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Thom Yorke - Tomorrow's Modern Boxes


frasky

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Ieri l'ho riascoltato 3-4 volte: la parte forte del disco è quella che va da Truth Ray all'ultima. Queste sono le tracce più interessanti, sopratutto a livello di suoni, e non è un caso che siano tutte indissolubilmente legate tra loro.

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State parlando di compressione, non di equalizzazione delle drum (che suonano alle frequenze giuste, ed in truth ray sono solo un pelo filtrate). AMOK infatti è un disco *iper*compresso. Tomorrow's Modern Boxes ha invece ritmiche umili: più dinamiche e compresse a puntino.

L'equalizzazione non ci azzecca nulla: non si sente alcun filtro, alcuna risonanza artificiosa né un solo armonico fuori posto, e ogni campione suona semplicemente nel range di frequenze che gli spetta.

(E per inciso, a me le drums in Truth Ray hanno sorpreso piacevolmente, è una scelta stilistica che considero come un passo in avanti, in linea con la migliore scena elettronica del nuovo decennio da cui Thom ha molto imparato).

Oh sì! Riguardo alle ritmiche si sente un miglioramento rispetto alle iper-compressioni di Amok, ma si poteva fare meglio ed estendere la scelta soft di Truth Ray alle restanti tracce, per esempio Nose Grows Some è decisamente sciupata con quella casa e hi-hat compressi.

Nonostante non si possa gridare al miracolo né al genio né al nulla,

è un disco che si lascia ascoltare con compostezza e quiete.

Ispira fiducia e dolce simpatia,

ma ragazzi.. io volevo sconvolgermi,

mica lasciarmi cullare.

Io dopo TKOL e Amok volevo lasciarmi cullare (infatti per me l'unica fuori posto rimane No Ice For My Drink)

dubito che thom o i radiohead possano ancora sconvolgere... il tempo delle mele ormai è fisiologicamente passato.

Non direi. Pensa a The King Of Limbs, ma anche alla stessa Polyfauna 2.0 che è inscindibile da Tomorrow's Modern Boxes.

Quando uscì Kid A sembravano dei marziani, ma solo perché io avevo 18 anni, ascoltavo solo musica anni '60 e non conoscevo affatto i punti di riferimento dei Radiohead per quel disco (warp records, trip-hop, krautrock, jazz, eccetera). Ti credo che sconvolgevano!

''A brain in a bottle'' mi piace moltissimo, c'è quel passaggio da 3'05'' in poi che è fantastico.

Apertura e chiusura di un disco sono sempre impeccabili, in piena tradizione Thom/Radiohead.

E' la mia traccia 6. Viene dopo The Mother Lode e prima di There Is No Ice (For My Drink). Immaginate... :bava:

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Questa questione delle iper-compressioni è stata la prima cosa che ha lasciato respiro rispetto ad Amok. Quest'album forse è meno ragionato, più immediato. Più figlio di una sperimentazione di distribuzione che di un urgenza di far uscire un prodotto artistico musicale, però penso sia un esperimento riuscito, nonostante non sia ne un capolavoro che entrerà nelle pietre miliari della musica.

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State parlando di compressione, non di equalizzazione delle drum (che suonano alle frequenze giuste, ed in truth ray sono solo un pelo filtrate). AMOK infatti è un disco *iper*compresso. Tomorrow's Modern Boxes ha invece ritmiche umili: più dinamiche e compresse a puntino.

L'equalizzazione non ci azzecca nulla: non si sente alcun filtro, alcuna risonanza artificiosa né un solo armonico fuori posto, e ogni campione suona semplicemente nel range di frequenze che gli spetta.

(E per inciso, a me le drums in Truth Ray hanno sorpreso piacevolmente, è una scelta stilistica che considero come un passo in avanti, in linea con la migliore scena elettronica del nuovo decennio da cui Thom ha molto imparato).

Poi, cosa sarebbero gli "oscillatori irregolari"? :faniente: Parliamo di errori d'oscillazione? O di (hipsterissime) variazioni di pitch?

E accordi suonati non in linea con il battere della misura.. è una storia molto vecchia, e Thom ci è arrivato quando ormai è diventata una moda anche tra i laptop-producer 15enni. E non credo sia esattamente un "fottersene", al contrario: è palese come si tratti di imperfezioni "da studio", che nascono dall'esigenza - credo non estranea alla genesi di gran parte dell'ultimo lavoro solista del nostro - di uscire dalla composizione al gusto LOOP.

Nonostante non si possa gridare al miracolo né al genio né al nulla,

è un disco che si lascia ascoltare con compostezza e quiete.

Ispira fiducia e dolce simpatia,

ma ragazzi.. io volevo sconvolgermi,

mica lasciarmi cullare.

Filtri ed equalizzazioni a casa mia sono lo stesso campo. Io ribadisco che ci sento delle equalizzazioni molto particolari.

E non sto parlando di compressioni. Che poi più che iper-compressioni, che solitamente non hanno senso di esistere per i loop elettronici, io direi side chain a palla. Ne fa un uso tremendo, sto disco è pieno di ghost tracks che triggano in side chain i synth, le voci etc. Da qui l'effetto iper compresso e l'andamento irregolare di cui parlavo, condito con degli lfo quasi randomici.

Nulla fatto a caso, ovviamente, mi pare scontato. Ho detto infatti "pare che se ne fotta", a voler sottolineare l'effetto finale, il risultato.

Poi, quello che fanno i laptop producers 15enni che conosci tu io non lo so, mi fido. Certamente nulla di nuovo all'orizzonte del panorama mondiale musicale universale, ma se proprio di qualcosa bisogna parlare, io parlerei di queste cosette qui ecco, non di kid a & co.

Anche perché l'ho sottolineato, per thom questo è uno schizzo a matita, certamente non un disco che merita di essere sviscerato con la filosofia.

Il risultato mi piace, proprio per la leggerezza e immediatezza che lascia trasparire.

Poi c'è chi si sconvolge davanti ad una vagina e chi davanti ad un pene, chi sono io per giudicare?

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La cosa più bella della recensione è proprio la fine e mi trova d'accordissimo (nonostante il disco mi piaccia).

Non è ora il momento di tirare conclusioni, ma sintetizzando comunque: con l'elettronica ti ci sei divertito, ci hai giocato, hai sperimentato (e copiato).

Ma adesso? Adesso forse è ora di guardare da un'altra parte, onde evitare di copiacarbonizzarsi e fare un altro album coi guantoni da pugile a 50 anni suonati (in tutti i sensi)

(la metafora dello zio alla festa universitaria composta da giovinetti è calzantissima).

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La cosa più bella della recensione è proprio la fine e mi trova d'accordissimo (nonostante il disco mi piaccia).

Non è ora il momento di tirare conclusioni, ma sintetizzando comunque: con l'elettronica ti ci sei divertito, ci hai giocato, hai sperimentato (e copiato).

Ma adesso? Adesso forse è ora di guardare da un'altra parte, onde evitare di copiacarbonizzarsi e fare un altro album coi guantoni da pugile a 50 anni suonati (in tutti i sensi)

(la metafora dello zio alla festa universitaria composta da giovinetti è calzantissima).

E cazzo, Tommà, devi accettare il fatto che la cifra stilistica di Thom Yorke è elettronica da 15 anni.

Anche Kandinsky da giovane avrà dipinto qualche paesaggio figurativo, ma poi è diventato un pittore espressionista astratto. Si chiama arte.

Non potete condividere una cazzata IMMANE come quella dello "zio". Adesso c'è un limite di età per usare campionatori, laptop, synth e drum machines? Ma nemmeno i fascisti...

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Ma è ovvio che la sua scelta musicale da una vita è l'elettronica, non mi aspettavo certo un disco chitarra e voce...(a ben pensarci però sarebbe stata davvero una bomba surprise).

La mia domanda era un'altra: avrà ancora qualcosa da dire in questo versante? A me pare che tutto il suo "scibile" elettronico l'abbia raggiunto qui.

Conoscendo la caratura del personaggio e la genialità, mi aspetterei qualcosa di diverso per il futuro.

Tipo free-kraut-jazz, ecco.

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boh ho appena finito di sentire quello di Phil che a me sembra di una noia abbastanza mortale.

come si fa a dare lo stesso voto mi sfugge proprio

sulla questione "zio" a me questa elettronica di TMB sembra piu' "matura" e quindi non mi sembra (almeno per ora) per niente fuori posto.

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Quotone :clapclap:

Hai toccato un tasto importante. Effettivamente The Eraser discendeva direttamente dai Radiohead di Hail To The Thief. (si trattava infatti in gran parte di materiale contenuto nel triplo CD di demo che Thom presentò agli altri all'inizio delle session di HTTT e che conteneva anche le varie There There, Where I End And You Begin, eccetera).

Sì sente chiaramente la continuità da Bakdrifts e The Gloaming a Analyse e The Clock.

Io l'ho percepita chiara fin dal primo ascolto.

Questa informazione da dove viene? c'é una fonte attendibile? pagherei per avere quel triplo cd di cui parli se

- esistesse

- si trovasse in qualche archivio che prima o poi apriranno...

riguardo la "non facile recensione" di kid_max devo dirgli che mi ha strappato un sorriso, scrivere tutte quelle righe alle 2 del mattino non deve essere stato facile per niente ...ciao kidmax! :ciaoeh:

devo anche dire che non ho capito quasi niente, se si usa un linguaggio tecnico,i non addetti ai lavori non possono avere alcuna possibilità di comprensione :( provate a leggere il referto di una tac cerebrale e ditemi cosa avete capito!

il disco non l'ho ancora ascoltato seriamente, gli mp3 mi causano problemi, probabile che attenda di avere l'album bianco.

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Io penso che Thom usi per la sua carriera solista il materiale elettronico che gli piace: coi Radiohead credo non sia facile scegliere uno stile, una via, per il semplice motivo che sono in cinque e ognuno, giustamente dice la sua; non puoi fare elettronica con Jonny...cioè puoi anche farla ma sai che sacrifichi un bel pezzo del gruppo (cosa che secondo me è avvenuta in TKOL, ma è un altro paio di maniche).
Da solista è più facile: loop, elettronica e ti diverti come vuoi, senza considerare altro.
Io penso sia così, poi magari sbaglio, non so le dinamiche all'interno del gruppo ma so che il thom solista mi piace, mi ascolto i suoi dischi volentieri.
Ma io aspetto i Radiohead.

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Questa informazione da dove viene? c'é una fonte attendibile? pagherei per avere quel triplo cd di cui parli se

- esistesse

- si trovasse in qualche archivio che prima o poi apriranno...

Certo, ne parlarono nelle interviste all'epoca di HTTT.

Su youtube si trovano le demo di Thom solo di Where I End And You Begin e There There (quest'ultima pubblicata come b-side del singolo di 2+2=5) :)

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Rabbrividisco al pensiero che un illustratore, dunque un artista, come Bakke possa ritenerla sensata.

fumettista grazie :D

a me pare averci preso in pieno, ho la stessa sensazione.A differenza del redattore il disco mi è piaciuto molto, però il concetto dello zio ci sta. Il guardian con parole diverse ha espresso lo stesso concetto.

per un artista che è stato l'avanguardia del pop-rock andare dietro - andarci bene, per carità - a un movimento pieno di giovani senza apportare qualcosa di realmente innovativo è strano.

il paragone con kandisky e picasso regge poco perché qui si tratta a mio parere del percorso opposto.

cosa che sicuramente denota coraggio e sicurezza come persona, questo si

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