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Un film al giorno Vol. 2


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Visto Birdman.

Indeciso tra le voci "gran film" e "capolavoro".

A Birdman, devi dargli un paio di giorni. Appena finisci di vederlo dici: Mah, bel film.

Il giorno dopo ci pensavo ancora. E ancora, e ancora. Questa cosa fa di questo film un gran capolavoro, il fatto che ci pensi ancora. È molto più complesso e stratificato di quello che - apparentemente - vuol sembrare.

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Birdman è evidentemente un film girato coi controcazzi e di grande intelligenza, pur essendo frutto del tritacarne hollywoodiano, ma sono dell'idea che il grado di apprezzamento dipenda anche da quanto uno abbia masticato cinema "simile".

Intrattenimento di livello alto, intendiamoci, ma se voglio metacinema o teatro-cinema mi guardo (e riguardo) Synechdoche, New York o Dogville tutta la vita, per dirne due.

In sintesi, preferisco l'Iñárritu da taglio delle vene di traverso di Biutiful e Amores Perros. Ma apprezzo molto il suo cambio di registro, questo è indubbio.

PS: andatevi a vedere Inherent Vice, piuttosto.

PS2: e anche Un Piccione Seduto su un Ramo Riflette sull'Esistenza: microcosmi svedesi con degli squarci quasi bunueliani.

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in linea di massima concordo con thommaso - come meta-film syn ny e dogville sono un'altra cosa.

peró, credo che il significato del film sta proprio lí. voglio provare ad aggiungere un altro livello di discussione: Birdman, in soldoni, é un film che mette contro hollywood e avanguardia, cinema di massa e supereroi contro teatro e intellettuali. la critica del giornale, l'intellettuale, decide di stroncare la piece ancora prima di vederla, perché dietro c'é un uomo di hollywood. poi invece lo stra-loderá (tra l'altro, usando retorica agghiacciandeeeh e una nuova categoria, super-realismo - proprio come lui l'aveva accusata la sera prima al bar), per assurdo, proprio quando lui fará quello che il suo "istinto" di supereroe - in maniera abbastanza banale e se vogliamo prevedibile, in pieno stile hollywoodiano - gli suggerisce.

in generale il doppio, o forse anche triplo - livello: cosa é vero, cosa é finzione, cosa é solo nella sua testa non é ovviamente un tema particolarmente innovativo. ma la domanda da farsi é questa: per fare cinema di valore, o forse arte in generale, é per forza necessario essere assolutamente innovativi? puó il successo essere il segnale di un non-valore? cioé, se una cosa é pop é sicuramente una merda, se é indie é per forza geniale. questa secondo me é una discussione eterna, che torna costantemente in tutte le arti: musica, pittura, cinema, scrittura...

e la risposta che, secondo me, iñarritu prova a dare é: "Por favor, no me piallate los cojones", si puó fare bel cinema anche con grosse produzioni alle spalle.

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in linea di massima concordo con thommaso - come meta-film syn ny e dogville sono un'altra cosa.

peró, credo che il significato del film sta proprio lí. voglio provare ad aggiungere un altro livello di discussione: Birdman, in soldoni, é un film che mette contro hollywood e avanguardia, cinema di massa e supereroi contro teatro e intellettuali. la critica del giornale, l'intellettuale, decide di stroncare la piece ancora prima di vederla, perché dietro c'é un uomo di hollywood. poi invece lo stra-loderá (tra l'altro, usando retorica agghiacciandeeeh e una nuova categoria, super-realismo - proprio come lui l'aveva accusata la sera prima al bar), per assurdo, proprio quando lui fará quello che il suo "istinto" di supereroe - in maniera abbastanza banale e se vogliamo prevedibile, in pieno stile hollywoodiano - gli suggerisce.

in generale il doppio, o forse anche triplo - livello: cosa é vero, cosa é finzione, cosa é solo nella sua testa non é ovviamente un tema particolarmente innovativo. ma la domanda da farsi é questa: per fare cinema di valore, o forse arte in generale, é per forza necessario essere assolutamente innovativi? puó il successo essere il segnale di un non-valore? cioé, se una cosa é pop é sicuramente una merda, se é indie é per forza geniale. questa secondo me é una discussione eterna, che torna costantemente in tutte le arti: musica, pittura, cinema, scrittura...

e la risposta che, secondo me, iñarritu prova a dare é: "Por favor, no me piallate los cojones", si puó fare bel cinema anche con grosse produzioni alle spalle.

Analisi che sottoscrivo. Ma voi lo vedete così "pop" Birdman? Io francamente no, per me è un film complesso, stratificato e abbastanza indigesto allo spettatore medio. E' evidente che la contrapposizione metacinematografica alla base della pellicola (hollywood vs. teatro) abbia guidato anche le scelte linguistiche: tutte le scene girate nei camerini/corridoi del teatro sono made in Inarritu al 100%, ricche di decadenza umana e spaziale, inzuppate dell'estetica dello squallido. Anche la scelta di lavorare con i piano sequenza e una colonna sonora puramente percussiva indica un linguaggio piuttosto epidermico tutt'altro che banale o ammiccante. Di contro arriva poi la scena surreale con gli uccelli-robot che è pregna della stucchevolezza hollywoodiana. Tematicamente ci sta, esteticamente l'ho trovata una caduta di stile, per quanto funzionale e volontaria, che avrei preferito si risparmiasse...

Anche l'eterna confusione tra piano della realtà, quello dell'interiorità e quello della finzione è trattata in maniera molto interessante e sublimata dal finale, consentitemelo, geniale. Poi se stiamo a paragonarlo a Dogville o Holy Motors chiudiamo il topic perchè il confronto ovviamente non regge, ma nel complesso siamo di fronte ad un filmone e nessuno me lo leva dalla testa.

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Birdman è evidentemente un film girato coi controcazzi e di grande intelligenza, pur essendo frutto del tritacarne hollywoodiano, ma sono dell'idea che il grado di apprezzamento dipenda anche da quanto uno abbia masticato cinema "simile".

Intrattenimento di livello alto, intendiamoci, ma se voglio metacinema o teatro-cinema mi guardo (e riguardo) Synechdoche, New York o Dogville tutta la vita, per dirne due.

In sintesi, preferisco l'Iñárritu da taglio delle vene di traverso di Biutiful e Amores Perros. Ma apprezzo molto il suo cambio di registro, questo è indubbio.

PS: andatevi a vedere Inherent Vice, piuttosto.

PS2: e anche Un Piccione Seduto su un Ramo Riflette sull'Esistenza: microcosmi svedesi con degli squarci quasi bunueliani.

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Birdman è evidentemente un film girato coi controcazzi e di grande intelligenza, pur essendo frutto del tritacarne hollywoodiano, ma sono dell'idea che il grado di apprezzamento dipenda anche da quanto uno abbia masticato cinema "simile".

Intrattenimento di livello alto, intendiamoci, ma se voglio metacinema o teatro-cinema mi guardo (e riguardo) Synechdoche, New York o Dogville tutta la vita, per dirne due.

In sintesi, preferisco l'Iñárritu da taglio delle vene di traverso di Biutiful e Amores Perros. Ma apprezzo molto il suo cambio di registro, questo è indubbio.

PS: andatevi a vedere Inherent Vice, piuttosto.

PS2: e anche Un Piccione Seduto su un Ramo Riflette sull'Esistenza: microcosmi svedesi con degli squarci quasi bunueliani.

La penso esattamente così. Ci aggiungo che c'è anche un po' di furbizia nel mostrare il rapporto tra Hollywood e il Teatro che è perfetto...per vincere l'Oscar. Poi oh, ce ne fossero di film così, benissimo, ma chessò, quando ho visto Babel ero rimasto molto più colpito per parlare sempre di Inarritu.

Edward Norton idolo sempre e comunque.

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allora, partiamo da un presupposto: io p.t.anderson lo adoro. anche il film della sua carriera che mi è piaciuto meno - vale a dire the master, sorry thommasino! - mi ha lasciato dentro tanti spunti di riflessione.

ieri sera sono andato al cinema pieno di aspettative. e lo dico, forse il mio problema con alcuni artisti è proprio questo: mi aspetto sempre il massimo. mettiamoci anche che, per la prima volta in 4 anni che vado al cinema in olanda (dove i film sono in inglese coi sottotitoli in dutch), ho avuto seri problemi con la lingua... certi dialoghi (soprattutto con la ragazza, che biascicava più che parlare) ho dovuto immaginarli più che capirli. per dire, all'inizio ho capito che gli chiedeva aiuto per il suo boyfriendo, ma non ho capito il perchè. poi ho anche capito che il film era volutamente "psichedelico" e confuso, e bisognava prenderlo così, infatti me lo sono goduto di più.

comunque, in generale il film mi è piaciuto, e come per tutti i suoi film, prima o poi me lo riguarderò. dal punto di vista tecnico, come al solito, da pippa - soprattutto fotografia, colonna sonora, e ovviamente interpretazioni - gioacchino è sempre più bravo, clamoroso! quando sono partiti i Can volevo applaudire cazzo!

il problema, come dicevo prima, è che da pta mi aspetto sempre qualcosa di più. questo film, durante tutta la visione, mi sapeva di già visto. e per carità di dio, ho amato sia Chinatown che The big Lebowski, e ho anche riso parecchio durante la visione. ma boh, sono uscito dalla sala non pienamente soddisfatto.

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Birdman è un film interessantissimo, sia nelle tematiche che nella forma (che tra l'altro si commentano a vicenda molto bene). La tematica principale potrebbe essere "la verità". Cos'è la verità, nella vita come nel cinema, e cosa la separa dalla finzione. La costruzione è geniale: le anteprime distruggono pian piano il "costume" del protagonista (e di Inarritu) fino a ridurlo in mutande, nudo, davanti la platea; e solo questo denudamento permette alla verità di venire alla luce. Il piano sequenza è per antonomasia la tecnica che più mira alla verità (non per nulla andava molto di moda in Francia nel periodo del grande dibattito sul cinema-verità). Nel piano sequenza il tempo filmico e quello reale dello spettatore coincidono. Tuttavia, quando il piano sequenza diventa "troppo", non diventa "iper-realismo" come sostengono nel film, ma piuttosto scavalca la dimensione realismo per sfociare paradossalmente nel suo opposto: la finzione pura. L'impressione, guardando Birdman, è "come cazzo hanno fatto???", che tra l'altro è anche la formula standard di Hollywood. E qui arriviamo al perché, secondo me, Birdman non è né può essere un capolavoro, sebbene sia un gran bel film. Molto semplicemente: perché non mostra la verità. O meglio: la mostra fin dove gli fa comodo, fin dove fa comodo al perbenismo medio. Le uniche verità che vengono denunciate nel film riguardano la condizione del cinema di massa attuale. Stop. Oltre questo, a me pare che Birdman sia soltanto propaganda. Ci stanno vendendo un modello di vita, ritraggono Hollywood e Broadway come un olimpo lucente, il mondo dei sogni; e gli attori e i registi come "dei olimpi", come esseri perfetti al quale ognuno di noi deve tendere. Quanto è figo edward norton! Ma basta un'impotenza sessuale a renderlo un personaggio tridimensionale? Mha...l'importante è che sia figo. Insomma, mi sembra che questo film leggittimi e santifichi definitivamente un modello di vita che ha venduto completamente l'anima a Satana. Lo spettatore viene ipnotizzato da una messa in scena rocambolesca, un baraccone pirotecnico che con la sua luce acceca lo spettatore, che scherma la verità e nasconde il marcio che c'è dietro. "Ma quanto è stato bravo Inarritu nello spompinarci! Quanto siamo belli e bravi con i nostri milioni e con la nostra anima profondissima di artisti che COMBATTONO!" avranno pensato su nell'Olimpo: e giù oscar come se piovesse. Hollywood aveva bisogno di un proprio 8 e mezzo: l'hanno fatto, e davanti a tutto il mondo hanno premiato il proprio narcisismo. Invece ovviamente un film come Mulholland Drive, che la verità su Hollywood la mostra davvero, non se lo sono filato di striscio (anzi, hanno anche bocciato a priori la proposta di Lynch si farci una serie televisiva).



Thomas Anderson invece stavolta ha spaccato di brutto, e ha partorito un film che definirei addirittura sofisticato, roba per pochi mascherata da roba per tutti. Ma aspetterò di vederlo una seconda volta prima di scrivere qualcosa di serio.

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Birdman ovvero l'arte del cortocircuito post-moderno meta-pop.

Mostra la "verità" fino ad un certo punto in quanto è la "verità" ad essere bloccata nel vortice di cristallizzazioni e rimandi centrifughi e referenziali.

Senza contare la chiave di lettura psicoanalitica che secondo me è il fulcro.

Paradosso: il digitale potrebbe essere il sogno di Bazin.

Per quanto riguarda Inherent Vice sì pure per me è nettamente migliore di the Master o il Petroliere, il film che gli si può essere accostato è Punchdrunk Love.

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Quanto te piasce farme arrabbia'... :laugh:

:laugh:

Purtroppo Anderson non riesce ad arrivarmi, e ti assicuro che se la colpa è di qualcuno sicuramente è la sua! ( :laugh:)

Mostra la "verità" fino ad un certo punto in quanto è la "verità" ad essere bloccata nel vortice di cristallizzazioni e rimandi centrifughi e referenziali.

Questa non m'è chiara.

Paradosso: il digitale potrebbe essere il sogno di Bazin.

E questa ancora di meno!!

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Per quanto riguarda Inherent Vice sì pure per me è nettamente migliore di the Master o il Petroliere, il film che gli si può essere accostato è Punchdrunk Love.

non sono molto d'accordo con questa affermazione. o meglio, anche a me Inherent Vice é piaciuto piú di The Master, ma penso che l'accostamento con Punchdrunk Love sia sbagliato.

Per come lo ricordo, Punchdrunk Love é un film volutamente quasi innocuo, lineare. In realtá invece é pieno di simbolismi e magheggi del regista messi appositamente in secondo piano. Inherent Vice se vogliamo é il contrario: la trama é un casino, quasi senza logica, e si risolve in una nuvola di fumo.

La cosa che hanno in comune é che entrambi richiedono piú di una visione: il primo per apprezzare meglio le finezze di PTA, il secondo per capirci qualcosa della trama :laugh:

ok, la battuta era penosa, peró quello che voglio dire é che io Punchdrunk Love lo associo piú a Magnolia che a questo.

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Birdman è una sorta di apoteosi della nostra contemporaneità. Una contemporaneità che si è resa conto di esser stufa del cortocircuitare post-moderno tra immaginari(o), dei giochi di superficie di ironia che sono in realtà violenza, della citazione della citazione della citazione, della perdita del referente dovuto all'inabissamento dei 140 caratteri nel marasma dei retweet.

Della perdita dell'identità che è la conseguenza di tutto ciò (vabbè la parte psicoanalitica è ovvia no?).

È un grido di disperazione venduto come un prodotto di massa (ed è qui che giace la sua genialità, purtroppo però ancora una volta in modo ironico). Un Munch all'epoca della riproducibilità neanche più tecnica ma infinita.

Bazin l'ho citato perché Gasba ha citato i francesi. La sua teoria del realismo ontologico, che trova massima soddisfazione nelle tecniche del piano sequenza e della profondità di campo. Ma nel (piano sequenza) digitale cosa è reale per davvero?

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Avrei tanto voluto vedere Birdman, ma nei cinema qui vicino non è previsto in programmazione.

Eh sì, qui preferiscono dedicare 8 sale per due mesi a quello scemo di Siani.

Spero che prima o poi lo metteranno in programmazione. Sono curiosa di vederlo.

Ho visto il trailer, ho letto la trama. Mi sembra interessante.

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Spot

Foxcatcher: promosso con lode, mi è pure piaciuto quello scimmione di Tatum che solo in un ruolo come questo poteva risultare non irritante.

Carell fantastico, ma agevolato da un gran lavoro di trucco. Ottimo pure Ruffalo.

Blackhat: nelle notturne digitali e negli scontri a fuoco Mann è il numero 1, poche storie.

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Ho sentito parlare bene del nuovo di Mann, penso che lo metterò in lista.

Qui a Napoli e provincia non danno più Vizio di forma, ma che oooooh, ho dovuto ripiegare su Focus, filmetto mediocre, ma già lo sapevo. Probabilmente era il meno peggio che avevano ieri sera.

Foxcatcher? Poche storie, non lo vedrò mai. Non mi piacciono nessuno dei tre attori: Ruffalo, Tatum e Carrel: no, no e poi no.

Tu vedi se ora devo vedermi Vizio di Forma in streaming :(

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