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Iosonouncane


TomThom

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5 minutes ago, Wanderer said:

mah, perche cazzate?

Non tutti ascoltano la musica allo stesso modo, e poi non è mica una guerra:D

va beh intendo che io lo colgo come una posa piu' che la verita' (da qui l'onesta' intellettuale di cui parlavo).
Ma appunto nn è una guerra ma la mia opinione. 
Poi uno puo' anche decidere di mangiare il suo piatto preferito una volta all'anno per gustarselo meglio: io pero' nn ci riesco e se posso lo mangio tutte le settimane e quindi la penso cosi. Va bene?

 

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5 minutes ago, Wanderer said:

Non tutti ascoltano la musica allo stesso modo, e poi non è mica una guerra:D

No ci mancherebbe, ma (esempio personalissimo) se non avessi insistito con Cenizas, non avrei scoperto un disco enorme.

Lo ascolto tutti i giorni? no, un po' di bene me lo voglio, ma se non lo avessi approfondito non potrei dire quanto cazzo sia gargantuesco Nico Jaar quando fa musica.

 

Poi ognuno faccia come più gli aggrada.

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12 minutes ago, The_Tourist said:

No ci mancherebbe, ma (esempio personalissimo) se non avessi insistito con Cenizas, non avrei scoperto un disco enorme.

Lo ascolto tutti i giorni? no, un po' di bene me lo voglio, ma se non lo avessi approfondito non potrei dire quanto cazzo sia gargantuesco Nico Jaar quando fa musica.

 

Poi ognuno faccia come più gli aggrada.

siamo clamorosamente OT ma il discorso è interessante.
Si a volte vale assolutamente la pena di "insistere" pero' secondo me anche quella volontà li deve partire dalla "pancia" (cioe' alla fine trovi qualcosa che ti piace e che ti attira anziche respingerti e ti spinge ad "impegnarti").
Alla fine io sono abbastanza d'accordo con Lacatus che l'approccio alla musica debba essere molto istintuale e poco cerebrale, almeno all'inizio, poi il cervello, l'approfondimento etc vengono (e ben vengano) dopo.

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13 minutes ago, The_Tourist said:

No ci mancherebbe, ma (esempio personalissimo) se non avessi insistito con Cenizas, non avrei scoperto un disco enorme.

Lo ascolto tutti i giorni? no, un po' di bene me lo voglio, ma se non lo avessi approfondito non potrei dire quanto cazzo sia gargantuesco Nico Jaar quando fa musica.

 

Poi ognuno faccia come più gli aggrada.

Appunto, tu hai fatto contemporaneamente entrambe le cose: hai insistito per entrare in un disco, ma poi l'hai ascoltato ogni tot, semplicemente perchè non la ritieni musica per ogni occasione - esattamente come io penso sa IRA. Poi a conti fatti non hai certo definito Cenizas un disco brutto perchè lo ascolti poco. Anzi l'hai definito un lavorone, anche se lo ascolti poco. 

Io non fatico a crederti, ecco. 

Io Bitches Brew l'ho ascoltato poco sia perchè non è che abbia dovuto sbatterci la testa per entrarci - ma perchè ascolto jazz da sempre, purtroppo e per fortuna -, sia perchè non è musica che ascolto in ogni momento. Ma porco cane se l'avrei messo alla top della mia lista di fine anno nel 1970! :D 

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Tornando a cose piu' terrene e ribaltando il punto di vista prendo ad esempio un disco a te caro edo: Anima. :D
Quando è uscito pensavo mi piacesse. L'ho ascoltato a nastro subito. Dopo anni mi son resa conto che lo ascolto poco e niente e questo me lo fa ridimensionare.
E su questo credo nn potrai controbattere. :P
Scherzi a parte spiega bene quello che intendo. Se mi piacesse ancora (come credevo) lo ascolterei piu' spesso e basta (come faccio ad esempio, dopo 15 anni, con The Eraser).

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Un conto è ascoltare un lavoro poco e niente perché non interessa (ANIMA nel mio caso e pensare che all'inizio l'ho consumato) un conto ascoltarlo poco perché adatto solo a determinate condizioni (Kid A che io di certo non ascolterei mai in auto mentre vado al mare ad esempio).

E ancora: un conto è consumare un disco perché intrattiene, un altro ascoltarlo a ripetizione per piangere. 

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8 hours ago, Lacatus said:

 

Lo so che ho rotto, ma Silvestrin in quei 15 minuti entra proprio in quel discorso che io sto cercando di fare su questo topic praticamente da quando è uscito Ira: tutti i nostri migliori autori osannati in patria, compreso Battisti -e dico BATTISTI- non hanno avuto alcun riconoscimento fuori dall'Italia e Jacopo Incani si incastra perfettamente in quella scena lì.

La musica italiana non gioca in Champions, gioca i campionati provinciali da sempre e, nonostante gli sforzi di Incani di partorire un disco internazionale (parola d'ordine durante la lavorazione di Ira), non ci si schioda dalla cadetteria. Ira rimane un disco di super nicchia, bello, anzi bellissimo, ma per gli standard italiani e stop. Perché poi se dovessi andare a scandagliare i "fondali rocciosi" (cit.) della musica underground portoghese, neozelandese o sudafricana, troverò decine di Ira pure lì e nella stessa scena italiana è pieno di artisti del sottosuolo che fanno musica per loro stessi con risultati altrettanto eclatanti (non dimentichiamo Laszlo De Simone, praticamente costretto dagli amici a pubblicare Uomo Donna...disco che altrimenti sarebbe rimasto nel giro di qualche decina di persone tra Torino e il Piemonte).

 

abbiamo già fatto sto discorso. E le ragioni sono lunghe e complesse; e sai che pure io penso che nel sottobosco italiano si trovi tanta roba davvero buona che non esce. (e non solo in Italia, presumo, ma direi un po' ovunque non sia UK USA, almeno in questo ambito musicale). Ad ogni modo IRA ha avuto recensioni positive anche all'estero e Jacopo ha pure fatto un tour fuori italia che, per gli standard italiani attuali, non è poco. Certo che sia qui che all'estero rimane un disco di nicchia, o meglio di mezza nicchia (perche nei giri musicali italiani incani è conosciuto eccome). Poi se ti aspettavi che facesse l'headliner a Glasto - per di più con un disco simile - , beh le possibilità erano pochine. 

Ma ad ogni modo davvero non capisco tutto sto tuo amore odio verso questo lavoro: sembra che tu sia tanto contento quanto infastidito che sto disco sia piaciuto; o, ancora meglio: da un lato vorresti che fosse riconosciuto, magari pure all'estero, dall'altra mi dici di continuo che ci sono tanti altri artisti che meriterebbero. Boh.  Guarda che Iosonouncane non ruba il lavoro a nessuno, come sai. E non è un bluff.  

 

8 hours ago, Lacatus said:

 

Non è una colpa: il bello rimane bello e Ira è nel novero del bello. Ma non c'è nulla da osannare. E' un disco antico, che sarebbe dovuto uscire 50 anni fa, ai tempi del progressive. E' un accozzaglia di stilemi musicali triti e ritriti. Mentre Die era molto più calato nello zeitgeist. 

C'è da valutare con buon grado un disco intelligente, ben fatto, ben pensato, interessante e anche diverso da tante robe che ho sentito; che ha una sua espressività e poetica. A me pare che ci sia anche un po' di presunzione, perchè certi dischi non li fai in mezz'ora. Trito e ritrito? A parte che non lo penso affatto - e non tirarmi fuori il discorso scale arabe per favore, perchè quella cosa non ha senso -, perchè il bello di IRA è come coniuga certe sue ricerche al suo essere cantautore,  la sua "novità"; poi ti posso anche dire chissenefrega della novità. Per te Die era nello zeitgeist? Beh per me IRA viene da un mondo alieno; forse alieno perchè non ho le conoscenze, ma in un certo qual modo si pone in modo diverso rispetto a molti dischi che ho ascoltato. E la cosa più bella è che sembra farlo per vera necessità espressiva, non per mero calcolo. Ancora, non sottovalutiamo questo disco o non rosichiamo perchè esce solo lui, perchè nè Incani ne il suo lavoro se lo meritano - pensa solo a tutto il lavoro sulle parole; sdoganato dai detrattori come "mossa per fare il figo" e dagli adoratori come "genialità", quando in realtà la cosa meriterebbe un analisi a parte e veramente approfondita; ma che di certo non si può liquidare in 5 minuti, anche per rispetto del lavoro che c'è dietro.

E con tutto lo sforzo di buona volontà che posso fare - e sai bene che io non è che ascolti poca roba - fatico davvero, davvero a credere che nell'underground portoghese si nasconda un disco come IRA. Ci saranno ottimi dischi e anche capolavori, ma IRA, e qui te lo dico anche se è solo una mia opinione, per me è davvero qualcosa che va oltre "i tanti". E non è per le scale arabe, per le due ore di durata o chissà che altro. Ma per il viaggio sonico che ti fa fare, per l'equilibrio che riesce a mantenere tra accessibilità e sperimentalismo. Tu davvero conosci tanti dischi con queste caratteristiche cosi ben messe giu? Io no. Laszlo? Bravo eh, ma non dirmi che per ora ha fatto un IRA. 

Ma anche se fosse, che certi dischi "riescano" ed altri no non è certo una novità. Per dire, il mio ultimo per me potrebbe pure essere una mezza figata - in certe supernicchie -  se uscisse fuori in buona stampa, ma non succederà e va bene cosi; bisogna trovarsi al momento giusto al posto giusto, avere una squadra dietro e avere il talento. Ma non è uno scandalo. 

 

8 hours ago, Lacatus said:

 

Tu dici: "fatevene una ragione: questo disco è piaciuto". Io dico: "fatevene una ragione, questo disco è un passo indietro rispetto a Die".

 

Per me non lo è: è una evoluzione di die; Incani affronta gli stessi temi, ma li declina in un panorama più vasto e con una coltre sonora completamente diversa. Per me DIE e IRA sono un'evoluzione ciascuno.

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On 6/28/2022 at 3:34 PM, echoes said:

Ma quindi siccome guardo Otto e Mezzo tutti i giorni e 21 grammi una volta ogni 5 anni non ho l'onesta intellettuale di ammettere che preferisco la Gruber a Naomi Watts?

:laugh:

 

 

Ho passato almeno cinque minuti a domandarmi chi cazzo fosse la Gruber che ha recitato in 8 e mezzo. Passo e chiudo. 

 

No scherzo, discussione interessantissima anche se abbastanza ot. In generale penso di capire tutte le posizioni che avete espresso. E non per fare il democristiano, secondo me avete un po' ragione tutti, semplicemente riflettete la vostra attitudine quando ascoltate la musica. Per alcuni, tipo ali, se si ama davvero un disco si ascolta fino a consumarlo. Che forse è vero, ma secondo me, ed è il punto di echoes, non può valere per tutti i dischi. Secondo me dipende anche dalle ambizioni del disco stesso. Ho ascoltato più volte Is this it degli Strokes rispetto a Let love in (restiamo su Cave visto che piace a tanti mi pare)? Decisamente sì, uno lo metto su quando vado a correre, l'altro lo ascolto solo quando posso davvero "ascoltare". Non penso di dover dire quale dei due dischi abbia un vero valore artistico. 

Aggiungi anche che almeno io con l'esperienza (leggi, invecchiando) ho capito che ascoltare a manovella un disco - o un artista - che mi piace, mi porta a lungo andare ad odiarlo, o quanto meno ad avere poca voglia di ascoltarlo. Quindi anche io spesso mi conservo dei dischi, anche non necessariamente dei mattoni concettuali per dei momenti speciali. Per fare un esempio recente, All mirrors di Angel Olsen, che è un album che mi fa volare, lo sto ascoltando davvero poco, per gustarmelo per bene quando posso. Non voglio sprecare un disco che mi emoziona come "background" sonoro mentre faccio dell'altro.

Credo anche che oltre che all'invecchiare e ad avere meno tempo questo discorso, almeno per me, è legato anche alla fruizione dei dischi - streaming, possibilità illimitata di ascoltare etc. Senza fare il tipo del "ma che ne sapete voi", semplicemente prima fare una playlist richiedeva un minimo di impegno e di hardware. Ora è incredibilmente facile, ed è bellissimo, ma la tecnologia ha portato con sé una certa "bulimia" negli ascolti.

 

Il discorso su Ira però, almeno per me è più complesso, e ora sono un po' stanco per elaborare il mio pensiero, anche perché non lo so manco bene cosa penso di questo disco. Sono tra quelli che ha ascoltato il disco pochissimo. Mi ha devastato dentro, mi ha sconvolto, ma ho davvero zero voglia di ascoltarlo. Sono arrivato a pensare che è volutamente troppo pesante. Concordo con Lacatus che il cane abbia volutamente deciso di sabotarsi. 

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32 minutes ago, jimy84 said:

Ho passato almeno cinque minuti a domandarmi chi cazzo fosse la Gruber che ha recitato in 8 e mezzo. Passo e chiudo. 

 

No scherzo, discussione interessantissima anche se abbastanza ot. In generale penso di capire tutte le posizioni che avete espresso. E non per fare il democristiano, secondo me avete un po' ragione tutti, semplicemente riflettete la vostra attitudine quando ascoltate la musica. Per alcuni, tipo ali, se si ama davvero un disco si ascolta fino a consumarlo. Che forse è vero, ma secondo me, ed è il punto di echoes, non può valere per tutti i dischi. Secondo me dipende anche dalle ambizioni del disco stesso. Ho ascoltato più volte Is this it degli Strokes rispetto a Let love in (restiamo su Cave visto che piace a tanti mi pare)? Decisamente sì, uno lo metto su quando vado a correre, l'altro lo ascolto solo quando posso davvero "ascoltare". Non penso di dover dire quale dei due dischi abbia un vero valore artistico. 

Aggiungi anche che almeno io con l'esperienza (leggi, invecchiando) ho capito che ascoltare a manovella un disco - o un artista - che mi piace, mi porta a lungo andare ad odiarlo, o quanto meno ad avere poca voglia di ascoltarlo. Quindi anche io spesso mi conservo dei dischi, anche non necessariamente dei mattoni concettuali per dei momenti speciali. Per fare un esempio recente, All mirrors di Angel Olsen, che è un album che mi fa volare, lo sto ascoltando davvero poco, per gustarmelo per bene quando posso. Non voglio sprecare un disco che mi emoziona come "background" sonoro mentre faccio dell'altro.

Credo anche che oltre che all'invecchiare e ad avere meno tempo questo discorso, almeno per me, è legato anche alla fruizione dei dischi - streaming, possibilità illimitata di ascoltare etc. Senza fare il tipo del "ma che ne sapete voi", semplicemente prima fare una playlist richiedeva un minimo di impegno e di hardware. Ora è incredibilmente facile, ed è bellissimo, ma la tecnologia ha portato con sé una certa "bulimia" negli ascolti.

 

Il discorso su Ira però, almeno per me è più complesso, e ora sono un po' stanco per elaborare il mio pensiero, anche perché non lo so manco bene cosa penso di questo disco. Sono tra quelli che ha ascoltato il disco pochissimo. Mi ha devastato dentro, mi ha sconvolto, ma ho davvero zero voglia di ascoltarlo. Sono arrivato a pensare che è volutamente troppo pesante. Concordo con Lacatus che il cane abbia volutamente deciso di sabotarsi. 

Ma che problema ha Jacopo Incani col pubblico? Questo bisognerà prima o poi chiederselo e qualcuno prima o poi dovrà domandaglielo. Perché senza quel pubblico che lui disprezza sottoponendolo a sadiche torture, lui non mangia (o meglio, mangia lo stesso, ma questa è un'altra storia che riguarda il suo privato e non è buona cosa rivelare certi privilegi di cui gode e che gli consentono di tirarsela così tanto nell'ambiente musicale...).

Di questo passo pubblicherà il prossimo disco solo in forma di tanti 45 giri ascoltabili solo su una tipologia di juke-box prodotta da una ditta della Germania Ovest tra il 1963 e il 1966.

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Beh quel pubblico ha riempito location top da 2000 posti in tutta Italia per farsi sottoporre alle sadiche torture addirittura richieste al Primavera Sound di Barcellona.

Nicò accetta il fatto che IRA, anche se non ti piace, oltre ad essere straordinario in sè ha avuto pure un successo di pubblico e critica clamoroso per un artista di nicchia quale è e speriamo resti per sempre.

Crociata francamente incomprensibile. Chissà i Popol Vuh o i GYBE! che problemi hanno con il pubblico, per tacer del Nick Cave di Ghosteen. L'arte non si fa per il pubblico ma per se stessi altrimenti non è arte ma marketing.

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Comunque sinceramente mi dispiace tutto sto astio malcelato; come scritto il disco puo fare schifo e tutto, ma tutti sti commenti sulle intenzioni stan diventando un po pesanti. E non perche voglio fare l avvocato di Incani o perche Ira è Stg Pepper, ma perché si abbaia sempre al tutto uguale poi arriva Ira e leggo robe come "tirarsela", manco stesse 24 ore al giorno a dirsi quant è bravo. Quando semplicemente fa interviste un po meno banali della media. Nico davvero tronca con sto disco, detto in amicizia. Sembra proselitismo. Manco Incani abbia fatto un disco di merda totale o ti abbia rubato il mirto.

Ci lamentiamo che son tutti macchiette poi arriva uno con giusto un filo di profondita in piu e se la tira. Boh.

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On 6/28/2022 at 11:20 AM, The_Tourist said:

Hai scritto tanto su Incani, ti sei speso proprio su questo disco, mi spiace dirtelo ma sembra tu stia facendo proselitismo sulla questione. Non so che trascorsi tu abbia con lui a parte l'essere entrambi sardi se non mi sbaglio, ma molla un po' la faccenda.

@Wanderer

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@echoes @Wanderer precisiamo: a me Ira PIACE! Forse piace più di Die. E' un groviglio ci citazioni della musica che amo di più (Radiohead, Wyatt, Liars, Portishead, Beak>, Pink Floyd...): come può non piacermi?

Non mi piace Ira calato nel contesto 2022.

Se fosse un disco italiano degli anni 2000, si potrebbe dire facilmente che Ira è il Kid A italiano o il Third italiano. Ma oggi, nel 2022, un disco del genere, per quanto bello, bellissimo, è pure VECCHIO. E' un disco arrivato con 15/20 anni di ritardo. Per questo sono d'accordo con Silvestrin quando dice: "non mi straccio le vesti": effettivamente quello che dovremmo fare è solo piangere il fatto che la nostra scena musicale è indietro di 15/20 anni e che forse pure noi, invecchiando, non ci siamo aggiornati e siamo rimasti a quei tempi là.

Io sto provando ad aggiornarmi e tra le cose emergenti, sono molto interessato a un progetto come quello Post Nebbia, molto più vicino allo zeigest musicale del 2022 (in realtà prendono parecchio dagli anni '10, quindi pure loro sono in ritardo, magari di un 5/10 anni, comunque meno anacronistici di Incani) e perché la mente del progetto -Carlo Corbellini- ha solo 22-23 anni di età, quindi fa veramente parte di una nuova generazione (non come Incani che è spacciato come "novità", ma ha 40 anni e un rodaggio di 20 anni alle spalle). 

Per non parlare della nuova musica che sta girando a livello internazionale (che ho seguito meno, proprio per la difficoltà a capire le nuove alchimie tra generi...)

Aggiorniamoci, gazzu! 

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Per me come sempre contano espressività, creatività e qualità intrinseca. Dello "spirito del tempo" mi interessa il giusto (e per me da una parte IRA vi è perfettamente calata in quanto soddisfa un'esigenza di reazione materica alla sua liquidità). Voglio dire: se il presente o il futuro sono una merda benvenga il passato.  :laugh:

 

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23 minutes ago, echoes said:

Per me come sempre contano espressività, creatività e qualità intrinseca. Dello "spirito del tempo" mi interessa il giusto (e per me da una parte IRA vi è perfettamente calata in quanto soddisfa un'esigenza di reazione materica alla sua liquidità). Voglio dire: se il presente o il futuro sono una merda benvenga il passato.  :laugh:

Ecco, vedi, la cosa più comica è che Jacopo Incani si ritiene all'avanguardia, quando invece è un nostalgico-passatista e ha un pubblico di nostalgici-passatisti. Questo non fa che aggravare ulteriormente la situazione, perché c'è un'operazione di contraffazione pura: presentare come "giovane" un musicista che ha 40 anni di età e 20 di carriera e presentare come "avanguardia" un disco che riprende stilemi musicali vecchi quantomeno di 15/20 anni.

E torniamo a Silvestrin: solo in un paese musicalmente in retroguardia Italia, Jacopo Incani può presentarsi e dire: "io sono l'avanguardia".

Die era un disco molto più di avanguardia invece, perché all'epoca Jacopo giocava ancora nel campionato dei cantautori e un disco così elettronico nel mondo cantautoriale rivoluzionò talmente tanto i canoni del genre che uno dei cantautori-con-la-chitarra dell'epoca, Colapesce, decise di affidare a Incani la produzione del suo Infedele perché voleva creare un "Die siciliano". E senti qui, se questa non è la Tanca di Colapesce:

...e questa la sua Buio

 

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14 hours ago, jimy84 said:

Ho passato almeno cinque minuti a domandarmi chi cazzo fosse la Gruber che ha recitato in 8 e mezzo. Passo e chiudo. 

 

No scherzo, discussione interessantissima anche se abbastanza ot. In generale penso di capire tutte le posizioni che avete espresso. E non per fare il democristiano, secondo me avete un po' ragione tutti, semplicemente riflettete la vostra attitudine quando ascoltate la musica. Per alcuni, tipo ali, se si ama davvero un disco si ascolta fino a consumarlo. Che forse è vero, ma secondo me, ed è il punto di echoes, non può valere per tutti i dischi. Secondo me dipende anche dalle ambizioni del disco stesso. Ho ascoltato più volte Is this it degli Strokes rispetto a Let love in (restiamo su Cave visto che piace a tanti mi pare)? Decisamente sì, uno lo metto su quando vado a correre, l'altro lo ascolto solo quando posso davvero "ascoltare". Non penso di dover dire quale dei due dischi abbia un vero valore artistico. 

Aggiungi anche che almeno io con l'esperienza (leggi, invecchiando) ho capito che ascoltare a manovella un disco - o un artista - che mi piace, mi porta a lungo andare ad odiarlo, o quanto meno ad avere poca voglia di ascoltarlo. Quindi anche io spesso mi conservo dei dischi, anche non necessariamente dei mattoni concettuali per dei momenti speciali. Per fare un esempio recente, All mirrors di Angel Olsen, che è un album che mi fa volare, lo sto ascoltando davvero poco, per gustarmelo per bene quando posso. Non voglio sprecare un disco che mi emoziona come "background" sonoro mentre faccio dell'altro.

Credo anche che oltre che all'invecchiare e ad avere meno tempo questo discorso, almeno per me, è legato anche alla fruizione dei dischi - streaming, possibilità illimitata di ascoltare etc. Senza fare il tipo del "ma che ne sapete voi", semplicemente prima fare una playlist richiedeva un minimo di impegno e di hardware. Ora è incredibilmente facile, ed è bellissimo, ma la tecnologia ha portato con sé una certa "bulimia" negli ascolti.

 

Il discorso su Ira però, almeno per me è più complesso, e ora sono un po' stanco per elaborare il mio pensiero, anche perché non lo so manco bene cosa penso di questo disco. Sono tra quelli che ha ascoltato il disco pochissimo. Mi ha devastato dentro, mi ha sconvolto, ma ho davvero zero voglia di ascoltarlo. Sono arrivato a pensare che è volutamente troppo pesante. Concordo con Lacatus che il cane abbia volutamente deciso di sabotarsi. 

Grazie per l'intervento un po' democristiano :P ma lucidissimo.
Secondo me la discussione (quella generale) pero' è nata da una confusione di piani tra valore di un'opera e quantificazione del gradimento della stessa, che per forza di cose nn devono e nn possono coincidere.
Guernica è un capolavoro ma nn me lo metterei mai in salotto, per semplificare. Resta comunque un capolavoro ma a me "non piace". Nel mio salotto c'e' Stanley Donwood ma nn mi sognerei mai di dire che sia superiore a Picasso ovviamente, semplicemente mi piace di piu.

Quindi un conto è serbarsi cose per momenti speciali (cosa che io nn riesco a fare ma problema mio), un conto è sforzarsi di farsi piacere una cosa in quanto considerata trendy o cool. Questo lo capisco e condivido molto meno.

Poi pero' vorrei sapere alla fine, banalizzando appositamente, chi al mondo, una volta che ha sotto le grinfie Adriana Lima, se la tromberebbe solo due volte all'anno per gustarsi di piu' il momento :D

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Scusa Nico, due cose, a risposta di quello che rispondevi ad echoes:

1. Qui sarà sicuramente una mancanza mia, ma per quanto non possa neanche io trovare IRA del tutto innovativo, non mi viene manco da considerarlo cosi retrogrado. Perchè la cosa buona di IRA è che come miscela il cantautorato con altre tendenze prese di qua e di là; di questa miscela ho sentito pochi altri esempi declinati cosi come in IRA. Poi magari mi mancano dei punti di riferimento, anzi ne sono quasi convinto, però...

E comunque in ogni caso, non dò più tanto valore all'innovazione in se è per sè. Ma questo sono io. 

2. Ti accorgi adesso che l'Italia è un paese, anche culturalmente conservatore? Lo sapevi sicuramente anche prima. Idem il fatto che l'italia è una provincia dell'Impero dal punto di vista musicale?

2 bis. Ma a me non pare che Incani si stia dipingendo come profeta - semmai sono gli ascoltatori a farlo -: nelle sue interviste semplicemente dice che certe cose, certi topos della canzone italiana li ritiene superati. E per altro, quando più volte gli han chiesto se si ritenesse d'avanguardia, si è messo a ridere, dicendo esattamente quello che affermi anche tu. Quindi boh non capisco perchè te la prendi tanto con Jacopo. Perchè lui le puoi dire dal suo trono e altri no? Boh, magari si, ma comunque se è arrivato li un po' di merito ce l'ha,  

Poi magari sarà tutto finto quello che dice, ma a me invece pare che a lui di certe considerazioni sbatte proprio poco. E comunque sarà libero di pensarle certe cose, no? Anche perchè non mi pare dica nulla di offensivo. Anzi, a mio avviso, dice robe auspicabili. 

 

****

Boh a me IRA pare un grande disco e tutto il battage che si è creato - che poi è durato quello che è durato - mi interessa il giusto. Mi fa piacere se ha un minimo di successo. Da questo punto di vista ancora non capisco la tua opinione: un giorno pare che lo vorresti headliner a glastonbury, il giorno dopo pare che Incani valga un cazzo rispetto ai musicisti italiani sconosciuti. 

Io non penso sia un privilegiato: penso che Incani abbia talento e si sia trovato una buona etichetta alle spalle, che gli permette di fare cose di un certo tipo - cose che per altro paiono pure piacere al pubblico. E' culo? Si, anche. Ma non è solo questo. E ridurre Incani a culo e privilegio, pardon, ma mi sembra ingiusto. E comunque non vedo alcuno scandalo nel fatto di trovarsi al posto giusto al momento giusto: per uscire da certe nicche è cosi per tutti. 

Perchè va bene tutto, la penisola ha ottimi musicisti in seno, ma non tutti sono come Incani. 

 

****

Quanto alle torture dal vivo: mah, posto che ovviamente possono piacere o non piacere, ben venga chi propone certe robe con un minimo di visibilità. Anche qui: da un lato scrivi che vorresti che più nicchie italiane vengano a galla, ma dall'altro se uno che dalla nicchia è partito arriva ad un minimo di visibilita, scrivi:

 - Prima che non ha abbastanza visibilità

- Poi che ce l'ha ma la frega agli altri. 

E cosa pensi che proporrebbero i musicisti italiani di nicchia se vengono a galla? anche "torture" come quelle che propone Incani. E io, come te, spero di vederne sempre di più di musicisti italiani underground più visibili, ma mica è colpa di Incani se è diventato quel che è diventato. 

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36 minutes ago, Wanderer said:

Scusa Nico, due cose:

1. Qui sarà sicuramente una mancanza mia, ma per quanto non possa neanche io trovare IRA del tutto innovativo, non mi viene manco da considerarlo cosi retrogrado. Perchè la cosa buona di IRA è che come miscela il cantautorato con altre tendenze prese di qua e di là; di questa miscela ho sentito pIrochi altri esempi declinati cosi come in IRA. Poi magari mi mancano dei punti di riferimento, anzi ne sono quasi convinto, però...

E comunque in ogni caso, non dò più tanto valore all'innovazione in se è per sè. Ma questo sono io. 

Premessa: per me l'innovazione, o meglio l'essere nello zeitgeist ha un valore. Se esistesse solo il bello-per-il-bello, sarebbe tutto Arcadia :zzz: 

Sicuramente è una mancanza tua e mia (mi ci metto dentro pure io) perché cominciamo ad essere troppo "vecchi" per capire in che direzione sta veramente andando la musica OGGI. E ovviamente, essendo anche lui nato negli anni '80, è vecchio pure Jacopo. E si sente. Ed è il motivo per cui Ira per noi è bello, ma è anche il motivo per cui Ira è un disco di retroguardia.

36 minutes ago, Wanderer said:

2. Ti accorgi adesso che l'Italia è un paese, anche culturalmente conservatore? Lo sapevi sicuramente anche prima. Idem il fatto che l'italia è una provincia dell'Impero dal punto di vista musicale? 

Non me ne accorgo adesso: lo so che è sempre stato così. 

Il punto però è un altro, nel caso di specie: Ira non è un disco cantato in italiano. Ed è lì che casca l'asino, perché Incani ha individuato nella lingua italiana l'elemento di provincialismo che andava rimosso, mentre la sua grandezza (e la grandezza degli italiani da Mogol a Godano, da Faust'O a Corbellini) stava proprio nel riuscire a declinare nella lingua italiana uno stilema musicale che per le sue caratteristiche intrinseche non è nato per la lingua italiana.

Se c'è quindi un elemento di grandezza nei provinciali non è nel fatto di importare una certa sonorità (Battisti che importa il rhythm and blues di Otis Redding, i Marlene Kuntz che importano il noise-rock dei Sonic Youth, Faust'O che importa il Bowie berlinese, i Post Nebbia che importano la neo-psichedelia dei Tame Impala), quello è facile: ciò che è difficile è declinare secondo la prosodia della lingua italiana, senza risultare ridicoli.

In Ira, manca questo passaggio, vuoi per scelta, vuoi perché si è accorto di non essere in grado di scrivere dei testi in italiano all'altezza, e l'ha buttata sul "grammelot", per ragioni pratiche. 

Questo è un problema gravissimo di Ira che non è stato sottolineato a sufficienza: con Ira l'Italia ha perso un autore, GAZZU! Ci rendiamo conto della gravità?

36 minutes ago, Wanderer said:

Boh a me IRA pare un grande disco e tutto il battage che si è creato - che poi è durato quello che è durato - mi interessa il giusto. Mi fa piacere se ha un minimo di successo. Da questo punto di vista ancora non capisco la tua opinione: un giorno pare che lo vorresti headliner a glastonbury, il giorno dopo pare che Incani valga un cazzo rispetto ai musicisti italiani sconosciuti. 

Io non penso sia un privilegiato: penso che Incani abbia talento e si sia trovato una buona etichetta alle spalle, che gli permette di fare cose di un certo tipo - cose che per altro paiono pure piacere al pubblico. E' culo? Si, anche. Ma non è solo questo. E ridurre Incani a culo e privilegio, pardon, ma mi sembra ingiusto. E comunque non vedo alcuno scandalo nel fatto di trovarsi al posto giusto al momento giusto: per uscire da certe nicche è cosi per tutti. 

Perchè va bene tutto, la penisola ha ottimi musicisti in seno, ma non tutti sono come Incani. 

Non sono d'accordo: in questi 20 anni che Jacopo Incani ha impiegato per emergere ci sono state in Italia decine di artisti/gruppi altrettanto validi. 

Ricordo, anche solo per limitarci a musicisti che frequentavano questo forum, il gruppo di @Korg gli Unmade Bed o il gruppo di @Cremo e @garrel i Lips Against The Glass. La loro unica pecca era quella, come per tanti altri gruppi italiani, di cantare in inglese e quindi venire bypassati completamente (e giustamente, visto che siamo in Italia... torniamo al discorso di prima...)

40 minutes ago, Wanderer said:

mica è colpa di Incani se è diventato quel che è diventato. 

Ma cosa è diventato? Conte come un due a briscola... 

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41 minutes ago, echoes said:

@Lacatus non ho ancora ascoltato nulla e poi ti rispondo, mi limito per ora a postare una foto di Pantalica in cui ho camminato nel 2017 :wub: tanto per restare in tema calcareo-mediterraneo.

 

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Bellissimo!

Ma in Sardegna abbiamo santuari del neolitico molto più belli di Pantalica B) 

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3 hours ago, Lacatus said:

@echoes @Wanderer precisiamo: a me Ira PIACE! Forse piace più di Die. E' un groviglio ci citazioni della musica che amo di più (Radiohead, Wyatt, Liars, Portishead, Beak>, Pink Floyd...): come può non piacermi?

Non mi piace Ira calato nel contesto 2022.

Se fosse un disco italiano degli anni 2000, si potrebbe dire facilmente che Ira è il Kid A italiano o il Third italiano. Ma oggi, nel 2022, un disco del genere, per quanto bello, bellissimo, è pure VECCHIO. E' un disco arrivato con 15/20 anni di ritardo. Per questo sono d'accordo con Silvestrin quando dice: "non mi straccio le vesti": effettivamente quello che dovremmo fare è solo piangere il fatto che la nostra scena musicale è indietro di 15/20 anni e che forse pure noi, invecchiando, non ci siamo aggiornati e siamo rimasti a quei tempi là.

Io sto provando ad aggiornarmi e tra le cose emergenti, sono molto interessato a un progetto come quello Post Nebbia, molto più vicino allo zeigest musicale del 2022 (in realtà prendono parecchio dagli anni '10, quindi pure loro sono in ritardo, magari di un 5/10 anni, comunque meno anacronistici di Incani) e perché la mente del progetto -Carlo Corbellini- ha solo 22-23 anni di età, quindi fa veramente parte di una nuova generazione (non come Incani che è spacciato come "novità", ma ha 40 anni e un rodaggio di 20 anni alle spalle). 

Per non parlare della nuova musica che sta girando a livello internazionale (che ho seguito meno, proprio per la difficoltà a capire le nuove alchimie tra generi...)

Aggiorniamoci, gazzu! 

Ma come sai, anche io cerco di aggiornarmi, anche solo per scrivere recensioni decenti :D Quello che scrivi non  lo contesto, e non è errato neanche per me. Ma non lo prendo come cardine per valutare un'opera.

Poi certo, capisco che si crea un problema se leggi la stampa che lo definisce come disco messianico: ma devi anche pensare che magari, appunto, non tutti lo definiscono messianico perchè lo ritengono innovativo, ma magari per altri motivi. 

E si per me IRA in Italia è innovativo. So che qui sta per te la pietra dello scandalo, ma a me invece non sorprende., e neanche mi rammarica troppo, perchè alla fine comunque per me IRA merita le lodi che riceve. 

Poi se mi chiedi se auspicherei di sentire davvero più musicisti italiani che fanno cose fighissime e avanti nel panorama generale...beh, sono con te in tutto e per tutto. Ma davvero non posso farne una colpa ad Incani o alle sue dichiarazioni o al suo culo di essere coccolato da Trovarobato. 

E sono d'accordo che fa ridere definire Incani giovane e tutto e che sono più collegato all'oggi tutt'altri dischi che non IRA. Ma per me IRA è proprio un altro pianeta rispetto allo zeitgeist, nel bene e nel male. 

Quindi non è che non ti capisco, però secondo me anche tu ti stai un po' autosabotando come ascoltatore. 

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6 minutes ago, Lacatus said:

Ma cosa è diventato? Conte come un due a briscola... 

Però prendiamola una posizione chiara. Io sono attivo sul forum da? 6 mesi forse? Ti ho letto scrive tutto e il contrario di tutto su Incani e sulla sua musica.

A questo punto prenditi un gatto. 

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4 minutes ago, Lacatus said:

Non sono d'accordo: in questi 20 anni che Jacopo Incani ha impiegato per emergere ci sono state in Italia decine di artisti/gruppi altrettanto validi. 

Ricordo, anche solo per limitarci a musicisti che frequentavano questo forum, il gruppo di @Korg gli Unmade Bed o il gruppo di @Cremo e @garrel i Lips Against The Glass. La loro unica pecca era quella, come per tanti altri gruppi italiani, di cantare in inglese e quindi venire bypassati completamente (e giustamente, visto che siamo in Italia... torniamo al discorso di prima...)

Discorso che mi trova d'accordo. Per dire, nessuno si è mai cahato i Calafuria ma han fatto grandi album (in italiano) :laugh:

Il secondo degli Unmade Bed ancora oggi resta un Discone Clamoroso :wub:

Diamine, mi hai ricordato di Faust'O!

Lo vidi in concerto tipo 12 anni fa in un posto sperduto in provincia di Napoli, che gran live. Bei tempi andati :bye:

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