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A Moon Shaped Pool


Lacatus

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Just now, echoes said:

Non mi piace neanche un po', il trittico di chiusura è sacro. e non si tocca Alla fine dovendo includere Burn the Witch  da quella non si scappa, ci sta come apertura.

Te come l'avresti fatta? Io giuro che più ci guardo, più mi convinco che l'ordine alfabetico ha un senso.

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1 minute ago, pandroid said:

Te come l'avresti fatta? Io giuro che più ci guardo, più mi convinco che l'ordine alfabetico ha un senso.

Dovendo per forza includere Burn The Witch mi sa che quella che hanno scelto è la sequenza di gran lunga migliore. Escludendola non so, si poteva scegliere un'apertura soft con Daydreaming o una traumatica con Ful Stop. Comunque di una cosa sono quasi certo: senza True Love Waits in coda ci andava Daydreaming.

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Voti:

Edwardo :clapclap::clapclap::clapclap::clapclap::clapclap:(Present Tense e le chitarre ambient, se qualcosa di questo disco mi piace è grazie a lui!)

Nigello :clapclap::clapclap::clapclap::clapclap::clapclap: (meglio di così non poteva fare)

Thommaso :clapclap::clapclap::clapclap: (classe come sempre, però la prossima volta meno Rachel e più Flea) 

Philippo :clapclap::clapclap:(manca il guizzo dei bei tempi, eppure questo album somiglia tantissimo al suo Weatherhouse)

Nicolino :clapclap:(grande protagonista in TKOL con Bloom, Separator, Feral, Magpie, comparsa qui)

Giovannino e London Contemporary Orchestra :clapclap: (stucchevoli)

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Infatti boh, questo è il disco più groovy che abbiano mai fatto...Burn The Witch, Decks Dark, Ful Stop, Identikit, The Numbers, Soldier Sailor hanno linee di basso assassine proprio.

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"A Moon shaped pool" è un tuffo nella luna: la piscina come luogo di immersione, di totale avvolgimento, come liquido amniotico; la luna come passato, memoria, emotività femminile, come mutevolezza.
I titoli in ordine alfabetico sono una provocazione: una lista schematica del passato, che tuttavia proprio nello schematismo riesce a trovare una nuova coerenza e compattezza: è l'abecedario emotivo dei Radiohead.
L'excursus nella memoria non viene affrontato solo ripescando vecchi brani, ma anche riarrangiandoli tenendo presente tutto il loro vissuto musicale: sono qui presenti echi di ogni loro album precedente, in alcuni passaggi, in certe melodie o effetti. è un collage di vecchie fotografie ingiallite che viene condotto anche e soprattutto musicalmente.
In generale mi sembra chiara l'intenzione di guardare al passato per esorcizzarlo, per ricostruire un nuovo presente e un nuovo futuro.
Non mi pare di sentire nulla di "mai sentito prima", ma forse era anche ora. Si sono voluti togliere di dosso lo stereotipo di gruppo rivoluzionario, che deve riformare il linguaggio a tutti i costi: questa è una riconferma del loro stile inconfondibile, tuttavia ispiratissimo come molti di noi nemmeno speravano; hanno smesso di vagabondare nei territori dell'inesplorato e hanno al contrario imboccato il sentiero dell'"estremamente esplorato", che paradossalmente era una cosa che non avevano mai fatto, l'unico modo per sorprendere. E hanno partorito un lavoro che non poteva essere al tempo stesso più vicino e più lontano da un best of.

Come sempre non so dare voti, quelli li lascio a voi.

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13 hours ago, principles said:

Io sto fatto di "che chiudano qui" scritto da un po' di voi non lo capisco per niente. 

A questo punto, vorrei che non chiudessero mai, cristoiddio. 

Boh. 
A me pare tanto simile all'US Open 2002 di Sampras, con un fuoriclasse in decadenza che racimola gli ultimi migliori colpi/idee/energie per dare santa conclusione alla carriera.

Poi oh, io lo dicevo anche di Federer nel 2012, ci ha regalato altri tre anni di serve and volley strepitosi... ma senza slam :D

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1 minute ago, Gasba said:

"A Moon shaped pool" è un tuffo nella luna: la piscina come luogo di immersione, di totale avvolgimento, come liquido amniotico; la luna come passato, memoria, emotività femminile, come mutevolezza.
I titoli in ordine alfabetico sono una provocazione: una lista schematica del passato, che tuttavia proprio nello schematismo riesce a trovare una nuova coerenza e compattezza: è l'abecedario emotivo dei Radiohead.
L'excursus nella memoria non viene affrontato solo ripescando vecchi brani, ma anche riarrangiandoli tenendo presente tutto il loro vissuto musicale: sono qui presenti echi di ogni loro album precedente, in alcuni passaggi, in certe melodie o effetti. è un collage di vecchie fotografie ingiallite che viene condotto anche e soprattutto musicalmente.
In generale mi sembra chiara l'intenzione di guardare al passato per esorcizzarlo, per ricostruire un nuovo presente e un nuovo futuro.
Non mi pare di sentire nulla di "mai sentito prima", ma forse era anche ora. Si sono voluti togliere di dosso lo stereotipo di gruppo rivoluzionario, che deve riformare il linguaggio a tutti i costi: questa è una riconferma del loro stile inconfondibile, tuttavia ispiratissimo come molti di noi nemmeno speravano; hanno smesso di vagabondare nei territori dell'inesplorato e hanno al contrario imboccato il sentiero dell'"estremamente esplorato", che paradossalmente era una cosa che non avevano mai fatto, l'unico modo per sorprendere. E hanno partorito un lavoro che non poteva essere al tempo stesso più vicino e più lontano da un best of.
 

Bel post: la riflessione è molto interessante in relazione a un disco che in apparenza sembra disomogeneo.

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5 hours ago, Wanderer said:

ps. Dov'è la tipa che diceva dell'album dark? Perchè c'aveva ragione. Questo disco è da ascoltare fuori distesi sotto la luna.

 

5 hours ago, Wanderer said:

//////

 

5 hours ago, Wanderer said:

/////

Ciao, la tipa sono io

:D

Per me dark non significa che è un album depresso, eh? Dark ha un significato ampio da un punto di vista musicale, per esempio è dark Third dei Portishead ed è dark Faith dei Cure. Al di là della musica, diversissima, è il concetto che ci sta dietro che è molto diverso.

Per me i cori nell'album sono moooolto dark, ad esempio. 

Ascoltatevelo alla luna, di notte...io l'ho fatto ieri, di fronte al mare. 

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5 hours ago, molonovo said:

:ok:

Tra l'altro sto cercando di non ascoltarlo troppo per lasciarlo sedimentare un po' ma non ce la faccio. Ogni tot minuti ho bisogno di riascoltarmene un pezzo.

Ho letto molti paragoni con In Rainbows. Non so, io li vedo invece diversissimi. In Rainbows era un disco a colori, qui siamo sul bianco e nero sgranato peso. 

Non voglio fare il bastian contrario, ma in alcune recensioni (precoci...) ho letto cose del tipo "in fondo i Radiohead sono un gruppo rock e qui si sente di nuovo"... Ad ascoltare questo disco ho invece la sensazione che abbiano usato gli strumenti, l'orchestra e lo studio di registrazione con la stessa mentalità di un compositore di classica contemporanea o di musica elettronica.

PS: ma secondo voi conviene fare il pre-order del vinile o aspettare che esca nei negozi? Non vorrei che in negozio sparassero prezzi più alti, tipo sopra i 30 euro...

Ti capisco, ci sono momenti che ascolto Ful stop dieci volte di seguito, con pausa di album intero. Una droga, praticamente.

Anche secondo me è diverso da IR, sia per atmosfera che per concetto. Questo è una fotografia contemporanea contrastatissima, con i neri pece e la luce bianchissima, come quella di Glass Eyes. Come fanno spesso, ci sono pezzi diversissimi, solo i primi 5 vanno dalla classica al kraut in mezz'oretta scarsa....però la luna tiene tutto insieme molto bene, è un bellissimo dark contemporaneo, non li ringrazierò mai abbastanza per averlo fatto.

O.T/ (Sai che anche io ho lo stesso dubbio sul vinile? Infatti sono indecisa....se ho capito dove abiti (dal nick!), eventualmente fammi sapere dove pensi di comprarlo...mi sa che abitiamo nella stessa città);)

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ordinato il vinile dal mio negozietto di fiducia. :dance: preferisco dare i soldi a loro che alle poste inglesi.  

 

una domanda a questo proposito: chi mi spiega perché comprando il vinile dal sito ufficiale non si riceve il link per il download immediatamente? :o cioé, solo per chi si compra l'edizione speciale con le puzzette di Ed? ma dai! 

 

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11 minutes ago, jimy84 said:

 

una domanda a questo proposito: chi mi spiega perché comprando il vinile dal sito ufficiale non si riceve il link per il download immediatamente? :o cioé, solo per chi si compra l'edizione speciale con le puzzette di Ed? ma dai! 

 

dovrebbe arrivarti una mail poco dopo l'acquisto col link (la mia, e ho comprato quella con le puzzette) deve ancora arrivare comunque... 

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PUZZETT EDITION

320kbit MP3 or 16-bit WAV of the 11 track album available to download now

 

VINYL

Card to redeem a 320kbit MP3 or 16-bit WAV download of the 11 track album when you receive the vinyl 

 

questa cosa mi perplime ed esterrefa <_<

 

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La puzzED edition è una ladrata pazzesca: praticamente spendi più di 70 euro per avere due tracce extra di cui una è Spectre [tra l'altro scorrettissimi a non dirlo subito obbligando all'uso del ctrl+ su photoshop] :lol: Per il resto ti danno le stesse 11 canzoni in ottanta formati diversi, puro feticismo.

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1 hour ago, Gasba said:

"A Moon shaped pool" è un tuffo nella luna: la piscina come luogo di immersione, di totale avvolgimento, come liquido amniotico; la luna come passato, memoria, emotività femminile, come mutevolezza.
I titoli in ordine alfabetico sono una provocazione: una lista schematica del passato, che tuttavia proprio nello schematismo riesce a trovare una nuova coerenza e compattezza: è l'abecedario emotivo dei Radiohead.
L'excursus nella memoria non viene affrontato solo ripescando vecchi brani, ma anche riarrangiandoli tenendo presente tutto il loro vissuto musicale: sono qui presenti echi di ogni loro album precedente, in alcuni passaggi, in certe melodie o effetti. è un collage di vecchie fotografie ingiallite che viene condotto anche e soprattutto musicalmente.
In generale mi sembra chiara l'intenzione di guardare al passato per esorcizzarlo, per ricostruire un nuovo presente e un nuovo futuro.
Non mi pare di sentire nulla di "mai sentito prima", ma forse era anche ora. Si sono voluti togliere di dosso lo stereotipo di gruppo rivoluzionario, che deve riformare il linguaggio a tutti i costi: questa è una riconferma del loro stile inconfondibile, tuttavia ispiratissimo come molti di noi nemmeno speravano; hanno smesso di vagabondare nei territori dell'inesplorato e hanno al contrario imboccato il sentiero dell'"estremamente esplorato", che paradossalmente era una cosa che non avevano mai fatto, l'unico modo per sorprendere. E hanno partorito un lavoro che non poteva essere al tempo stesso più vicino e più lontano da un best of.

Come sempre non so dare voti, quelli li lascio a voi.

:fuckingcool:

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I tasselli si stanno mettendo in ordine. 

Mi sembra un album con un anima fiabesca, una specie di sogno ad occhi aperti. Se TKOl era perdersi nella foresta (più a sud) in pieno giorno, questa è la foresta..di notte (e più a nord). 

Avendo in mente questo "concetto" generale, devo dire che Burn The Witch ci può stare in apertura (e in nessun altro posto però), perchè comunque l'orchestra lega con il resto del disco, con quelle pennellate scure di archi. 

Detto questo, la soluzione per me perfetta per entrare subito nel mood sarebbe stata Daydreaming in apertura, cosi da costituire quasi un ciclo con TLW in chiusura (entrambe col piano in primo..piano). Il problema sarebbe sorto nel cosa metterci dopo, ovviamente, perchè anche Ful Stop interrompe un po' quest'anima fiabesca, pur però essendo meno fuoriposto di BTW, in quanto comunque anche lei scura.

Una tracklist con Daydreaming che apre e Ful Stop in successione e Burn The Witch che saluta tutti e se ne va forse avrebbe potuto funzionare. Anche se non ne sono convinto moltissimo. 

Il lato b scorre via bene invece, il problema è sistemare le prime 5 (o quattro se Burn The Witch non rientra).

 

Seghe mentali, chiaro.

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Ho ascoltato AMSP per la prima volta ieri sera e dopo un solo ascolto non ho potuto fare a meno di pensare che qui siamo spanne sopra qualunque lavoro dei nostri post-HTTT. Composizione, arrangiamenti, produzione, interpretazione, intesità emotiva, maturità artistica, varietà sonora: sembra un lavoro destinato da subito all'olimpo radioheadiano. Credo di essermi innamorato ancora una volta dei Radiohead e questo basta a ripagare un attesa così lunga...

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