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Iosonouncane


TomThom

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  • 2 months later...
  • 3 weeks later...
32 minutes ago, Billy Beach said:

I brani inediti sono tutti strumentali?

 


No, ci sono anche canzoni cantate, tipo Sacramento, che aspetto da mo' :prego:
Da live è stata da lacrime.
Sono contento di vedere si tratta di un multitraccia-multiconcerto.

Devo dire che non mi dispiace affatto questo nuovo formato ibrido: lavorare in studio con takes registrate live, come già con Jalitah. Il risultato è interessante, perché non vi è né la restituzione 1:1 di un concerto ma un riarrangia-taglia-incolla-effetta-mixa dello studio, né il sound asciutto e perfetto di una sala di registrazione ma quello di diverse locations da live.

Comunque, quella sberla di Sacramento:

https://www.youtube.com/watch?v=fGzsMee0vpk

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3 hours ago, modifiedbear said:


No, ci sono anche canzoni cantate, tipo Sacramento, che aspetto da mo' :prego:
Da live è stata da lacrime.
Sono contento di vedere si tratta di un multitraccia-multiconcerto.

Devo dire che non mi dispiace affatto questo nuovo formato ibrido: lavorare in studio con takes registrate live, come già con Jalitah. Il risultato è interessante, perché non vi è né la restituzione 1:1 di un concerto ma un riarrangia-taglia-incolla-effetta-mixa dello studio, né il sound asciutto e perfetto di una sala di registrazione ma quello di diverse locations da live.

Comunque, quella sberla di Sacramento:

https://www.youtube.com/watch?v=fGzsMee0vpk

Cioè hanno registrato gli strumenti dei live su piste separate e riassemblato le parti migliori dai vari concerti?

Fico, ma non saprei che risultato aspettarmi. Esistono altri esempi noti di questa pratica che tu sappia?

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1 hour ago, Gasba said:

Cioè hanno registrato gli strumenti dei live su piste separate e riassemblato le parti migliori dai vari concerti?

Fico, ma non saprei che risultato aspettarmi. Esistono altri esempi noti di questa pratica che tu sappia?

Così parrebbe, dato che alcuni tracce contengono nello stesso brano piste registrate durante live diversi.
L'esempio più prossimo sarebbe Jalitah*** (la release Incani + Paolo Angeli uscita a giugno), che è stato assemblato sulla base dello stesso principio, un concentrato ri-editato e ri-arrangiato di takes provenienti da una serie di diversi concerti.

(*** che è poi un disco davvero superbo, bisognerebbe spenderci qualche parola prossimamente)

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1 hour ago, modifiedbear said:

Così parrebbe, dato che alcuni tracce contengono nello stesso brano piste registrate durante live diversi.
L'esempio più prossimo sarebbe Jalitah*** (la release Incani + Paolo Angeli uscita a giugno), che è stato assemblato sulla base dello stesso principio, un concentrato ri-editato e ri-arrangiato di takes provenienti da una serie di diversi concerti.

(*** che è poi un disco davvero superbo, bisognerebbe spenderci qualche parola prossimamente)

Stupendo.

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  • 1 month later...
5 minutes ago, Wanderer said:

lo aspetto con curiosità

Anche io sono curioso, ma penso che sarà un prolungamento di Ira, disco che non mi ha lasciato quasi niente e dopo il 2021 ho relegato nel dimenticatoio.

Spero torni a cantare in italiano e a fare quello che con Die gli ha permesso di dimostrare di essere il n°1 in Italia.

Poi se lo stesso giorno dovesse uscire il disco degli Smile, ciao proprio :lol: 

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Just now, Wanderer said:

A me invece IRA è rimasto.

Guarda, a me dispiace proprio, ma Ira è proprio scivolato lì "verso il fondo gelido".

Peccato, perché ci sono aperture melodiche e armoniche, arrangiamenti e tavolozza sonora clamorosi, ma poi mi rendo conto che io ho già sentito tutta questa musica, nei Radiohead, nei Pink Floyd, nei Dead Can Dance, in Robert Wyatt e l'unico fattore che avrebbe potuto connotare il progetto in maniera personale, l'uso della lingua italiana che lui ha sempre padroneggiato da primo-della-classe, non c'è. 

E' un disco dove Jacopo voleva dimostrare, più a sé stesso che agli altri, di essere all'altezza dei suoi grandi miti musicali internazionali (miti ormai relati al passato... miti da boomer) ed anche l'uso della multilingua va in quella direzione, per sganciarlo completamente da qualsiasi paragone con la musica italiana dei cantautori e no e proiettarlo in una dimensione globale.

Però per me non ha funzionato, perché in questo processo di sublimazione ha finito per snaturarsi.

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Sono quasi d'accordo totalmente con Lacatus. 
IRA è un grandissimo album, molto ostico ed imperscrutabile - almeno per chi vi sta scrivendo. 

La sua bellezza sta nell'essere quasi irraggiungibile e impalpabile, provo una certa fascinazione per quella musica ma non riesce completamente ad arrivare sottopelle. Lo percepisco come un unico blocco ma allo stesso tempo non riesco a fruirne. Non per la lunghezza, sia chiaro, ma per il suo essere un monolite nero buio a grana grossa. Penso che gran parte della motivazione sia dovuta proprio ai testi, per me interessante l'operazione di mescolare le lingue ma lascia il tempo che trova. Diventa un operazione interessante anche politicamente ma soprattutto col ben di Dio che sta succedendo in medio-oriente ad oggi per me diventa impossibile anche sentire una sola nota. Di fatti quando vedo le immagini mi risuonano come tuoni quelle musiche. 

Per questa ragione qui IRA è un capolavoro ma allo stesso tempo inaccessibile per me, e finisce in un dimenticatoio a breve termine. 

Chissà se quest'album nuovo (che per me ha un altro limite tutto soggettivo: è un live) riuscirà a riaccendere la scintilla o no. 

In questa parte qua, siamo molto d'accordo, direi: 

12 minutes ago, Lacatus said:

E' un disco dove Jacopo voleva dimostrare, più a sé stesso che agli altri, di essere all'altezza dei suoi grandi miti musicali internazionali (miti ormai relati al passato... miti da boomer) ed anche l'uso della multilingua va in quella direzione, per sganciarlo completamente da qualsiasi paragone con la musica italiana dei cantautori e no e proiettarlo in una dimensione globale.

 

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