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The King of Limbs


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8 hours ago, hajime said:

Bella questa discussione su TKOL, veramente.

Amo molto quel disco, sono stato da subito un grande sostenitore della sua grandezza e lo sostengo anche oggi, a distanza di anni, perché in fondo la parte "sperimentale" è quella che preferisco nella carriera dei Radiohead, pur amando profondamente anche i dischi meno estremi. La mia posizione, tuttavia, è a metà tra quella di Lacatus e quella di Bakke: credo sia un capolavoro nonostante gli ultimi due pezzi. Trovo una terribile coerenza nel disco, nel suo essere narrativamente compiuto.

Però alla fine stiamo parlando di musica e quindi la sola dimensione concettuale non può essere completamente sufficiente ad ottenere l'obiettivo prefisso, almeno dal mio punto di vista. Le ultime due tracce, per motivi diversi, le trovo poco efficaci soprattutto perché arrivano troppo presto ed in questo modo vanno a rivestire un ruolo troppo importante per la loro essenza musicale che non regge il confronto con quello ricoperto a livello concettuale. Forse quello di cui parla Bakke, ovvero le critiche alla realizzazione, sarebbero state molte meno se la prima parte avesse contenuto un paio di pezzi in più, in modo da arrivare al climax più tardi e poi scendere, di conseguenza, in maniera meno repentina. Non ho mai capito la scelta di limitarsi ad 8 pezzi, a lavoro ampiamente sedimentato è l'unica critica che riesco a muovere a TKOL, perché è una mancanza che ho sempre sentito, sin dai primi ascolti. 

Assolutamente. 1-2 pezzi in più, basati sul ritmo e di qualità, avrebbero fatto sembrare la fine una frenata - come di fatto è - non metà disco :)

 

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1 minute ago, Sig.Bakke said:

Assolutamente. 1-2 pezzi in più, basati sul ritmo e di qualità, avrebbero fatto sembrare la fine una frenata - come di fatto è - non metà disco :)

 

Che poi i 2 pezzi ce li avevano. Avrebbero potuto aspettare 3-4 mesi in piu' (la differenza temporale tra In Rainbows e TKOl e' molto simile a quella tra Ok Computer e Kid A, quindi nessuno si sarebbe lamentato!) e The Butcher e Staircase ci sarebbero state benissimo.

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4 minutes ago, CutToShreds said:

Che poi i 2 pezzi ce li avevano. Avrebbero potuto aspettare 3-4 mesi in piu' (la differenza temporale tra In Rainbows e TKOl e' molto simile a quella tra Ok Computer e Kid A, quindi nessuno si sarebbe lamentato!) e The Butcher e Staircase ci sarebbero state benissimo.

Eggià... the butcher prima di feral poi per me sarebbe stata perfetta. Le ho sempre viste come una presentazione del maligno e il confronto col maligno, di sicuro sono i due pezzi con più conflitto di tkol.

 

Bloom magpie little butcher feral Staircase lotus Codex separator

Vabbe. Me lo masterizzo da solo.

 

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15 hours ago, Lacatus said:

The King Of Limbs è un capolavoro. Chi lo considera "brutto anatroccolo" commette lo stesso errore che commisero i critici di Dylan elettrico, Davis elettrico e Battisti elettronico.

Poi se volete fare i puristi, accomodatevi: siete in compagnia dei puristi del folk, dei puristi del jazz e dei puristi di Mogol...

Scusa Nicò ma mi viene troppo da ridere.

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Mi fa sempre sorridere l'accostamento TKOL/Bitches Brew, come se i Radiohead non avessero fatto Kid A/Amnesiac dieci anni prima.

Quei due lavori sono futurismo/avanguardia/Davis elettrico. Il Re è un tentativo maldestro di far coesistere anima sperimentale e canzoni semplici à la IR con il risultato di non risultare né carne né pesce: le prime quattro sono buone ma sono deja vu di Kid A/Amnesiac e, tolta Bloom, impressionano poco nell'era dei Burial, dei Four Tet e dei Flying Lotus. Rimangono comunque quattro tracce granitiche e coraggiose quindi le promuovo in pieno [sopratutto Bloom e Feral che sono vertici della loro discografia a mio parere].

La seconda parte mostra invece il lato peggiore dei Radiohead, altro che "futurismo": Lotus Flower è una canzonetta simpatica ma buona giusto per muovere il culo, Codex un pezzo molto bello ma che non allaccia le scarpe a Videotape o Pyramid song, le ultime due manco le commento. Il risultato è un disco debole e confuso, poche storie, altro che scomodare Boccioni.

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20 hours ago, Lacatus said:

Se siete puristi il problema è vostro, non di The King Of Limbs. 

Volendo fare un parallelo con la storia dell'Arte italiana: The King Of Limbs = Boccioni. A Moon Shaped Pool: De Chirico.
Ecco, quest'ultimo è proprio il loro disco De Chirico!

ah e quindi De Chirico sarebbe un purista..

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51 minutes ago, Gasba said:

ah e quindi De Chirico sarebbe un purista..

Voi siete puristi, che rifiutate The King Of Limbs in quanto composto da due parti (sesso/spirito, animale/spirituale).

De Chirico, è un pittore italiano di inizio novecento che rivolge la sua attenzione all'arte classica, invece che accodarsi alle avanguardie (futurismo), in un certo senso quello che hanno fatto i Radiohead con A Moon Shaped Pool. 
The King Of Limbs, ma anche Amok e Tomorrow's Modern Boxes, si accodano all'avanguardia. 

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1 hour ago, Lacatus said:

Voi siete puristi, che rifiutate The King Of Limbs in quanto composto da due parti (sesso/spirito, animale/spirituale).

De Chirico, è un pittore italiano di inizio novecento che rivolge la sua attenzione all'arte classica, invece che accodarsi alle avanguardie (futurismo), in un certo senso quello che hanno fatto i Radiohead con A Moon Shaped Pool. 

Aldilà del fatto che non penso che De Chirico sia un purista, e che anzi al contrario sia uno dei migliori avanguardisti, comunque il paragone non mi sembra calzante.

1 hour ago, Lacatus said:

The King Of Limbs, ma anche Amok e Tomorrow's Modern Boxes, si accodano all'avanguardia. 


Qui dici bene: si accodano. stanno in coda, ed è un po' paradossale trattandosi di avanguardia, che ha un senso solo se sta avanti a tutto. Un'avanguardia in coda non serve a molto...


(Comunque su TKOL vorrei tornarci per bene quando ho tempo, per cercare di rompere un po' questo dualismo mi piace/non mi piace)

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2 minutes ago, Gasba said:

Qui dici bene: si accodano. stanno in coda, ed è un po' paradossale trattandosi di avanguardia, che ha un senso solo se sta avanti a tutto. Un'avanguardia in coda non serve a molto...

Per me il ruolo nobile di Beatles, Bowie e Radiohead (e in italia Battisti, per esempio) è stato quello di fare da tramite tra l'avanguardia e il grande pubblico.

Forse tu la vedi come Scaruffi che per esempio mette su un piano superiore Neu! (e  in generale i Dusseldorf sound) rispetto a Bowie, che ne ha popolarizzato gli stilemi nelle produzioni berlinesi, ma è sempre un problema di purismo (in questo caso "purismo dell'avanguardia").

Io sono per le contaminazioni: perisco la razza meticcia a quella pura, ariana. 

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2 hours ago, Lacatus said:

Voi siete puristi, che rifiutate The King Of Limbs in quanto composto da due parti (sesso/spirito, animale/spirituale).

De Chirico, è un pittore italiano di inizio novecento che rivolge la sua attenzione all'arte classica, invece che accodarsi alle avanguardie (futurismo), in un certo senso quello che hanno fatto i Radiohead con A Moon Shaped Pool. 
The King Of Limbs, ma anche Amok e Tomorrow's Modern Boxes, si accodano all'avanguardia. 

mmmm....quindi ritmo/decostruzione della forma-canzone=futurismo, mentre orchestra/cori=neoclassicismo?

A parte che il futurismo marinettiano è finito a far da stampella a Mussolini, quindi è passato armi e bagagli alla restaurazione anche artistica (vedi Carrà dell'ultimo periodo), e non è che sia una contraddizione che sfugge ai contenuti e alle forme artistiche futuriste (Dino Campana definiva i futuristi dei "cancheri").

Non sempre la scomposizione è sinonimo di libertà o di progresso, si possono esprimere fratture e vie di fuga dagli schemi del songwriting anche in altro modo (A moon shaped pool). Poi che possa non piacere...ci sta, no problem.

(tra parentesi, a me The King of Limbs piace)

1 hour ago, Lacatus said:

Io sono per le contaminazioni: perisco la razza meticcia a quella pura, ariana. 

Tesoro, le razze non esistono :rolleyes:

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Ho sempre vissuto e interiorizzato TKOL come il racconto di un sogno in cui si sprofonda in una condizione peggio che belluina fino a Feral, per poi rinascere. Vedo sfumature teologiche dappertutto (in primis cristianesimo e buddhismo), a cominciare dal titolo del disco (non ho mai capito a quale dei due alberi del paradiso terrestre i radiohead si riferissero, presumo quella della conoscenza del bene e del male).

  1. Bloom: la porta d'ingresso in un universo profondissimo
  2. Magpie: la gazza ladra, l'inizio del cammino di depravazione
  3. Little by little: a poco a poco l'anima raggiunge la perversione più totale
  4. Feral l'esorcismo, una lotta bestiale tra l'uomo e le forze oscure (Satana?!)
  5. Lotus flower: si torna ad essere umani e fragili dopo la lotta infernale (fiore di loto=rinascita spirituale)
  6. Codex: il lago, l'acqua chiara e innocente, un fonte battesimale
  7. Give up the ghost: l'abbandono estatico, quasi una resa al trascendente (in your arms). Nella Bibbia di Re Giacomo, utilizzata dagli Anglicani (guarda caso), è una perifrasi utilizzata spesso ed in particolare per la morte di Cristo
  8. Separator: l'uscita dal sogno verso altri lidi. E' una separazione tra quello che è stato e il mondo che verrà.

Pertanto la sequenza è fondamentale, non potrebbero aggiungersi altri brani

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35 minutes ago, Tiqqun said:

mmmm....quindi ritmo/decostruzione della forma-canzone=futurismo, mentre orchestra/cori=neoclassicismo?

A parte che il futurismo marinettiano è finito a far da stampella a Mussolini, quindi è passato armi e bagagli alla restaurazione anche artistica (vedi Carrà dell'ultimo periodo), e non è che sia una contraddizione che sfugge ai contenuti e alle forme artistiche futuriste (Dino Campana definiva i futuristi dei "cancheri").

Non sempre la scomposizione è sinonimo di libertà o di progresso, si possono esprimere fratture e vie di fuga dagli schemi del songwriting anche in altro modo (A moon shaped pool). Poi che possa non piacere...ci sta, no problem.

(tra parentesi, a me The King of Limbs piace)

Tesoro, le razze non esistono :rolleyes:

"In Italia la linea più breve tra due punti è l'arabesco".

Traduzione: lei sta divagando troppo, si attenga all'argomento stretto.

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20 minutes ago, paranoidguitar said:

Ho sempre vissuto e interiorizzato TKOL come il racconto di un sogno in cui si sprofonda in una condizione peggio che belluina fino a Feral, per poi rinascere. Vedo sfumature teologiche dappertutto (in primis cristianesimo e buddhismo), a cominciare dal titolo del disco (non ho mai capito a quale dei due alberi del paradiso terrestre i radiohead si riferissero, presumo quella della conoscenza del bene e del male).

  1. Bloom: la porta d'ingresso in un universo profondissimo
  2. Magpie: la gazza ladra, l'inizio del cammino di depravazione
  3. Little by little: a poco a poco l'anima raggiunge la perversione più totale
  4. Feral l'esorcismo, una lotta bestiale tra l'uomo e le forze oscure (Satana?!)
  5. Lotus flower: si torna ad essere umani e fragili dopo la lotta infernale (fiore di loto=rinascita spirituale)
  6. Codex: il lago, l'acqua chiara e innocente, un fonte battesimale
  7. Give up the ghost: l'abbandono estatico, quasi una resa al trascendente (in your arms). Nella Bibbia di Re Giacomo, utilizzata dagli Anglicani (guarda caso), è una perifrasi utilizzata spesso ed in particolare per la morte di Cristo
  8. Separator: l'uscita dal sogno verso altri lidi. E' una separazione tra quello che è stato e il mondo che verrà.

Ti quoto anche le virgole ;)

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2 hours ago, Lacatus said:

Per me il ruolo nobile di Beatles, Bowie e Radiohead (e in italia Battisti, per esempio) è stato quello di fare da tramite tra l'avanguardia e il grande pubblico.

Forse tu la vedi come Scaruffi che per esempio mette su un piano superiore Neu! (e  in generale i Dusseldorf sound) rispetto a Bowie, che ne ha popolarizzato gli stilemi nelle produzioni berlinesi, ma è sempre un problema di purismo (in questo caso "purismo dell'avanguardia").

Io sono per le contaminazioni: perisco la razza meticcia a quella pura, ariana. 

Per carità, io sono e sarò sempre a favore della commistione, dell'unione del volgare e dell'aulico. Purché però ci sia il risultato. Quando si gioca su questo delicato limite divisorio, bisogna fare molta attenzione, perché il risultato potrebbe essere - come in questo caso - di non farti capire dal popolo e di provocare l'ilarità del colto (cioè l'esatto contrario del proposito originario).
A me piace TKOL. Lo ascolto anche abbastanza spesso e trovo che alcune trovate siano quasi geniali. Adoro l'approccio ritmico e in generale mi piace questo tipo di sound. Bloom per me è tra i 4-5 pezzi migliori che abbiano mai fatto, e in generale la progressione dell'album, dal caos magmatico alla forma distinta, è sulla carta molto molto suggestiva. Però se c'è da fare un applauso all'album nella sua interezza, è certamente più alle intenzioni piuttosto che al risultato effettivo.
Parliamoci chiaro: Give up the ghost poteva scriverla chiunque (anzi, non è che poteva, in effetti ne esistono migliaia); Separator è orecchiabile, ma vale lo stesso discorso. Ci metterei in mezzo anche Codex, se non fosse che almeno Greenwood la impreziosisce col suo sound personalissimo.
In generale aleggia la costante impressione che si poteva fare molto di meglio. Io non ci vedo niente di avanguardistico in questo album, e neanche di rivoluzionario. Ma nemmeno gli echi, niente di niente. Vedo i primi 22 minuti dell'album coerenti, e anche molto belli; il restante album è semplicemente banale, l'interesse che tu e altri gli dedicate è dovuto solo al fatto che sulla copertina c'è scritto Radiohead.
E poi... ma quale avanguardia? Al limite qui si sono fatti influenzare dalla dubstep, e hanno provato un nuovo approccio strutturale per abbracciare questa ritmica particolare (ma assolutamente di moda... ). Lo hanno sempre fatto, 15 anni fa con l'idm, l'ambient ecc., oggi con la dubstep. Niente di più.

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30 minutes ago, paranoidguitar said:

Ho sempre vissuto e interiorizzato TKOL come il racconto di un sogno in cui si sprofonda in una condizione peggio che belluina fino a Feral, per poi rinascere. Vedo sfumature teologiche dappertutto (in primis cristianesimo e buddhismo), a cominciare dal titolo del disco (non ho mai capito a quale dei due alberi del paradiso terrestre i radiohead si riferissero, presumo quella della conoscenza del bene e del male).

  1. Bloom: la porta d'ingresso in un universo profondissimo
  2. Magpie: la gazza ladra, l'inizio del cammino di depravazione
  3. Little by little: a poco a poco l'anima raggiunge la perversione più totale
  4. Feral l'esorcismo, una lotta bestiale tra l'uomo e le forze oscure (Satana?!)
  5. Lotus flower: si torna ad essere umani e fragili dopo la lotta infernale (fiore di loto=rinascita spirituale)
  6. Codex: il lago, l'acqua chiara e innocente, un fonte battesimale
  7. Give up the ghost: l'abbandono estatico, quasi una resa al trascendente (in your arms). Nella Bibbia di Re Giacomo, utilizzata dagli Anglicani (guarda caso), è una perifrasi utilizzata spesso ed in particolare per la morte di Cristo
  8. Separator: l'uscita dal sogno verso altri lidi. E' una separazione tra quello che è stato e il mondo che verrà.

Pertanto la sequenza è fondamentale, non potrebbero aggiungersi altri brani

Bella questa, mi hai fatto (quasi) venire voglia di risentirlo. :o

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5 minutes ago, Lacatus said:

"In Italia la linea più breve tra due punti è l'arabesco".

Traduzione: lei sta divagando troppo, si attenga all'argomento stretto.

eh no, mon cher:D

diciamo che il paragone De Chirico-Boccioni non era proprio azzeccatissimo, e tu vuoi vincere facile:P

 

 

 

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14 minutes ago, Gasba said:

Per carità, io sono e sarò sempre a favore della commistione, dell'unione del volgare e dell'aulico. Purché però ci sia il risultato. Quando si gioca su questo delicato limite divisorio, bisogna fare molta attenzione, perché il risultato potrebbe essere - come in questo caso - di non farti capire dal popolo e di provocare l'ilarità del colto (cioè l'esatto contrario del proposito originario).
A me piace TKOL. Lo ascolto anche abbastanza spesso e trovo che alcune trovate siano quasi geniali. Adoro l'approccio ritmico e in generale mi piace questo tipo di sound. Bloom per me è tra i 4-5 pezzi migliori che abbiano mai fatto, e in generale la progressione dell'album, dal caos magmatico alla forma distinta, è sulla carta molto molto suggestiva. Però se c'è da fare un applauso all'album nella sua interezza, è certamente più alle intenzioni piuttosto che al risultato effettivo.
Parliamoci chiaro: Give up the ghost poteva scriverla chiunque (anzi, non è che poteva, in effetti ne esistono migliaia); Separator è orecchiabile, ma vale lo stesso discorso. Ci metterei in mezzo anche Codex, se non fosse che almeno Greenwood la impreziosisce col suo sound personalissimo.
In generale aleggia la costante impressione che si poteva fare molto di meglio. Io non ci vedo niente di avanguardistico in questo album, e neanche di rivoluzionario. Ma nemmeno gli echi, niente di niente. Vedo i primi 22 minuti dell'album coerenti, e anche molto belli; il restante album è semplicemente banale, l'interesse che tu e altri gli dedicate è dovuto solo al fatto che sulla copertina c'è scritto Radiohead.
E poi... ma quale avanguardia? Al limite qui si sono fatti influenzare dalla dubstep, e hanno provato un nuovo approccio strutturale per abbracciare questa ritmica particolare (ma assolutamente di moda... ). Lo hanno sempre fatto, 15 anni fa con l'idm, l'ambient ecc., oggi con la dubstep. Niente di più.

quoto

 

2 minutes ago, Lacatus said:

Chiudi il libro di storia dell'arte e fila in cucina...vai...

Purista :lol::lol::lol:

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