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The King of Limbs


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Non riesco ad avere altre melodie in testa durante tutto l'arco della giornata, oramai...

Esatto. Io sono passata dal primo ascolto destabilizzante ma entusiasta, ad un raffreddamento successivo e infine ad un nuovo innalzamento che definirei involontario. Nel senso che non era cercato, semplicemente avevo ancora voglia di sentirlo e mi è entrato in circolo. Ora effettivamente mi sorprendo a pensare a Feral, Bloom, Lotus e Ghost con molta naturalezza. Il che mi fa riflettere sul fatto che di sostanza ce ne sia.

Mi stanno crescendo ad ogni ascolto Magpie e Little, sono ancora titubante su Codex che non mi convince appieno (mi risuona troppo come la sorellastra di Videotape, che per inciso adoro, ma comunque il suo 1'20'' finale mi fa sognare) e su Separator (troppo debole come chiusura, anche se come pezzo mi piace).

Potrebbe ancora cambiare tutto, in ogni caso.

Al momento lo promuovo e penso che me lo riascolterò lì per lì:laugh:

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Il punto è che io non vedo, in questo lavoro, la stessa unità e la stessa coesione dei metri di paragone (Kid A/Amnesiac), è una cosa difficile da spiegare ma in Amnesiac una "Life In A Glasshouse", vuoi per posizione in tracklist, vuoi sicuramente per tipo di brano in sè, ci stava da dio pur' essendo un brano completamente distante dal resto del disco.

Completamente distante dal disco, sì, ma anche completamente distante dai Radiohead nel senso di quello che avevano fatto prima e perfettamente vicino ai Radiohead per quelli che erano in quel momento: era un brano frutto di sperimentazioni, sperimentazioni all'interno delle quali i riferimenti erano "crollati" e nessuno poteva prevedere quello che avrebbero tirato fuori, proprio perchè - a mio giudizio - c'erano strade concettuali da percorrere e nessuna strada "stilistica" in particolare.

In questo senso potevano convivere Pulk/Pull Revolving Doors, Pyramid Song e Life In A Glasshouse, ma questo è proprio quello che non succede in TKOL e che sarebbe in parte potuto succedere senza Codex, Separator, Give Up The Ghost e Morning Mr. Magpie: TUTTI questi brani hanno - ancora una volta - dei forti richiami a sonorità e soluzioni che dai Radiohead abbiamo già sentito e questo se da una parte agevola la "scorrevolezza" uditiva del lavoro, dall'altra - per me - ne inficia notevolmente il potenziale.

Hai scritto ed argomentato talmente bene questa parte che mi dispiace esprimere il mio disaccordo con il concetto di fondo :unsure: Ma proverò comunque a spiegarmi altrettanto chiaramente.

Sono assolutamente d'accordo con quello che dici su Amnesiac, è esattamente così che ho sempre interpretato quel disco meraviglioso, ma mi pare che il presupposto dal quale parti per il confronto tra i due lavori sia davvero troppo "oltre"; sono passati dieci anni e l'urgenza espressiva si fonda su basi decisamente diverse. Quello era un momento difficile per loro, sappiamo tutti cosa c'è all'origine del materiale composto in quel periodo, il percorso personale e artistico di Thom in quel momento lo portò a concentrarsi sul concetto e a tralasciare, o comunque mettere in secondo piano, la cifra stilistica in favore di una necessità mutazionale irrefrenabile che gli permettesse di svincolarsi dai cliché che lui (loro) stesso volente o nolente si era creato.

Oggi è una fase nettamente diversa, perché l'obiettivo è raggiunto, l'urgenza espressiva ha trovato la sua massima espressione con i dischi di cui sopra, non solo i Radiohead si sono liberati dai cliché, ma si fa addirittura fatica a credere che si tratti ancora delle stesse persone che hanno composto un brano come Creep, che infatti anche per loro è defunto da tempo immemore. Anch'io mi ero oramai convinto che fossero finiti (ma non con HTTT, un po' prima), ma finiti nel senso di arrivati al punto, soddisfatti e HTTT ed "In rainbows" non fecero altro che confermare questa impressione.

Ci sarebbe anche da aprire il capitolo "sensazioni", perchè sia Kid A che Amnesiac avevano un filo conduttore soprattutto "emotivo", erano dischi che non lasciavano scampo: introspezioni e quadri apocalittici? Bene: ci venivi trascinato dentro e non ne uscivi neanche dopo la fine dell'ascolto! E pur' avendo idee e arrangiamenti diversissimi, Kid A, Morning Bell e Optimistic rimanevano tutte in quel "solco". Cosa c'entrano fra di loro "Bloom" e "Codex"? Per me nulla. Però c'entrano con il percorso musicale da loro tracciato finora!

Continuo il discorso partendo da qui e arrivando a TKOL.

Io speravo che fossero ancora in grado di sfornare u disco del genere, ma sono andati oltre le mie aspettative, che erano evidentemente diverse dalle tue; qui dentro non solo ci sono dei pezzi come Bloom e Feral, ed io ci aggiungerei Lotus Flower che calpestano territori discretamente nuovi, ma c'è una coesione di fondo che pur non avendo la stessa forza persuasiva ed il magnetismo di un Kid A (che aveva la forza della lava che scende da un vulcano), possiede qualcosa di altrettanto potente: la costruzione di una sorta di sceneggiatura. Sono fermamente convinto di questo, lo sento nei testi prima di tutto, ma anche nel lavoro minuzioso di Jonny che permea tutto il disco costruendo riferimenti e richiami in tutti i pezzi che si rincorrono e dialogano continuamente; lo sento nella sezione ritmica, nei suoni scelti per ogni singolo secondo. Ci vedo una continuità clamorosa, ci vedo una storia una tensione iniziale che raggiunge un climax in Feral e poi sfocia nella quiete prima di arrivare alla spensieratezza cosapevole e forse effimera (lo capirò nel momento in cui capirò se ci sarò un seguito) finale.

Sarò matto, ma io qui dentro ci vedo tutto questo rappresentato in maniera sublime all'interno di un microcosmo (e non uso a caso questo termine) nel quale i fiati di Bloom smettono di suonare nello stacco di Codex dopo 20 minuti di apnea.

In questa ottica l'ambito concettuale si sposta su un livello differente evidentemente, perché è al servizio di un progetto di più ampio respiro nel quale c'è posto per tutto, per le cose già sentite da loro e per quelle che invece ci appaiono nuove.

Mi sto convincendo sempre di più che questo è il lavoro finale dei Radiohead quello che avevano in mente dal dopo Amnesiac, l'unica cosa che gli era ancora rimasta da fare; mi sto convincendo che quel "thank you for waiting" non potesse essere un ringraziamento "solo" per gli ultimi tre anni. Mi sto convincendo sempre di più che ci sarà dell'altro e che tutto quello che ci sta intorno faccia parte del progetto e che solo a quel punto potremo davvero renderci conto se anche questa volta l'obiettivo sarà pienamente raggiunto.

Intanto credo che a questo punto della loro carriera già un'apertura come Bloom sia ampiamente sufficiente per dichiararne la rinascita dopo una morte soltanto apparente, che in realtà era solo un sonno profondo e meritato.

Tornando, dunque, al nostro punto: posso essere d'accordo con te nell'idea di dover' intendere il disco come un flusso continuo, ma proprio in virtù di questa mancanza o non tenacia di coesione "concettuale" ed "emotiva" nel lavoro, è fin' troppo facile "staccare" tra di loro i brani e rendersi conto che ce ne siano di "forti" e "deboli". Poi è giusto ritenere che "scorra tutto bene" a livello d'ascolto e che, in questo senso, anche gli ultimi 3 brani possano essere addirittura determinanti in questo senso, ma per me è ancora impossibile ascoltare i Radiohead e dovermi fermare all'aspetto "estetico", non so se mi spiego!

Su questo credo a questo punto di essermi dilungato fin troppo :rolleyes:

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io comunque mi ascolto volentieri e a ripetizione solo Lotus flower, magari più avanti mi rientreranno anche le altre. Give up the ghost l'ho trovato un bellissimo pezzo, forse meglio come finalone, però anche il resto è buono. La seconda metà mi piace di più della prima. Andando per ordini di grandezza, come ho più volte detto, un disco che si lascia ascoltare volentieri, ma non è il "mangia tutto il resto" che speravo fosse.

Io alla fine ne ero un po' conscio, e non mi aspettavo miracoli. Resta il fatto che per quanto mi riguarda, ogni volta che esce un disco dei national (almeno gli ultimi 3) ascolto loro per mesi e mi bastano. Qui ai radiohead ho dato lo stesso spazio che ho dato ad un disco carino qualsiasi, per intenderci, lo sto ascoltando quanto ho ascoltato WOW dei verdena. Entrambi bei dischi, entrambi con spunti interessanti, ma non sono certo dischi che si mangiano tutto il resto...

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io comunque mi ascolto volentieri e a ripetizione solo non è il "mangia tutto il resto" che speravo fosse.

Su questo concordo pienamente.

Nemmeno io mi aspettavo probabilmente il capolavoro definitivo, quindi mi sta bene così com'è, disco per me molto bello il cui reale valore mi sarà più chiaro solo tra un po' di tempo. Ma non "mangia" il resto della loro discografia, questo no.

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salvo poi ricredermi con l'uscita di qualcos'altro - che potrà sia elevare così come affossare il giudizio - ora come ora sono rimasto colpito da questo album, non perché sia una capolavoro, ma perché probabilmente è ciò di cui avevo bisogno ora da parte loro. è una settimana che è uscito, solo ora i giudizi cominciano a raffreddarsi, e ciononostante la mia valutazione per ora rimane piuttosto invariata: l'idea è che sicuramente i pezzi funzionino molto di più nell'album che da soli e che ci sia stato un livellamento in alto della qualità media delle canzoni, a discapito delle "punte", che non è da escludersi che siano state tenute fuori - come che non ci siano! -. va detto che nel momento in cui pubblichi solo otto pezzi va quasi da sé che si elimini il superfluo e non è da escludere che l'aggiunta di qualche altro pezzo, magari inferiore, avrebbe contentato qualche fan in più e avrebbe messo sotto i riflettori i pezzi migliori. però questa è una considerazione ancora molto acerba, per giudicare non si può prescindere dal conoscere prima l'intera strategia di distribuzione, dal momento che ciò influenza la nostra fruizione dell'opera e forse la sostanza dell'opera stessa.

stringendo, come ho ripetuto più volte per ora mi sembra un lavoro complessivamente superiore a httt, in rainbows e the bends, nonché inferiore agli inarrivabili ok computer e kid a/amnesiac, e questa è la primissima cosa che ho scritto su TKOL. a freddo, mi sembra che tutto stia reggendo, vedremo come riusciranno a rimescolare le carte.

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bomba:

la differenza tra HTTT e KOL è che nel primo ci son bellissime canzoni registrate male, nel secondo ci sono canzoni medie/mediocri registrate benissimo

E meno male che in HTTT ci son pezzi registrati male... Io lo amo comunque. :wub: (Dopo aver sostituito The Gloaming con la sua versione unmastered che dura quasi un minuto in più, però... :D)

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bomba:

la differenza tra HTTT e KOL è che nel primo ci son bellissime canzoni registrate male, nel secondo ci sono canzoni medie/mediocri registrate benissimo

Concordo pienamente: non avevo mai sentito i pezzi prima di ascoltarli sull'album, ma dopo sono andato ad ascoltare le versioni precedenti: Good Morning Mr.Magpie/Morning M'lord acustica è una canzoncina mediocre, una outtake. Sull'album viene decorata e infiorata in maniera tale da sembrare degna(?). Ma le canzoni devono sopravvivere alla prova acustica.

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ma che cagata è sta cosa che HTTT è registrato male???

se quel disco è registrato male io sono Vittorio Sgarbi...

sail to the moon? there there? Wolf at the door? Go to sleep? vi sembrano registrate male?

ma che state a dì!?

E' semplicemente un tipo di registrazione diverso. Secondo me, già da the bends in poi non ci sono "errori" di registrazione. Alle volte si può discutere sulle scelte in fase di arrangiamento etc...

ma registrato male, beh, proprio no.

In ogni caso, sono d'accordo che quest'ultimo è registrato parecchio bene, i suoni sono incredibili.

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bomba:

la differenza tra HTTT e KOL è che nel primo ci son bellissime canzoni registrate male, nel secondo ci sono canzoni medie/mediocri registrate benissimo

Mah, è un discorso che regge tenendo fuori circa metà album: Bloom, Little by Little e codex (e feral, che non considero una "canzone") sono tutt'altro che medie/mediocri.

In questo senso il miracolo è lotus flower: sul disco è un pezzone da prima/seconda fascia, in acustico era scialba a dir poco :P

In ogni caso mi allineo a Karma: piazzo KoL sotto la santa trinità e sopra la restante parte della discografia.

E questo disco per me mangia tutto il resto (uscito da poco, chiaramente), James Blake escluso. Penso che per me un altro mesetto starò bene con questi due dischi e stop.

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Leggere Korg mentre si discute di musica è come leggere Benjamin quando parla del concetto di storia. E che gle voi di'? :prego:

Tornando in totip , col tempo mi accorgo di quanto sia curato, in effetti. E' bello, soprattutto la prima parte. Eppure continuerò a sostenare "there'll be something missing..."

Molto bene l'inizio, fino a "Fiore di Loto", poi mi prende un abbiocco importante ogni volta...non ha la grandezza di un lavoro unitario veramente notevole (non è "un'opera", anche se ha coerenza), e nemmeno l'altalenante forza di un album di grandi canzoni alla "Ave al ladro". Parte a mille, ti aspetti chissà cosa...poi cala.

"Codex" è così bella? Mah.

"Give up the ghost"...dopo due minuti, diventa un po' ripetitiva e quel "Don't hurt me" mi dà un fastidio importante. L'inizio ornitofonico, se ascoltato col sole fuori dalla finestra fa venir voglia di andare a raccogliere le mele cantando "Che felicità!", nella versione dell'Arpa Magica in "Topolino e il fagiolo magico".

"Separator"...incredibile a dirsi, ma penso che se non ci fosse la voce di Thom potrebbe essere migliore. :phr34:

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