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The King of Limbs


rubbish

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io sono sempre molto dubbioso su queste cose...

e ne ho parlato tanto con dei miei amici..e penso che su molte cose ci sia tanta autosuggestione.

Ma zero!

Fai la prova a orecchio e poi dimmi.

Ti poss dire che ho vinili dei Police, di Battiato, di Battisti, e ti dico che senza ombra di dubbio la qualità è eccelsa in confronto a quella digitale. La compressione digitale, sopratutto negli ultimi anni, sta distruggendo la musica.

Lucio Battisti si rifiutò di pubblicare Don Giovanni in CD, perché non riusciva a sentire tutte le sfumature che solo l'analogico ti può dare. Quest'anno un mio amico è riuscito ad acquistare un vinile di Don Giovanni originale del 1986 ed effettivamente il raffronto è impietoso. Stesso discorso vale per Battiato: ho sentito La Voce del Padrone (mio personale) e L'Arca di Noé in vinile: non c'è storia rispetto alle versioni digitali, che fanno veramente piangere.

Concordo sul discorso dell'autosuggestione riguardo ai formati digitali: pochi lo sanno, ma l'orecchio umano percepisce più differenza tra un .mp3 128 e un .mp3 320, che tra un .mp3 320 e un cosiddetto "lossless" (.flac o .wav che sia). :music:

P.s. a Gorizia ai tempi del master sono stato allievo di questo signore qui

https://www.com.unica.it/data/cv/cv_demezzo.pdf

http://fonologia.lim.di.unimi.it/anagrafica_scheda.php?id=1008

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Non sto parlando di vinile e digitale...

chiaro che li c'è una compressione e siamo all'abisso; ma parlo di "vinile per forza meglio" e di vinile vs cd.

Dipende tanto che tipo di master fai per l'album, che impianto hai, in che posizione sei mentre lo ascolti.

A me pare ci sia molto maketing nella questione vinilica...e che molti si lascino suggestionare; alla fine uno deve scegliere a seconda di cosa preferisce, ma dire che la musica vera è solo in vinile (come si dce tanto tantissimo in questi anni), beh a me pare na forzatura, sopratutto magari per moltissime opere che NON hanno fatto un master per il vinile (ma questo non lo dice quasi nessuno). Certo, il vinile taglia alcune frequenze del cd che potrebbero risultare più disturbanti e probabilmente permette un ascolto più rilassato.

(sto allargando il discorso eh..)

Tra i formati digitali concordo è quasi tutta suggestione perchè a sentire certe differenze non c'arriviamo (e il mio bassista che studia ingegneria elettronica/acustica, conferma..). Appunto la differenza tra 320 e lossless..e forse anche un 256/320..

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Vabbè chiaro che se metto su un CD sul mio Kenwood "Perla Nera" mettendomi a sedere alla giusta distanza degli speakers e mi ascolto un vinile su un impianto di merda mentre friggo le patatine in cucina c'è una differenza! :)

Chiaramente poi il vinile a scopo audiofilo te lo ascolti una volta ogni morte di Papa, mentre dei files digiali puoi abusarne come dove quanto e quando vuoi.

Sta di fatto che perfino con la compressione di Youtube si sente che Lotus Flower in vinile è SOPRAFFINA in confronto alla versione digitale che ho ascoltato 192931920931 volte in questi quasi 5 anni :)

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Vabbè chiaro che se metto su un CD sul mio Kenwood "Perla Nera" mettendomi a sedere alla giusta distanza degli speakers e mi ascolto un vinile su un impianto di merda mentre friggo le patatine in cucina c'è una differenza! :)

Chiaramente poi il vinile a scopo audiofilo te lo ascolti una volta ogni morte di Papa, mentre dei files digiali puoi abusarne come dove quanto e quando vuoi.

Sta di fatto che perfino con la compressione di Youtube si sente che Lotus Flower in vinile è SOPRAFFINA in confronto alla versione digitale che ho ascoltato 192931920931 volte in questi quasi 5 anni :)

no io dico che a parità di condizioni non è per forza detto che il vinile sia meglio del cd...sono esperienze di ascolto diverse e dipendono dal gusto e non da fattori tecnici.

Dire che per forza vinile è meglio del cd è per me questione di suggestione.

Certo rispetto ai formati digitali il discorso è diverso

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La compressione digitale, sopratutto negli ultimi anni, sta distruggendo la musica.

Lucio Battisti si rifiutò di pubblicare Don Giovanni in CD, perché non riusciva a sentire tutte le sfumature che solo l'analogico ti può dare.

In questo sta concorrendo anche la celeberrima Loudness War...

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no io dico che a parità di condizioni non è per forza detto che il vinile sia meglio del cd...sono esperienze di ascolto diverse e dipendono dal gusto e non da fattori tecnici.

Dire che per forza vinile è meglio del cd è per me questione di suggestione.

Ma cosa vuol dire "per forza"?

Se tu metti su TKOL in vinile e poi TKOL in CD, il vinile è chiaramente superiore come definizione, rotondità, morbidezza del suono. Non c'è proprio storia: la miglior qualità dell'analogico rispetto al digitale non è una suggestione.

La suggestione può esserci per quelli che sentono un file digitale .flac nettamente migliore di un digitale .mp3 320k.

Questo te lo dice il prof. De Mezzo e ancor di più te lo dice l'orecchio umano. ;)

In questo sta concorrendo anche la celeberrima Loudness War...

Di brutto: è un disastro, un vero e proprio disastro.

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Ma cosa vuol dire "per forza"?

Se tu metti su TKOL in vinile e poi TKOL in CD, il vinile è chiaramente superiore come definizione, rotondità, morbidezza del suono. Non c'è proprio storia: la miglior qualità dell'analogico rispetto al digitale non è una suggestione.

Per forza vuol dire quel che ho scritto... ;)

io ho avuto il piacere di sentire e di parlare con tecnici, fonici e ingegneri audio e non mi han detto sta cosa...mi han parlato di differenze specifiche ma non che il vinile è nettamente superiore come fedeltà e tutto il resto..a differenza ovviamente di un formato con perdite, li c'è una questione oggettiva. Tra vinile e cd non c'è una differenza oggettiva (chiaro che sono due risultati diversi..ma non so spiegarmi meglio). C'è un tuo diverso sentire il disco questo si, ma questo dipende da te..

E che poi la questione di qualità dipende molto dal tipo di mastering che si fa per che supporto lo si pensa.

Poi se ho capito male, pardon..

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Piero la tocca piano!

Piu' banale che mai, The king of limbs(2011) e' soprattutto un'opera ritmica, con le percussioni che prevalgono sul resto. Bloom e' cervellotica solo per il gusto di essere cervellotica: ritmo contorto, voce angosciante e monotona, un po' di tastiere minimaliste e lamenti soporiferi di tromba. Morning Mr Magpie mette il progetto sotto una luce diversa: questa e' musica d'atmosfera fatta di idee pretenziose. Il singolo Lotus Flower si avventura nell'ambiente disco, ma finisce per suonare come una versione cattiva del synth-pop anni '80. Ma questo e' per lo meno meglio del non-ritmo assoluto: la lenta lenta lenta ballata al piano Codex e' semplicemente priva di vera musica: e' solamente qualcuno che strimpe un pianoforte canticchiando una melodia banale. E Give Up The Ghost non e' neanche questo: e' solo una litania hippie-style ripetuta piu' e piu' volte. L'ambizione di questi brani e' spesso esilarante. E l'insipido e narcolettico canto di Yorke non aiuta di certo salvare il resto.
Non e' del tutto sorprendente che i risultati migliorino drammaticamente quando Yorke non canta. La tensione claustrofobica di Feral e' guidato dal contrasto tra il paesaggio sonoro silenzioso e la contrazione frenetica delle battute (e gli spettrali movimenti medio-orientali). Yorke si lamenta soltanto in Little By Little, uno dei momenti pop piu' toccanti dei Radiohead, scolpita da toni sfumati e sitar.
La carriera dei Radiohead e' stato un lungo bluff e diventa sempre piu' difficile per loro tenerlo nascosto. La cosa migliore di questo album e' che e' conciso. Little by little e Feral avrebbero fatto un ottimo EP.

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  • 1 month later...
  • 5 weeks later...

Non ricordo dove ho letto che The King of Limbs sia stato un album volontariamente incompleto da parte dei Radiohead. Sono d'accordo: fin dal primo ascolto il disco mi piacque, ma mi rimase l'amaro in bocca di un qualcosa che attendevo e che non c'è stato, una sorta di sintesi finale tra i pezzi, forse troppi pochi dopo tanta attesa, contenuti nel disco. È un disco che grammaticalmente parlando si chiude con i tre puntini di sospensione, come ad attendere un'appendice che, in realtà, stiamo tutti ancora aspettando. Credo che uno dei punti di minor forza di The King of Limbs sia l'assenza di innovazione musicale: The Bends abbandonò il grunge per il rock, Ok Computer apri' nuovi orizzonti, Kid A e Amnesiac ci hanno sbalorditi con la svolta elettronica, perfino i ritmi di In Rainbows hanno portato a mio avviso una innovazione musicale...ecco, The King of Limbs no: pezzi come Feral e Codex per me sono capolavori che sembrano appartenere all'epoca 2000-2001 con quelle sonorità. L'album, però, suona benissimo. E non avevo dubbi.

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Credo che uno dei punti di minor forza di The King of Limbs sia l'assenza di innovazione musicale: The Bends abbandonò il grunge per il rock, Ok Computer apri' nuovi orizzonti, Kid A e Amnesiac ci hanno sbalorditi con la svolta elettronica, perfino i ritmi di In Rainbows hanno portato a mio avviso una innovazione musicale...ecco, The King of Limbs no: pezzi come Feral e Codex per me sono capolavori che sembrano appartenere all'epoca 2000-2001 con quelle sonorità.

Forse semplicemente ignori tutta la musica "world", dall'afrobeat, alla bossanova, che sta alla base di The King Of Limbs: il Brasile, la Nigeria, l'Oceano Atlantico e la Foresta Equatoriale...

Thom che canta "finalmente sono libero del peso che mi stavo portando addosso" (Separator...come fai a dire "puntini di sospensione?") e compone questo inno alla Natura, Cantico delle Creature, ci dice che l'uomo che ha creato Ok Computer, Kid A e In Rainbows non c'è più: per fortuna Thom è diventato una persona che brilla di luce propria e non un buco nero ambulante deprimente e paranoide. Chi è rimasto adolescente si ferma a In Rainbows.

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Ma non diciamo fesserie: i Radiohead a 40 anni suonati avrebbero potuto tirare i remi in barca e ripetere all'infinito Jigsaw Falling Into Place, Nude e Reckoner. Invece hanno deciso di scrivere un disco non strimpellando chitarra o pianoforte, ma manipolando loop ritmici attraverso un software. Hanno avuto un approccio alla melodia di tipo modale e non più tonale. Hanno ricercato ispirazione nella musica moderna del Sud America e dell'Africa, specialmente Brasile e Nigeria. Hanno superato il clichè di musicisti depressi, paranoici, suicidi...

Per me chi non ha capito The King Of Limbs dal 2011 ad oggi è allo stesso livello di chi non capiva Kid A nel 2000.

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pezzi come Feral e Codex per me sono capolavori che sembrano appartenere all'epoca 2000-2001 con quelle sonorità.

non riesco ad immaginarmi un pezzo come feral in un kid a, proprio per la sua matrice..

a livello musicale, tanto caldo è del pezzo quanto freddo è quell'album

codex poi è semplicemente yorke che si immerge nella natura, una sorta di ritorno al naturale, cosa molto distante dai ghiacci e dalle paranoie da nuovi millennio di kid a, a mio avviso.

Anzi credo che per spirito Kid A e Tkol siano uno l'elusione dell'altro.

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Ma non diciamo fesserie: i Radiohead a 40 anni suonati avrebbero potuto tirare i remi in barca e ripetere all'infinito Jigsaw Falling Into Place, Nude e Reckoner. Invece hanno deciso di scrivere un disco non strimpellando chitarra o pianoforte, ma manipolando loop ritmici attraverso un software. Hanno avuto un approccio alla melodia di tipo modale e non più tonale. Hanno ricercato ispirazione nella musica moderna del Sud America e dell'Africa, specialmente Brasile e Nigeria. Hanno superato il clichè di musicisti depressi, paranoici, suicidi...

Per me chi non ha capito The King Of Limbs dal 2011 ad oggi è allo stesso livello di chi non capiva Kid A nel 2000.

Giusto per amor della chiacchierata...

Ma devi spiegarmi:

1) In che modo l'approccio modale e non tonale dovrebbe rappresentare una novità per la musica (forse lo è per i radiohead, ma comunque non vedo perché dovrebbe essere un valore aggiunto, se non ai fini di un discorso critico);

2) In che modo manipolare loop ritmici rappresenta una novità o una scelta così sensazionale.

Inoltre aggiungo che quelli che non capivano Kid A nel 2000 erano quelli che insieme a OK pc ascoltavano oasis e soci; chi apprezzava Kid A era già svezzato da i vari aphex twin, autechre, boards of canada ecc.

Dunque per apprezzare TKOL bisogna per forza masticare musica brasiliana o nigeriana?

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Giusto per amor della chiacchierata...

Ma devi spiegarmi:

1) In che modo l'approccio modale e non tonale dovrebbe rappresentare una novità per la musica (forse lo è per i radiohead, ma comunque non vedo perché dovrebbe essere un valore aggiunto, se non ai fini di un discorso critico);

Generalmente la musica che siamo abituati ad ascoltare è tonale, ossia segue delle progressioni armoniche fatte da giri di accordi, che a seconda di come ruotano attorno al centro tonale o si distanziano da esso, definiscono l'emozione della canzone (gioia, tristezza, rabbia, malinconia, ecc) e la sua struttura. Invece il sistema modale, utilizzato nella musica tradizionale e ripescato dal jazz, definisce l'emozione e la struttura tramite l'adozione di una scala, detta "modo" che tene ancorata l'armonia al centro tonale, limitando le progressioni e i giri di accordi, che sono le forme alle quali siamo abituati (inconsciamente) ad appigliarci nell'ascolto di una canzone "pop".

The King Of Limbs essendo composto principalmente da brani che viaggiano secondo il sistema modale e dunque non hanno giri di accordi, e dunque non hanno una struttura "pop", risulta più difficile e poco radioheadiano alle orecchie dell'ascoltatore.

Questo fu uno dei motivi per cui criticai TKOL, per i primi 3 mesi: non avevo capito che era un disco fondato sul ritmo e dunque armonicamente primitivo e modale. Credo che sia tutt'oggi il motivo per cui ci sono detrattori di TKOL...

2) In che modo manipolare loop ritmici rappresenta una novità o una scelta così sensazionale.

Per i Radiohead è una novità perché, fino a In Rainbows incluso le canzoni erano composte alla chitarra o al piano, secondo il sistema tonale, seguendo giri di accordi e poi abbellite dalla band in fase di arrangiamento.

Questa volta invece i nostri sono partiti dal ritmo: Jonny ha ideato un software ideale per manipolare loop e la band ha cominciato con la tessitura di strutture ritmiche e solo alla fine è arrivata la melodia, che non poteva che essere modale, vista la struttura primitiva delle basi.

Inoltre aggiungo che quelli che non capivano Kid A nel 2000 erano quelli che insieme a OK pc ascoltavano oasis e soci; chi apprezzava Kid A era già svezzato da i vari aphex twin, autechre, boards of canada ecc.

Dunque per apprezzare TKOL bisogna per forza masticare musica brasiliana o nigeriana?

Masticare musica modale senz'altro.

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Per i Radiohead è una novità perché, fino a In Rainbows incluso le canzoni erano composte alla chitarra o al piano, secondo il sistema tonale, seguendo giri di accordi e poi abbellite dalla band in fase di arrangiamento.

Questa volta invece i nostri sono partiti dal ritmo: Jonny ha ideato un software ideale per manipolare loop e la band ha cominciato con la tessitura di strutture ritmiche e solo alla fine è arrivata la melodia, che non poteva che essere modale, vista la struttura primitiva delle basi.

a proposito... sempre leggendo il libro di Byrne ho finalmente capito (alla buon'ora) il perche' in ogni recensione di TKOL venisse citato Remain in Light. In pratica davvero i Talking Heads avevano fatto una cosa simile a quella che ha ideato jonny (ovviamente senza avere un software apposta).

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a proposito... sempre leggendo il libro di Byrne ho finalmente capito (alla buon'ora) il perche' in ogni recensione di TKOL venisse citato Remain in Light. In pratica davvero i Talking Heads avevano fatto una cosa simile a quella che ha ideato jonny (ovviamente senza avere un software apposta).

Esatto, per questo motivo infatti Byrne e soci erano molto più "avanti" dei Radiohead, gli mancavano semplicemente i mezzi di oggi. Tra l'altro erano tra i primi ad accostarsi ad ibridazioni con musiche etniche come "scarto punk" dalla e della popular music. I Radiohead poi hanno giocato in più con flirt con l'elettronica tramite accostamenti, contraddizioni etc. Ma alla fine il succo è quello: il rapporto tra natura e cultura/ratio/techné.

In tutto ciò non esiste una sintesi, bisogna accettarne la contraddizione intrinseca.

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