro di molti artisti che non ne traggono alcun beneficio. Si continua a dire che è un'epoca in cui la musica è gratis, il cinema è gratis. Non è vero. I fornitori di servizi fanno soldi. Google. YouTube. Un sacco di soldi, facendo pesca a strascico, come nell'oceano, prendono tutto quello che c'è trascinando. 'Ah, scusate, era roba vostra? Ora è nostra. No, no, scherziamo, è sempre vostra'. Se ne sono impossessati. È come quello che hanno fatto i nazisti durante la Seconda guerra mondiale. Anzi, quello che facevano tutti durante la guerra, anche gli inglesi: rubare l'arte agli altri paesi. Che differenza c'è?".

A causa di questi problemi non si finisce a parlare sempre di dispositivi e contenitori e poco di contenuti artistici?
"Non sono bravo con queste cose, mi viene un mal di testa del cazzo. Ultimamente ho tirato fuori tutti i vinili che avevo. Roba collezionata in una vita intera. Perché è tantissima roba e devo organizzarla, buttare via le schifezze e tenere il resto. E con ogni singolo vinile c'è un rapporto, anche fisico. Come quando faccio il dj: c'è questo contatto diretto, devi prendere il disco, selezionarlo, metterlo in una borsa, e mettere le borse sul taxi e poi tirarle giù e aprirle, eccetera. Non esiste questo rapporto con i supporti digitali, le chiavette usb. E questo finisce per avere un effetto corrosivo su come viene realizzata la musica. Mio figlio di quattordici anni ha letto il libro di David Byrne con le sue considerazioni sulla musica e mi ha detto: 'Perché non lo leggi anche tu? Ti potrebbe interessare'. Quando Byrne si è schierato contro Spotify è stato un sollievo per me. Ah, finalmente, non sono più l'unico a dire 'ehi, scusate, non è giusto che questa cosa funzioni così'".

Quindi alla fine il prossimo album dei Radiohead con che modalità sarà pubblicato?
"Non lo so, non ne ho idea, dovreste chiederlo al mio manager. Io non saprei nemmeno da dove iniziare. Anzi, se ve lo dice, poi aggiornatemi sulla situazione...".

Ma ai vostri livelli di fama c'è ancora un margine per iniziative spontanee? Recentemente i Foo Fighters hanno suonato a Cesena perché mille fan hanno organizzato un'esibizione diventata virale e li hanno convinti.
"Non lo sapevo. Noi faremmo una cosa del genere? Non lo so, magari sì. Dipende anche dai tempi per portare la produzione, la strumentazione, gli impegni. Abbiamo fatto una cosa simile quando stavamo iniziando a registrare The king of limbs a Los Angeles, a gennaio del 2010: abbiamo fatto un concerto ad Haiti per raccogliere fondi per la popolazione dopo il terremoto. Una cosa organizzata al volo in tre giorni".

Verrete in tour in Italia?
"Certo, ma ancora non sappiamo i dettagli".

Ormai le sue esibizioni live ricordano il teatro danza. Li studia prima i suoi movimenti?

"No, sono un pessimo ballerino. Improvviso. Da ragazzo mi piaceva ballare. Oggi faccio yoga. Una o due ore al giorno. Mi serve, mi rigenera, mi aiuta ad affrontare le difficoltà della vita".

L'ultima musica che ha realizzato, all'inizio dell'anno, è stata la colonna sonora del documentario The UK Gold, sulla finanza britannica.
"Robert '3D' Del Naja dei Massive Attack e io l'abbiamo realizzata perché eravamo impegnati con la gente del movimento 'Occupy' a Londra. Sono contento di essere stato coinvolto, perché il documentario è scioccante: praticamente ci spiega che la ragione per cui Londra ha tanto potere nel mondo è perché è diventato un centro di riciclaggio di denaro dei paradisi fiscali".

Da tempo lei è in prima fila nella battaglia per la salvaguardia all'ambiente e quindi del pianeta. Le sembra di vedere progressi?
"Non so, credo però che quanto meno stia cambiando la percezione del fenomeno. Rispetto a qualche anno fa oggi i paesi si stanno rendendo conto che iniziano a vivere sulla propria pelle gli effetti dei mutamenti climatici. George Monbiot, lo studioso ambientalista inglese con cui parlo spesso, dice che dovremmo tassare il business del petrolio. Mentre tutti i paesi vanno in giro cercando solo di raccogliere le foglie che cadono, siamo ancora lì che usiamo il petrolio. E sa perché? Perché è conveniente. Non dovrebbe più essere conveniente. Non è giusto che il combustibile usato per i voli non sia tassato. Non è possibile che convenga prendere il pesce in Canada, portarlo in volo fino in Cina per lavorarlo e poi riportarlo in volo fino in Canada. Nel 2009 sono andato alla Conferenza per i cambiamenti climatici di Copenhagen ed è stato molto interessante vedere come funziona. Nessuno voleva prendersi responsabilità. Dal summit hanno cacciato via le ong e le varie organizzazioni, è stato folle. Ma ormai anche le industrie dell'energia dicono 'per favore abbiamo bisogno di un accordo, così non possiamo andare avanti'. Dobbiamo sperare e fare di tutto perché con Parigi qualcosa possa davvero cambiare. Io suonerò la chitarra. Mi esibirò con la chitarra. Mi piace ancora suonarla. In fondo il mio concerto preferito di tutti i tempi è stato all'Hammersmith Apollo di Londra quando Neil Young da solo circondato dagli strumenti decideva sul momento di suonare ora la chitarra ora altro. Incredibile".

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5863696174_1c9d6da9b2.jpg

questa?

i colori sono gli stessi è vero

ma la tecnica è diversissima

e il soggetto pure

sono curioso di ascoltare che tipo di musica può essere illustrata da un'immagine di quel genere... coi colori di The King Of Limbs, i paesaggi di Kid A, e le figure umane che rimandano Ok Computer...

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Ma io come gestione dell'hype sono affezzionato al periodo pre-in rainbows.

Lì si che giocavano postando ogni giorno qualcosa, in questa nuova fase invece c'è una chiusura quasi totale. Probabilmente è questo che mu smorza un po' l'entusiasmo.

Comunque nell'intervista ho trovato anche interessante il fatto che Thom reputi un fallimento l'espiremento torrent, dicendo che per lanciare un disco non è possibile fare tuttto da soli, ma ci vuole una struttuta dietro. Per il nuovo disco secondo me faranno qualcosa di più tradizionale...

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